A souless love, Kuroshitsuji
A souless love, Kuroshitsuji
Solo fuoco attorno a me, le alte fiamme mi circondano intrappolandomi
come un uccello in gabbia, sono consapevole di non avere
possibilità di fuga ma dopotutto non ho più nulla da
perdere, i miei genitori sono morti davanti ai miei occhi, le loro vite
sono state brutalmente spezzate dalle fiamme, le loro anime sono
scomparse davanti ai miei occhi e insieme a loro anche il mio futuro.
Mi sveglio di
scatto, terrorizzato da quei ricordi che dopo anni continuano a
ripetersi ogni volta che oso chiudere occhio, possibile che la mia
mente non si sia ancora stancata di tormentarmi in questa maniera?
Riapro gli
occhi lentamente per ritrovarmi nella familiare oscurità della
mia camera, realizzando poi che era stato solamente un sogno.
Sono Ciel
Phantomhive, ho tredici anni, vivo a Londra, sono il cane da guardia
della Regina... Mi ripeto come un mantra la storia della mia vita
cercando di convincermi che abbia davvero un significato, che la
successione di dolore e illusioni che definiamo esistenza possa voler
dire qualcosa nell'inarrestabile flusso dell'universo.
Sento la
porta aprirsi lentamente e mi passo una mano tra i capelli cercando in
qualche modo di ricompormi, devo avere un aspetto patetico adesso, il
completo opposto del Ciel che tutti conoscono, freddo e distaccato.
-Avete di nuovo fatto quel sogno, Signorino?
Chiede Sebastian, con la sua solita voce calma, mentre accende una candela sul comodino accanto al mio letto.
Per un attimo mi
perdo nei miei pensieri, osservando gli occhi scarlatti del mio
maggiordomo, è possibile che io sia arrivato a tanto? A fare un
patto col diavolo, sacrificare la mia anima?
Ma dopotutto
Sebastian mi ha salvato, se non fosse stato per lui, adesso sarei
già morto.. Da come parlo sembra che lui sia stato il mio
salvatore, ma non nulla di più di una pedina che mi
aiuterà ad avere quel che voglio, un Re con poteri speciali che
mi aiutano a conquistare ogni mio egoistico obbiettivo.
-Signorino?
Interrompe ancora una volta il flusso dei miei pensieri con la sua voce vellutata.
-S..sì?
Chiedo con voce
incerta rivolgendomi a colui che è ormai il mio unico appiglio
al resto del mondo, alla normalità… E’ alquanto
ironico come un demone, una creatura sovrannaturale, mi tenga in
contatto con la realtà più di quanto possano farlo i
mortali, come una creatura senza anima sia l’unica che riesca a
capirmi in ogni mio più profondo e oscuro pensiero.
-Avete di nuovo avuto un incubo?
Ripete lentamente, mi accorgo di essermi distaccato dalla realtà
quando non noto che si stava sedendo sul letto accanto a me
finché non sento il leggero movimento del materasso causato dal
suo peso.
-Io sono vivo, Sebastian? Non intendo dal punto di vista medico, so che
il mio cuore batte, che il sangue continua a scorrere nelle mie vene ma
mi manca qualcosa.
Il demone mi osserva inclinando leggermente la testa, percepisco le sue
dita sulla mia spalla che mi sfiorano leggermente attraverso il tessuto
della camicia da notte, non so come definirei la sensazione che provo
adesso, è estraniante ma allo stesso tempo è la cosa
più vicina alla vita che io abbia mai provato.
-Se me lo permette, Signorino, suggerirei che tornaste a dormire e riposaste.
Annuisco leggermente e mi accorgo che probabilmente farei qualunque
cosa se mi viene chiesto da quella voce melliflua o se il suo sguardo
si posasse anche per un secondo su di me.
-Sebastian?
Mi accorgo soltanto ora di come suona insicura la mia voce, come quella
del bambino spaventato che pensavo di aver abbandonato nel passato, tra
quelle fiamme.
-Sì, Signorino?
Per un attimo mi perdo tra tutte le cose che potrei dirgli in questo
momento, viaggio con inerzia tra i miei pensieri come un galeone tra la
nebbia, non esattamente sicuro di come fa la mia mente a concepire
certi pensieri.
-Puoi restare qui, finché non mi addormento..?
Sento il suo sguardo pesante su di me, come una lama che taglia una
fragile scultura di ghiaccio, per un attimo penso che mi avrebbe detto
di no, umiliandomi in uno dei miei momenti di fragilità ma no,
non può farlo, è il mio maggiordomo deve fare quel che
gli dico, non ha alcuna scelta.
-Yes, my Lord.
Mi trattengo dal tirare un sospiro di sollievo quando mi risponde,
sarei ridicolo, invece semplicemente mi rimetto sotto le coperte,
stranamente più tranquillo di quanto ero prima.
Mentre ricado
nelle accoglienti braccia di Morfeo sento una mano che mi sfiora i
capelli, riesco a riconoscere il tocco delicato ma deciso di Sebastian
e sento la sua voce sussurrarmi qualcosa, non riesco a capire cosa e
sinceramente non sono interessato a saperlo quando posso continuare a
illudermi che abbia detto qualcosa che corrisponde anche lontanamente a
quel che vorrei che mi dica.
N/A
Una cosetta che avevo scritto
tempo fa, penso che se ne salvino più o meno due righe, il resto
è brutto come poche cose al mondo ma volevo pubblicarla giusto
così, perchè vi voglio del male.
E comunque l'ho dovuta rieditare con NVU che madonna, li avete presenti i santi? Tutti ve li fa tirare.
Dopo l'uscita infelice del giorno vi lascio in pace e buona Pasqua!
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