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“Quindi
lei flirta con me per tutta la sera, alla fine decido: le offro un drink”
Marcus bevve un sorso di vino prima di continuare. “Ma uno tira l’altro e dopo
tre Margarita e due birre finiamo a casa mia. Ti risparmierò i dettagli perché
credo che tu possa immaginarli.”
Allison
ridacchiò. “Decisamente.”
“Il
mattino dopo avevo i postumi di una sbornia, ma quando ho aperto gli occhi lei
se ne era già andata. Avevo questo incontro importantissimo quel giorno; si
trattava di un divorzio, non era neppure un mio caso, era di Jeff ma lui aveva
appena subito un intervento e mi aveva chiesto di sostituirlo. Tutto quello che
sapevo di questa coppia era che lui era un riccone, lei una cacciatrice di dote
molto più giovane del marito. Non sapevo neppure che facce avessero così arrivo
in ufficio e incontro il mio temporaneo cliente, facciamo quattro chiacchere e
mi racconta un po’ della sua frustrazione. Lo ascolto ma prego che la moglie
arrivi presto e che tutto si risolva ancora prima perché ho altre cose da fare.”
“E
hai i postumi di una sbornia e di una notte di sesso selvaggio” puntualizzò la
donna.
Marcus
rise. “Sì anche quello, è vero. Ad ogni modo la moglie arriva insieme al suo
avvocato, alzo gli occhi e la vedo. Era la donna della notte prima.”
“No!”
esclamò Allison sgranando gli occhi. “Stai scherzando vero?”
“Vorrei,
ma purtroppo sono serio.”
La
donna si trattenne per un secondo, poi scoppiò a ridere e si accorse che non lo
faceva da tanto, troppo tempo. Rise di gusto e realizzò che l’ultima volta che lo
aveva fatto era stato quando ancora lei ed Elijah erano una coppia. Quando
ancora, come avrebbe detto Hope, si piacevano come Leonard e Penny.
“Oh
mio Dio” disse a Marcus quando riprese fiato. “Grazie Marcus, per avermi fatto
ridere di gusto. Non lo facevo da troppo tempo.”
“Peccato”
mormorò lui versandole altro vino. “Perché sei bella da mozzare il fiato quando
ridi.” Rimasero a fissarsi in silenzio per qualche secondo poi Marcus si
schiarì la voce. “E tu, hai qualche storia imbarazzante?”
“Moltissime”
lei mangiò un boccone di carne. “Vuoi che te ne racconti qualcuna?”
“Tu
che ne dici? Storie imbarazzanti della mia perfettissima cliente.”
Allison
sembrò pensarci per un istante, poi fece un grosso respiro. “Qualche anno fa mi
trovavo a Mystic Falls per lavoro. Il mio amico Damon ha insistito affinchè
incontrassi tutte le perone più influenti in città, credeva che avrebbe giovato
ai miei affari in qualche modo, così decise di farmi imbucare ad un ricevimento
funebre. Era morto il sindaco e quale migliore occasione per conoscere tutti? Non
sapevo nulla di quel tizio” raccontò. “Dentro la casa c’era una montagna di
cibo, una miriade di diversi tipi di bevande, decisi di bere del succo di mela
e quando finii mi misi a cercare un cestino dell’immondizia. Fu allora che un
uomo mi si avvicinò. Iniziammo a chiacchierare e mi chiese se ero un’amica di
Carol.”
“Chi
è Carol?”
“Era
la moglie del sindaco” spiegò lei. “Titubai e lui capì che non avevo la più
pallida idea di chi fosse Carol o di chi fosse il deceduto, per dirla tutta.
Gli spiegai che ero lì per colpa del mio amico e gli dissi che tutto quello che
sapevo sul tizio morto era il suo cognome, il fatto che fosse il sindaco e il
fatto che fosse un idiota. Poi mi presentai. Ad ogni modo io sono Allison
gli dissi. Mason Lockwood rispose Il sindaco idiota era mio fratello.”
Stavolta
fu il turno di Marcus di ridere e lo fece a crepapelle tanto che quelli ai
tavoli vicini si voltarono a guardarlo. Rise per diversi minuti, Allison invece
si perse in un ricordo.
Allison
prese una tartina al salmone da un piatto di porcellana che, era sicura,
costava quanto la sua auto. Si guardò intorno cercando di farsi un’idea delle
persone che abitavano quella città e sospirò chiedendosi perché diavolo si era
lasciata trascinare in quella assurda situazione da quell’idiota di Damon
Salvatore.
Non
era nemmeno sicura che Elena Gilbert le piacesse… e credeva che il sentimento
fosse reciproco.
Prese
un po' di quello che credeva essere succo di mele e lo bevve tutto d’un sorso
prima di voltarsi alla ricerca di un cestino dell’immondizia in cui buttare via
il bicchiere.
“Credo
che tu possa lasciarlo lì” le disse un uomo guardandola curioso. “Sono certo
che una volta finito il ricevimento ci sarà un esercito di camerieri pronti a
pulire tutto. Il vantaggio di essere ricchi.”
L’uomo
si versò un bicchiere di limonata e ne bevve un sorso prima di puntare di nuovo
lo sguardo su di lei.
“Sei
un’amica di Carol?” le chiese.
Allison
respirò a fondo, pensando velocemente a come rispondere. Non aveva idea di chi
fosse Carol, tutto quello che sapeva era che il sindaco era morto.
“Tu
non sai neppure chi sia Carol vero?” l’uomo rise poggiando il bicchiere vuoto
sul tavolo. “Ti piace imbucarti ai ricevimenti funebri?”
“Non
proprio,” Allison si rilassò un po’. Gli occhi azzurri dell’uomo erano capaci
di infonderle una tranquillità e un pizzico di allegria anche. “Sono venuta qui
a Mystic Falls per lavoro, per così dire… ma ho incontrato un vecchio amico e
ha insistito perché mi fermassi qualche giorno. Ha anche insistito affinché
facessi la conoscenza dei più influenti abitanti della città e ha detto che non
c’era occasione o luogo migliore per farlo di oggi, qui a questo ricevimento.”
L’uomo
annuì. “Capisco. Sai almeno chi è la persona morta? Il suo nome per esempio.”
“Tutto
quello che so è che era il sindaco della città e che era un vero idiota. Almeno
questo è quello che mi hanno detto. Credo si chiamasse Lockwood” rispose lei.
“Ad ogni modo, io sono Allison.”
Lui
le strinse piano la mano. “Mason Lockwood. Il sindaco idiota era mio fratello.”
Allison
chiuse gli occhi per un attimo. “Ovvio che lo era,” mormorò schiarendosi la
voce prima di guardarlo. “Mi dispiace per la tua perdita. E anche per quello
che ho detto.”
“Ti
ringrazio e, non esserlo. Mio fratello era davvero un idiota” rispose Mason.
“Ora sarà meglio che vada ad accogliere gli ospiti; ho parecchia gente da
salutare, manco da un bel po’. Ma magari ci vedremo in giro, Allison.”
La
donna annuì guardandolo allontanarsi e gli sorrise quando lui si voltò a
guardarla un’ultima volta prima di sparire dentro una stanza.
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Hope
lanciò un urlo che svegliò tutta la casa. La prima ad arrivare da lei fu
Hayley, poi arrivò Klaus ed infine Freya ed Elijah. L’orologio segnava le
quattro del mattino.
“Che
succede?” chiese proprio quest’ultimo?”
Hayley
scosse il capo accarezzando il capo della figlia. “Hope, tesoro che succede?”
“Ho
fatto un brutto sogno.”
Klaus
si mise a sedere sul letto e le prese una mano. “Che cosa hai sognato?”
“Eravamo
in un posto buio, io e zia Allison. Mi teneva per mano e non avevo paura ma poi
spariva e mi lasciava sola ed io piangevo e lei non tornava.”
“Oh
amore” le disse Hayley guardando gli altri. “Era solo un brutto sogno. La zia
Allison non ti lascerebbe mai da sola nel buio. Lo sai vero?”
La
piccola annuì. “È già tornata? Posso andare a parlarle?”
“Non
è ancora tornata” le fece sapere Freya “Ma sono certa che sarà qui quando ti
sveglierai domattina. E sono sicura che avrà con sé la torta che le hai
chiesto.”
“Dobbiamo
mangiarla insieme” ricordò Hope. “Secondo voi non è ancora tornata perché si
sta divertendo?” ridacchiò poi guardò sua madre. “Puoi rimanere con me fin
quando non mi riaddormento? Anche tu” chiese a suo padre.
Le
sorrisero entrambi mentre Freya ed Elijah si allontanavano. Loro due rimasero
finché la piccola non si addormentò. Sapevano tutti, tutti e quattro che quel
sogno forse non era solo un sogno.