Boulevard of Broken Dreams

di MimiRyuugu
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Ma buonasera uwu
io ci ho provato ad aggiornare quando c'è il sole, ma una serie di sfortunati eventi mi riconduce alla notte fonda u.u  ringrazio in modo spropositato Aloysia Piton e Sherlockstardust per i loro commenti al capitolo precedente, vi pastrugno <3 come ringrazio anche chi continua a leggere in silenzio, ma segue comunque le sconclusionate avventure delle mie bimbe çwç

Avvertenze: estrema fratellanca, OCC (e chi più ne ha più ne metta), party all night long e bona. 

In questo capitolo troviamo solo Slipping Throught my Fingers dal film Mamma Mia! Vi rimando sempre alla playlist di spotify con tutte le canzoni delle mie ff u.u basta cercare mimiryuugu. 

Vi lascio alla nuovo capitolo,
buona lettura <3



Trentaquattresimo Capitolo

La luna era oramai alta nel cielo. Nessuna nube all’orizzonte. I suoi raggi filtravano attraverso le finestre del castello, illuminando i corridoi bui. Fino all’atrio, per fermarsi e cedere il posto alle torce. Nei Sotterranei, nessun rumore interrompeva più il silenzio. Draco si rigirò nel letto, lo sguardo fisso su di lei. Anna se ne stava su un fianco, con il lenzuolo a coprirla. La pelle chiara in contrasto con le lenzuola verdi scuro. Era voltata verso di lui, ma riposava tranquilla. Si erano definitivamente fermati un’ora prima. La castana era stata la prima a venire, lui subito dopo. Erano ancora storditi e affannati. Anna aveva preso veloce la pozione che teneva in borsa. Anticoncezionale probabilmente. Mentre lui sistemava il lenzuolo. Lei aveva perso sangue, ma con un colpo di bacchetta il biondo ripulì tutto. Appena si erano sdraiati lei aveva avuto solo il tempo di poggiare gli occhiali. Poi erano caduti in un sonno profondo. Ed ora Draco se ne stava li. Ad osservarla. I capelli morbidi sul cuscino, una mano stretta al lenzuolo. Il viso così dolce. Sembrava davvero indifesa. La sua iniziale era nascosta dalla coperta. Mentre sulla spalla destra stava placido il cuore. Il biondo si guardò il Marchio sull’avambraccio, poi allungò una mano e fece alla castana una carezza sulla guancia. Sospirando. Forse con quella notte le aveva fatto il torto peggiore. Sconsolato Draco si alzò. Si infilò i boxer e si diresse allo specchio grande in fondo alla stanza. Aveva i segni delle unghie di Anna sulla schiena. Li sentiva. E se li era pure meritati. Anche se sapeva che lei non l’aveva fatto apposta. Nel mentre proprio la ragazza si agitò nel sonno. Allungò inconsciamente una mano. Sentendo il vuoto aprì piano gli occhi, senza ottenere molti risultati. Si voltò e prese gli occhiali sul comodino ancora assonnata. Se li mise e si guardò intorno. Alzandosi a sedere. Tenendo con una mano il lenzuolo. “Draco?” sussurrò. Poi lo vide. Anna si rimise le mutandine e usò la camicia del ragazzo per coprire il resto, abbottonandola a metà. Poi lo raggiunse. abbracciandolo da dietro. “Tutto ok amore?” gli chiese. Il biondo annuì. “Piuttosto tu…hai perso tanto sangue…sei sicura di riuscire a reggerti in piedi?” osservò lui. La castana sorrise. “Sono forte io!” esclamò. Draco poggiò le mani sulle sue. “Mi odi?” le chiese. Anna appoggiò la fronte fra le scapole del ragazzo. “Certo, faccio l’amore con te perché ti odio…ma che domande sono?!” sbottò. Il biondo sorrise. “Draco, dimmi solo…quando è…quando è successo? E…com’è stato?” gli chiese la castana. Draco si slacciò dall’abbraccio. La prese per mano e la condusse al letto per sedersi. I gomiti appoggiati alle ginocchia. La testa fra la mani. Anna raccolse le gambe al petto e lo guardò. “Quando ti ho detto che andavo in vacanza con mia madre, in realtà siamo andati al castello del Signore Oscuro…mio padre è stato scarcerato prima di quanto avessero riportato i giornali…comunque non c’ero solo io da Marchiare, era una specie di iniziazione…mio padre sorrideva fiero, mia madre invece ha pianto per due giorni…l’ho sentita…chiusa in camera…” iniziò a dire. La castana abbassò lo sguardo. In effetti la capiva. Aveva già visto Lucius in pericolo di vita ed ora anche il suo unico figlio. Il cuore di Anna ebbe una fitta. Ora anche lei avrebbe vissuto quell’incubo. “Comunque non è come fare un tatuaggio normale…hai una bruttissima sensazione addosso…” concluse ancora Draco. La castana si avvicinò e lo abbracciò. “Stai tranquillo, ci sono io ora…” sussurrò. Dandogli dei piccoli baci al braccio. “Anna…io…ti ho mentito…fino ad ora…non ti fa incazzare? Non pensi che io sia uno stronzo egoista?” le chiese un poco confuso il biondo. Anna sorrise divertita. “Certo che no, sei sempre il mio Schiopodo…solo con un tatuaggio in più…” rispose. Il biondo sospirò. “Il Signore Oscuro mi ha affidato una missione…e sono sicuro che non ce la farò…” spiegò spiccio. La castana si irrigidì. In quel momento avrebbe voluto davvero avere un Death Note. O almeno avere sotto mano Lucius. Così da portegli dare un pugno dritto sul naso. “Sei un novizio…non dovrebbe darti compiti così importanti!” osservò poi. Draco sorrise ironico. “Vallo a dire a lui…” rimbeccò acido. Anna si voltò. “Ti ho detto anche troppo…perfetto…ora sei anche in pericolo…bene, sono davvero uno Schiopodo!” si insultò il biondo. La castana sbuffò. “Draco Malfoy, smettila di auto commiserarti e tira fuori le palle!” lo richiamò. Draco si voltò e scoppiò a ridere. Anna lo fulminò con lo sguardo. “Che c’è?” sbottò. “Non sei molto credibile vestita così…” esclamò lui. La castana si mise in ginocchio e lo prese per i capelli. “Non sottovalutarmi Malfoy…ricordati che non sono una donnicciola indifesa…” soffiò maligna. Il biondo la guardò scettico. Poi con uno slancio si tolse dalla sua presa. E le bloccò i polsi. “Draco…dimmi la verità…com’è Tu Sai Chi, visto da vicino?” gli chiese Anna, senza opporre resistenza. Il ragazzo la lasciò e alzò le spalle. “Mette abbastanza ansia…” rispose solo. La castana lo guardò non molto convinta. “Anche se è senza naso?” rimbeccò poi. Draco si lasciò sfuggire una risata. “Che cos’è che devi fare esattamente?” gli chiese ancora Anna. Il biondo scosse la testa. “Non posso dirtelo…e poi non voglio che tu sia in pericolo…” si rifiutò. La castana annuì. Poi comprensiva gli fece una carezza sulla testa. “Sappi che io ci sarò sempre…ora siamo davvero legati. Però niente più segreti…quindi se vuoi sfogarti, io ci sono…” gli disse. Draco sorrise un poco confortato. Non era mai stato solo nel corso della missione. Mark era diventato il suo braccio destro. Però ora si sentiva decisamente meglio. “Anna…se davvero riuscirò in quello che devo fare…dovrò scappare…” confessò. La castana sbarrò gli occhi. Poi fece un profondo respiro. “Dobbiamo trovare un modo per tenerci in contatto allora…” commentò. Il biondo la guardò un poco apprensivo. “Se il Signore Oscuro venisse a sapere della tua esistenza saresti davvero in pericolo e io non lo voglio…sei la madre dei miei futuri figli Anna, non posso permetterlo!” rispose secco. Ma Anna scosse la testa convinta. “Lo so che quella megera di Bellatrix vorrebbe torturarmi, però non mi lascerò trovare…e io, senza di te per un tempo indeterminato, non ci resto!” sbottò a mo di bambina capricciosa. Draco sorrise divertito. E l’abbracciò, poi le diede un lungo bacio. La castana si staccò prima che degenerasse in altro. “Ora io vado a farmi una doccia, poi me ne torno in dormitorio, intesi?” spiegò. Il biondo la guardò deluso. “Dai rimani qui a dormire! Ti vanterai domani con le tue amiche!” la pregò. Ma Anna era decisa. Scosse la testa e si alzò. Per poi andare in bagno. “Se provi ad entrare ti crucio!” lo minacciò subito. Draco sbuffò. La castana si tolse la camicia e l’unico pezzo di biancheria. Poi si tirò su i capelli e la frangia con due fermagli per non bagnarli. E si tuffò sotto il caldo getto della doccia. Quando si avvolse nell’asciugamano dovette lavarsi la faccia altre due volte per far andare via il trucco. Poi si sciolse la frangia e di capelli e li pettinò. Trasfigurò gli slip in un paio puliti e li mise. Tenendosi su l’asciugamano sul petto. Prese la camicia e tornò in camera. Il biondo se ne stava tranquillo, ancora in boxer sul letto. Anna dovette frenare i suoi ormoni da adolescente neo sessualmente attiva. “Potevi anche sprecarti a sistemare…il pavimento è un cumulo di vestiti!” lo rimproverò. Draco sorrise divertito e si voltò verso di lei. “Sei felice?” le chiese. “Di rimettere a posto i vestiti? Direi anche di no…” sbottò, radunando le sue cose. “No stupida! Di…averlo fatto…con me…” rimbeccò il biondo. La castana lo guardò in modo eloquente. “No…ora ti odio, sei stato violento ed insensibile e non lo farò mai più…” ironizzò. Poi i due si guardarono e scoppiarono a ridere. “Non volevo farti male…” confessò Draco. Anna sorrise divertita. “È normale amore dai…e ora, ti pregherei di girarti, devo cambiarmi…” ordinò. Il biondo la guardò scettico. “Se pensi che io mi perda lo spettacolo ti sbagli di grosso cara…” ghignò. “Che gentiluomo!” rimbeccò sarcastica. Poi fu lei a voltarsi per dargli la schiena. Infondo Anna doveva ancora abituarsi a tutta quell’intimità. Lasciò cadere a terra l’asciugamano e si mise il reggiseno. Litigando con la chiusura. Poi si infilò la gonna. Ed infine si rimise la camicia di Draco, che la guardò dubbioso. “La prendo in ostaggio…” commentò solo lo castana. Poi mise tutti i bracciali ed il collare nella borsa. Insieme alla boccetta vuota. “Devo andare a rubarne qualcuna a Mary Kate…” esordì. Il biondo sbattè le ciglia per addolcirla. “Non rimango…” replicò lei. Draco sbuffò. Anna controllò di aver preso tutto. “Ti aspetto domani sera allora…” ghignò ancora il biondo. La castana rise. “Metti a cuccia l’amichetto Malfoy…mica pretenderai che mi conceda tutte le sere…” osservò finta signora. Poi i due si guardarono. E scoppiarono ancora in una grassa risata. “A domani amore, ti amo...” lo salutò. Si chinò e gli diede un bacio. “Anche io ti amo…a domani…” ricambiò lui. Per poi darle una pacca sul sedere. Anna gli tirò un pugno sulla testa. E sorridendo divertita si avviò alla porta.
Intanto, nelle vicinanze, una coppia conversava. Anzi, proprio a pochi scalini di distanza. Hermione e Mark si erano trasferiti nella calda Sala Comune di Serpeverde. Per poter parlare di cose più semplici, meno segrete. “Mark…quante ragazze hai avuto fino adesso?” gli chiese timida il prefetto. Il ragazzo la guardò divertito. “Non ti rispondo finché sono ancora sobrio…” rimbeccò. Hermione scosse la testa. “Tu ti intendi di…si insomma…di…sesso?” continuò poi. Perché mai stava iniziando quel discorso? Era come mettersi il trappola da sola! “Come mai un cambiamento così totale di argomento?” osservò Mark. Il prefetto si guardò in giro per far andare via l’imbarazzo. “La mia prima volta è stata…l’anno scorso…decisamente si…non sono mica uno vissuto io…” spiegò lui. Hermione annuì. Era arrossita. “Che diamine! Non capisco perché io mi imbarazzi tanto!” sbottò stufa. Il Serpeverde rise. “Noi maschi abbiamo una visione tutta diversa…e poi diciamoci la verità, i padri parlano più volentieri del sesso che le madri…” osservò. Il prefetto sospirò. Quanto era vero! “Penso che mia madre creda che io abbia già imparato tutte le cose teoriche dai libri… ecco perché mi chiudo a riccio…eppure ho sedici anni, dovrei avere almeno un minimo di cultura generale…” commentò. Mark ghignò. “Se vuoi posso farti da insegnante…” propose. Hermione arrossì. “Ora che so quanto io sia ignorante su questo argomento potrei anche dirti di si…” soffiò irritata. Il Serpeverde scosse la testa divertito. “Herm…che c’è che non va?” le chiese. Il prefetto alzò le spalle. Poi rivolse lo sguardo al camino. “Il fatto è che Anna e Giulia sono cresciute sia nel cuore che nel corpo…hanno iniziato ad affrontare certi argomenti che a mio parere potrebbero anche aspettare…non lo so che cosa non va in me…” sospirò. Mark la guardò comprensivo. “Non c’è nulla che non va in te…è solo che tu hai altri interessi…e poi ricorda che Anna e Draco stanno assieme da due anni…per quanto riguarda Giulia e…il suo misterioso ragazzo non lo so, però se arriva a parlare in certi termini deve stare con lui da un tempo quasi uguale…tu e Ron state assieme da quanto? Un mese scarso?” osservò. Hermione appoggiò un gomito al bracciolo della poltrona. Poi sulla mano appoggiò ancora il mento. Le iridi castane rivolte al fuoco scoppiettante. “Un mese…e sei anni…” lo corresse. Il Serpeverde la fissò. “Ad Anna piacciono i manga yaoi…tu sai cosa sono?” gli chiese all’improvviso il prefetto. “Ovvio…” rispose subito lui. Hermione si voltò e lo guardò stupito. “Ma di solito a voi maschi non infastidisce parlare di gay o cose simili?” commentò un po’ confusa. Mark ghignò. “Non fare di tutta l’erba un fascio…” sbottò. Il prefetto lo guardò sospettosa. “Mark…dimmi la verità…tu ne sai qualcosa?” aggiunse perplessa. Il Serpeverde si limitò a vagare con lo sguardo per la stanza. Senza togliersi quel sorriso sghembo e soddisfatto dal viso. “È solo sesso occasionale…non amore omosessuale…” precisò poi. Hermione lo guardò curiosa. “Stai parlando di te, oppure degli yaoi?” rimbeccò. Mark si chinò di poco verso di lei. “Degli yaoi…anche se…” si lasciò sfuggire. Il prefetto pendeva curiosa dalle sue labbra. “Anche se…?” ripetè come ipnotizzata. “Anche se…non ne leggo da molto…me li facevo prestare dalla James ma pare che abbia esaurito le scorte…” spiegò. Hermione lo guardò delusa. La James. Subito le venne in mente l’amica di Anna. Quella bionda di Serpeverde a cui aveva preso la pozione anticoncezionale. Se la stava figurando un po’ come una spacciatrice occasionale. “Sei una vera delusione Wright…” sbuffò poi il prefetto, affondando di peso nella poltrona. “Hey mocciosa…di certo potrei raccontarti qualche dettaglio che nemmeno oseresti immaginare!” rimbeccò Mark. Hermione lo guardò scettica, poi si alzò. “Sarà per un’altra volta caro il mio maestro…si è fatto tardi e mi aspettando due resoconti di appuntamenti a cui non voglio mancare…” lo congedò. Il Serpeverde sorrise. “Granger, oh mia piccola e innocente Granger…non scappare dalle tue paure…” cantilenò. Il prefetto gli fece la linguaccia. “Vedrai…riuscirò a farmi una cultura entro un mese…” rimbeccò sicura. Mark ghignò. “Farti…solo una cultura?” commentò malizioso. Hermione gli tirò un cuscino li accanto. Il Serpeverde aprì la bocca per ribattere ma un rumore attirò la sua attenzione. Come anche quella del prefetto. Anna era appena entrata in Sala Comune. Veloce guardò i due e sorrise compiaciuta. “Devo proprio dirtelo Herm…è davvero una soddisfazione vederti in questa sala…peccato che non ci sia la digitale di Giulia…” osservò. Hermione la guardò. Aveva qualcosa di diverso. Forse era solo la camicia bianca. “È tardi…magari Giulia ci sta già aspettando…andiamo…” disse solo. Poi andò a prendere a braccetto la castana. Trascinandola fuori dalla Sala Comune. “Ho grandi novità…” esordì Anna. Il prefetto annuì. “Anche io…” concordò. Per poi uscire dai sotterranei. E continuare in silenzio la strada fino alla Torre.
Nel mentre una coppia aveva smesso di ballare. Si era seduta per finire di bere i loro drink ed infine erano tornati nella folla londinese. Stavolta Giulia guardava con più attenzione le bancarelle. Voleva comprare un po’ di cose per le sue amiche e sua madre. Severus la osservava curioso. Anche lui si era voltato a qualche bancarella di libri. Nonostante amasse i preziosi volumi non disdegnava quelli a poco prezzo. E poi avevano quell’aria di vissuto che a lui piaceva tanto. La ragazza notò che il professore stava analizzando dei libretti in una bancarella dall’altro lato della strada. “Severus…se vuoi puoi andare a vedere, io rimango qui…forse ho trovato qualcosa anche io…” disse lei. Piton si guardò intorno. “Meglio non separarsi Giulia…c’è ancora molta gente…” rimbeccò. Ma la ragazza scosse la testa. E a malincuore gli lasciò la mano. Per poi spingerlo di poco verso i libri. Severus sorrise divertito. “Non ti muovere…” le raccomandò. Giulia annuì sicura. Così il professore si avvicinò ai volumi. La ragazza invece iniziò a guardare curiosa la bancarella davanti a se. C’era un po’ di tutto. Ma ciò che aveva attirato maggiormente la sua attenzione erano stati dei portafoto. Erano fatti a mo di libretto, così da poterci mettere due foto all’interno. Davanti vi era incastonata una pietra piatta. Dal taglio liscio e quadrato. Giulia sorrise, notandone i colori piuttosto azzeccati. Il prezzo non era nemmeno alto. Ne prese quattro: uno dalla pietra nera, una azzurra, uno viola ed uno verde. Li pagò veloce e li mise nella borsetta. Dovevano essere una sorpresa. Poi ispezionò anche gli altri oggetti. Alla fine optò per un pupazzetto con sonaglino. A sua madre piacevano quelle cose inutili. Erano troppo buffe. La ragazza prese anche questa. “Hai trovato quello che cercavi?” le chiese d’improvviso Severus. Apparendole al fianco. Giulia sobbalzò. Poi sorrise tranquillizzata ed annuì. I due si fermarono a comprare dello zucchero filato. E tornarono ad incamminarsi verso il vicolo. Per dirigersi ad Hogwarts. La ragazza aveva appena finito il morbido dessert giusto in tempo per potersi infiltrare nel buio nascondiglio. Senza fare storie prese il braccio di Piton. E così poco dopo si trovarono ai confini della scuola. “Grazie per la serata…mi sono divertita…” sorrise Giulia. Severus annuì. “A domani allora e non rimanere alzata con quelle scapestrate fino a tardi…” le raccomandò. La ragazza scosse la testa divertita. Poi si levò in punta di piedi. E rossa in viso gli scoccò un candido bacio sulle labbra. “Buonanotte Severus, a domani…” lo salutò. Per poi iniziare a correre in direzione del castello. Piton sorrise divertito, vedendola inciampare e cadere come suo solito fra l’erba. Giulia si rialzò subito. Si sistemò la gonna e riprese la sua corsa, mentre il professore ancora la guardava. Senza mai smettere di mostrare quel sorriso. Che era stata lei a fargli nascere sulle labbra.
Hermione ed Anna arrivarono placide in dormitorio. La prima si cambiò distrattamente. Infilando la calda camicia da notte blu. Lunga fino al ginocchio. Dalla stoffa morbida e una piccola scollatura. Lei preferiva di certo i pigiami. Ma tutti quelli pesanti che si era portata erano stati mandati a lavare con il giro di bucato di quella mattina degli elfi. Di solito era la madre che insisteva nel regalarle certi capi da notte. Nel mentre il prefetto ripercorreva nel suo cervello i fatti della serata. Si era davvero stupita del suo autocontrollo. O forse non aveva semplicemente realizzato cosa davvero fosse successo. La seconda si fece scivolare la gonna ai piedi. Gli anfibi già buttati in un angolo. Poi si immerse per un attimo nel profumo della camicia. Chiudendo gli occhi. Era estremamente patetico per una come lei. Eppure non riusciva a smettere di pensarci. A quei momenti vissuti solo qualche ora prima. Alle mani di Draco su di se. A cosa aveva scorto sotto quel tessuto che stava indossando. Con uno scatto la castana si tolse la camicia. Sentiva che il suo profumo era rimasto su di lei. Anzi, le era entrato nelle vene. E si era insidiato nel suo cuore. Hermione ripiegò precisa i vestiti, poggiandoli sul baule. Anna li lasciò alla rinfusa, mettendosi subito anche lei la camicia da notte nera. Era una delle sue preferite. Liscia al tatto, lunga a metà coscia. La scollatura non troppo azzardata. Giusto per fare quell’effetto vedo e non vedo. In verità a lei piaceva perché somigliava molto ad una di quelle che aveva visto indosso a Narcissa quell’estate. Le sembrava adatta per quella sera. Poi un rumore distrasse le due dai loro pensieri. Giulia era appena entrata in camera. “Scusate il ritardo! Mi cambio in un secondo e arrivo!” si scusò. Lasciò la borsetta sul comodino. Prese veloce anche lei la camicia da notte preparata sotto al cuscino, iondandosi in bagno. Cinque minuti dopo la ragazza uscì. Struccata e cambiata. Trotterellando nella sua camicia da notte viola chiaro. Piegò veloce i vestiti e si sedette sul suo letto. Hermione e Anna si sedettero di fronte a lei. Sul letto di quest’ultima. “Bene…chi inizia?” sospirò il prefetto. Di solito la castana scalpitava per raccontare ma stavolta non sapeva da dove cominciare. Così rimase in silenzio. Anche Hermione passò parola. “Allora tocca a me?” chiese stupita Giulia. Le amiche annuirono. “Siamo stati a Londra, c’erano le bancarelle…solo che i miei hanno avuto la brillante idea di venire a fare un giro…” iniziò a raccontare. Il prefetto trasalì. “Mia madre per fortuna ha mandato via mio padre con una scusa ed è venuta a salutare me e Severus…poveretto era imbarazzato al massimo…e sapete com’è mia madre…” continuò la ragazza. “E ci credo! Beccato in pieno appuntamento con una sua allieva…” osservò Anna. Giulia annuì. “Così ci siamo rinchiusi in un locale a bere e a ballare…e nulla…poi siamo andati a prenderci uno zucchero filato e siamo tornati…però ho fatto un po’ di foto…” concluse. Hermione battè le mani. “Vediamo!” esclamò. L’amica prese la digitale dalla borsa e la passò alle due. Che guardarono le foto curiose. Soffermandosi su una. “Giulia! Dovevi avvertirmi che c’era un alto contenuto vietato! Mi hai bloccato la crescita!” sbottò Anna. Il prefetto scosse la testa esasperata. “Tanto più di così non cresci…” commentò. Giulia la guardò dubbiosa. E la castana le fece vedere la foto del loro bacio. La ragazza arrossì in modo totale. Non si ricordava nemmeno di averla scattata! Hermione e Anna finirono il giro delle foto e ridettero la digitale alla padrona. “Presumo che tocchi a me…” intuì la seconda. Le amiche la guardarono dubbiose. La castana sospirò. Chiuse per un attimo gli occhi e si decise. “Draco è un Mangiamorte…gli ho trovato il Marchio Nero sull’avambraccio stasera…” disse spiccia. Giulia sbarrò gli occhi. Il prefetto sorrise ironico. “È una cosa di casata allora mia cara…” disse sarcastica. “Che intendi dire?” chiese l’altra. “Anche Mark ce l’ha…me l’ha fatto vedere stasera…” spiegò Hermione. Anna scosse la testa. “Quanto vorrei avere Lucius fra le mani e strangolarlo!” soffiò. Il prefetto appoggiò la testa sulla sua spalla. “Ora si che siamo tutte sulla stessa barca…” commentò. Giulia le guardò dispiaciuta. “A me sembra che questa barca stia diventando un transatlantico però…” osservò acida la castana. Le tre si guardarono. “Come state?” chiese preoccupata Giulia. “Non è stato esattamente quello che mi aspettavo dall’uscita di stasera…ma sento che non sono impazzita…quindi devo dedurre che ho assimilato la cosa…” esordì Hermione. La castana annuì. Ci fu qualche minuto di silenzio. Poi fu quest’ultima ad alzare la mano. “Io però non ho finito…” aggiunse. Le amiche la osservarono. “Anna Alvis Haliwell è fiera di annunciare che è diventata una donna finalmente!” recitò. Per poco Giulia cadde dal letto. Mentre il prefetto strabuzzò gli occhi. “No cioè…fammi capire…cosa?!” boccheggiò la prima. Anna alzò le spalle divertita. “Ma…ma…come? Non l’avrai fatto per senso di colpa vero?” aggiunse la seconda. “Certo che no Herm! È stato tutto così veloce…un minuto prima ci baciavamo, poi Draco ha iniziato a fare il solito polpo e poi abbiamo iniziato a discutere…” iniziò a raccontare la castana. Le amiche la guardavano curiose. “Li ho scoperto che lui aveva il Marchio…mi sono sentita morire dentro ma la cosa peggiore è stata la mia reazione…ho pianto ragazze e voi sapete che piuttosto io mi prenderei a pugnalate…me ne sono resa conto solo dopo, sono stata una completa idiota! Draco si sentiva già in colpa come non mai e io sono stata una stronza…” continuò Anna abbassando lo sguardo. Giulia scosse la testa. “È una reazione normalissima Anna…” osservò. Ma la castana sospirò. “Draco mi ha promesso che non mi abbandonerà ed io mi fido di lui…l’ho capito appena ho guardato quei suoi occhi cristallini…non c’era cattiveria in lui. Era solo il ragazzo che mi ha resa felice in questi due anni. Così mi sono decisa…e l’abbiamo fatto…” concluse. Sentendosi un po’ più sollevata. Hermione si portò le mani alla bocca commossa. “Com’è stato?” chiese Giulia. Anna sorrise. “Non dirò bugie, il primo impatto è stato un inferno, un dolore assurdo…e ho perso sangue…ma è normale! È come avere una ferita alla fin fine…” rispose. Hermione la guardò molto convinta. “Così si che ci fai venire voglia di fare sesso…” osservò. La castana e Giulia la guardarono allibite. Poi scoppiarono a ridere. “La cosa migliore è una spinta secca…ma penso che Piton lo sappia…” ghignò poi la prima. La seconda arrossì. “Dopo l’impatto iniziale però è una vera figata…vi giuro delle sensazioni stupende…se poi l’altra persona è come Draco…cavolo!” continuò a dire Anna. Hermione sorrise scettica. “Gli è venuto un bel corpicino in questi anni devo dire…e la visione al nudo è l’apoteosi dell’ormone…” descrisse la castana. Ripercorrendo con la mente ogni singolo muscolo del ragazzo. Giulia scosse la testa divertita. “Ti manca solo la bavetta Anna…” la prese in giro. La castana si risvegliò dalla sua trance. “Mi è venuta fame però…” commentò come se nulla fosse. Il prefetto la guardò con gli occhi commossi. “Hey Herm? Che c’è?” chiese stranita Giulia. “Anna…Anna…è diventata grande!” esclamò. Per poi scoppiare a piangere ed abbracciarla forte. La castana strabuzzò gli occhi. “Herm sono debole! Non mi strizzare così!” la implorò. L’amica le guardò intenerita. “Allora c’è da festeggiare! Per prima cosa, una foto!” elencò. Prendendo veloce la digitale. Poi si andò a mettere alla sinistra di Anna. Attivò l’autoscatto e fece la foto. “E ora? Come festeggiamo?” chiese Hermione. Giulia scattò in piedi. E schioccò le dita. Subito un paio di orecchie penzolanti seguite da un gracile corpicino di elfo apparve. “Sera signorina Giulia! Essere molto tardi, in che cosa posso servirla?” le chiese. La ragazza guardò le amiche. “Assenzio! Assenzio!” decantò Anna. Il prefetto la guardò male. “Possibilmente qualcosa che non ci faccia stramazzare a terra in preda alle allucinazioni…” precisò. “Dobby…sai se gli elfi sanno preparare cocktail?” chiese Giulia. L’elfo la guardò sconcertato. “Dobby credere di si…hanno già preparato per professoressa Cooman…però lei essere una professoressa…voi siete studentesse…” commentò prontamente. Anna si agitò sul letto. “Io però sono maggiorenne! Ed Harry sicuramente approverebbe!” mentì spudoratamente. Dobby sorrise. “Allora essere apposto! Cosa dovere preparare?” chiese. “Una caraffa di Malibu grazie…e portaci anche un bel piatto pieno di patatine fritte…” elencò la ragazza. Per poi frugare nel baule e trovare l’ennesimo calzino spaiato. “Questo come mancia…” precisò. L’elfo saltellò sul posto felice. “Perfetto! L’ordinazione arrivare presto qui!” esordì. Poi sparì con uno schiocco di dita. Hermione scosse la testa. “Quanto è facile bere alcolici in questa scuola…” sospirò. Anna le diede una piccola spinta. “Avanti! Non vuoi festeggiare?” le chiese. Il prefetto la guardò seria. Sciogliendosi in un sorriso poco dopo. “Per Merlino si!” rispose. Giulia scosse la testa divertita. Prendendo la bacchetta. Recitò una semplice formula. “Incantesimo di insonorizzazione…mica vogliamo essere interrotte da un’altra baby Haliwell dalle sembianze assonnate…” spiegò. La castana annuì e andò a prendere il mini stereo. Poi iniziò a trafficare con i cavi. Collegando i loro tre mp3 con quello. Dopo qualche minuto una caraffa colma di una bevanda bianca era apparsa sul davanzale della finestra. Li accanto un piatto fumante di patatine fritte. Hermione liberò il comodino di Anna e lo occupò con la roba appena arrivata. Anche lei puntò la bacchetta sia sul piatto che sulla caraffa. “Riempitura continua ragazze! O almeno per tre giri è sicura…” annunciò. La castana dette il via alla musica. E Giulia riempì i tre bicchieri fino all’orlo. “Ad Anna! Che finalmente può sostenere di non essere più pura del tutto!” recitò. Anna alzò fiera il bicchiere. “Puoi dirlo forte sorella!” concordò. Poi bevve metà cocktail d’un fiato. L’amica scosse la testa divertita e ne bevve un sorso. Hermione applaudì felice. La castana la guardò stupita. “Ti rendi conto che stai applaudendo una scopata?” osservò. Il prefetto la guardò male. “È la tua prima volta e tu lo ami! È la cosa più sana che hai fatto da anni!” squittì esagitata. Anna bevve un altro sorso divertita. “Come quando Mr Big ha sposato Carrie…” precisò Giulia per enfatizzare. Hermione annuì convinta. “Ora sono sessualmente attiva! Posso tranquillamente usufruire di Manson senza che Draco lo scopra!” commentò infine la castana. Il prefetto scosse la testa esasperata. Poi assaggiò finalmente il drink. “Quanti gradi ha questa cosa?” chiese. “Non molti…giusto quelli che bastano ad evitare tendenze suicide il giorno dopo…” spiegò Giulia. Hermione annuì confortata. E bevve un lungo sorso. Una musica movimentata invase la stanza. Il volume era parecchio alto. “Gimme gimme gimme a man after midnight!” iniziò a cantare Anna. Facendo gesti alquanto osceni. Le amiche si guardarono divertite. Per poi buttarsi sul ballo. Mangiando e bevendo. I Tre Uragani si diedero alla pazza gioia per le successive due ore. Erano quasi le due quando finirono sedute a terra. Ancora scatenate e con la voglia di festeggiare. “Draco è davvero fortunato che non ci sia un bell’uomo dall’aria misteriosa e tanto kajal sotto gli occhi…ora potrei violentarlo senza problemi!” ghignò ancora la castana, bevendo. Si era scolata almeno tre bicchieri del drink. Poi aveva perso il conto. Giulia scosse la testa divertita. “Questa si che è fedeltà!” annunciò. Sorseggiando il suo Malibu. Lei ci era andata più leggera. Però ne aveva bevuti almeno la metà di quelli di Anna. Il prefetto oscillò pericolosamente il bicchiere. “Ora rinchiudi gli ormoni tu! Non verrai sempre a raccontarci i dettagli piccanti spero!” sbottò. Anna sorrise sorniona. “Io li voglio i dettagli piccanti…” osservò Giulia. Hermione la guardò stupita. Poi si lasciò andare ad una risata alquanto alcolica. Le amiche si guardarono divertite. “Sono davvero fortunata! Ho un ragazzo che è una bomba a letto ed è così sexy!” annunciò ancora la castana. Il prefetto le tirò un cuscino per zittirla. “Grazie mille Lussuria…ora mi hai incuriosito…odio i miei ormoni da adolescente!” sospirò Giulia. Anna rise sguaiatamente. “Dovresti odiare il tuo cocktail…se ti sentisse Piton ti salterebbe addosso peggio di Josh!” commentò. La ragazza arrossì. “Severus è un gentiluomo…” ribadì. Bevendo un lungo sorso di drink. “Con svariati anni di astinenza aggiungerei…quando vi deciderete non uscirete più dal letto!” rimbeccò maliziosa Anna. Giulia tossicchiò. Affogando gli eventuali commenti nel drink. “Giuro che se Ron non si spiccia inchiodo Mark ad un angolo…” soffiò Hermione. Riempiendo il suo bicchiere. Le amiche la guardarono allibite. Poi scoppiarono ancora a ridere. Sembravano tre pazze. Una famigliare canzone iniziò a pompare nella stanza. Anna levò fiera il bicchiere. “You let me violate you, you let me desecrate you, you let me penetrate you, you let me complicate you…” esordì con il cantante. “Altri due di questi…e giuro che te lo lascio fare!” esclamò divertita il prefetto. Alzando anche lei il bicchiere. Giulia scoppiò a ridere. Seguita da Anna. “Herm sei ubriaca!” osservò fra le risate quest’ultima. Hermione la guardò con fare superiore. “Io non sono ubriaca! Solo diversamente sobria!” precisò. Le amiche si abbandonarono alle ulteriori risate. La loro pazzia era infine venuta fuori del tutto. Giusto il tempo di finire la caraffa e le ultime patatine, che decisero di andare finalmente a dormire. Il prefetto si lavò la faccia una decina di volte per evitare di maledirsi la mattina dopo. “La prossima sarai tu…” canticchiò la castana verso Giulia. Quest’ultima le fece la linguaccia. “Magari Ron si accorge che è iniziata la stagione degli accoppiamenti…” osservò poi. “Guardate che vi sento anche da qui!” le richiamò Hermione dal bagno. Le amiche fecero finta di nulla. Aspettarono il prefetto. Poi si misero a letto, ddandosi la buonanotte. Decretando la fine di una delle serate che si sarebbero ricordate probabilmente per sempre.
La mattina, o meglio qualche ora dopo, le tre si svegliarono quasi nello stesso momento. La più affaticata era di certo Hermione. “Per Merlino! Ma quanti drink ho bevuto?!” sbottò. Anna ghignò sgusciando dalle coperte. “Dopo il terzo abbiamo perso tutte il conto mi sa…” osservò. Giulia barcollò e ricadde assonnata sul letto. Dopo dieci minuti di ripresa generale le tre si fecero spazio in bagno. “Muoviamoci…necessito di un silos di caffè…” rimbeccò il prefetto. “Io voglio una buona brioche al cioccolato…” precisò la castana. Hermione si portò le mani alla bocca. Giulia rise. “Quanto darei per le frittelle di nonna Artemisia…” sospirò Anna. All’amica vennero subito in mente quelle che preparava sua madre. “Mi sa che oggi chiamerò mamma…” disse poi. Prendendo lo spazzolino lilla. Il prefetto la guardò curiosa. “Io devo assolutamente chiamare Bill…gliel’ho promesso…” aggiunse la castana. “Non dovresti chiamare tua madre?” commentò ancora Hermione. Anna la guardò scettica, per poi sputare nel lavandino in modo poco fine. “Certo…così le dovrei dire dei due tatuaggi, del fatto che ho perso la verginità e magari anche che Draco è un Mangiamorte?” soffiò ironica. Il prefetto scosse la testa esasperato, rimettendo apposto il suo spazzolino. “Tu che farai oggi?” le chiese Giulia. Hermione alzò le spalle. “Finirò i compiti…e poi agonizzerò su una poltrona sperando che gli effetti collaterali del Malibu non si facciano sentire…” rispose. La castana la guardò divertita. “Herm…non ti stai dimenticando qualcosa vero?” chiese gongolante. Il prefetto la fulminò con lo sguardo. “Decisamente no…” gracchiò spazientita. Anna ghignò soddisfatta. “Sai che giorno è oggi?” cantilenò. Hermione fece il conto sulle dita. “Il primo marzo…” rispose. “E questa data non ti ricorda nulla?” chiese ancora sorniona la castana. Il prefetto ci pensò su. Giulia compiva gli anni a fine marzo, quindi non centrava con loro tre. Il compleanno di Mark invece cadeva in aprile. Mary Kate in agosto. Come anche quello di Ginny. A pensare alla rossa Hermione sobbalzò. Si portò due mani alla bocca allibita. Anna ghignò malefica. “Herm si è dimenticata il compleanno del suo ragazzo…” soffiò. Giulia le battè una mano sulla spalla. “Dopotutto è domenica…è perfettamente normale che noi ci alziamo così tardi…ora andiamo a fare colazione e gli farai gli auguri come se nulla fosse…” la consolò. Il prefetto prese un profondo respiro. “Hai ragione Giulia…calma…devo stare calma…Hermione Jane Granger, trova il tuo autocontrollo…” si richiamò. Chiuse un attimo gli occhi. Poi sobbalzò. “Ma certo…certo…tutto quadra…” ragionò. Assecondando i propri pensieri. Le amiche si guardarono un poco dubbiose. “Gli organizzerò una piccola festicciola stasera! In Sala Comune…però io sono negata come dj…servirebbero proprio Fred e George…” spiegò. Giulia sorrise. “Possiamo sempre chiamarli, sono i suoi fratelli dopotutto…” osservò. Hermione iniziò a saltellare esagitata. Anna scosse la testa divertita. “Ora andiamo a vestirci Vispa Teresa…altrimenti non arriveremo in tempo a colazione…” esordì. Spingendo il prefetto fuori dal bagno. Giulia le seguì ridendo. Il trio si cambiò veloce e scese in Sala Grande. Come ogni domenica i tavoli non erano molto affollati a quell’ora. E nemmeno i professori erano molto propensi a presentarsi. Lumacorno si era evitato questa fatica. Come anche la Cooman. Piton invece se ne stava al solito posto. E la McGranitt vicino a lui. Alla tavolata Grifondoro c’era un tranquillità quasi disarmante. Hermione notò subito Ron in mezzo alle poche teste. Così si fece coraggio e andò da lui. Le sue amiche al seguito. Piano gli mise le mani sugli occhi. “Indovina chi sono…” sorrise il prefetto. Il rosso sobbalzò. Poi adagiò veloce le sue mani su quelle di lei. “Potresti essere...la mia Mione?” chiese divertito. Voltandosi. Hermione annuì timida. “Indovinato…auguri mio bradipo maggiorenne!” esclamò. Sul viso di Ron si aprì un enorme sorriso. In effetti era un po’ deluso che circa solo metà delle persone che lo conosceva gli avesse fatto gli auguri. Però quelli più importati li aveva ricevuti. Così la prese per una mano e la fece sedere veloce vicino a lui. “Auguri Ron!” recitarono con il tono da brave bambine Giulia ed Anna. “Finalmente qualcuno raggiunge la vecchiaia con me!” esclamò ancora quest’ultima. Il rosso rise e fece spazio anche per loro. “Purtroppo non ho potuto comprarti un regalo…mi dispiace…” si scusò il prefetto. Ma Ron le avvolse i fianchi con un braccio e si chinò. Dandole così un dolce bacio. “Non fa nulla Mione…mi basti tu…” disse poi. Anna fece finta di avere conati di vomito. Giulia le diede una gomitata. “Comunque stasera tieniti libero…ho intenzione di organizzare qualcosa per te…” esordì Hermione. Iniziando inconsciamente ad imburrare una fetta di pane tostato. Il rosso scosse la testa divertito. “Ehm…Herm…non volevi affogarti solo nel caffè?” le fece notare Giulia. Mentre il prefetto si portava la fetta verso la bocca. Questa sbattè veloce le palpebre. Poi impallidì. Si mise veloce una mano davanti alla bocca e appoggiò sul piatto il mancato cibo. Anna scoppiò a ridere. Ron le guardò dubbioso. “Ieri sera abbiamo festeggiato fino a tardi…e…abbiamo un po’ esagerato con l’alcool…” confessò sottovoce Giulia. Il rosso sorrise e fece una carezza sulla testa all’amata. Harry se ne stava un poco più in la, senza dare segni di partecipazione. Da quando Ron andava così d’accordo con quel gruppetto poi? “Non voglio niente di così grande eh Mione…solo tanto ma tanto casino…” precisò poi il rosso. Hermione scosse la testa divertita. “E ovviamente anche Mark e Draco sono invitati…immagino che sappiano la parola d’ordine no?” aggiunse. Sorseggiando il suo cappuccino. Il prefetto spalancò gli occhi. Poi lo abbracciò. Anna ghignò. “Allora mio caro Ron avrai tutto il casino che vuoi…” esordì. Harry per poco cadde dallo stupore. “Ti ha per caso dato di volta il cervello Ron?” esclamò. Senza riservare un minimo di contegno. “Certo che no Harry…perché, c’è qualcosa che non va?” chiese innocentemente l’amico. Il moro rimase a bocca aperta. “È la mia festa e Mark e Draco sono miei amici…non sono così male e poi ad Anna e a Mione fa piacere…ah Giulia, se vuoi puoi invitare anche il tuo ragazzo…” spiegò tranquillo Ron. La ragazza arrossì e guardò di sottecchi Piton. “Non so se potrà venire…sai, è uno a cui non piace stare molto in compagnia…però…magari dopo glielo chiedo…” disse solo. Il rosso annuì comprensivo. “Hey tu maggiorenne…” lo chiamò una voce. Il gruppetto si voltò. Senza esitazione Mark andò a stringere la mano a Ron. “Auguri…” disse ancora divertito. “Grazie amico…” lo ringraziò. Stringendogli la mano. “Guarda rosso che ci sono anche io…” ghignò Draco. Il festeggiato si alzò per stringere la mano anche a lui. Blaise gli aveva già fatto gli auguri mentre accompagnava Mary Kate a sedersi. “Stasera Mione organizza una festa…spero che veniate…” li invitò poi. I due Serpeverde si guardarono ed annuirono. Draco andò a dare un bacio alla sua Anna. Mentre Mark si concesse un abbraccio ad Hermione. Harry si allontanò allibito. “Oh che bella visione! Serpeverde e Grifondoro andare d’accordo!” cinguettò una voce famigliare. Il gruppetto si voltò ancora. “Sono tornato qualche ora fa al castello…quindi già che c’ero ho pensato di fermarmi a fare gli auguri al caro Ronald…diciassette giusto?” esordì Silente. Il rosso si alzò a bocca aperta. La giornata si stava evolvendo in modo magnifico. Il preside gli strinse la mano. “Carissimi auguri! Ora mi concedo un pranzo veloce…chissà se in mezzo a tutte queste leccornie c’è anche un bel piatto di lasagne!” si congedò poi. Il gruppetto lo salutò divertito. E Silente si avviò al tavolo degli insegnanti. Tempo dopo tutte le pietanze sparirono. Facendo così alzare automaticamente gli studenti. Il gruppetto si separò. Ed i Tre Uragani tornarono in dormitorio. “Ora andrò nelle cucine e vedrò cosa potranno fare…poi credo che inviterò anche Luna…dopotutto anche lei è una di noi…” elencò Hermione. Le amiche la guardarono stupite. Per Ron la ragazza avrebbe fatto di tutto. Perfino chiamare Luna. Anna tirò fuori una vecchia foto. “Io mi rintanerò nella Stanza delle Necessità, devo parlare un po’ con Bill…e già che ci sono gli chiedo di inviarci per Metropolvere i gemelli…” spiegò. Giulia prese la solita carta da gioco. Le tre si salutarono poi la castana ed il prefetto uscirono. Lasciandola così da sola. La ragazza si sedette sul suo letto. E appoggiò la carta davanti a se. In verità era sempre la madre che la chiamava. Quindi lei non sapeva bene come fare. “Reclamo!” esclamò, un poco titubante. Con suo enorme sollievo uno squillo simile a quello del telefono di propagò nell’aria. “Acceptio!” rispose veloce la serena voce di Mary. Giulia si sciolse in un sorriso. Sua madre era appena apparsa in ologramma davanti a lei. Aveva i capelli legati in una morbida treccia. Ed era fasciata da un vestito corto rosso. Forse lo spirito natalizio non le era ancora passato. “Ciao mamma…” la salutò timida la ragazza. La donna le sorrise dolcemente. “Sapevo che mi avresti chiamato tesoro…” esordì. Doveva essere sul suo letto matrimoniale. Le gambe un poco piegate verso destra. Da vera signora. L’ologramma era grande quanto lei. “Allora…avanti Giulia racconta…” esclamò poi Mary. Battendo le mani. Giulia scosse la testa divertita. Le sembrava di aver chiamato una delle sue amiche. E non sua madre. Schoolbag in hand, she leaves home in the early morning waving goodbye with an absent-minded smile. “Nulla di che…sai…è da un mesetto che Severus mi invita qualche sera ad uscire…la prima volta mi ha portato al cinema, ha anche vinto un peluche per me!” iniziò a raccontare. La donna annuiva. Aveva preso un cuscino e lo stringeva emozionata. “Al secondo appuntamento invece c’erano i saltimbanchi per strada…abbiamo girato un po’ per le vie a guardare gli spettacoli, poi siamo andati a mangiare al giapponese…e in sala giochi…” continuò la ragazza. Anche lei aveva preso un sostengno. Teneva Snakey fra le braccia e lo stringeva forte. Un poco imbarazzata. Mary si chinò di poco per invitarla a continuare. I watch her go with a surge of that well-known sadness and I have to sit down for a while. “E ieri sera era il terzo appuntamento abbiamo fatto un giro delle bancarelle e poi siamo andati in un locale…ed ancora bancarelle…” concluse Giulia. La donna battè le mani entusiasta. “Non credevo che Severus potesse riservare così tante sorprese…” confessò. La figlia alzò un sopracciglio. E Mary scoppiò a ridere. “Sei uguale a lui!” commentò. La ragazza arrossì. Lasciandosi anche lei prendere da una risata. “Uscire con lui è sempre fantastico mamma…quando siamo lontani da scuola siamo semplicemente Severus e Giulia, senza fronzoli…solo tanta gentilezza e dolcezza. Sev è un uomo così…speciale! E poi quel suo modo di fare…quel sarcasmo…mi piace da morire…” spiegò ancora Giulia. The feeling that I'm losing her forever and without really entering her world. La donna si bloccò. Vedendo quegli occhi nocciola così simili ai suoi illuminarsi. Le ricordava se stessa da giovane. Quando nel silenzio della notte parlava a Felicia di Sebastian. Doveva ammetterlo, quella ragazza che aveva davanti, sua figlia, la sua bambina. Non lo era più. Era cresciuta. Stava diventando una donna. E fra poco sarebbe diventata maggiorenne. Il cuore di Mary sobbalzò di poco. Strinse il cuscino a se come un’adolescente. Giulia lo notò. “Hey mamma…tutto ok?” le chiese. Alla donna sfuggì una lacrima. “Si…si piccola…sono solo una vecchia sentimentale…” sospirò. Poi si asciugò veloce le guance con una mano. “Mamma…” sussurrò stupita la ragazza. Mary tirò su con il naso. “Credevo di essermi abituata al fatto che tu fossi cresciuta o almeno fino a quando non me ne sono veramente accorta…” disse solo. Giulia scosse la testa. “Non sono poi così cresciuta mamma…” commentò. Ma la donna la guardò con ancora gli occhi lucidi. I'm glad whenever I can share her laughter. “Tesoro…avanti se ne accorgerebbe anche un palo della luce! Tu sei cresciuta, sei quasi maggiorenne…e hai quella luce negli occhi, quando parli di lui…” sorrise. La ragazza avrebbe voluto abbracciarla. Stringerla forte fra le braccia. “Mamma…io sarò sempre la tua bambina…quella che scende le scale inciampando per mangiare le tue buonissime frittelle…” esordì. That funny little girl. Mary asciugò le ultime lacrime. “Slipping through my fingers all the time I try to capture every minute, the feeling in it” iniziò a cantare poi. Giulia la guardò intenerita. Anche lei reagire così vedendo la sua Eveline crescere? Era bastata la sensazione avuta la sera prima. Quando si era resa conto che Anna era cambiata. Tutte stavano cambiando. E presto si sarebbero trovare tutte e tre in un futuro molto prossimo. “Slipping through my fingers all the time do I really see what's in her mind” continuò Mary commossa. Era incredibile come fossero passati così veloce diciassette anni. E se lei credeva di aver accettato la cosa chissà come l’avrebbe presa Sebastian. Che era rimasto a quando Giulia lo salutava da King’s Cross. Quel primo settembre di sei anni prima. Quando avevano dovuto salutare la loro bambina, doverosi di introdurla nel mondo magico. “Each time I think I'm close to knowing she keeps on growing slipping through my fingers all the time” sospirò infine la donna. “Mamma…io ti vorrò sempre bene…” sorrise la ragazza. Ed ecco altre lacrime. “Bambina mia sei perfida però…mi fai piangere ancora così!” commentò Mary. Giulia scosse la testa divertita. Ed aspettò che la madre si rimettesse in sesto. “Parliamo di cose serie…c’è qualcosa che mi devi dire tesoro?” le chiese. La ragazza arrossì. Com’era possibile che sua madre intuisse tutto quello che le passava per la testa? La donna sorrise sorniona. “O meglio, c’è qualcos’altro che devi raccontarmi? Come per esempio…dei particolari piccanti?” cercò di indagare. “Mamma!” la richiamò imbarazzata Giulia. Nascondendo il viso dietro a Snakey. “Io e Felicia pensavamo che Severus fosse un timidone…anzi, era un dato di fatto…però credevamo che in certi ambiti se la sapesse cavare bene…” osservò divertita. La ragazza si coprì le orecchie. “Mamma basta! Mi blocchi la crescita così!” sbottò. Mary rise. “Allora aggiornami sui tuoi progressi ormonali tesoro…” la ricattò. Giulia sbuffò. “Ci siamo baciati…molto…” rispose solo allusiva. La donna battè le mani. “Cosa ancora?” la invitò. La ragazza arrossì. “Mi sono proposta come regalo al suo compleanno…e lui mi ha detto che si vedrà…” spiegò spiccia. Mary sospirò un poco delusa. Intanto Giulia cercava di tornare al colore naturale. “Io credo solo che aspetti che tu diventi maggiorenne…poi sappiamo tutte e due com’è fatto Severus, ti richiederà conferma…” osservò la donna. “E io dirò ancora di si…ne sono sicura mamma…davvero!” sospirò la figlia. Mary la guardò intenerita. Le avrebbe voluto fare una carezza su una guancia. “Di certo io non te lo impedirò…sono sicura che Severus ti tratterà come una principessa…sai, ho visto come ti guardava ieri sera…è innamorato perso!” precisò. La ragazza sorrise. “Non ci credo che la mia piccola sta per diventare una donna…” squittì la madre. Giulia strabuzzò gli occhi. “Mamma non ur…” cercò di richiamarla. Ma una voce la interruppe. “Donna? Chi starebbe per diventare donna scusa?” chiese stranito Sebastian. Sia la ragazza che Mary trasalirono. “Ma…ma nulla caro…” cercò di liquidarlo. “Con chi stavi parlando cara?” chiese ancora. Poi Giulia lo vide sputare dall’ologramma. “Stavi parlando con Giulia e non mi hai detto nulla?” rimbeccò chiaramente infastidito. La donna ragionò per inventarsi una scusa plausibile. “Oh avanti Sebastian…stavamo facendo una chiacchierata fra donne…” si giustificò. La ragazza non osò parlare. Sperava che il padre non avesse origliato tutto. “E che cosa sarebbe questo ‘diventare donne’ esattamente?” ripetè quest’ultimo. Giulia guardò la madre implorante. “Confidenze fra donne…” rispose convinta Mary. Sebastian la guardò scettica. Poi si voltò verso Giulia. “Non ti sarai mica trovata un ragazzo vero?” commentò. La ragazza per poco cadde dal letto. Per quanto voleva bene a suo padre doveva ammettere che era un po’ tardo. “Caro avanti, risparmiati queste sceneggiate da padre geloso…ti ricordo che Giulia è quasi maggiorenne…” cercò di dissuaderlo la donna. “Mary…penso che sia meglio che tu vada di la, devo parlare un attimo con la bambina…da solo…” esordì. Giulia strinse a se il peluche. Non sapeva se sentirsi spaventata oppure arrabbiata. La madre lanciò uno sguardo sconfortato alla figlia. Per poi uscire dall’ologramma. La ragazza sentì una porta chiudersi. “Avanti bimba, cos’è quello sguardo spaventato? Sono il tuo papà…non penserai che voglia sgridarti o cose del genere?” commentò quasi offeso. Giulia si fece piccola piccola. Si sentiva tornata davvero a quando era bambina. Forse perché in fin dei conti Sebastian le parlava come se lo fosse. “È un po’ difficile parlare di queste cose per un padre, come in effetti ammettere che la propria figlia è cresciuta…comunque tu hai solo sedici anni Giulia, non sei ancora diventata grande…però è ora che tu sappia certe cose…” iniziò a dire. La ragazza evitò di puntualizzare sul fatto che avesse quasi diciassette anni. E rabbrividì, intuendo l’argomento che il padre potesse riesumare. “Ecco vedi bimba, sei in un’età molto difficile…forse penserai che l’amore è tutto rose e fiori come me e tua madre…però la maggior parte dei ragazzi diciamo che non la vede così…” continuò Sebastian. Giulia strabuzzò gli occhi. Non stava succedendo veramente! Non poteva essere che suo padre la credesse talmente indietro biologicamente! “Lo so bimba…è sconvolgente però la maggior parte dei tuoi coetanei pensa ad una cosa soltanto e diciamo che non sono esattamente i tuoi occhi…” proseguì l’uomo. La ragazza per poco lasciò andare il peluche. “Non voglio spaventarti però…ecco…anche se un ragazzo ti ama non sempre purtroppo lo pensa per davvero…diciamo che…ti ricordi quella storia delle api bimba? Ecco…le api…” cercò di spiegare Sebastian. Giulia si irrigidì. Sapeva che se avesse continuato ad ascoltare sarebbe stata così traumatizzata da non voler più nemmeno vedere un fiore. Senza parlare del regalo di Severus. Avrebbe compiuto gli anni fra tre settimane e di certo se lo aspettava. “...papà…basta ti prego…” provò a dissuaderlo, prima che il danno fosse fatale. Sebastian si fermò. “Ti ho sconvolta? Scusa bambina ma sono cose necessarie da…” ricominciò a dire. La ragazza scosse la testa veloce. “Papà, so già cos’è il sesso…” commentò, cercando di essere più gentile possibile. La mascella dell’uomo parve staccarsi. “Dopotutto sono cresciuta con Sex and the City…e poi sono quasi maggiorenne…” spiegò ancora Giulia. Il padre si irrigidì. Si sentì una porta chiudersi. E subito apparve Mary a scansare il marito. Tratteneva una grossa risata. “Caro, ti cercano al telefono…” lo chiamò. Sebastian annuì e strisciando i piedi a terra andò via. “Io non volevo offenderlo…” sussurrò in colpa la ragazza. La madre sorrise divertita. “Grazie al cielo che l’hai fermato tesoro, altrimenti non saresti più riuscita a fare l’amore con Severus fino al matrimonio!” commentò sollevata. Giulia si lasciò scappare una risata. “Ora è meglio chiudere, immagino che avrai i compiti da fare…” osservò ancora Mary. “In verità devo aiutare Herm ad organizzare la festa di compleanno di Ron…ah mamma…domani ti mando un gufo con la mia digitale…mi serve che mi stampi alcune foto, nella lettera ti segno quali…” spiegò veloce la ragazza. La donna annuì. Per poi salutarsi. Giulia si tuffò sul suo letto sospirando. “Prometto che non farò mai parlare Severus ed Eveline di sesso…piuttosto la faccio allevare da Anna…” sbuffò. Snakey la guardò con quei suoi occhioni non molto convinti. E la ragazza scoppiò a ridere.
Intanto la castana era arrivata alla Stanza delle Necessità. Si era seduta con le gambe incrociate sulla semplice poltrona. Messa nel mezzo della stanza. E davanti a se aveva posto la foto. Era una vecchia istantanea magica. Un uomo dai capelli rossi raccolti in una coda faceva apparire in secondo piano lo scricciolo di bambina vicino a lui. Bill era abbracciato ad una bambolina di circa dodici anni. Un headdress di pizzo fra i capelli. Le mani poggiate su quelle di lui. Con le piccole unghie laccate di nero. Gli occhiali sulla punta del naso. Ed un piccolo sorriso sul viso. Che non era niente meno che quello di Anna da bambina. Subito la castana aveva iniziato la chiamata. Aveva risposto una famigliare vocetta dall’accento francese. Anna aveva conversato qualche minuto con Fleur. Il suo umore era magnifico quel giorno, quindi perché non fare una buona azione e parlare con la cara Johanna francese? Appena finito quest’ultima aveva chiamato Bill, poi li aveva lasciati soli. La castana aveva iniziato il discorso in modo contorto, come suo solito. Però alla fine ce l’aveva fatta. La reazione del rosso non fu così disastrosa. Prima minacciò Draco di morte. Poi si lasciò andare ai ricordi di quando si erano conosciuti. Commuovendosi del fatto che lei era veramente cresciuta. Quando ebbero finito, Anna disse di mandare urgentemente i gemelli ad Hogwarts. Quella sera ci sarebbe stata la festa del loro oramai maggiorenne fratello e mancavano dei dj decenti. Bill aveva annuito e si erano salutati. La castana rimase a fissare la vecchia istantanea per almeno mezzora. Nel mentre Hermione aveva sbrigato tutte le faccende. Aveva trovato Dobby e, anche se contro i suoi principi, aveva chiesto di portare un po’ di dolci in Sala Comune quella sera. Poi aveva incontrato per caso Luna per i corridoi ed aveva approfittato per invitarla. Infine era tornata in dormitorio. Quando anche Anna tornò alla Torre era oramai ora di cena. Così i Tre Uragani andarono in Sala Grande. Mangiando leggero in vista della festa. Appena i dolci sparirono la castana ed il prefetto tornarono alla base Grifondoro per sistemare le ultime cose. Mentre Giulia andò nei sotterranei ad avvertire il professore che per quella sera non sarebbe andata a trovarlo. Si azzardò perfino ad invitarlo, ma ovviamente Piton rifiutò. Facendo tornare la ragazza da sola. Quando lei entrò in Sala Comune tutto era già pronto. Festoni appesi alle pareti. Un lungo tavolo pieno di cose buone da mangiare. Mark e Draco erano già arrivati e stavano dando una mano con gli ultimi ritocchi. In più qualcuno era arrivato in anticipo. “Ora mancano solo i dj…” osservò Hermione. Aveva controllato meticolosamente ogni particolare. “Spero che non siano gli stessi di San Valentino…” commentò Ron, saltando l’ultimo gradino. A suo seguito Harry. Avevano avuto una lunga discussione. Fino a che il rosso era stato costretto ad obbligarlo a fare il bravo. Con lo stesso tono usato per i bambini. Il prefetto sorrise. A poco a poco la sala si riempì e finalmente la parte mancante fece un ingresso trionfale dal camino. Due fulmini rossi rotolarono uno dopo l’altro sul tappeto. “Qualcuno ci ha ingaggiati se non sbaglio!” esordì Fred. Alzandosi subito e sistemandosi i vestiti. “Questa festa è un mortorio, ma ora ci pensiamo noi!” aggiunse ancora George. Ron rimase a bocca aperta. Si voltò verso Hermione e l’abbracciò. “Sei una ragazza fantastica lo sai?” esclamò. Il prefetto arrossì e gli prese una mano. “Si…qualcuno me lo deve aver detto una volta…” commentò finta modesta. Il rosso le diede un bacio e corse dai fratelli. “Ecco qui Santa Hermione, colei che sussurrava ai bradipi…” precisò divertita Anna. “Devo aspettarmi il peggio per i miei diciassette vero?” disse ancora Giulia. La castana ed il prefetto si guardarono complici. Facendo rabbrividire l’amica. Intanto Fred e George avevano fatto gli auguri a Ron. Gli avevano fatto i complimenti per aver finalmente concluso con Hermione. E poi si erano appostati sulla cara e amata pedana da dj. Bastò che Fred toccasse un pulsante e la musica riempì la stanza. “Ed ora, fate casino! Fatelo per il nostro fratellino maggiorenne, e per quella meraviglia di ragazza che ha organizzato tutto…quindi…scatenatevi!” decantò George. Per poi alzare al massimo il volume. Ginny si affrettò ad insonorizzare la stanza. Il festeggiato ricevette prima gli auguri. Per poi sgusciare verso l’amata. “Mi concedi questo ballo Mione?” la invitò. Il prefetto annuì sorridente. Seguita subito da Draco ed Anna. Mark e Giulia se ne stavano vicini. Appoggiati al muro. “Herm è davvero felice…” osservò il primo. La seconda annuì. “Lo è anche per merito tuo…” precisò. Poi i due si guardarono. “Posso fare le veci del tuo ragazzo stasera invisibile ed invitarti a ballare?” recitò Mark. Porgendole una mano. Giulia alzò le spalle. “Con grande piacere caro…” accettò divertita. Prendendogli la mano. Così i Tre Uragani passarono la prima parte della festa ballando. Poi le coppie si scambiarono. Hermione ballò con Mark. Giulia ed Anna fecero compagnia ai gemelli sulla consolle. Draco e Ron guardavano le loro ragazze scatenarsi in pista. “Sai Weasley, ti ho rivalutato…non sei poi così male…” commentò infine il primo. Il rosso sorrise. “Nemmeno tu lo sei Malfoy…altrimenti non ti avrei invitato no?” rispose. I due risero. Mary Kate e Ginny passarono vicino ai due. Scoccandosi uno sguardo sorpreso. “Hai intenzione di fulminare con lo sguardo il gruppetto tutta la sera oppure intendi ballare?” rimbeccò infastidita la baby Haliwell. Fermatasi davanti ad Harry. Il ragazzo si limitò a guardarla male. Così per ripicca lei gli buttò Ginny fra le braccia. E li spinse in pista. Quando Anna e Giulia tornarono cambiarono coppie. La prima ballò con Ron. Con suo sommo divertimento. E la seconda prese in prestito Draco. E per concludere bene la serata. Mary Kate venne invitata da Fred. Rivelando un dolce rossore sulle sue guance. Sulle note dell’ennesima canzone movimentata e allegra. 




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