All Blue Pâtisserie

di Zomi
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Era raro avere clienti così giovani, ma Sanji sapeva bene che effetto poteva avere la sua vetrina colma di dolci sugli occhi accesi e golosi dei ragazzini delle scuole superiori.
Non si stupì quindi nel trovarsi, occhi sgranati e luminosi, due ragazzi dei primi anni del liceo ad ammirare le sue specialità, affamati dai Blinis al cioccolato bianco o dai Ohlo de Sogra al cocco.
Erano entrati quasi timorosi nella pasticceria, il ragazzo che marciava a passo svelto trascinando lei i cui passi l’avevano portata fino alla vetrinetta, dove ancora ora stavano fermi ad assaggiare con lo sguardo ogni singolo pasticcino esposto, non preoccupandosi minimamente di prendere posto a un tavolo o di ordinare.
Sanji sorrise, guardandoli di sottecchi mentre serviva un Ace ridacchiante e canzonatorio verso un Marco silente e riflessivo, con lo sguardo azzurro perso sulla vetrina che dava sulla strada in cerca di chissà chi.
Dalle divise scolastiche che indossavano, lo chef intuì che fossero compagni di scuola, forse la medesima età se non classe, e che fossero lì in via del tutto eccezionale, sfruttando forse qualche ora buca o l’assenza di un professore che li aveva graziati facendoli uscire prima dal Raftel High Institute lì vicino.
Sorrise, tornando dietro al bancone e strofinandosi le mani sul grembiule avvicinandosi a loro.
-Posso servirvi qualcosa?- si sporse da sopra la vetrina, attirando l’attenzione della ragazza, un piccolo bocciolo di rosa pronto a fiorire nella sua bellezza con gli occhioni chiari e il caschetto color acqua marina.
-Non saprei- si sistemò la gonna della divisa scolastica sollevando appena gli occhi dai Baci di Dama –Ha dei pasticcini alla frutta? Niente creme né cioccolato per favore-
Il biondo gongolò al suono della sua soave voce, così gentile ed educata, così…
-Shashasha! Paura di ingrassare Sugar?-
Ringhiante, ruotò l’iride chiara sulla seconda figura adolescenziale, un basso latrato come saluto per la velata frecciatina lanciata alla futura dea dal caschetto verdino che ora fissava astiosa il compagno.
Come osava parlarle a quel modo?
Lei così tenera e delicata, dolce come la mousse di fragole!
Che razza di squalo dannato!
Lo avrebbe volentieri infilzato e fritto assieme alle Chiacchiere, punendolo per la sua cavalleria da lottatore di Sumo!
Quel… quel esimio…
-Muori Dellinger!- gli regalò il dito medio Sugar, non distogliendo un attimo gli occhi dalla vetrina e dal suo contenuto.
Il biondino, cappello di baseball calato sugli occhi rossastri, sghignazzò coprendosi i denti appuntiti con il palmo, lo sguardo fisso sulla compagna.
-Shasha! Permalosa- le impiantò l’indice su un fianco, facendola sussultare.
-Smettila!- sbuffò Sugar, voltandosi finalmente a incenerirlo con lo sguardo, sollevandosi sulle punte per poterlo fronteggiare e colmare la differenza di altezza –Ho solo chiesto se ci sono dei pasticcini con la frutta: che male c’è?-
-Hai paura di ingrassare!- tornò a deriderla aggiungendo un dito teso a indicarla mentre continuava a coprirsi il sorriso derisorio che le rivolgeva.
Sanji sbuffò, premendo le mani sul ripiano della vetrinetta e sporgendosi verso il biondino, denti sguainati a difendere la piccola principessina che stava deridendo e deciso a prenderlo a calci sul sedere.
-Senti un po’ ragazzino- cercò di mantenere la calma nella voce già tremate di rabbia –Ti sembra il modo di rivolgerti a una ragazza?-
Dellinger rovesciò il capo su di lui, guardandolo confuso.
-Sto solo dicendo la verità: la principessina ha paura di ingrassare e allora si rimpinza di acini d’uva invece che di cioccolata e cibi normali- scrollò le spalle, muovendo il fisico slanciato e snello –Non vuole mettere su ancor più peso! Shasha!-
-A me piacciono gli acini d’uva!- sbottò Sugar, le guance gonfie e rosse d’imbarazzo –E non è vero che ho paura d’ingrassare…- assottigliò lo sguardo sul biondino, le braccia strette al petto –E cosa intendi con quel “ancor più peso”? Non è invece che sei tu che mi credi grassa?!?-
Sanji avvertì l’elettricità statica e dolorosa dell’aria, e non riuscì a non tremare per la sorte del povero Dellinger, che per tutta risposta inclinò il capo a guardare meglio la sua amica, sfoggiando un sorriso seghettato e derisorio.
-A me i tuoi fianchi larghi e le tette grosse non dispiacciono… shashasha!- sganasciò senza paura facendo sbiancare Sanji e diventar paonazzo il dolce visino di Sugar, le braccia ancor più strette al petto per nascondersi.
-Tu… tu…- le tremava la voce nell’inveirgli contro -… tu sei un deficiente!- strillò impiantando i piedi a terra.
-E io che credevo che questo fosse una specie di appuntamento!- afferrò la tracolla carica di libri abbandonata ai piedi della vetrinetta, sollevando furente il capo al biondino mostrandogli gli occhi lucidi –Stupida io a crederci!-
-Ma…- il ceffone che zittì Dellinger fece male anche a Sanji, che storse le labbra indolenzito socchiudendo appena gli occhi per il fragore che echeggiò nella pasticceria.
-Muori Dellinger!- strillò ancora Sugar prima di uscire di corsa dal locale.
Il biondino ammutolì, le labbra ora storte in una smorfia e la mano a massaggiarsi la mascella arrossata e non più a celare il ghigno canzonatorio.
-Ma…- boccheggiò fissando il vuoto lasciato dall’amica -… ma il nostro doveva essere un appuntamento- si voltò a fissare Sanji, spettatore passivo e sconsolato –Che ho sbagliato? Ho solo detto la verità: a me piace così, e mi piacerebbe anche con altri venti chili addosso- inclinò nuovamente il capo, gli occhi interrogativi –Dove ho sbagliato?-
Il pasticcere scosse il capo, sospirando.
Generazioni sgangherate e prive di speranza: dove sarebbero andati a finire se non sapevano nemmeno corteggiare e trattare a dovere la donna che amavano?
Lo sapeva: era il momento di dare una buona lezione d’amore a quel sghignazzante idiota.
-Vieni- gli indicò uno sgabello, la vetrinetta aperta e una coppa di Crema Diplomatica con Lingue di Zucchero pronta per lui –Ora Mr Prince ti spiegherà come fare breccia nel cuore della tua Sugar-

 




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