Il suono
proveniente dalle labbra di Fred Weasley fece capolino alle orecchie di
Sarah Gilmore. La ragazza rimase a fissare intontita la parete
di fronte a sé, incredula come non mai, quasi schifata se si
poteva dire.
«Pansy
Parkinson?» domandò, scettica.
«Yes,
she is» rispose Fred.
«Tuo
fratello, il mitico George Weasley, se la fa con-»
«...Pansy
Parkinson. Hai sentito bene»
«Adesso
sì che mi ammazzo!» Sarah si lasciò
cadere sul letto ancora completamente incredula. Si posò una
mano sulla fronte e disse:
«Non
posso credere che un ragazzo come George possa avere dei gusti
così orribili! Dico, ma ha idea con che razza di persona ha
a che fare? Con Pansy-sono l'antipatia fatta a persona-Parkinson!
La troietta di Serpeverde che stava incollata come un francobollo a
Draco Malfoy!»
«Lo
so» rispose Fred, mentre lei continuava.
«Quella
stupida che ha sempre disprezzato tutto e tutti i Grifondoro a partire
dai Weasley! »
«Lo
so»
«Che
ha fatto perdere un sacco di punti alla nostra casa e che ha
fatto la spia alla McGranitt riguardo Lee!»
«Lo
so»
«Quell’idiota
che adesso si ostina a stare con tuo fratello, che per altro
è il tuo gemello, che per altro siete sangue dello stesso
sangue, che per altro tu stai con me, che per altro io sono rimasta
shockata, che per altro George Weasley sta insieme a Pansy
Parkinson!» urlò senza prendere fiato.
«Lo
so, Sarah. Sono incredulo anch'io come vedi! E giuro che vederli
baciare davanti al caminetto della sala comune mi ha lasciato veramente
di stucco, ma è così»
affermò Fred.
«Fred,
tu ti stai rendendo conto con chi tuo fratello va a
sbaciucchiarsi?!» esclamò Sarah.
«E
che ci posso fare? Vado e l'ammazzo? Sarà un'infatuazione,
gli passerà»
«Ho
capito, ma io non posso sopportare l'idea di avere la Parkinson tra le
palle, Fred!» sbottò Sarah.
«Non
dobbiamo mica andare a letto davanti a lei»
sussurrò Fred canzonatorio, beccandosi una gomitata.
«Non
capisci, io quella la odio! Non potete tu e tuo fratello farmi
questo!»
«Parkinson,
adesso basta! Vuoi smetterla? Sono tre ore che mi divori i salatini!
Che cavolo, va a comprarteli!» esclamò Sarah,
strappando sgarbatamente i salatini dalle mani di Pansy.
Come
volevasi dimostrare, era stata costretta a rimanere con quella ad
aspettare Fred e George nella loro stanza dato che avevano da fare
qualcosa.
«E
non ti scaldare tanto!» l’apostrofò la
ragazza in questione.
«Mi
scaldo quanto mi pare. Il fatto che stai con George non ti autorizza a
trangugiare roba mia»
Sarah
entrò in bagno e si lavò le mani, guardandosi per
un po’ allo specchio. Era una bella ragazza con dei capelli
neri che le arrivavano fino al seno e degli occhi celesti e profondi.
«Dovresti
prenderti un bel calmante, sai?» aggiunse Pansy con un
sorrisino, appoggiandosi alla porta e squadrandola malignamente
dall’alto in basso.
«E
tu dovresti cucirti quella cavolo di bocca!»
sbraitò l’altra.
In quel
momento la porta si aprì e i gemelli Weasley entrarono con
due sorrisi identici.
George
corse ad abbracciare Pansy.
Fred, dopo
essersi fermato ad osservarli con occhi spalancati senza spiccicare una
parola, si avvicinò a Sarah.
«Ti
ha creato problemi?»
«Oh,
più di quanti immagini!» esclamò in
tutta risposta lei.
Il ragazzo
osservò con disgusto la scena che gli si presentava davanti.
«Sono
veramente orribili» commentò in un sussurro.
Sarah
annuì concordante.
«Allora,
fratello, dove si va?» domandò George finendo di
pomiciare con Pansy.
«Uhm...»
fece Fred, smettendo di fissarli «io veramente
non...»
Il ragazzo
si voltò verso Sarah che faceva finta di guardarsi le unghie
per evitare di parlare.
«Non
so... Magari ad Hogsm-» provò a dire.
«Bell'
idea, fratello di George!» esultò Pansy,
interrompendolo.
E poi,
notando l'espressione scettica sul volto di Fred, aggiunse:
«Oh,
il tuo nome è Friden,
giusto?»
Fred si
portò una mano sul capo, sospirando. A Sarah
scappò un risolino.
«Non
importa, lascia perdere, Parkinson» fece Fred e, ignorando
Sarah, che muoveva le labbra formando la parola " Friden",
disse «Comunque, George, tu sei
d'accordo?»
«Sì,
è fantastico! E poi a Pansy piace, giusto?» si
rivolse con un sorriso alla sua fidanzata che annuì
vigorosamente.
«Bene,
allora direi di andare» disse Fred, rassegnato.
«Friden ha
ragione, Georgiuccio!» esclamò Pansy, stringendo
il braccio del suo ragazzo.
Sarah si
aggrappò a Fred per evitare di riderle in faccia.
«Georgiuccio...»
bisbigliò questi, uscendo dalla stanza e guardando con la
coda dell'occhio Pansy e suo fratello che si facevano gli occhi dolci.
«George,
guarda quello! E' magnifico, è stupendo! George, entriamo in
quel negozio ti prego! Voglio provarlo!» cinguettava
Pansy, indicando in vetrina un abito color prugna.
Sarah
storse il naso.
«Ma
è scollatissimo, e poi quest’anno va di moda il
viola»
Pansy la
guardò di sottecchi.
«Vuoi
dire che quello non è viola?» sibilò.
«No,
quello è prugna, tesoro. Ci vedi o no?» rispose la
ragazza, accigliata.
«Non
è una prugna! E’ un
viola molto leggero. E poi è bellissimo, non trovi,
George?» fece la ragazza coi capelli a caschetto al gemello
che stava seguendo confusamente i battibecchi tra Pansy e Sarah.
«Uh,
io...» balbettò quello.
«Visto?»
lo bloccò Pansy «Lui da ragione a me ed
è esattamente sulla strada giusta. Vieni, tesoro, entriamo
in quel negozio»
Così
la ragazza prese George per mano e lo trascinò dentro.
Sarah e
Fred rimasero fuori ad aspettare, entrambi imbronciati.
«Io
non la capisco. Non la capisco proprio, Fred. E soprattutto non capisco
tuo fratello. Ma cosa si è messo in testa, dannazione?!
Quella... quella piattola insignificante!» si
sfogò la mora.
Fred
sorrise.
«E’
veramente ora che la tua santa pazienza vada a quel paese»
«Già»
grugnì Sarah, osservando da fuori la vetrina Pansy che
gesticolava ed indicava allegramente ogni abito millimetrico che
incontrava.
«Dovrei
parlarne a George?» domandò Fred in un sussurro.
«Secondo
me dovresti» affermò convinta Sarah.
«Non
cambierà nulla, vedrai» rispose lui.
«Spero
di sì! Che cavolo, ma proprio quella vipera doveva
scegliersi?»
«Lei
potrebbe pensare lo stesso di te. “Ma proprio quella
lagna doveva scegliersi Friden?”» disse
Fred cinguettando.
La ragazza
rise, ma poi lo guardò di sottecchi.
«Che
cosa? Mi stai dando della lagna?»
Fred si
contraddisse.
«No
no, che vai a pensare? Stavo solo scherzando»
«Buon
per te!» esclamò lei.
«Non
me lo avresti perdonato, tesoro?» fece lui mielosamente.
«No»
rispose cruda la ragazza.
«Eddai,
scema!» insistette Fred.
«Scordatelo!»
«Su...»
«Cacciatelo
dalla testa!»
Fred
s’imbronciò per finta, stringendo gli occhi
azzurri.
«E
così io sono solo una marionetta con cui spassartela la
notte?»
«Ma
no! Non arrabbiarti» disse Sarah, accusando dei risolini. Non
avrebbe mai potuto avercela con Fred.
«Sì,
mi arrabbio. E poi dici di essere meglio della Parkinson» la
provocò lui.
«Stai
paragonando me a quell’oca?!» esclamò
Sarah inorridita.
«Perché
scusa? Anche tu sei un’oca» sorrise il ragazzo
soddisfatto.
Lei gli si
lanciò addosso e lo riempì di pizzicotti.
«Così
impari, troglodita!»
«Non...
Ahia! Non parlare così... Mi sembri Lee!»
scherzò lui, alludendo al fatto che il suo amico usava
sempre quel termine.
Sarah si
arrabbiò di più, ma Fred riuscì a
bloccarla imprigionando i polsi tra sue mani e avvicinandola
paurosamente a lui.
«C-che
fai?» farfugliò lei, imbarazzata.
«Non
farti desiderare»
Il ragazzo
avvicinò le proprie labbra alle sue e, proprio nel momento
in cui si sfiorarono, una voce li ricondusse al presente.
«Guardate
che cosa mi ha comprato Georgino!» esultò
elettrizzata Pansy, ma s’interruppe non appena li vide e
aggiunse «Ma che state facendo?»
Sarah e
Fred si allontanarono l’uno dall’altra velocemente.
George sospirò scuotendo la testa.
«Ehm,
no niente… Fred aveva qualcosa sulla guancia» si
giustificò la ragazza.
Pansy li
guardò sospettosi per una manciata di secondi, ma poi
cambiò subito espressione e disse:
«Guardate
cosa mi ha regalato George per Natale!» e mostrò
ai due ragazzi l’abito di prima.
Sarah
inarcò le sopracciglia.
«Quello?»
«Sì,
hai problemi?!» rispose acida lei.
Sarah
guardò Fred, il quale di sottecchi guardò George. Quest’ultimo
alzò le spalle e, catturato dalle braccia di Pansy, fu
trascinato avanti.
«Ha
veramente comprato quel coso a lei?» chiese Sarah incredula.
«SI!»
rispose Fred molto più che irritato «E aveva
promesso che i soldi degli scherzi non li avrebbe toccati! Ma ora mi
sente! Andiamo, Sarah, vieni! Hai ragione. Cosa si è messo
in testa quell'idiota di mio fratello?» detto questo la prese
per mano e la trascinò dai due piccioncini, che si
stringevano l’un con l’altro.
Appena i
due gemelli entrarono nella rispettiva camera, Fred lasciò
sistemare il fratello, dopodiché, incrociando le braccia, lo
guardò rabbiosamente.
George
alzò lo sguardo verso di lui.
«Che
c’è?» chiese perplesso.
«Che
c’è? Me lo chiedi pure!»
esclamò l’altro.
George
parve scocciato.
«Cosa
vuoi, Fred? L’ennesima storia su Pansy? Se è
così, risparmia il fiato»
«Che
cosa avevamo detto, eh? Sui soldi degli scherzi?»
domandò arrabbiato Fred, sedendosi sul letto.
Il gemello
lo raggiunse e voltò la testa dall’altra parte.
«Non
rispondi, ovvio. Che cazzo, parlavamo chiaro quando avevamo deciso di
metterli da parte per l’apertura del negozio!»
esclamò Fred.
«Ho
speso solamente una piccola somma, niente di che»
tentò di giustificarsi.
«Niente di
che? Ti risulta che io abbia toccato un solo centesimo?»
domandò sarcastico l'altro.
George si
alzò dal letto.
«Non
è questo il punto!» esclamò.
«Ah
no? Sarebbe che la tua fidanzatina ha voluto un vestitino nuovo? E tu,
naturalmente, approfitti per compraglielo utilizzando i nostri
soldi!» sbottò l’altro livido.
«Fammi
spiegare...»
«Dovrei
stare a sentire cosa ha fatto Pansyuccia non appena ha visto
l’abito? Ti ha proposto una notte in un albergo super
lussuoso con champagne e camera gratis? Perché altrimenti
non c’è scusa migliore, George!» Fred si
mise in piedi e lo fronteggiò.
George
cominciò ad irritarsi.
«Smettila
di dire questo. Pansy non c’entra un cazzo!»
Fred rise
di cattivo gusto.
«Ma
sentiti... Pansy non c’entra? Allora scommetto che sono state
le sue tette a chiedertelo!»
«Sta’
zitto!» urlò George, infuriato, mentre
l’altro rimase sorpreso per come lo aveva apostrofato
«Quando ami una persona sacrifichi tutto, persino i
soldi!»
Fred lo
guardò dritto negli occhi.
«Non
suo fratello» affermò duro.
«A
volte serve. Credevo lo capissi. Sei innamorato di Sarah anche
tu»
«Io
non sono innamorato!» mentì Fred con poca bravura.
Solo
perché andavano a letto insieme non significava che era
così preso da lei...
«Sì
che lo sei, non mentirmi!» esclamò George,
contraddicendo i suoi pensieri. E poi aggiunse con un sospiro
«Non
avrei toccato per niente al mondo i nostri soldi, non avrei mai tradito
il nostro patto. Ma vedere Pansy felice era ciò che volevo
in quel momento. Non me ne fregava un cazzo se ti avrei fatto
infuriare. Volevo solo vederla sorridere»
«Grazie
per la considerazione, allora» ringhiò
l’altro.
«Dì
la verità» George lo guardò in faccia
quasi fosse capace di leggerlo nel pensiero più di quanto
già non lo facesse «Cosa avresti fatto tu al mio
posto? Se la cosa che più volevi era veder felice la tua
ragazza? Cosa avresti fatto, Fred?»
Il ragazzo
esitò prima di rispondere.
Lui e Sarah
non stavano propriamente insieme, erano solo degli amici che facevano
sesso di nascosto perché lei un po’ piaceva a Ron
e Fred non voleva che lo venisse a scoprire per paura di ferirlo.
Però
non poteva negarlo. Provava dei sentimenti forti per lei, anche se la
loro storia non era definita.
Suo
fratello aveva ragione. Probabilmente lui avrebbe fatto esattamente la
stessa cosa.
Si
limitò ad annuire piano e George sospirò.
«Io
sto con Pansy, adesso. La amo. Accettalo, e non tentare di farmi
cambiare idea perché non lo farò. Nemmeno io
cercherò di farti cambiare idea sul fatto che stai facendo
tutto all’insaputa di Ron. Sono il tuo gemello, ma non ne ho
il diritto. Non ho il diritto di importi chi amare e nemmeno
tu»
Detto
questo aprì la porta della camera e uscì senza
salutarlo.
Fred,
invece, rimase a pensare a cosa a volte quel sentimento chiamato
“amore” portava a compiere. Suo fratello lo sapeva
bene e forse... forse anche lui. Ma si chiedeva il motivo.
Il motivo
di George era Pansy Parkinson. E quello di Fred era Sarah
Gilmore.
«Ciao,
Sary! »
Quest’ultima
venne accolta da Jennifer Summers, una sua amica Grifondoro di un anno
più grande di lei, con un vassoio di biscottini.
«Ciao,
Jen. Hai da fare?» domandò la mora alla bionda che
impegnata a masticare si limitò a fare
“no” con la testa.
«Quello
che sto per raccontarti sarà da shock!»
proclamò sedendosi.
Jennifer
scattò sull’attenti, visto che adorava il gossip.
«Ah
sì?»
«Incominciamo»
Sarah prese una grande boccata d’aria e disse:
«George
Weasley sta con la Parkinson. Non so come, non so quando e non so
perché»
Jenny parve
tranquilla e continuò a mangiare.
«Lo
sapevo» affermò dopo.
«Eh?»
chiese incredula Sarah.
«Non
si preoccupano neanche di far le cose di nascosto»
alzò le spalle la ragazza.
«Vero.
E poi non capisco se tutto questo amore è nato da un
incontro in un locale di spogliarelliste o ad una punizione della
McGranitt!» sbottò Sarah.
«Direi
la seconda. A quanto dicono è là che si sono
conosciuti dopo lo scherzo finito a male di Lee»
spiegò Jenny, passando il vassoio alla ragazza
«Quello
che più non sopporto» disse Sarah prima
d’ingoiare un pezzo di biscotto «è che
non mi leverò dalle palle quel manichino per un bel
po’!»
«Comunque
usa una tinta. Me l’ha detto Lisa»
rivelò Jenny.
«La
sorella di Zabini?» alzò un sopracciglio
l’altra.
«Sono
gemelli. A proposito, come va tra te e il tuo gemello preferito
Freddie?» chiese curiosa Jennifer. La bionda si interessava
molto della vita sentimentale della amica, detto da lei, i suoi erano
degli amori da soap opera.
L’anno
precedente Sarah si era follemente invaghita di Cedric Diggory,
così tanto da aver perso la verginità con lui.
Naturalmente quella storia non era andata bene perché dopo
un po’ di tempo Diggory si era fatto vedere in giro con Cho
Chang.
All’inizio
dell’anno scolastico corrente, Sarah aveva deciso di provare
a frequentare Ron Weasley che le faceva la corte dal
primo anno di Hogwarts. Purtroppo però la ragazza non
ricambiava appieno il suo interesse, che era terminato
definitivamente da quando ad una festa di un Corvonero si era ubriacata
insieme a Fred Weasley, il suo migliore amico, e i due erano andati a
letto insieme.
All’inizio
avevano discusso un po’, ma poi non erano riusciti
più a starsi lontano continuando con quella strana storia.
Nonostante
Sarah avesse lasciato Ron, nessuno a parte Jennifer e George lo sapeva
perché Fred aveva tanto insistito a far finta di niente per
non deludere il suo fratellino.
La bionda
si chiedeva come continuavano ad andare avanti in quel modo visto
com’erano palesi i loro sentimenti, soprattutto quelli di
Fred che non lo aveva mai visto così preso da niente e
nessuno, tranne che i suoi scherzi e il suo gemello.
Si chiedeva
anche quando il rosso avrebbe deciso a smascherare tutto, prima che
l’attenzione di Sarah venisse catturata da qualcun altro.
«Tutto bene,
credo» rispose questa, e poi controllandosi in giro aggiunse
«Per favore, non alzare la voce. Già Zabini dice
di avere sospetti! Ci manca solo che lo dica a tutti i
Serpeverde»
«Ma
chi Lisa?» domandò Jennifer in tono scettico.
«No,
Blaise»
«Ah»
In quello
stesso momento sentirono qualcosa picchiettare nel vetro della
finestra. Le due ragazze alzarono gli occhi e videro una piccola
civetta nera che tentava di entrare con un bigliettino legato al dito.
Sarah la
fece entrare e aprì il foglio arrotolato.
“Gilmore,
Lisa Zabini mi ha detto di dire a te e alla Summers che domani
sera nella vostra sala comune ci sarà la festa come accordato
Pansy
”
«Festa?»
domandò Sarah a Jennifer senza sapere di quello che stava
parlando.
«Oh
sì. Me ne ero completamente dimenticata!» la
bionda si diede un colpetto in testa «Io e Lisa abbiamo
organizzato un piccolo party. Naturalmente sono invitati anche i
Serpeverde»
«I
Serpeverde?»
Sarah la
guardò scettica sia per quanto riguardava il fatto che aveva
organizzato una festa proprio nella loro sala comune, sia per quanto
riguardava il fatto che sarebbero venuti anche quelli.
«Sì.
Beh, lo so, magari daranno qualche fastidio, ma essendo che Lisa
è di Serpeverde ha voluto invitare alcuni amici. Non credo
ci sia nulla di male» rispose Jennifer, tranquillamente.
A volte
dimenticava il fatto che quella ragazza aveva molte conoscenze in
quanto discendeva da una famiglia purosangue dove tutti i membri erano
finiti in Serperverde, mentre lei era l’unica ad essere una
Grifondoro.
Forse lo
aveva chiesto al Cappello giusto per indispettirli.
Sarah
fissò il foglio e poi scrisse velocemente.
“ Vabbè
Parkinson. Dì a Lisa che è tutto okay”
«Chiedile
se lei viene» disse Jenny, bevendo un sorso di idromele.
“
Tu vieni?” aggiunse,
poi arrotolò il foglio e lo legò alla zampa della
civetta.
“Credo
di no. George insiste, ma io mi stufo. Voi Grifondoro siete una tale
noia…” fu la
risposta che arrivò dopo.
«Noiosi
noi!? Ma guarda tu questa, oh!» esclamò indignata
Jennifer.
«Te
l’ ho detto che è un manichino
petulante!» sbottò Sarah irritata nello stesso
modo.
Era troppo
orgogliosa per dargliela vinta.
“
Allora stai dove sei che è meglio e fai un favore a noi
Grifondoro!”
“Su
non ti scaldare. Non ho detto niente”
“Adesso
fai la finta tonta! Parkinson, sei tu una noia!”
“
Gilmore, non ti agitare! E comunque, mi
chiedevo... Ma tu e il fratello di George avete
sempre un rapporto così... intimo?”
Sarah si
morse il labbro e poi scrisse.
“Ma
chi, io e Ron?”
“No,
tu e Friden!”
Jennifer,
che aveva letto tutto, si agitò.
«Sary,
quella testina sospetta qualcosa! Smentisci!» le
ordinò.
“
Io e FRED siamo amici stretti. E poi, che
t’interessa?”
“Niente,
così. Vi vedo sempre insieme. E l’altra volta vi
ho visti vicinissimi”
«Quando
vi avrà visti?» domandò
l’amica, pensierosa.
«Ieri
ad Hogsmeade» ammise Sarah con un sospiro.
«Beh,
se non volete che lo sappia Ron, almeno evitate le smancerie in
pubblico!» la rimproverò Jenny.
«Beh,
per quel che importa a Ron! Non manca mai a far il cascamorto con le
ragazze» alzò le spalle la mora, facendo
consegnare il bigliettino.
“
Ma te l’ ho detto! Aveva qualcosa sulla guancia e io
gliel’ ho tolta!”
“Boh,
se lo dici tu. Anche se Zabini racconta in giro di avervi visto in una
posizione un tantino hot...”
“Quale
Zabini?”
“Il
maschio”
«E’
vero ciò che dice sta scimmia, Sary?» chiese
Jennifer incuriosita e nello stesso apprensiva.
Questa
scrollò le spalle sospirando forte.
«Blaise
Zabini dice di aver visto Fred che mi bloccava contro il muro con la
mia gamba accavallata su di lui!» spiegò in
dettagli
«Ed
è mai successa una cosa del genere?»
«Sì,
però non capisco come abbia fatto a vederci. Insomma,
eravamo vicino il ritratto di Grifondoro o pochi metri più
in là» disse Sarah, pensierosa.
«Ah
no, imprudenza no! Cara mia, già tu vivi una situazione
particolare poi se lo vengono a scoprire gli altri sei nei guai
seri!» la rimproverò l’amica
più grande.
«Jenny,
lo so. Ma che ci posso fare? Io e Fred facciamo tutto alle spalle di
Ron, lo sai che sarebbe difficile per lui dirglielo... E poi non
abbiamo nemmeno una vera e propria storia» lo disse con uno
sbuffo.
Per lei era
difficile continuare ad andare avanti in quel modo. Per Fred provava
dei sentimenti e la infastidiva non potersi vivere tutto quello alla
luce del sole, ma capiva anche il suo punto di vista.
«Allora
vi controllate oppure glielo dite e vi togliete il pensiero! Tanto a
quello secondo me piace Hermione» la sua amica la guardava
con gli occhi verdi che sembravano dirle “è
ovvio”.
E se poi si
fossero lasciati dopo che gli avrebbero detto la verità?
«Ti giuro
che non c’era nessuno! Non so da dove sia spuntato
‘sto scemo di Zabini!» si difese Sarah.
Jennifer
alzò le spalle.
«L’imprudenza
è la virtù degli sciocchi. E voi non siete
sciocchi, magari siete solo due emeriti idioti»
«Ehi!»
l’ammonì Sarah.
«D’accordo.
Rimandiamo a dopo i rimproveri. Adesso rispondi a questa
scema»
“
Zabini dice cazzate”
“
Eppure sembra davvero convinto!”
“
Pansy, se soffri di disturbi mentali anche tu non è colpa
mia!”
“
Tu invece soffri di parannesia al cervello!”
«Parache?»
chiese Jennifer, confusa.
“Cosa
soffro io? Ma fammi il favore! Adesso ti saluto, Parkinson, ci vediamo,
ma anche no, alla festa. Ciao”
“Ciao,
Gilmore. Attenta a non cadere dalle scale!”
“Muori
di fusione cerebrale”
“E
tu di collasso acustico”
“Sarebbe?”
“Non
te lo dico. Ciao”
“Ciao
sciocca!”
“Ciao
pallosa”
“Manichino!
E da adesso in poi non rispondere più!”
«Mamma
che stress la Parkinson! E’ meglio un bungee jumping
spaccandosi la testa in due che avere a che fare con lei!»
esclamò Sarah, lasciandosi cadere sul letto
dell’amica.
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