Makoto
Premessa: mi
dispiace avervi fatto attendere così tanto per questo
delirante parto del mio cervello malato ma ho avuto qualche leggero
impedimento. Spero che questa storia possa ripagarvi dell'attesa.
La
timida luce del mattino filtrava dalle tende a fantasia di rose rosa
su sfondo verde, mentre una donna dai lunghi capelli castani
leggermente mossi sparsi sopra il letto, vestito da lenzuola di
cotone che riprendevano la stessa fantasia delle tende, stava per
aprire gli occhi, all'improvviso nella stanza entrò un uomo
che teneva in equilibrio sulla mano destra un vassoietto tondo su cui
erano poggiati una tazza di caffè fumante e un piattino con
all'interno una torretta di pancake innaffiati di sciroppo d'acero;
“Ohayou gozaimasu, boku no hime!” esordì
l'uomo guardandola coi suoi occhi azzurro cielo che brillavano di una
luce strana ma stupenda. La donna ci mise un po' a realizzare che
l'uomo che aveva davanti era suo marito, annebbiata ancora com'era
dal sonno, cercò la sveglia per vedere l'ora ed erano a
malapena le sette e si domandò come mai suo marito era così
sveglio e giulivo a quell'ora e nel suo giorno di riposo; stava per
porgere la domanda al marito quando lui esordì: “Sai che
stanotte ho fatto uno strano sogno, ho sognato che mi trovavo nel
parco Ueno ed ero alla ricerca del posto migliore dove apparecchiare
per il picnic di Hanami, il cielo era sereno e senza alcuna nuvola,
quando rimango affascinato da un ciliegio in particolare, mi volto un
secondo e ti vedo accanto a me e ci stringia...”; “ ...mo
le mani” lo interruppe la donna: “ ci voltiamo e vediamo
un fulmine che squarcia il ciliegio poi più niente perché
mi sono svegliata ma il sonno è tornato ad impadronirsi di me
e mi sono riaddormentata.”; “ Allora abbiamo fatto lo
stesso sogno, strano. Ma io al contrario di te mi sono alzato,
dormigliona!”; “ Dormigliona?!? Chi sarebbe la
dormigliona?!? Parli tu, che se per caso nel tuo giorno di riposo ti
svegli appena un secondo prima delle 10:30, sei intrattatabile tutta
la giornata.” si difese la donna. “Ma ditemi un po' voi
cosa tocca sentire un marito amorevole, che prepara e porta la
colazione a letto alla propria moglie.” disse affranto l'uomo;
“ A proposito, molla qui che ho una fame da lupo!” disse
la castana sfilando il vassoietto dalla mano del marito. Divorò
in un secondo i pancake e trangugiò in ancora meno tempo la
tazza, ancora bollente, di caffè; “ Meno male che fai il
cuoco sennò eravamo morti di fame, perché non sai fare
altro. Che altro offre la casa che ho ancora un certo languorino?”
fece la donna visibilmente insoddisfatta. “ Sapevo di avere
sposato una buona forchetta ma così esageri, meno male che non
ti porto mai a vedere le cucine del ristorante in cui lavoro, sennò
svuoteresti tutte le celle frigorifere.” affermò stupito
il cuoco. “ Ma che vuoi farci, da un po' di tempo non faccio
che mangiare senza mai saziarmi, mi sento quasi un pozzo senza fondo.
Però era un altro languorino quello a cui mi riferivo, è
presto devo aprire la fioreria alle 9:00 quindi c'e ancora tempo per
un po' di coccole mattutine.” disse maliziosa la fioraia dando
un bacio languido al marito.
Ayumi era dentro
al suo negozietto, per prepararlo per l'apertura che sarebbe avvenuta
fra non meno di un quarto d'ora, quando spostava un vaso sentì
una strana stiratura all'altezza del ventre, ma non ci fece caso e
continuò l'allestimento del negozio piccolo ma ben assortito.
Vide davanti a sé una rosa e si ritrovò a ripensare a
come era iniziata la storia d'amore con suo marito.
Erano dei bambini
e lei era la figlia di un sensei di karate molto noto e apprezzato
nella zona di Azabu-Juuban, lui assieme alla sorella erano due dei
ragazzini affidati al padre per imparare la nobile arte marziale.
Ayumi era diventata ben presto la migliore amica della sorella di
Masato, così si chiamava il ragazzino, mentre nei riguardi del
ragazzino nutriva una istintiva antipatia. Il biondino si era
dimostrato alquanto spaccone, faceva pesare a tutti il suo talento
ridicolizzando i compagni meno dotati, trai suoi obbiettivi preferiti
c'erano la stessa Ayumi e la propria timida sorella di nome Hikaru.
Odiava quel ragazzino dal più profondo del cuore in quanto era
arrivato a rovinare l'unico momento che la ragazzina divideva col
padre, ella era figlia di genitori separati la madre aveva
accosentito al padre di vederla ogni giorno ma a patto che le avrebbe
insegnato il karate, e così quando era a scuola non vedeva
l'ora che finissero le lezioni per andarsi a rinchiudere nel doujo
del padre per passare del tempo con lui. Ma da quando era arrivato
quel coso biondastro non trovava più il piacere di prima, ella
era terrorizzata al pensiero di passare tutto il tempo come vittima
sacrificale di quell'orrido essere. L'unico aspetto positivo era
rappresentato dalla sorella del baka-Masato, con cui oltre
alla passione per il karate divideva anche quella per i fiori, le due
bambine durante i week-end si vedevano a casa di Ayumi per ricevere
dalla madre della stessa lezioni di ikebana, l'arte giapponese di
disporre i fiori.
Passavano
gli anni sempre in quel modo: lui a lanciarle frecciatine sempre più
velenose, e lei a cercare di controbattere a modo, fino a quando la
nostra Ayumi non ebbe la sua rivincita. Durante gli allenamenti
giornalieri era riuscita a mettere al tappeto l'odiato essere, ma
presa dall'euforia inciampò sul ginocchio di Masato cadde e si
ritrovò con la faccia a pochi millimetri di distanza dal
grugno dell'orrido essere, questi senza la minima vergogna prese e la
baciò in modo quasi violento, lei rispose con altrettanta
violenza assestandogli una sonora sberla su quella faccia da
impunito. Di certo non se lo aspettava così il suo primo
bacio,e sicuramente non con lui. Era una ragazza romantica si
immaginava il primo bacio come sugello di un bel pomeriggio passato
al parco mano nella mano mangiando un gelato, ritrovarsi davanti al
laghetto mentre il tramonto colora di rosso l'atmosfera rendendola
magica. Quel baka aveva rovinato tutto.
Il
giono dopo il ragazzo non si presentò alle lezioni, ciò
parve molto strano ad Ayumi, perchè egli, da quando lo
conosceva, non aveva mai perso una lezione di karate, ma subito dopo
si impadronì di lei il sollievo di non vedere il suo brutto
muso. I giorni passavano e di Masato nessuna traccia, se non fosse
che Hikaru continuava a venire, si sarebbe potuto pensare che si
fossero trasferiti in un'altra città senza avvertire nessuno.
Inutili furono le domande rivolte alla sorella che rispondeva che
aveva promesso al fratello di non dire a nessuno il motivo della sua
assenza. Più i giorni passavano più nel cuore di Ayumi
si faceva strada uno strano sentimento: le incominciava a mancare
quello sbruffone dalla faccia da schiaffi.
Un
giorno si presentò davanti all'entrata del doujo come se non
fosse successo niente, sempre con quell'aria di straffottenza sul
viso, ma con le mani dietro la schiena quasi a nascondere qualcosa.
“Chi non muore si rivede!” disse con fare aspro Ayumi
uscendo dalla palestra. “Così si accoglie una persona
che non si vede da un mese?!?” rispose a tono con una domanda
Masato; “Sai se lo sapevo prima ti preparavo una festa di
bentornato?!?”, fece sarcastica la castana avvicinandosi al
ragazzo, incuriosita da quello che poteva nascondere dietro la
schiena. Masato la anticipò mostrandole un pacchetto di colore
verde, che le porse mostrandole un sorriso sincero e pulito che ella
non ricordava di aver mai visto sul viso del giovane. Lo prese e lo
aprì con estrema curiosità, trovandovi dentro un dolce
a forma di rosa. “Non sapevo come farmi perdonare per quello
che ti ho fatto, così invece di venire qui a prendere lezioni
di karate mi sono iscritto al club di cucina della mia scuola, e ho
preso lezioni, e ti ho preparato questo dolce a forma di rosa, perchè
conosco la tua passione per i fiori, spero che sia di tuo
gradimen...”, non finì il discorso che Ayumi aveva già
spolverato il contenuto del pacchetto: “Se avessi saputo della
tua ingordigia, ti avrei comprato un gioiello avrei speso meno in
denaro e fatica!” fece stupito il ragazzo. “Ma no e che
il tuo dolce era davvero buono, ma questo non vuol dire che sei
perdonato, perché la strada della redenzione è ancora
lunga ed impervia. Diciamo che con questo dolce ti sei conquistato un
punto simpatia.” fece Ayumi ammonendo il ragazzo.
E
di punti simpatia il giovane ne aveva conquistati parecchi in quei
mesi. Non dico che sia cambiato totalmente, continuava con le sue
frecciatine ma era diventato più altruista. Ogni giorno
portava sempre qualche manicaretto, preparato con le sue mani, per
tutti, da mangiare dopo le estenuanti sessioni di allenamento.
Diventava sempre più bravo, e più cucinava più
gli piaceva, al punto che il suo sogno nel cassetto era divenato
quello di farlo per professione.
Un
giorno, quasi senza pensarci, Masato invitò Ayumi al
trdizionale pic-nic di Hanami promettendole che avrebbe pensato lui
alle vivande, con altrettanta noncuranza la ragazza accetò
l'invito. Arrivata a casa si rese conto di quello che aveva fatto,
accettare quell'invito era molto di più di accettare un
semplice appuntamento, era quasi come accettare la proposta delle
proposte, si era pentita della sua leggerezza, ma ormai era troppo
tardi per tirarsi indietro.
Parallelamente
anche Masato fece pensieri analoghi, non si era capacitato del motivo
di quella sua proposta solo che se lo sentiva, ma solo adesso, col
senno di poi, si era reso conto della gravità di quell'invito,
non era come invitare una ragazza a prendere il gelato, era 100 volte
peggio, ma ormai la frittata era fatta e doveva solo prendersi le sue
responsabilità e portare avanti il suo invito.
Era
arrivato il giorno dell'appuntamento, Ayumi era molto tesa
all'improvviso il kimono che aveva comprato per l'occasione non le
sembrava più abbastanza bello, anche se era un bellissimo
modello di seta con delle rose rosa su sfondo verde, che indossò
coll'obi verde abbinato, il tutto completato dai candidi tabi e dagli
zori di paglia di riso intrecciata. Si fce aiutare dalla mamma sia
per allacciare l'obi sia per acconciarsi i capelli in una versione
sempificata della tradizionale accocciantura giapponese.
Era
arrivata davanti al parco Ueno in anticipo rispetto all'appuntamento,
un po' per paura di tardare e un po' per l'agitazione. Era sul punto
di andarsene quando vide Masato vestito con un kimono di un verde
scuro accoppiato ad un hakama un po' più chiaro, anche lui
portava i tabi ma al posto degli zori aveva optato per i geta che lo
rendevano più alto di quello che già era. I capelli a
caschetto, che di solito lasciava sciolti, erano legati in un codino.
Conciato in quel modo fece una buonissima impressione presso la
ragazza che si sentì ancor di più agitata.
Era
calato un terribile e asfissiante silenzio tra i due che si
studiavano a vicenda. E sempre in silenzio si incamminarono alla
ricerca del posto migliore dove accamparsi, scelsero un bel ciliegio
proprio al centro del parco. Ayumi stese la coperta che
provvidenzialmente si era portata dietro, mentre Masato aprì
il bantou che conteneva sushi in tutte le varietà possibili ed
immaginabili, e poggiò la borsa termica contenente le bevande.
Consumarono il pasto nel più imbarazzante dei silenzi, quando
a rompere il ghiaccio ci pensò Masato: “ Come sei bella
oggi senza il tuo karategi. Anche se con l'uniforne d'allenamento hai
un certo nonsoché. Oggi comunque emani una luce particolare.”.
“Ma che sto dicendo, non è da me, ma che mi prende,
io non sono così. Poi dire queste cose a lei, che sto facendo,
mi sto ammattendo per caso?!?” pensò tra sé
il ragazzo incredulo del suo comportamento.
“Grazie
mille dei complimenti, anche tu non sei male, anzi sei un bel
ragazzo. E non lo dico perché sei vestito così ma l'ho
sempre pensato.”disse imbarazzata Ayumi mentre tra sé
pensava: “Ma che cavolo mi succede perché faccio la
svenevole con lui, tra tutti i bei ragazzi che ci sono, proprio con
lui devo essere così smorfiosa?!?”.
Il
pomeriggio continuò a chiaccherare del più e del meno
mentre passeggiavano nel parco, senza accorgersene si strinsero le
mani, e continuarono ad aprire i loro cuori l'una all'altro. E venne
il tramonto che colorò di rosso il cielo ed era un bel
contrasto rispetto al rosa dei ciliegi in fiore, si ritrovarono di
fronte al ciliegio più bello e grande del parco e senza
pensarci si ritrovarono con le labbra incollate a scambiarsi il bacio
più dolce e romantico che avessero mai sognato.
Quello
fu soltanto il primo di mille altri appuntamenti che sfociarono in
matrimonio. Quel giorno era tutto perfetto, dopo essersi sposati col
rito tradizionale, decisero di sposarsi anche col rito occidentale.
Ayumi portava un vestito formato da un corpetto incrostato di strass
alternati da perline, un'ampia gonna di seta con applicate delle
roselline di tulle bianco. I capelli erano invece raccolti in puro
stile giapponese, all'acconciatura era attaccato un corto velo in
tulle ricamato. Masato invece era vestito con un tight nero
accoppiato ad una tuba grigio fumo con una fascia nera. Il
ricevimento fu un successo perché è stato lo stesso
sposo a curalo nei minimi dettagli, egli infatti era, nel frattempo,
diventato uno dei più promettenti cuochi di Tokyo, e le
decorazioni erano state apprezzate da tutti in quanto vi era un
perfetto amalgama di ikebana e stile occidentale, infatti le
decorazioni parietali erano in perfetto stile occidentale, mentre i
centrotavola erano ispirati dall'ikebana; questa perfetta commistione
era frutto dell'ingegno della sposa. I due infatti avevano deciso di
seguire in prima persona i preparativi del matrimonio anche per
risparmiare qualcosa per poter allungare il viaggio di nozze che
avrebbero fatto in Italia. Infatti erano riusciti ad aggiungere alle
tappe previste di Roma, Venezia e Verona, anche una capatina a
Firenze, Napoli e Palermo.
Lo
scampanellio della porta riportò Ayumi al presente, era il
primo cliente della giornata un signore di mezza età che
voleva farsi perdonare dalla moglie per l'ennesima marachella
amorosa. La giornata lavorativa trascorse come sempre, era sempre
piena di clienti. Arrivò a casa stanca e si trovò
davanti il marito che la accoglieva con uno dei sorrisi più
belli di sempre, che la accolse con in mano un vassoietto di sushi
preparato dallo stesso Masato. Quello fu semplicemente l'antipasto di
una cena a dir poco luculliana. Dopo aver mangiato tanto si misero a
letto, perché come dice il detto pancia piena vuole riposo.
Si
addormentarono in fretta e vennero catapultati nello stesso sogno che
avevano fatto la notte prima, ma con una differenza, questa volta
continuava; dopo che il fulmine investì l'albero, da questo
esplosero un migliaio di petali di rosa rosa scuro. Dopo che la nube
di petali si dissolse apparve una ragazza vestita con un abito lungo
di colore verde, sostenuto da due spalline con uno spacco vertiginoso
dal quale spuntava del tessuto più chiaro e trasparente,
all'altezza degli ilei due rose dello stesso colore e tessuto. Al
collo portava una catenina dalla quale pendeva una pietra verde a
forma di goccia, ed un nastro verde che si annodava dietro a formare
un fiocco e i due lunghissimi lembi terminavano all'altezza delle
caviglie. I lunghi e mossi capelli castani erano legati con un
nastrino verde che all'altezza del nodo aveva una piccola rosellina
rosa, alle orecchie portava du piccoli orecchini a forma di rosa. I
due coniugi guardarono la scena in religioso silenzio, a prendere
parola fu la fanciulla: “Degli alberi son la fedeltà!”
si presentò semplicemente la ragazza e in un'altra nube di
petali di rose scomparve. I due coniugi un po' storditi si
svegliarono allo stesso tempo e si volsero l'uno verso l'altra e
all'unisono: “Anche tu hai fatto lo stesso sogno?”,
annuirono entrambi. Erano rimasti entrambi straniti dal fatto che per
due notti consecutive hanno fatto entrambi lo stesso sogno. Ma i loro
dubbi non durarono che il tempo di realizzare che era arrivato il
mattino, e che dovevano prepararsi per andare a lavorare perché
Masato aveva, per quella settimana, il turno di pranzo.
La
sera era arrivata presto e i due sposi arrivati a casa si misero
subito a mangiare. Stanchi sprofondarono ben presto in un sonno
profondo, che li portò a fare lo stesso sogno ma questa volta
la ragazza era più loquace e dopo la presentazione disse: “
Arriverò tra voi ben presto e porterò luce e serenità
nei vostri cuori.”, dicendo queste semplici parole si accomiatò
in una nube di petali di rosa, lasciado dubbiosi i due, che si
svegliarono con un tremendo mal di testa, dovuto alla confusione che
aveva lasciato loro il sogno. In quei giorni Ayumi aspettava le sue
cose che tardavano ad arrivare, ciò la fece allarmare un po'
perché circa un mese prima per una sera aveva saltato la
pillola. Per essere sicura di non essere incinta andò nella
farmacia accanto al suo negozietto, comprò un test di
gravidanza e si chiuse nel piccolo bagno del locale. Attese il
responso che era positivo, chiamò la sua ginecologa per
l'esame del sangue, la donna disse che era disponibile nel tardo
pomeriggio. Chiuse il negozietto un pò prima scusandosi con i
clienti attraverso un bigliettino apposto sulla porta d'ingresso del
negozio. Andò all'appuntamento con la dottoressa che dopo
averle estratto il campione di sangue, eseguì il test seduta
stante, anche il responso di quel test fu positivo.
Arivò
a casa ed ad attenderla c'era il marito che aveva preparato già
la cena. Ayumi non aspettò a dare la notizia al marito che non
sembrò molto sorpreso infatti esordì con un: “ Me
lo ero immaginato; ti vedevo particolarmente strana in questi giorni,
ti muovevi e camminavi in un modo particolare, e avevi una strana
luce negli occhi. Comunque sono molto contento che la nostra famiglia
si allarghi di una dolce bambina.”. “Perché pensi
che sia una bambina, e non un bambino?”, chiese curiosa la
donna. “Non lo so perché, ma una parte di me è
convinta che sia una femmina.”, detto ciò l'uomo fece
accomodare la moglie al tavolo e si misero a mangiare. Quella sera
ritornò la ragazza dei sogni che diede ragione all'uomo
dicendo che era lei stessa quella che Ayumi stava aspettando.
I
mesi passarono in fretta e i preparativi per accogliere la bambina
andavano per il meglio, l'unica cosa che mancava era il nome per la
neonata; quando un giorno Ayumi ebbe un'intuizione si ricordò
di come si era presentata la fanciulla e decise di chiamare la
piccola Makoto che significa appunto fedeltà, che accostato al
loro cognome Kino poteva suonare anche come fedeltà degli
aberi. Rese dotto il marito del suo ragionamento, il quale sentenziò:
“ Hai proprio ragione com'è che non ci ho pensato io? E
poi suona anche molto bene. Deciso si chiamerà Kino Makoto!”.
Il
giorno presunto del parto era arrivato ma ancora niente, non vi era
segno di una doglia o contrazione. Preoccupati chiamarono la
ginecologa che li rassicurò dicendo, che specialmente per il
primogenito, era normale un lieve ritardo del parto. Un giorno mentre
stava confezionando un mazzo di rose commissionatole da un cliente,
ad Ayumi si ruppero le acque aiutata da una passante che chiamò
subito l'autoambulanza da un telefono pubblico, partorì in
mezzo al negozio una bella bimba di 4 Kili che chiamò appunto
Makoto.
Note
dell'autrice:
Ohayou gozaimasu, boku no hime =
Buongiorno mia principessa;
Parco Ueno = noto parco di Tokyo
dove si trovano degli stupendi ciliegi, che viene preso letteralmente
d'assedio durante Hanami;
Hanami = (lett. Ammirazione dei
fiori) la tradizionale festa in cui i giapponesi fanno il pic-nic
all'ombra dei ciliegi in fiore;
Bantou = portapranzo giapponese;
Baka-Masato = maledetto Masato;
Obi = cintura per il kimono;
Tabi = calzini coll'alluce
separato da indossare con gli zori o con i geta;
Zori = sandali infradito piatti
tradizionalmente fatti con paglia di riso intrecciata;
Geta = sandali infradito,
composti da un plantare rigido di legno poggiato su due tasselli
anchì'essi di legno.
Ringraziamenti
Lagadema:
sono felice che trovi i toni che utilizzo delicati. La mia raccolta è
nata proprio per autorispondermi su come i genitori siano riusciti a
dare dei nomi così azzeccati;
Maryusa:
sono molto felice del tuo commento;
Luciadom:
sono molto commossa che ti sia piaciuta molto la scorsa one-shot;
Kaoru: mi
ha fatto piacere che ti sia piaciuta la storia di Rei, mi ha fatto
ancor più piacere perché mi hai fatto sapere che Rei è
il tuo personaggio preferito.
Ringrazio
anche Luciadom per aver inserito la raccolta tra i preferiti e Mana
tra le seguite.
Ringrazio
Luciadom per avermi inserito tra i suoi autori preferiti.
Ringrazio
altresì quelle persone che hanno perso un po' del loro tempo
anche solo per leggere.
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