Sul
letto del fiume
- Oikawa si tuffa con le
gambe nell'aria ad ogni spinta che si dà per non
interrompere il
moto continuo dell'altalena. La luce sussulta sul lampione ai margini
della strada e il suo singhiozzo ricorda al pallavolista i flash
fotografici delle sue vittorie, quando ancora la Karasuno non
rappresentava un montagna invalicabile. Stringe le catene
dell'altalena e la pelle diventa bianca sotto quel tocco violento. I
denti si stringono tra loro in un abbraccio irruente, mentre lo
sguardo paventa al suolo. È certo che nessuno si
aspetterebbe mai di
vederlo in quello stato, perché, in fin dei conti, se da una
parte
la personalità di Oikawa incanta molti, dall'altra le
persone che
riescono a scavargli nell'anima può solo contarle sulle
dita. La
cute delle gambe è nuda – indossa ancora la divisa
– in balia
di un vento soffocato dal sole; le lacrime non traboccano irriverenti
dagli occhi scuri, ma si staccano pigramente, per poi morire sul
terriccio scarno.
- Dall'altra parte del parco
i bambini giocano, inebriando l'atmosfera di gaie risate. Iwaizumi
è
appena arrivato, dopo essersi cambiato in fretta alla fine della
partita. Tira un sospiro, non di sollievo, ma carico del peso della
disfatta. Le gambe si trascinano in avanti e il corpo sente il
fardello delle catene, che lo ancorano al passato. Sorpassa i monelli
con le loro mamme, rivedendo in loro se stesso e il suo amico
d'infanzia, quando ancora le preoccupazioni erano solo un puntino
lontano all'orizzonte e loro due gabbiani che solcavano il mare,
liberi e selvaggi. Si avvicina a Tōru,
consapevole dei suoi pensieri – Hajime è, per
l'alzatore, una di
quelle persone che ha un posto speciale nel suo cuore; Oikawa lo
conterebbe per primo sulle dita della sua mano.
- «Shittykawa,
se continui a piangere ti picchio» esprime con voce tremante,
guardandolo con rabbia; quest'ultima non è rivolta ad
Oikawa,
piuttosto a lui stesso quando rimembra quella schiacciata non andata
a segno.
- La
mano destra di colui che ha parlato si insinua tra i capelli setosi
del pallavolista seduto, gli arti si ingarbugliano in quei fili color
caffè-latte e stringono maggiormente la presa quando lo
sconforto
nel vederlo così gli attanaglia le iridi smeraldine. L'asso
contraddice se stesso e le sue parole, quando l'azzurro del cielo
ospita il suo amaro sorriso, mentre le palpebre si eclissano, un po'
per il riflesso fastidioso dell'empireo e un po' per quelle gocce
salate che disegnano una calda scia sulle gote arrossate.
✖ N
O T
E S
✖
La
prima storia nel fandom di Haikyuu!!, wow! Mi ero ripromessa di
concentrarmi maggiormente su progetti più impegnativi, come
le OS,
le mini-long o, perché no, anche le long, però
– sì c'è un però
– il contest prevedeva solo flash o drabble, quindi mi sono
adattata – e ne sono felice; perché dedicarsi a
storie più
“complicate” non significa abbandonare il resto,
cosa che appunto
non farò. La flash che ho scritto è un semplice
missing moments che
ho immaginato io dopo la disfatta contro la Karasuno; non nego di
esserci rimasta male anche io ma era una cosa che si sapeva e che mi
aspettavo, anche se al contempo ho sperato fino all'ultimo che i
piani cambiassero.
La
frase “Oikawa lo conterebbe per primo sulle dita della sua
mano”
è un voluto richiamo a ciò che dico all'inizio,
ma capisco che
possa dare fastidio; ora, io in questo caso non lo trovo
così
spiacevole,
seppur sia la prima a rifiutare troppe ripetizioni. Il titolo invece
parla della perseveranza di Hajime e Tōru,
perché nonostante la sconfitta, loro ce l'hanno messa tutta,
loro hanno creduto nel loro sogno ed è giusto
così, è giusto crederci.
Così come lo scorrere del fiume è una costante,
anche il loro
impegnarsi è qualcosa che dura nel tempo.
E
niente, vorrei dilungarmi oltre ma oggi sono di poche parole quindi
credo che la finirò qua. Grazie a chi leggerà e/o
recensirà,
spunterò di nuovo nel fandom, anche perché ho
trovato dei prompt
molto (moooolto!) interessanti nel Porn Fest #10.
Ayumu
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