*toglie le ragnatele*
Salve a tutti!
È passato più di un anno dall'ultimo aggiornamento e mi sento
una bruttissima persona, specialmente a tornare con un capitolo di
transizione così corto. Chiedo perdono per la
brevità, ma piuttosto che fare un mattone di dieci pagine ho
preferito tagliare qui che lo stacco ci stava. Spero comunque che vi
piaccia :3 Buona lettura!
Capitolo IX: Evoluzione
Con un sospiro stanco, Axel si passò un braccio sulla fronte
sudata per poi guardarsi intorno. Il tramonto era ormai al termine, i
suoi raggi rossi e gialli avevano nascosto almeno un po’
l’ardente luce delle fiamme del Ritornante, che finalmente
aveva distrutto anche l’ultima traccia delle radici della
donna-fiore. Al mattino avrebbe fatto un ulteriore controllo per ogni
evenienza, perché purtroppo con l’arrivo della
sera non si poteva fare più di così.
Il ragazzo proseguì nella sua osservazione e una smorfia gli
piegò le labbra sottili: del verde giardino del Castello
Disney non era rimasto altro che terra divelta e bruciata, un nero e
fumante tappeto che dava al candido maniero un aspetto tetro e
disturbante alla luce sanguigna del crepuscolo. E l’avanzare
della notte non aiutava affatto a rendere almeno un po’ meno
sgradevole la visione di quel macabro scenario.
-Ehi Lex.- esordì il rosso quando l’Eroe del
Silenzio comparve al suo fianco tramite un varco. -Hai richiuso tutte
le buche e le gallerie scavate da quella cosa?-
Lexaeus chiuse gli occhi e scosse il capo. -No, ho esaurito le energie.
Sono riuscito a malapena a controllare l’area opposta a
questa e sistemarla un poco. Domani alla luce del giorno
potrò riprendere anche con un altro spirito.-
Il numero VIII annuì, incrociando le braccia. -Certo, posso
capire.-
Xemnas sapeva che l’ex fondatore era stanco esattamente come
lui, ma l’aveva mandato comunque perché lo
aiutasse a eliminare le membra rimaste di Scarlet e a fare un controllo
dei danni subiti dal luogo che custodiva la Prima Pietra della Luce.
Lexaeus non si era opposto in alcun modo all’ordine e
l’aveva eseguito dando fondo a quel poco di forza rimastagli
in corpo e che ora gli concedeva il solo lusso di mantenersi in piedi.
Axel rabbrividì al suono ruvido e inquietante della terra
che da qualche parte cedette al proprio peso, chiudendo una delle tante
ferite che la rosa aveva aperto da un capo all’altro del
cortile, quindi spostò lo sguardo smeraldino sul compagno,
scrutandone gli occhi azzurri mezzi chiusi e colmi di stanchezza.
-Andiamo gigantone.- mormorò Axel, aprendo un passaggio
luminoso accanto all’amico. -Una notte di sonno
farà bene a entrambi.-
Il castano assentì con un cenno muto e attraversò
il varco in silenzio. Axel sospirò a labbra chiuse e
guardò un’ultima volta il sole, augurandosi che
gli amici che aveva lasciato nel nuovo mondo raggiunto non fossero
finiti in guai troppo grossi.
***
Terminato l’incontro con Saix, il Ritornante si era congedato
con poche parole e un cenno, quindi aveva attraversato un varco per
tornare al Castello Disney e fare rapporto al Re e Xemnas. Ancora
seduto sul divanetto dell’ufficio di Crea Dorosera, Sora
incrociò le braccia sul petto e liberò un lungo
sospiro, volgendo lo sguardo fuori dall’ampia finestra. La
sera avanzava lenta e in poche ore era successo anche troppo.
-D’accordo.- esordì a un tratto, attirando
l’attenzione dei tre amici. -Xemnas e gli altri sapranno
cavarsela, noi dobbiamo concentrarci sulla nostra missione qui, che
sarà tutt’altro che semplice.-
Riku annuì, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e il viso
sulle mani intrecciate. -Ci penso da prima. Non avevo mai sentito di
una serratura doppia, spero che non ci sia bisogno di spostarsi sul
secondo mondo per poterle chiudere entrambe.-
-Questo potrebbe rivelarsi un bel problema.- riprese il castano,
girandosi verso la porta. -Queste persone non hanno idea di come
arrivarci, solo chi viene da lì sembra saperlo.-
-Voi ragazzi come al solito vi preoccupate troppo.-
s’intromise Jessie, attirando gli occhi dei compagni su di
sé. -Questo mondo, anzi, questi mondi hanno bisogno di noi.
Quando sarà il momento, troveremo una soluzione.
È inutile pensarci ora che sappiamo a malapena come
funzionano le cose qui.-
-Quindi…- intervenne Kairi. -…suggerisci di
aspettare finché non succede qualcosa?-
-Non mi sembra che abbiamo molte alternative.-
Un curioso e rumoroso brontolio replicò a viva voce
quell’affermazione, e Kairi e Riku si voltarono a guardare il
custode della Catena Regale, che si teneva una mano contro lo stomaco.
-…che ne dite se andiamo a chiedere a che ora viene servita
la cena?-
Consumato un rapido ma abbondante pasto in quello stesso ufficio in
compagnia della Presidentessa e del Comandante, i custodi erano venuti
a conoscenza dei dettagli della guerra che la Neo-DEAVA stava
affrontando. La Presidentessa Dorosera spiegò loro che gli
allievi di quell’Accademia -vecchia di dodicimila anni-
possedevano ognuno una capacità diversa che li identificava
come Element, ossia individui prescelti per pilotare delle macchine
chiamate Vector. I loro nemici usavano qualcosa di simile per
combatterli, mentre le Bestie Mietitrici si occupavano della raccolta
di persone comuni per scopi a loro ancora ignoti.
-Con che frequenza venite attaccati?- domandò Jessie,
volgendo il viso in direzione della Presidentessa.
-Se le azioni del nemico fossero prevedibili come le mosse di una
partita a scacchi, basterebbe trovare una strategia che ti porti alla
vittoria in meno mosse possibili.- intervenne il Comandante Fudo. -Ma a
noi è preclusa la vista della seconda scacchiera, chi
può dire quando il nemico esaurirà i pedoni e
deciderà di schierare il suo alfiere?-
-…un modo molto originale per dirci che non avete idea di
quando avverrà il prossimo attacco.- dedusse Sora. -E dove
si concentrano gli attacchi di solito?-
-Solitamente in città.- rispose Crea, dopo aver preso un
sorso di tè da una tazzina finemente decorata. -Per voi
è importante essere presenti?-
-Non saprei.- ammise il ragazzo, incrociando le braccia. -È
la prima volta che ci capita una situazione del genere. La nostra
priorità è chiudere le Serrature dei due mondi,
ma non abbiamo idea di come si presenteranno.-
-Possiamo supporre che avremo bisogno di recarci sul secondo mondo.-
disse Riku. -Come farlo al momento non lo sappiamo.-
-D’accordo.- disse Crea Dorosera, alzandosi dalla poltrona
posta dietro la scrivania. -Per questa notte sarete nostri ospiti, non
mi sembra il caso di farvi tornare in città col buio. Domani
pomeriggio, se vorrete, vi organizzeremo una traversata per tornare
indietro.-
-Separati?- ripeté Sora, sbattendo le palpebre incredulo.
-State dicendo che io e Riku saremo in una stanza molto lontana da
Kairi e Jessie?-
-Sì.- confermò Andy W. Hole, sistemandosi il
berretto sui capelli. -Purtroppo queste sono le regole della base, non
avete idea di quanto mi faccia soffrire questa situazione.-
spiegò con un sospiro afflitto, portandosi una mano al
petto. -Costretti a restare separati da tanto ben di dio solo
perché è stato stabilito che l’amore
è proibito!-
Il custode si ritrovò più confuso di prima.
-… Eh?-
Amata sospirò. -Dopo la caduta del Berlin, il muro interno
che prima divideva in due la base rendendo di fatto impossibili le
interazioni tra ragazzi e ragazze, il Comandante Fudo ha deciso di
lasciarlo così com’è, però
ha introdotto una nuova regola: l’amore è
proibito. Quindi Element maschi ed Element femmine ora sono liberi di
attraversare il Berlin, ma i dormitori sono separati.-
-E meno male!- esclamò Mix, portandosi le mani sui fianchi.
-Noi ragazze non ci faremo infettare da voi ragazzi!
-Jessie-san, Kairi-san, venite con me. Vi mostrerò la vostra
stanza.- detto ciò si voltò e
s’incamminò con passi imperiosi sotto lo sguardo
perplesso dei custodi e le espressioni imbarazzate di Amata e Andy.
-Mh… Non mi piace l’idea di separarci
così, ma queste sono le regole qui e dobbiamo rispettarle.-
disse Sora ai tre compagni. -Ci vediamo domani mattina a colazione.-
aggiunse poi rivolto alle ragazze.
-D’accordo.- rispose Kairi con un sorriso.
La custode del Tramonto rimase in silenzio, poco convinta della piega
presa dagli eventi. Separarsi dai compagni non le dava buone
sensazioni, la presenza di Riku in special modo la aiutava a restare
concentrata e negli ultimi tempi era riuscita a riposare senza avere
troppo timore di possibili incursioni dell’Emissario.
Trattenne un sospiro, purtroppo non poteva farci niente.
Riconobbe immediatamente le mani che strinsero le sue un momento dopo.
-Sei preoccupata?- chiese Riku, scrutando il suo viso. -Non negarlo.-
-Un po’, lo ammetto.-
-Non esserlo. Sono certo che andrà tutto bene.
C’è Kairi con te e io non sarò
lontano.- replicò lui, carezzandole una guancia e baciandole
la fronte.
Jessie sorrise, di nuovo tranquilla. -Hai ragione.-
FullMetal Alchemist Brotherhood
- Happiness ~ Requiem from "The Blind Alchemist"
Attorno a lei c'era un quieto silenzio, interrotto solamente dai
respiri delle ragazze placidamente addormentate che occupavano la
stanza. Jessie, però, non dormiva né riposava.
Con le ginocchia strette al petto e il viso posato su di esse, teneva
gli occhi schiusi e fissi nel nero vuoto che aveva sostituito la sua
vista. Sospirò stancamente. Sapeva che sarebbe andata in
quel modo: non appena aveva cercato di assopirsi, la sua mente era
stata trascinata in un vortice nebuloso di ricordi confusi e di paure
legate all’ultimo attacco di Marluxia, mentre in sottofondo
la risata graffiante dell’Emissario le lasciava
l’orribile sensazione di subire tante piccole ferite su ogni
parte del corpo.
Era certa che se ci fosse stato il suo compagno accanto a lei sarebbe
quantomeno riuscita a riposare fino al sorgere del sole, ma non le era
stato concesso. In quella strana base militare mista ad accademia per
l'addestramento dei giovani dotati di poteri Element, uomini e donne
dovevano dormire separati, in due ale ben distinte dell'immenso
edificio che ospitava la Neo-DEAVA, e lei ora era costretta a restare
vigile per non cadere vittima della subdola rete allestita dal loro
nemico, che ormai si era ben infiltrato tra i suoi ricordi, come un
appassionato lettore tra gli scaffali di una vasta biblioteca che non
sa mai da quale volume cominciare.
Alzò il viso e lo girò alla propria sinistra, gli
occhi completamente aperti: un numero incalcolabile luci più
o meno fioche riempì il nero del suo mondo, ma subito fra
tutte individuò i cuori di Sora e Riku, uno accanto
all’altro, legati come fratelli di sangue. Così
lontani da lei, eppure così vicini allo stesso tempo.
-Che razza di regola…- pensò, per poi lasciarsi
andare a un sussulto di consapevolezza quando ricordò le
parole del prescelto dell’Alba.
La custode del Tramonto sorrise, dopodiché scese dal letto,
facendo attenzione a non sbattere la testa contro il telaio del letto
soprastante. Infilate le scarpe si alzò in volo e
cercò a tentoni il corpo della principessa della Luce per
scuoterla appena su una spalla.
-Kairi? Kairi svegliati.- chiamò a bassa voce, per non
rischiare di disturbare l’altra ragazza che dormiva nella
stanza. -Kairi!-
La rossa mugugnò un istante, prima di sollevarsi sui gomiti.
-Mh? Jessie…? Che succede?- bofonchiò. -Non
riesci a dormire?-
La castana confermò con un lieve mormorio. -Vado a cercare
Riku, volevo solo avvertirti. Ci vediamo domani mattina a colazione.-
spiegò per poi allontanarsi dal letto a castello e volare in
direzione della porta, che ricordava essere alla sua sinistra.
-Cos- Aspetta!- esclamò la principessa a bassa voce.
-Aspetta Jessie, come pensi di arrivare fino ai dormitori maschili?!-
-Posso seguire la luce di Riku, la vedo chiaramente.- spiegò
l'altra, posando le mani sulla porta automatica, che si aprì
scorrendo sui propri binari.
-Ferma, ferma!- ordinò Kairi mentre scendeva dal letto,
facendo attenzione a non inciampare nella camicia da notte presa in
prestito. -Ti accompagno!-
-Ma posso- tentò di obiettare Jessie, restando comunque
sospesa a pochi centimetri dal pavimento.
-No, non puoi.- sospirò la custode del Flower Key,
prendendola per mano quando le fu vicina. -Andiamo, se ti accompagno
farai prima, no?-
La castana sorrise, ricambiando la stretta. -Grazie.-
S'incamminarono prive di timori lungo i corridoi illuminati dalla luce
della luna che passava dalle ampie finestre e dalle luci soffuse accese
sul soffitto. Non avevano percorso molta strada, quando a un tratto la
prescelta del Tramonto si fermò, voltandosi indietro.
-Che succede?- chiese Kairi, guardando l'amica in viso.
-Qualcuno ci segue.- disse. -Fatti vedere.-
-Jessie-san, Kairi-san, sono io.- rispose una voce piccola e gentile,
che costrinse la rossa a girarsi a sua volta per trovare il pupazzo di
una rana verde sospeso a mezz'aria.
-Yunoha?- chiamò, ottenendo un assenso mentre la ragazza
tornava visibile. -Cosa fai qui?-
-Ecco… Vi ho sentite uscire e vi ho seguite… Mi
dispiace.- si scusò la ragazzina, abbassando lo sguardo
intimidita e svanendo nuovamente grazie al suo potere Element.
-Non scusarti.- intervenne la castana. -Credo che tu abbia fatto bene a
seguirci, almeno dopo potrai riaccompagnare Kairi in camera senza il
rischio che si perda. Giusto?- chiese, stringendo la mano dell'amica.
-Giusto.- concordò la principessa. -Forza, proseguiamo.-
-Kairi-san, ma dove state andando?- domandò Yunoha,
incamminandosi con loro. -Vi ho sentite uscire, ma non ho capito
perché…-
-Stiamo andando ai dormitori maschili.- rispose Jessie. -Trovo molto
seccante l'averci costretto a dormire lontane dai nostri compagni.-
-Ma… Jessie-san, per noi ragazze è vietato
recarci al dormitorio maschile!- replicò la ragazzina.
-Non ha importanza.- disse l’altra, seguendo lentamente lo
spostarsi della principessa quando svoltò un angolo.
-Yunoha, io ho bisogno di stare vicina a Riku… È
dura ammetterlo, ma sto combattendo una battaglia che da sola non posso
vincere e lui… lui mi dà la forza di resistere.-
L’Element rimase interdetta di fronte a simili parole e
quando Jessie si voltò nella sua direzione, incrociare il
suo sguardo cieco la lasciò senza fiato. Come potevano
essere così tristi due occhi spenti e quasi privi di colore?
Non l’avrebbe mai creduto possibile, eppure la custode era
lì che la guardava
come se potesse leggerle dentro e allo stesso tempo tentasse di
comunicarle l’urgenza del suo bisogno e la
difficoltà nell’ammettere una debolezza. Poi,
così com’era cominciata quella conversazione
silenziosa terminò e Jessie tornò a guardare
avanti, sicura che Yunoha avesse capito.
Proseguirono in religioso silenzio, la custode del Tramonto che teneva
gli occhi ciechi fissi sulla luce del cuore del suo compagno, mentre
Kairi accanto a lei seguiva le indicazioni di Yunoha, l’unica
in grado di avvisarle se stavano sbagliando direzione.
Man mano che avanzavano lungo i corridoi, senza accorgersene Jessie
accelerò di poco il passo. Sapeva di essere sempre
più vicina e questo la rendeva impaziente. Kairi sorrideva,
sentendo la presa della mano della compagna ben salda sulla propria.
Era lieta che l’amica l’avesse avvertita dei suoi
movimenti, era un segno dell’intimo cambiamento che Jessie
stava attraversando. Perché era certa che se si fossero
trovati in questa situazione giorni prima molto probabilmente la
castana sarebbe scivolata fuori dalla stanza senza dire nulla a
nessuno, convinta di poter fare tutto da sola, contando solo sulle
proprie forze.
Si ridestò dalle proprie riflessioni quando
avvertì la ragazza accanto a lei fermarsi di colpo. -Jessie?
Che succede?-
-Riku.- rispose lei, gli occhi ciechi puntati con sicurezza avanti a
sé.
La principessa si voltò a guardare e con stupore vide
l’amico dai capelli argentei uscire da una stanza in fondo al
corridoio. Persa nei propri pensieri non si era resa conto della strada
che avevano percorso né di essere arrivate a destinazione.
-Hai resistito più del previsto.- esordì il
ragazzo con tono di falsa ammirazione, prendendo le mani della compagna
nelle sue. -Dovrò rivalutarti.-
-Mi sottovaluti sempre. Sei pessimo.- replicò lei falsamente
offesa. Le sue labbra però si distesero in un sorriso quando
Riku le toccò con le proprie in un bacio leggero.
Bacio che fece arrossire Yunoha fino all’attaccatura dei
capelli e che la fece svanire con uno squittio imbarazzato, lasciando
visibile solo la rana verde.
-Ops, stiamo dando spettacolo.- mormorò
l’argenteo, scusandosi con la ragazza Element, che pian piano
tornò a farsi vedere. -Vi ringrazio per aver accompagnato
Jessie.-
-Non c’è di che.- rispose la rossa, alzando una
mano per salutarli. -Ci vediamo a colazione. Buona notte!-
-Kairi, aspetta.- disse Jessie all’improvviso, tornando in
direzione dell’amica per abbracciarla. -Grazie.-
L’altra custode sorrise e ricambiò la stretta.
-Prego.-
Spogliata di pantaloni e canotta -si era rifiutata categoricamente di
mettersi addosso una camicia da notte tutta fronzoli- Jessie si
ritrovò vestita con la lunga maglietta a maniche corte che
Riku aveva avuto in prestito per dormire. Nessuno degli altri presenti
nella stanza si era accorto dei movimenti dell’argenteo
né della presenza di un nuovo ospite nel suo letto.
Rannicchiata contro il petto del suo compagno, la custode del Tramonto
si concesse un sospiro sollevato, che le fece chiudere gli occhi priva
di timori. Il cuore di Riku batteva tranquillo sotto il suo orecchio e
il suo ritmo costante la accompagnò nel sonno come la
più dolce ninnananna faceva con un bimbo che sa di essere al
sicuro.
***
Kingdom Hearts Birth By Sleep -
Destiny’s Union
Riconobbe
quel luogo senza alcuna difficoltà.
Le faceva strano vedere qualcosa con i propri occhi a causa della sua
cecità, ma all’interno di se stessa tutto era
possibile, soprattutto all’interno del suo cuore.
Osservò il mosaico della grande vetrata su cui posava i
piedi e per un attimo Jessie tremò. Il fuoco del sole al
tramonto era ancora rosso e arancio, ancora saldamente legato al blu
della notte che ospitava la luna piena, ma quelle che un tempo erano
due esatte metà ora apparivano come due aree quasi in
conflitto: il lato che ospitava il candido astro notturno prevaleva su
quello in cui albergava il sole al crepuscolo, occupando quasi tre
quarti della vetrata. I colori però erano meno nitidi, quasi
nebulosi.
Si portò una mano al petto, inquieta e preoccupata nel
vedere in che misura il suo cuore aveva già ceduto il passo
alle tenebre. La presenza dell’Emissario nella sua mente
doveva aver accelerato quel processo e questo non fece altro che
impensierirla ancora di più.
-Le cose sono cambiate così tanto…-
mormorò, muovendo qualche passo sul mosaico.
-Molto è cambiato figlia della Luce e ancora molto
dovrà cambiare.- esordì una voce incolore,
proveniente da una direzione imprecisata. -Vieni avanti e non aver
timore.-
Jessie avanzò fino al centro del mosaico e la Via del
Tramonto apparve davanti a lei, restando sospeso a mezz’aria
in posizione verticale. Ora più che mai la custode si
sentì inadatta per impugnarla. La cecità
l’aveva indebolita al punto tale di non essere più
in grado di brandire l’arma di cui era la prescelta: il
fardello della chiave era troppo pesante per il suo corpo e per il suo
cuore ormai ridotto in quello stato.
-Non sono più degna di impugnare il keyblade.-
affermò colpevole.
-Non disperare custode del Tramonto. Molto deve ancora cambiare e la
chiave che ti sta di fronte non è altro che uno specchio del
tuo cuore.- replicò la voce. -Anch’essa si
evolverà per poter svolgere il suo compito.-
-E dopo sarò in grado di combattere?-
-Le tue capacità non sono mai venute meno.-
assicurò la voce. -Temi il cambiamento custode del Tramonto?-
Jessie rifletté sulla domanda senza mai distogliere lo
sguardo dal suo keyblade. In che modo sarebbe cambiato? Forse lei non
sarebbe mai stata in grado di notare la differenza
dall’esterno, ma un cambiamento esteriore non aveva
importanza, era quello interiore a risvegliare in lei una certa dose di
ansia. Si disse però, che se era necessario un cambiamento
perché potesse tornare a lottare al fianco dei suoi compagni
allora lo avrebbe accettato e non l’avrebbe temuto.
-No. Cambiamento sia.-
Il keyblade s’illuminò di una luce rosata e bianca
e svanì nel nulla, poi tutto venne avvolto dalla luce rossa
e calda del fuoco che scorreva nel suo corpo e Jessie cadde in un sonno
senza sogni.
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