Sentimenti in tasca

di Midnight_whisper
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Non era mai stato molto fortunato con i sentimenti. Nel senso che faceva fatica a provarne. Era difficile per tutti, si ripeteva. Doveva essere difficile per tutti trovare un equilibrio con le persone che ci stanno attorno. Come mai era così difficile provare sentimenti? Persone da stimare, persone da amare, persone a cui voler bene, con cui stare bene, con cui condividere le pigre mezz'ore che riempiva di musica triste e pensieri malinconici. Quelle ore passate a ricordare tutto quello che non avrebbe voluto perdere ma aveva perduto. Quelle giornate da solo, a sperare in cambiamenti che non si impegnava a propiziare. Quei mesi, forse erano anni. Forse era troppo selettivo, troppo pretenzioso. Forse si aspettava troppo o forse non era disposto a scavare abbastanza nelle persone che gli erano attorno. Anche lui, come tutti, si nutriva dei suoi sciocchi pregiudizi, etichettava, sentenziava, escludeva. E si escludeva. Sua madre gli aveva sempre detto che in tutti c'era qualcosa di buono da prendere, o quantomeno qualcosa da imparare. Ma erano come tutte quelle belle parole che aveva sentito dire, che apprezzava, che ripeteva, che non attuava mai. Nel suo cammino costellato di diffidenza e di poco interesse verso ciò che lo circondava, ogni tanto, quando era fortunato, ma solo ogni tanto, scopriva un sentimento. Come un piccolo fiore sbocciava, nascosto da qualche parte, senza farsi vedere. Eppure lo sentiva, lo sentiva crescere, germogliare, fiorire. E puntualmente, ogni volta che si sentiva abbastanza forte, abbastanza coraggioso, coglieva quel fiore e lo regalava. Ma i sentimenti non sono fatti per essere vissuti a senso unico. "Non posso accettare", dicevano. E li metteva in tasca, ogni tre o quattro anni ne aggiungeva uno nuovo. Nuovi fiori, coltivati e sbocciati, colorati, profumati. E rimanevano in tasca, perché era l'unico posto dove potevano stare quei sentimenti solo suoi. Rimanevano in tasca e lui aspettava. Prima o poi, sarebbero finalmente appassiti.




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