Piano
di fuga
<<
Corri! >>
Un
ragazzino correva tra i corridoi lunghi e oscuri dei sotterranei
dell'edificio tenendo saldamente per mano una bambina di circa cinque
anni.
I
due erano inseguiti da un gruppo di uomini armati.
La
piccola aveva gli occhi inondati di lacrime ed era molto spaventata.
<<
Dove stiamo andando? >>
<<
Devi andare via di qua. Questo non è un posto sicuro >>
Aveva
capito da un po' che quello non era un posto adatto a dei bambini.
In
realtà non era un posto adatto per nessuno.
Conosceva
bene i suoi genitori e sapeva che non avrebbero mai permesso che lei
entrasse in quell'edificio. Questo lo mise in allarme.
Era
successo qualcosa ne era certo.
<<
Aspetta io voglio la mia sorellina >>
Il
ragazzino deviò di scatto entrando in una di quelle stanze
sotterranee, la prese in braccio facendola salire su una piccola
finestra.
<<
Scappa. Ci penserò io a prendere la tua sorellina >>
<<
Davvero? >>
Rei
annuì e poi si voltò verso la porta: aveva sentito il rumore dei
loro passi farsi sempre più forte.
<<
Si e adesso scappa, c'è una stazione di polizia vicino la stazione.
Vai lì >>
<<
O... ok... ma tu chi sei? >>
<<
Un amico. E adesso corri! >>
La
piccola annuì e si voltò andando diretta verso il cancello.
Il
ragazzino accertò che la bambina si stesse allontanando poi si voltò
e corse velocemente per il corridoio.
Se
Akemi era li sicuramente avevano portato anche Shiho.
Che
avevano in mente?
Si
nascose dietro un mobile posto al centro di uno dei corridoi
secondari e attese che quel piccolo gruppo di agenti se ne andasse.
Assottigliò
gli occhi riflettendo sul da farsi: come avrebbe fatto a trovarla?
Quei
corridoi erano tutti uguali.
Si
guardò intorno e aprì una porta a caso ritrovandosi una serie di
porte numerate con numeri romani.
Improvvisamente
udì il pianto di un bambino.
Sorrise
speranzoso e si mise a correre seguendo quel pianto.
Proveniva
dalla porta XX.
Rei
deglutì e aprì la porta cercando di fare in meno rumore possibile,
sbirciò oltre di essa: la stanza era semiilluminata da delle luci a
LED bianche, dentro c'erano tre computer e altri macchinari strani.
Non
sembrava esserci nessuno al suo interno.
<<
Mnnnnh... gneee >>
Spalancò
la porta seguendo il rumore di quel pianto straziante e quando fu
abbastanza vicino la riconobbe.
La
piccola era stata posta su una culla pediatrica con i bordi di vetro
e aveva attaccati alla fronte e alle tempie degli strani adesivi con
dei cavi collegati ad una macchina.
<<
Ma che...? >>
Cosa
avevano intenzione di farle?
Si
avvicinò alla piccola guardando attentamente quegli adesivi, glieli
staccò dalla testa e la prese in braccio.
La
bambina si girò continuando a piangere terrorizzata.
<<
Sssh... va tutto bene piccola... >>
La
cullò cercando di fermare le sue lacrime e quando la vide
tranquillizzarsi si mise a correre cercando una via d'uscita.
Aprì
un'altra porta e anche qui non trovò altro che corridoi.
Quel
posto era peggio di un labirinto.
Si
fermò di colpo sentendo dei passi davanti a lui, aprì una porta
ritrovandosi in quello che sembrava uno spogliatoio.
La
piccola mugugnava e muoveva freneticamente le gambe.
<<
Ssh Shiho non fare rumore... >>
Si
nascose dietro un grosso armadio in acciaio.
Sentì
quegli uomini avvicinarsi sempre di più.
Deglutì
avvertendo una paura matta.
<<
No... lasciatemi la mano. Mi fate male. Ahiii >>
Spalancò
gli occhi impietrito: quelle erano le urla di Akemi.
L'avevano
presa.
Maledizione
era convinto di averla salvata.
Chiuse
gli occhi sentendo gli occhi pizzicargli e serrò i denti.
<<
Tsk >>
Nella
rabbia diede un pugno contro il muro emettendo un rumore sordo.
Si
pentì immediatamente di quel gesto.
<<
Ehi il rumore veniva da questa stanza >> disse uno di quegli
uomini.
No.
Che
stupido. Che cretino!
Si
rannicchiò stringendo a se la bambina poi alzò lentamente la testa
incrociando lo sguardo di due di quegli uomini che lo fissavano con
disprezzo.
<<
Che avevi intenzione di fare ragazzino? >>
<<
Io... io... >> balbettò non sapendo come reagire.
Per
quanto intelligente e maturo rimaneva pur sempre un ragazzino di
dieci anni.
Uno
dei due uomini le strappò dalle braccia la bambina, Rei cercò di
ribellarsi ma con ben poco successo.
<<
No... non potete >>
Prese
un lembo dei pantaloni di quell'uomo iniziando ad urlare.
<<
Lasciatela! >>
<<
Adesso mi sono stancato >>
Con
un gesto rude l'uomo gli diede un manrovescio sul viso.
Rei
sbatté violentemente la testa contro il bordo dell'armadietto:
avvertì un dolore lancinante, un forte senso di vertigine e
successivamente la sua vista si fece man mano sempre più sfocata.
Si
accasciò a terra col viso contro il pavimento.
<<
Shi... ho... >> mormorò prima di perdere i sensi.
***
Angolo
dell'autrice.
Dopo
aver pubblicato "Shi...ho!" mi sono venute in mente altre
one shot e ho deciso di creare una raccolta.
Io
lo so che sicuramente Gosho tra qualche capitolo infrangerà tutti i
miei film mentali ma fino a quel momento fatemi sognare, vi prego.
Spero
che questo capitolo vi sia piaciuto. Grazie a tutti i lettori.
Bye.
Violetta_
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