Titolo: Stolen Clothes
Autore: SHUN DI ANDROMEDA/KungFuCharlie
Fandom: Katekyo Hitman Reborn
Personaggi: Hayato Gokudera, Tsunayoshi Sawada
Pairing: 5927
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale
Rating: Verde
Disclaimer: “Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò
che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente
storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Akira
Amano e JUMP, che ne detengono tutti i diritti. Questa storia non
è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi
di mia invenzione, non esistenti in Katekyo Hitman Reborn!,
appartengono solo a me.”
STOLEN CLOTHES
“Gokudera-kun,
ma non hai freddo?”
Alzando la testa dalla scrivania su cui stava lavorando, chino su una
ricerca che doveva completare per una delle sue lezioni
all’università, Hayato Gokudera spostò
lo sguardo sul fidanzato – rintanato dentro una felpa
più grossa di lui che gli arrivava oltre le mani –
semi-sdraiato sul suo letto.
“No, affatto.” rispose il ragazzo, rivolgendogli un
sorriso affettuoso e battendo i pugni sui bicipiti: “Anzi, ho
quasi caldo.” aggiunse, prima di concentrarsi nuovamente
sulla relazione che faticava e non poco a scrivere, date le mani
intirizzite.
Ma non avrebbe osato, non si sarebbe mai azzardato a chiedere a Tsuna,
il suo prezioso Juudaime, di restituirgli almeno uno dei suoi maglioni,
vederlo così comodo e beato nel caldo dei suoi indumenti lo
faceva stare bene, senza contare che lo trovava carino da matti
– diamine, se avesse potuto se lo sarebbe messo nella tasca
della camicia per tenerlo sempre lì con sé! - al
punto che avrebbe rinunciato volentieri a tutti i suoi abiti, e poco ci
mancava, in effetti.
Freddoloso com’era, e gli inverni europei non avevano nulla
da invidiare a quelli giapponesi, non si stupiva del fatto che,
lentamente, gran parte dei propri vestiti più caldi si
fossero trasferiti nell’armadio di Sawada e gli andava bene
così.
“Ma fuori sta nevicando,” gli fece notare Tsuna,
rabbrividendo nello scoccare un’occhiata al di là
della grande vetrata che si affacciava sul giardino del quartier
generale della Famiglia, la stessa che portava luce nella loro camera
da letto.
“Sto bene. Davvero, Juudaime.” qualcosa nello
sguardo di Hayato fece desistere Tsuna, il quale si buttò
sul cuscino con un mugolio soddisfatto: “Ok…
Allora vorrà dire che mi farò un sonnellino.
Svegliami quando hai finito, magari riusciamo a prenderci una
cioccolata calda di sotto.” e così come era
iniziata, la discussione s’interruppe, seguita poco dopo dal
respiro basso e sonnacchioso del futuro Boss.
Con un sospiro, Hayato si alzò e, avvicinatosi, gli
sistemò la coperta per evitare che prendesse freddo e gli
posò le labbra sulla fronte, in un bacio affettuoso che
voleva veicolare tutto l’amore che provava per lui:
“Buon riposo, Tsuna...” mormorò con un
sorriso tenero.
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