Buona lettura:
“Se leggerai
queste parole è perchè
mi son fatto coraggio e ti ho baciato, se non le leggerai è
perchè
sono un coglione.”
Draco era in camera con lo
scatolone
verde, pieno di ricordi, davanti. Quei ricordi lo avevano
accompagnato durante tutta la sua vita e adesso sembravano farsi
beffe di lui. In realtà tutto sembrava farsi beffe di lui.
Lui
stesso se ne faceva!
Era bravo, Draco, ad
immaginarsi la
vita, a chiudere gli occhi e a muoversi in spazi belli e fortunati, a
sentirsi diverso. Sentirsi un altro. Viveva la sua vita a distanza,
come se lui fosse un semplice occupante del suo corpo e non il
conducente, come se il suo spirito fosse mille miglia lontano dalla
terra. Viveva la sua vita in terza persona... e non se n'era mai
lamentato. Fino a quando non apparve Harry! Harry era sempre stato
presente nella sua vita, prima suo padre che ne parlava in
continuazione come la peggiore delle maledizioni, poi a scuola tra un
litigio e un altro, tra una presa in giro ed un'altra col finire poi
all'estate dopo la guerra, quando Harry decise che l'odio doveva
finire, quando Draco guardò quegli occhi verdi forse per la
prima
volta veramente.
Parlarono molto
quell'estate, del
passato, del presente, del futuro: Harry non vedeva l'ora di partire
per l'addestramento Auror, in un'altra città, per un anno!
Non affezionarsi ad Harry
era
praticamente impossibile, specialmente per uno emotivamente instabile
come Draco, che per anni ha cercato la metà mancante di
sé
alternando a questo bisogno il bisogno estremamente importante di
annullare l'asfissiante contatto umano. Ed eccoli lì quindi,
ad
uscire insieme, a mangiare insieme, a parlare in continuazione delle
loro vite, a scambiarsi pezzetti dell'uno per ricoprire le paranoie
dell'altro. E Draco doveva dirglielo. Doveva essere chiaro.
-Harry, tu mi piaci.
-Lo avevo notato, Draco.
Sei
trasparente in questi casi.
Draco abbassò lo
sguardo e ghignò.
-Ma io provo per te una
grandissima
amicizia e non vorrei rovinarla. Lo capisci vero, Draco? Voglio
abbracciarti e stringerti quando mi va, voglio chiamarti ed uscire se
ho voglia di vederti. Non voglio perderti.
E Draco lo capiva,
ovviamente. Harry
non era il primo e non sarebbe stato neanche l'ultimo. Ma come tutte
le volte, e forse quella un po' di più perchè
c'era dentro più di
ogni altra volta, ne uscì un po' ammaccato.
-No Harry, non te l'ho
detto perchè
volevo una tua risposta. Insomma la tua risposta era già
chiara
senza che tu la sottolineassi! E anch'io non voglio perderti, al di
là di quello che provo.
-Tu sei tranquillo?
-Io sono tranquillo. Tu?
-Io lo sono, ma sul serio..
non voglio
farti del male.
-Se lo dici di nuovo la
finiamo qua. La
chiudiamo e basta!
Harry ebbe un impulso
così forte che
anche lui si sorprese quando la sua mano afferrò quella di
Draco.
-Non scherzare, Draco.
Draco sorrise e si
lasciò abbracciare
da Harry. Decisamente molto più ammaccato del solito!
Ed eccolo qui ancora perso
nel passato.
Quell'estate e poi quell'inverno, erano volati via insieme alle loro
serate, ai loro messaggi, alle loro chiamate, alle loro uscite, ai
loro litigi. E Draco aveva paura quella sera. Il giorno dopo Harry
sarebbe partito, e certo si sarebbero sentiti, e certo i legami forti
non si spezzano così, no? Glielo ripeteva sempre Harry, se
lo
ripeteva sempre lui. Ma, onestamente, quanto era bravo, Draco, a
resistere alla distanza? Non lo era per niente! Poteva lottare quando
ogni santo giorno erano insieme, ma la distanza lo ha sempre vinto.
La distanza ha sempre scelto al suo posto. Il suo orgoglio e la
distanza erano il mix perfetto per chiudere tutto. Per finirla.
Due mesi lontano da Harry
avevano
contribuito a farlo stare male. La prima settimana era stata un
disastro. Poi c'era stata la seconda e la terza ed era già
passato
un mese... l'assenza si sentiva, aleggiava tra chi era rimasto ad
aspettarlo, come un brutto odore e a niente valevano i messaggi, le
foto che erano entrati con forza nel loro mondo solo perchè
Harry,
in addestramento, non poteva prendersi una pausa per andare a
trovarli e i gufi sarebbero stati troppo lenti per lenire le
mancanze!
Eppure ora eccolo qui,
Draco. Fermo sul
suo letto ad osservare quella lettera che aveva scritto mesi prima,
che lasciava intendere un amore forse troppo forte. Forse niente!
Quella lettera che aveva intenzione di dargli, quella lettera che
riassumeva quei sei mesi, quella lettera che lo aveva aiutato a
metabolizzare quel sentimento soffocante che tratteneva in petto.
Quella lettera che era rimasta chiusa dentro uno scatolone verde.
Fogli lasciati al tempo, ad ingiallirsi, inchiostro asciugato e
consumato per nulla. Frasi e promesse mai mantenute. E ancora una
volta un bacio che Draco non aveva avuto il coraggio di dare.
Poche ore ed Harry sarebbe
tornato.
Poche ore e lo avrebbe rivisto. Come si sarebbe sentito? In quel
momento era troppo nervoso. In quel momento tutte le menate notturne
su situazioni completamente immaginarie lo stavano assalendo, e si
sentiva stupido Draco. Come aveva potuto anche solo immaginare che
Harry avrebbe preferito stare tutta una sera solo con lui piuttosto
che con Hermione, Ron, Ginny, Luna e Neville? Quelli erano i suoi
amici. Quelli erano la sua famiglia. Lui era entrato dopo. Era
importante, sarebbe stato stupido non dirlo, perchè lo
sapeva Draco
di essere importante, ma non lo era più di loro, non lo
sarebbe
stato mai! E quindi lo avrebbe rivisto e lo avrebbe condiviso con
loro, loro che soffrivano la sua assenza. Loro che ne avevano tutta
la ragione. E Draco era sempre più ammaccato!
-Draco!
-Harry!
Quell'orrenda abitudine
sbagliata di
baciarlo nelle guance e non sulle labbra.
-Come va?
-Una meraviglia. La Spagna
è
bellissima! E quante cose sto imparando. E quanta gente sto
conoscendo!
E mentre lo ascoltava,
mentre lo
guardava, mentre si faceva spazio tra gli altri, era sconcertato. Non
provava niente. Niente di nuovo per lo meno. Lo aveva lì
davanti ed
era come se non fosse mai partito, però una strana
consapevolezza si
stava facendo largo in lui. Harry era importante, ma non lo
ricambiava e Draco aveva bisogno di amore non di amicizia. Le
farfalle allo stomaco durante l'attesa, le lacrime la sera prima
della partenza, le parole scritte su di lui... tutto ora sembrava
lontano, sembrava appartenere ad un altro Draco. E quello che aveva
davanti sembrava un altro Harry.
-Noi andiamo!
-Hermione, vengo con voi.
-Di già?
-Si!
-Ma...- Hermione sapeva,
tutti
ovviamente sapevano cosa c'era tra lui ed Harry, e come tutti si
stava chiedendo perchè dopo due mesi ad assillarli ora se ne
voleva
andare. Era difficile da spiegare, Draco stesso aveva bisogno di
tempo per assimilare la scoperta!
Tre ore prima era su quel
letto
agitato, felice, estasiato. Adesso erano l'una di notte e lui voleva
solo dormire.
Era felice, Draco, quella
mattina.
Felice della sua scelta. Geloso degli abbracci che aveva elemosinato
ma non ricevuto e che gli altri invece avevano anche abbondato. Si
sentiva strano. Harry era ad un passo da casa sua e comunque non
cambiava niente. E lui che si aspettava fuochi d'artificio dentro la
sua testa. Niente. Non c'era più niente. Non riusciva a
cibarsi
neanche dei suoi occhi allegri. Rideva a comando e si sentiva falso
da fare schifo.
Se più per meno
fa meno, tutti questi
sentimenti contrastanti, possono risultare semplice apatia?
Eccola lì.
Allettante, accattivante,
sensuale, semplice e cara apatia. Tornava nel niente assoluto che
rappresentava il vuoto prima di Harry. Eccola strisciare piano dentro
di lui.
Si distende sul letto. Posa
la lettera
nel fondo. Chiude lo scatolone verde. E in quell'istante capisce che
i suoi occhi smettono di brillare.
Harry rimarrà
sempre importante ma è
stato chiaro.
-Non sono l'uomo della tua
vita,
Draco!
E di essere ammaccato, a Draco, non importa più.
Pensieri e Parole:
Un grande scrittore
italiano diceva che
dobbiamo fare della nostra vita un capolavoro. Io riesco a farne
sempre e solo una tragedia. Poi la scrivo. La metabolizzo e mi ci
allontano. Ma rimane parte di me alimentando sempre di più
quel
tendere al tragico che mi caratterizza da tutta una vita.
Spero vi piaccia!
Vivogliotroppobene
Sempre vostra Nia <3
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