Shiii...ho!
L'interno
dello studio sul piano del laboratorio di ricerca il solito silenzio
era stato spezzato dal rumore di passi veloci e il respiro un po'
affannato di un bambino.
<<
Cosa ci fai qui? >>
<<
Ho chiesto dov'eri ma non me l'hanno voluto dire, solitamente mi
rispondono subito così ho pensato fossi andata in ospedale ma poi ho
visto la macchina nel parcheggio, così ho pensato stessi analizzando
dei dati qui. Quando sei qui non vuoi essere disturbata >>
La
donna che leggeva all'interno della stanza accennò un sorriso.
Lui
era un tipetto sveglio. Lo era sempre stato.
<<
Posso rimanere qui con te? >>
<<
Se prometti di fare silenzio >>
<<
Oook... >>
Il
piccolo si sedette su uno sgabello guardandosi intorno.
Quegli
occhioni azzurri ammiravano il mondo che lo circondava con con
autentica curiosità e, nonostante stesse diventando un po' troppo
litigioso coi suoi coetanei, rimaneva un bambino di buon cuore.
Forse
doveva smetterlo di definirlo bambino. Ormai aveva dieci anni.
Elena
era seduta davanti la sua scrivania con un grosso libro in mano
quando il ragazzino si mise a fissarle la pancia ormai grossa e
voluminosa.
<<
Come la chiamerai? >>
La
donna rispose senza staccare gli occhi dal grosso libro di anatomia.
<<
Non abbiamo ancora pensato ad un nome >>
Il
ragazzino
portò un dito sulle labbra.
<<
Come vorresti che fosse
quando crescerà? >>
Domanda
insolita per un bambino, ma non per lui.
Questa
volta la
scienziata girò la testa guardandolo negli occhi, subito dopo si
mise a fissare il pancione.
<<
Vorrei che fosse sana >> Desiderio primario di ogni madre
<<
Vorrei che fosse ambiziosa come suo padre. Vorrei che fosse felice...
>> E le si incrinò la voce << ...allegra come sua
sorella >>
Non
come me.
Portò
una mano sul ventre accarezzandolo con dolcezza.
<<
Ma soprattutto vorrei che fosse gentile, una persona buona >>
Non
come me.
La
donna si mise a fissare il vuoto persa nei suoi pensieri, nelle sue
speranze ma anche nelle sue preoccupazioni.
<<
Shiho! >> gridò improvvisamente il bambino facendola
sobbalzare.
<< Come dici? >>
Il
ragazzino alzò l'indice con fare da maestrino iniziando a parlare
con un gran sorriso sul volto.
<< Hai appena elencato i
significati del nome “Shiho”: buona, gentile, ambiziosa. È anche
un bel nome. Shiii...ho! >> disse chiudendo gli occhi e
serrando i denti per poi aprire le labbra emettendo un urletto.
Elena
fece una breve ed aggraziata risata nel vedere quel buffo faccino e
poi quel tono di voce le fece sciogliere il cuore.
<<
Sei un furbetto. Hai già fatto i compiti? >>
Rei
girò la testa grattandosi la guancia.
<<
C'è una cosa che non capisco. Me la puoi spiegare? >>
Sapeva
che era una scusa, ma decise di assecondarlo.
<<
E va bene... >>
*
Quando
Atsushi tornò a casa quella sera trovò Elena in camera di Akemi
mentre rimboccava le coperte alla figlia addormentata.
<<
Ciao tesoro >>
La
donna gli fece cenno di fare silenzio, gli prese la mano conducendolo
sino alla loro camera da letto.
<<
Perdonami ma ho impiegato molto tempo a farla addormentare, avevo
finito il mio repertorio di favole >>
L'uomo
sorrise e poggiò le mani sul pancione della moglie.
<<
Lei invece come si è comportata? >>
<<
Tranquilla, non si è mossa molto, come al solito >>
<<
Bene >>
Si
chinò dandole un bacio vicino l'ombelico.
<<
A proposito tesoro >> disse improvvisamente la donna
sistemandosi gli occhiali.
<<
Si? >>
<< Che ne pensi del nome “Shiho”? >>
Lui
la guardò con un'espressione stranita.
<< Non volevi
darle un nome inglese? >>
Elena
fece spallucce.
<<
Ho cambiato idea >>
***
Angolo dell'autrice
Ispirato dall'episodio 825
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