The Guardians

di EragonForever
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PROLOGO

Un lampo squarciò il cielo illuminando l'interno del Tempio dove era custodito il Pilastro dell'Equilibrio. Da fuori si potevano notare le sue tonalità violacee e un banco di nubi attraversato da fulmini scarlatti. Era pieno giorno ma ora sembrava che il sole non ci fosse mai stato. L'atmosfera attorno a loro era satura e impregnata di quell'energia tenebrosa quanto potente che nonostante fossero all'aperto, regnava un profondo silenzio. L'erba al di fuori del Tempio pareva addirittura piegarsi sotto quel miasma infernale e gli animali restavano muti e paralizzati dal terrore nelle loro tane. Con passo incerto allora i sei Guardiani fecero il loro ingresso nel tempio. Aveva tutta l'aria di essere antico di millenni ma la struttura in se era stabile. Era immenso e al suo interno si sentivano così piccoli e insignificanti se paragonati al suo splendore. Nonostante fossero giunti li seguendo indicazioni di poco conto sapevano che non sarebbe stata affatto una passeggiata vista l'atmosfera che regnava. Alzarono quindi lo sguardo e spalancarono gli occhi nel vedere una densa nube che avvolgeva il Pilastro dell'Equilibrio. L'oggetto aveva l'aspetto di un antico obelisco egizio mentre la densa forma dalle sembianze fumose e vaghe lanciava bagliori color cremisi, quasi come se all'interno fosse viva. Bastava sentire la sua sola presenza per schiacciarli e persino il luogo tremava dinanzi a essa. Avanzarono quindi lentamente, gli occhi fissi su quella massa vaga e informe mentre dentro di loro iniziavano poco a poco a capire ogni cosa.

"Quindi ... c'era lui dietro a tutti gli attacchi e i disordini delle dimensioni.", mormorò una delle ragazze, la voce tremante.

"E la cosa più strana è che si direbbe abbia fatto tutto da solo.", disse un'altra ragazza, alquanto sorpresa.

Quando i sei Guardiani furono a qualche passo dal loro obbiettivo due di loro si fecero avanti.

"Chi sei? E da dove vieni?", chiese il ragazzo, la voce ferma e decisa.

Affianco a lui la ragazza lo guardava con aria seria, erano i soli a reggere la tensione mentre i compagni dietro di loro, nonostante rimanessero fermi e decisi, avevano gli occhi colmi di puro terrore e i loro corpi erano imperlati di sudore freddo alla sola presenza di quella nuvola oscura che sembrava addirittura li guardasse.

"Non vedo per quale motivo dovrei rispondervi, ciò che sono e da dove vengo non vi deve interessare ... Guardiani.", rispose una voce tonante come mille tuoni proveniente da essa.

"L'unica cosa che dovete sapere è che il mio nome è Apophys ... nient'altro.", riprese poco dopo.

Dafne allora avanzò ancora di poco, puntando il suo sguardo scintillante di determinazione verso di lui.

"E che cosa ci fai qui? Quali sono le tue intenzioni?", domandò con voce ferma e decisa.

La nube allora tese alcuni tentacoli verso di loro.

"Suppongo che giunti fino a questo punto sia del tutto superfluo nascondervelo, ormai la risposta dovrebbe essere chiara persino a voi no?", disse, mentre quelli osservavano tesi il Pilastro al suo fianco. Sapevano fin troppo bene a quali conseguenze si sarebbe giunti se ne avesse preso il potere. Quello poi proseguì.

"Voglio il potere del Pilastro. Qui, in questo mondo dove per perseguire i propri sogni l'unico modo è farsi strada con la forza, è quanto mai chiaro che solo il poter scegliere liberamente il proprio futuro conta veramente e solo i più forti hanno il permesso di sceglierlo a proprio piacimento senza alcun timore di trovare ostacoli sul loro cammino. Tutti siamo alla ricerca della felicità ma alla fine solamente i potenti la ottengono davvero. Gli altri invece saranno sempre destinati a essere schiacciati e sottomessi da chi è loro superiore. Per questo desidero il suo potere.", rispose.

I Guardiani però scossero la testa.

"Ti sbagli, con il rispetto e la lealtà anche i deboli possono unirsi per avere una vita migliore e i forti hanno il diritto di proteggerli in virtù della loro forza. È sempre stato così e così sarà sempre!", esclamò Fabio, contrario.

"Ah, allora è così eh? Suppongo allora non ci sia altro da dire, voi la penserete sempre in questo modo, giusto? Bene, visto che non c'è modo di farvi ragionare ... è inutile perdere altro tempo!", esclamò la nube, innalzandosi in tutto il suo potere.

Dafne allora si fece avanti ma il compagno la fermò.

"No, ci penseremo noi, tu stai indietro"

A quella frase spalancò gli occhi, incredula.

"No ... no, non vi lascerò affrontarlo senza di me. Mi avete addestrata apposta per questo genere di cose ... non starò a guardare.", replicò, seria.

"E' vero, sei stata addestrata con ottimi risultati ma fidati se ti diciamo che non sei ancora pronta per questo. Quell'avversario non ha nulla a che vedere con quelli contro cui hai combattuto finora, non possiedi ancora abbastanza esperienza per tenergli testa", replicò Leila, mettendole una mano sulla spalla con apprensione.

"Non è vero ... dite così solamente perchè sono un peso e che vi sarei d'intralcio ... non negatelo.", replicò Dafne, in lacrime di rabbia.

D'impeto si sentì stringere con vigore al petto del suo amato, al quale si aggrappò con disperazione.

"Non dirlo neanche per scherzo amore mio, non è vero niente. Se fossi stata un peso allora non ti avremo presa con noi salvandoti la vita e io non ti avrei ne addestrata ne amata. Se davvero credi in noi ... lasciaci andare ok?", le disse la voce calda e profonda di Fabio.

Bastarono quelle parole a farle capire che aveva ragione. Si era sempre fidata ciecamente di lui e non le aveva mai mentito una volta, nessuno di loro lo aveva fatto. L'avevano accolta e dato una nuova vita facendole praticamente da famiglia, ma nonostante la sua incrollabile fiducia, il terrore di perderli era vivido come non mai dentro di lei. Lyria allora le sorrise.

"Tranquilla Dafne, ce la faremo vedrai.", la rassicurò.

"Si, non devi temere per noi.", intervenne Ichigo.

"Andrà tutto bene.", gli fece eco Loki.

La Guardiana allora si calmò e li guardò con un lieve sorriso.

"E ... e va bene, ma tornate da me ok?"

"E' una promessa.", rispose Fabio, baciandola con amore.

Dafne ricambiò il gesto per poi guardarli avanzare contro Apophys. Il fumo e il miasma oscuro di cui era composta la nube era andato amalgamandosi e rimpicciolendosi fino ad andare a formare una forma più definita e in qualche modo "umana", di cui tuttavia non si riusciva a distinguere ancora i tratti. Si misero in posizione per attaccare creando un anello runico dorato dal quale partì una fiamma a forma di drago che spalancò le sue fauci lanciando una potente fiammata contro Apophys. Ne uscì una forte esplosione e quando finalmente i resti di fiamme e fumo si diradarono, poterono vedere ampie volute di melma oscura che estinsero le fiamme, mostrando il nemico ancora intatto. Apophys divenne quindi ancora più grande e li sovrastò con la sua potenza. Allora provarono un altro attacco lanciando un raggio di pura luce bianca che lo investì nuovamente ma il risultato fu sempre lo stesso. Niente riusciva a scalfirlo. In quell'attimo un profondo senso di impotenza li avvolse nella sua morsa, facendoli tremare dinanzi al suo potere.

"Come avete potuto constatare con i vostri occhi alla fin fine non avevo torto ... i deboli non possono nulla contro i forti, solo il potere decide chi muore e chi invece resta in vita!!!", esclamò Apophys, facendo tremare il Tempio.

Poco dopo dalla nube partì un'immensa onda di energia rossastra che travolse i Guardiani. Dafne, che era rimasta in disparte, fortunatamente non ne fu travolta, tuttavia l'onda di energia causata dal rinculo dell'incantesimo la gettò non poco lontano, mandandola a sbattere contro la parete del Tempio. Quando alzò lo sguardo per poco non si sentì mancare: con orrore vide i suoi compagni contorcersi dal dolore mentre fulmini cremisi li avvolgevano.

"Che cosa gli stai facendo maledetto!!", gridò.

"Quello che ho sempre fatto, insieme distruggeremo tutto quello che avete cercato di proteggere e tu guarderai ogni cosa piombare nel caos in mio nome!!", esclamò, mostrando i suoi nuovi alleati.

I compagni di Dafne erano cambiati, al posto della loro divisa ora avevano una nera armatura e i loro occhi erano vermigli, le loro espressione gelide come il ghiaccio e prive di qualsiasi emozione. Lei li guardò, sconvolta, non si accorse nemmeno dell'attacco in arrivo che si ritrovò contro la parete. Il contraccolpo fu talmente violento da mozzarle il fiato. L'ultima cosa che vide prima di svenire fu i suoi compagni che scomparivano assieme al nemico. Tese una mano ma poi fu tutto buio. Quando si risvegliò tutto era tornato alla normalità, ma era completamente sola. Alzò quindi lo sguardo al cielo e gridò, un grido straziato pieno di tutto il suo dolore e nel cuore la consapevolezza che non era riuscita a salvare coloro che amava di più al mondo.

 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP. Eh si, questa volta ho deciso di riscrivere la storia da zero, poichè non mi convinceva. Il titolo è provvisorio ma spero con tutta me stessa che vi possa piacere. Ringrazio KakashinoSharingan per i suoi consigli, KinghtofFire e Vago per il loro sostegno. Quindi ecco a voi il prologo! Buona lettura e alla prossima!

Baci la vostra EragonForever (Prologo revisionato)





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