«Non c'è mai tranquillità in questo posto?» sussurrò scocciato Trafalgar Law, mentre osservava i Mugiwara alle prese con l'ennesima discussione su chi fosse entrato nella dispensa della cucina svaligiandola completamente, quando era palese ormai che fosse stato il Capitano della ciurma, ma il cuoco sapeva che non era l'unico visto che erano sparite anche le scorte di sake presenti.

Lo sguardo di Trafalgar cadde sulle arance tagliate a metà che giacevano sul vassoio portato precedente dal cuoco e destinate alle sue muse. Una in particolare catturò la sua attenzione. La polpa era dorata come tutte le altre, ma era attraversata da piccole striature rosso fuoco che si concentravano nella periferia dell'arancia e si diradavano man mano che ci si avvicinava al centro. Gli ricordavano gli occhi di un certo Capitano -che ultimamente occupava troppo spesso i suoi pensieri- che da lontano sembravano essere color ambra, piatti, senza nessuna sfumatura, ma che a distanza ravvicinata erano proprio come quell'arancia, disseminati di piccole striature rosse fuoco.

Un piccolo ghigno si fece presente sul suo volto, e, trascinato da chissà quale misteriosa forza, ne prese uno spicchio. Se lo rigirò tra le mani indeciso sul da farsi. Lui amava le cose dolci e odiava categoricamente le cose acide o amare, e quell'arancia lì sembrava tutto fuorché dolce, anzi, sembrava acida quanto il Capitano di sua conoscenza. Non seppe bene perché ma gli diede un morso, cercando di assaporarlo il meglio che poteva. Poi un urlo nella sua direzione gli fece distogliere lo sguardo:

«OI TORAO, GIÙ LE MANI, NON SONO PER TE»

A discapito delle sue convinzioni, quell'arancia era dolce