Ah! Ho baciato la tua bocca, Wadda! Ho baciato la tua bocca!

di Syugi
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Oscurità e desiderio vanno d’accordo per natura, vero?
Il buio stimola la mente e i pensieri si sentono ancora più protetti quando non si può leggere lo sguardo.
Ma l’oscurità e il desiderio che si trascina dietro il Mare Rosso come una regina col suo mantello, sono ancora più speciali del normale. Più pregni di passione, amore, disperazione, sono un canto funebre che non si affligge sulla morte, ma la celebra.
Ti circondano, penetrano sottopelle e prendono possesso di te. Sal lo sa. Sono i brividi, l’estasi e il sollievo che guidano le mani di Fukami sul collo della sua padrona e lo stringono fino a staccare la testa.
Sal esce dal retroscena e avanza senza paura e vergogna: non ne ha mai avute, perché provarle quando è tutto finito? Contempla il corpo della strega che aveva tanto desiderato e ora è privo di anima, se c’è rimpianto Fukami non riesce a percepirlo, sul suo volto vede solo un sogghigno indecoroso e una sorta di divertita pietà mentre raccoglie la testa da terra.
Era bella, Wadanohara, quando il suo vestito bianco volteggiava nella luce e nell’azzurro.
Ma è bella anche da morta, pensa Sal mentre poggia le labbra sulle sue, ancora calde, bella e docile e ubbidiente.
“Alla fine ti ho baciato, Wadda”.
Socchiude i vividi occhi rossi in quelli grigi e spenti di lei, non resistette alla tentazione – per quale motivo resistere poi – di tirare fuori la lingua e assaporarle la bocca, fuori e dentro. Dolce. Si stacca dopo qualche istante, le sue mani guantate paiono accarezzare le pallide gote, immortala l’immagine nella sua memoria. Finisce tra le tante dedicate a Wadanohara.
Poi sorride a Fukami e gli porge la testa come fosse un regalo di benvenuto.
Un benvenuto nel loro regno di oscurità che, oh, non era mai stato tanto ricco di splendore.




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