Look at me

di Lyel
(/viewuser.php?uid=629618)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


«Io sono di troppo».
Era l’unico pensiero che si ripeteva nella sua mente, come un orologio rotto le cui lancette scattavano sempre sullo stesso minuto. Probabilmente il minuto indicato era il cinquantanovesimo, riflettendo il suo sentirsi sempre vicino ad una meta che non sarebbe mai riuscito a raggiungere. Perché anche lui, ad imitazione di quell’orologio, era rotto da qualche parte dentro di sé e nessuno poteva vedere cosa c’era di sbagliato in lui: nessuno riusciva ad aprirlo, aggiustarlo, poiché nessuno ci provava seriamente. Si sarebbero tutti limitati a metterlo da parte e sostituirlo con uno nuovo.
Ai era di troppo. Era di troppo per gli altri e anche per se stesso. Non riusciva più a sopportare il pensiero di vivere quella vita falsa in un mondo estraneo che non gli apparteneva e a cui lui non apparteneva.
La gente era falsa, lui era spudoratamente falso. Il più falso di tutti! Una banale e inutile copiatura.
Raggomitolato sul suo materasso infilò le mani tra i capelli sciolti e morbidi, ricordando come solo pochi istanti prima questa sensazione gli aveva impedito di relazionarsi con i suoi compagni più stretti e lo aveva isolato ancora una volta. Non ne poteva più.
Avrebbe solo voluto togliere le pile ormai scariche da quel maledetto orologio per annullare tutti gli inutili sforzi di arrivare al sessantesimo minuto, al cambiamento, alla soddisfazione.
Voleva spegnersi, per sempre.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3649611