Conan
E’ da un po’ che
non mi faccio sentire con Ran. Cerco di
chiamarla il meno possibile per evitare di farle pesare ancora di
più la mia
assenza, so che sentirmi la fa stare male. Tuttavia ho paura che se non
lo
faccio, un giorno lei potrebbe dimenticarmi. So che per lei sarebbe
solo un
bene, ma io da egoista quale sono non riesco ad accettarlo.
Così cerco il numero in
rubrica e avvio la chiamata. Sento
il telefono squillare nell’altra stanza. Uno, due, tre
squilli, poi la chiamata
viene interrotta. Credo che lo abbia fatto volontariamente.
D’altra parte non
posso biasimarla se non ha voglia di sentirmi.
Mi affaccio alla sua stanza e la
trovo rannicchiata contro
il muro e una cornice appoggiata sul cuscino dietro di lei. Poi un
singhiozzo.
Non è la prima volta che la sento piangere, ma ogni volta si
apre una voragine
dentro di me sapendo che sono io la causa del suo pianto. Dovrei
cercare di essere
più forte e lasciarla andare del tutto. Probabilmente
soffrirebbe all’inizio ma
almeno avrebbe l’opportunità di farsene una
ragione. La stessa cosa invece non
varrebbe per me.
Improvvisamente vedo la cornice
cadere a terra, ma lei non
si muove. Deve essersi addormentata.
Così entro, cerco una
coperta e gliela poggio. Poi raccolgo
la cornice da terra e vedo ritratta una mia foto.
Mi dispiace
Ran.
Ran
“Chiamata in
arrivo”: Shinichi Kudo.
Ogni volta che vedo quel nome sul
display è una ferita in
pieno petto. Una ferita che non fa in tempo a rimarginarsi, che subito
viene
riaperta non appena sento la sua voce. Ma d’altra parte non
riesco a farne a
meno. E’ come una droga, meno ne hai e più ne
vorresti, non ti basta mai.
Stasera però cerco di
essere forte. Stasera cerco di fare a
meno della sua voce. Devo farlo.
Così rifiuto la chiamata e
spengo il cellulare per evitare
di cadere in tentazione e chiamarlo io stessa.
Mi sdraio sul letto e prendo la foto
di Shinichi sopra la
mia testa. Ripenso al giorno in cui fu scattata: io avevo un incontro
importante e
lui ovviamente se ne era dimenticato. Così andai
direttamente io a prenderlo in
classe mentre intanto Sonoko ci scattava una foto. Che bei momenti.
Chissà se
riuscirò mai a tornare ad essere felice come allora.
I pensieri stanno prendendo una
brutta direzione, così per
evitare di farmi ulteriormente del male, mi lascio cadere la cornice
dietro, e
mi rannicchio contro il muro cercando di tenere insieme i pezzi
restanti di me.
Senza volerlo mi addormento e sogno
cornici, tantissime
cornici che racchiudono i momenti più belli passati insieme
a Shinichi: il
viaggio a New York, la recita a scuola, la cena al ristorante, la sua
dichiarazione a Londra. Mi ci lascio avvolgere, ci sprofondo.
Improvvisamente la visione cambia.
Adesso quelle cornici non
raffigurano più noi due, ma solo la sagoma di Shinichi, un
po’ sfuocata,
sfuggente. Ne sono completamente circondata.
Mi guarda, ma subito si volta, se ne
sta andando. Cerco di
chiamarlo ma lui non mi sente. Allungo la mano, ma lui è
inafferrabile. Ti prego Shinichi, non
andartene.
All’improvviso, non so
come, mi ritrovo a sedere sul letto,
con una mano che stringe la foto, mentre davanti a me, Conan mi guarda
con uno
sguardo sgomento. Lo stesso sguardo di Shinichi.
Ciao
a tutti! Trovo che yesterday love sia la ending più bella
fatta fino ad adesso. E' carichissima di significato e riassume
perfettamente il rapporto tra Shinichi e Ran.Insomma io l'adoro :P Per
questo ho voluto darne una versione scritta con quello che mi sono
immaginata io quando l'ho guardata la prima volta. Insomma spero che vi
piaccia! Alla prossima, baci <3
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