Mockingbird
Adam Golaski
viene inviato a Theta senza molte informazioni. La storia vede gli
accadimenti dal mio punto di vista per e dopo video, con qualche
piccola aggiunta, ma cercando di essere accurata con le informazioni
date in gioco. Immaginando però cosa è accaduto
dove non specificato...
Golaski e Reed sono trattati come io li ho avvertiti dal gioco e live
action. In questa fic Reed porta i capelli lunghi, ma non per il live
action, ma per un fotogramma della scena di morte di Simon, dove si
nota un profilo di donna (forse Reed) con i capelli lunghi. Per il
resto, si tratta di una storia basata sui video che da titolo alla
storia
e tratta alcuni aspetti non indicati da video e gioco. L'idea sulla
ripopolazione e cloni mi è venuta dalle info della cartella
di gioco
che mostrano art e modelli per bambini, presenti all'inizio del lavoro
sul gioco.
Tutte le mie
fanfiction sono materiale che serviva per altri progetti per la pagina.
le storie sono intese come possibili accadimenti ove poco o non
specificato nell'opera, seguendo il gioco e info del sito. Non valuto
molto Transmission perché sembra sia stato montato per
adattarsi meglio
al gioco finale, perché registrato prima e con fatti
diversi, inoltre è
inteso dalla Frictional come 'spirato'. Pertanto, in base a file e
fatti nel gioco, presento come potevano essere situazioni e storie per
la versione finale che abbiamo tutti giocato.
Messaggio Trasmesso
Da: J: STROMHEIER
Adam Golaski è pregato di raggiungere Theta il prima
possibile. Urgente!
Nota
Gask,
ho fatto il possibile per capire di cosa si trattasse, ma non mi hanno
voluto dire niente. So solo che mi hanno chiesto se eri scomparso o se
eri morto. Sembrano usciti di testa, non so perchè. Ti
conviene fare
come dicono.
Herbie
Centro di controllo e comunicazioni esterno di Omicron
"Sul serio...cosè questa storia?" sventolando il biglietto
stampato e con appunti sul lato opposto.
"Che
vuoi che ti dica, Gask. Herb non è riuscita a sapere altro,
siamo tutti
curiosi di capire che cosa è accaduto ai grandi di Theta...
nessuno
parla. Neanche Strasky, che è un gran chiacchierone, ha
voluto dire
nulla. Strano..."
Eric si sistema la duttil suit per tornare a
Omicron, mentre Golaski si accomoda su una scatola metallica per
registrare il lavoro effettuato.
"Quanto odio queste cose. Sono
rimasti a capo di Pathos e continuano a non spiegare nulla quando gli
vengono idee strane. Essere dipendenti è una stronzata..."
"Gask...
Cè bisogno di capi, sopratutto capaci in tempi come i
nostri. Siamo
poche persone, amico, e dobbiamo tutti essere indirizzati e guidati. O
almeno, lo dicono i libri sulle catastrofi mondiali o distopici. Dirlo
ora, mesi dopo la caduta della cometa, sembra assurdo ma..."
"Eric,
mi sostituisci tu mentre sarò via? Qui Herb si
sentirà sola senza di
noi che lavoriamo in giro... " tenendo gli occhi sul blocco appunti
"Gli altri cosa hanno detto per quando io non ci sarò?"
"Ehi,
Gask... Theta si trova a pochi minuti, che tu vada con la navetta o a
piedi dall'accesso secondario. Tranquillo, anche se mancherai qualche
giorno, con la tua manutenzione continua e vari controlli fatti oggi,
possiamo restare qui ad aspettarti senza problemi... cerca di pensare
soltanto a cosa vogliono, al resto ci pensiamo noi!"
"..."
"Gask..."
"E
se riguarda qualche lavoro che vogliono io svolga per molto tempo
altrove? Cambiare un pò aria è positivo per noi,
ma... non sono pronto
a fare il pendolare per qualche loro idea post cometa"
"Pendolare....
è una parola che penso non sentiremo più per
molto, molto tempo...
anche per quella storia sulla ripopolazione di quelli di Theta. Sul
serio, da dove è venuta fuori l'idea di far decidere alle
donne per la
nuova generazione tra gravidanza normale e cloni? E per giunta
gravidanze di cloni a caso, quindi come una roulette russa, dove puoi
trovarti con un tuo clone che cresce a Pathos, così da
evitare litigi?
Litigi di cosa, poi...? E fare tutto qui a Omicron, perchè
secondo loro
è più attrezzata? Chi ha queste idee?
Sinceramente, l'idea di sapere
che in qualunque sito potrebbe nascere, tra un anno, un me che
sgambetta, urlando versetti strani, chiedendo latte, mi fa
rabbrividire...e che poi dovrei allevare e istruire io
perchè mi
sostituisca...ma sono pazzi?"
"Sbaglio, oppure poco fa che mi
lamentavo mi hai zittito? L'idea delle gravidanze e cloni... non so se
posso capirla, anche se non possiamo pensare di restare soltanto noi
per anni senza qualcuno che ci sostituisca o ci aiuti... non ho voglia
di pensare, sinceramente, all'idea di avere un 'figlio'..."
accigliandosi e sospirando "...perchè per me di quello si
tratta alla
fine, solo per andare avanti a Pathos con mansioni necessarie per il
sito e...!
"Gask... oltre al fatto che qualcuno ha avuto la
bella idea che ogni clone deve essere 'allevato' dall'originale e non
capisco il motivo... perchè non vedere se cè
qualche coppia che vuole
continuare l'idea di discendenza? Ci sarà per ogni uomo o
donna il
compagno ideale... perchè farci clonare così da
avere identici noi, per
aumentare aiuto e popolazione, e poi avviare la terza generazione in
maniera naturale? Comunque, per quanto riguarda te... so che per tua
figlia l'argomento non è ideale, però.."
Golaski gli fa cenno di
tacere, mentre scrive qualcosa sul suo blocco di lavoro. Eric indossa
il casco della tuta e, dopo avergli dato un colpetto sulla spalla
amichevole, esce dal centro di comunicazioni e controllo esterno per
dirigersi a Omicron.
Due ore dopo
Golaski mette piede
sulla banchina di arrivo dello shuttle station del livello
più basso a
Theta, uscendo dalla navetta. Si trova con due porte, a sinistra per
salire al livello laboratori e all'ufficio di Strohmeier, e vicino
l'ascensore, e l'altra alla zona manutenzione. Ed è solo.
Non avendo
avvisato dell'orario di arrivo, si maledice per non aver tenuto i
contatti con Theta. Giunge al piano laboratori, dopo aver deciso di
avventurarsi, e due dipendenti nei corridoi gli indicano l'ufficio di
Strohmeier. Gli consigliano però di attenderlo perche, a
causa di varie
questioni, non tornerà presto. Attende cinque minuti,
camminando nel
piccolo spazio di quella stretta stanza, nervoso, finchè non
esce nei
corridoi. Vuole evitare di entrare nei vari laboratori e dover dare
troppe spiegazioni, ma l'idea di attendere non gli garba. Dei passi
annunciano l'arrivo di qualcuno e attende, finchè non appare
una donna
di origini asiatiche che lo guarda, dopo aver svoltato verso di lui, in
modo nervoso. Le chiede gentilmente se può indicargli dove
si trova
Strohmeier o il motivo per cui si trova a Theta.
"... deve
parlare con Strohmerier o con Reed... non so dove... dove sia
Strohmeier..." guardandosi intorno nervosa "... ma se parla con Reed...
deve andare nella zona ovest dei laboratori... la Machine room..."
La
donna fa un cenno con la testa per salutarlo e si avvia a passo
spedito. Golaski resta a fissare la sua schiena finchè non
scompare in
una stanza e, nervoso anche lui, si avvia dove gli ha indicato,
leggendo le targhette delle porte per orientarsi. Incontrato un altro
membro di Theta, riesce a individuare la Machine room più
avanti. Non
ha finestre o vetrate, è una zona decentrata del livello e
legge la
targhetta, constatando di aver trovato veramente il laboratorio e apre
la porta.
La stanza è parecchio grande, ingombra di robot in
riparazione e integri, scrivanie addossate alla parete, armadi e
armadietti e strumenti di lavoro un pò ovunque. Con due
porte, una alla
sua sinistra e un'altra quasi di fronte a lui, entrambe chiuse. Sospira
irritato, decide di cercare Strohmeier tramite un intercomm quando la
porta quasi davanti a lui si apre ed entra una giovane donna,
affaccendata sul suo pad e appartenerete di corsa, mentre legge e si
avvicina a un armadietto. Prende vari oggetti da casse e armadietti,
appoggiandoli alla scrivania vicino, mentre legge muovendo le labbra ma
non a voce alta, quello che le compare sullo schermo del pad.
Lui è
defilato dietro il tavolo centrale da lavoro con un robot sospeso in
aria, intento com'era a osservarsi intorno, e non sembra che lei si sia
accorta o meno della sua presenza.
Quando Golaski fa qualche passo
verso di lei, la donna resta con l'oggetto in mano, sospeso per aria
prima di poggiarlo, e lo fissa stupita.
"Mi scusi non volevo
spaventarla, ma cerco Strohmeier o in sostituzione Reed... credo...
sono stato chiamato qui a Theta da Omicron urgentemente e vorrei sapere
perchè!"
Quando lei sembra capire e sta per rispondere, qualcuno
li raggiunge dall'altra porta parecchio arrabbiato e nervoso,
lamentandosi a denti stretti. Si avvicina alla donna, le consegna un
pad e poi prende qualcosa dall'altra scrivania e scuote la testa
sospirando.
"Richard, cosa è accaduto?"
"Cosa?!?" chiede
lui, girandosi verso la collega con aria imbronciata "quel... coso!...
quel coso, ha osato offendermi dicendo di chiamare qualcuno
più
competente... è la seconda volta che offende me, non
è la prima che
tratta con cinismo te e...cavolo!... Davvero, se quel coso ha detto il
vero e cè un Golaski a Omicron, deve essere uno... cavolo"
"Cosa
ha detto? perchè sembri così nervoso?" gli chiede
ma guardando sia il
collega che Golaski, con un velato sorriso, come se stesse divertendosi
della situazione.
"...ma sentimi! NOn è da essere scurrile ma mi
ha fatto arrabbiare che... uff!" scuotendo il capo "non so davvero...
si è offeso perchè gli ho detto che non me la
sentivo di dargli la
mano, visto che ha due pinze alla fine dell'arto...!" muovendo la mano
imitando le pinze del robot "... mi ha offeso... non capisco...."
"Scusate..." chiede Golaski " non ho ben capito..."
"Chi è lei?"
"Ehm..."
dice la donna rivolta al collega "... credo che lui sia...sia Adam
Golaski... di Omicron.." cercando di far capire al collega l'allusione.
I
due uomini si osservano, poi Golaski allunga la mano per salutarlo,
indicando il suo nome e grado a Pathos e chiedendo informazioni sulla
chiamata a Theta.
"Non vorrei doverlo chiedere, Reed, ma vorrei
capire perchè era così urgente quella chiamata di
Strohmeier e quando
posso tornare a Omicron..."
"Come? NOn ho capito..." chiede l'uomo, stringendogli la mano ma
parecchio perplesso.
"...Signor
Reed, sono venuto a Theta appena mi hanno informato, dopo aver lasciato
molto lavoro ancora da finire... potrebbe spiegarmi cosa succede? Chi
è
che parla di me?"
"Scusa... cerchi Stromheier o Reed?" guardando verso la collega, che
ride cercando di nasconderlo.
"MI
è stato detto di venire qui da Strohmeier, ma che potevo
anche
rivolgermi a Reed per capire la situazione... per questo, mi dica
cortesemente perchè sono qui..."
"Ah..." disse l'uomo alzando un sopracciglio "...se deve chiedere a
Reed informazioni, perchè si rivolge a me?"
Dopo
un attimo di incertezza di Golaski, la donna si volta verso il collega
sorridendo divertita, dandogli un amichevole colpetto sul braccio,
dicendogli di staccare e che al resto avrebbe pensato lei.
"Sei sicura?"
"Certo..."
poi rivolgendosi a Golaski "Golaski, piacere, sono Imogen Reed,
ingegnere meccatronico in Theta. Le spiegherò
perchè è stato chiamato
qui. Prima però, le presento il mio collega, Richard Tabo,
con le
stesse mie mansioni qui a Theta e..."
"Sei tu Reed?" chiede Golaski stupito "Mi dispiace, parlava di me,
credevo che lui fosse.."
"Stai
tranquillo, forse non avevano specificato..." dice Tabo a Golaski
sorridendo "...ad ogni modo, andrò in sala mensa a prendere
qualcosa. E
occhio a quel tipo..." indicando la porta da dove era entrato a Reed.
"Scusa
per il malinteso, ma in questi giorni sono accadute varie cose e...beh,
se non hai pranzato puoi andare con Tabo a prendere qualcosa,
altrimenti..."
"No, va bene. Voglio sapere cosa è accaduto"
Reed
sorride gentilmente. Prende il pad e gli oggetti e gli chiede di
seguirlo. Apre la porta da cui era arrivato Tabo e, seguita da Golaski,
giunge a un'altra grande stanza piena di robot. Si ferma di colpo e si
volta verso di lui.
"Vorrei che restassi un attimo qui e
osservassi tutto. Io mi sistemo in quella sedia" indicandola con la
testa, posizionata in un angolo della stanza davanti un robot a terra
"... voglio le tue impressioni prima di spiegarti davvero le cose. Non
arrabbiarti, non fermarmi o altro. Osserva soltanto, va bene?"
Golaski
rimane a fissarla, incerto. Reed sorride, sembra un pò a
disagio,
forse. I capelli si muovono a ogni movimento della testa, legati dietro
in maniera semplice, ma le cui ciocche libere accentuano i suoi
discorsi come quando si gesticola con le mani. Rimane a fissare gli
occhi verdi, che sembrano sorridere da soli, e i capelli che gli
ricordano la cannella, quelle stecche che vedeva sempre nel the per
dare un sapore particolare alla bevanda.
"Va bene?"
"Ah, si...certo. " osservando il secondo laboratorio "NOn ho ancora
capito ma... resto qui a osservare..."
"Posso
capire che la situazione deve sembrare strana, e lo è
parecchio... ma
credo che vedendolo con i tuoi occhi, le cose passano sembrare chiare
senza troppe spiegazioni...poso questi là sopra e poi
osserva..."
Gli
sorride, poi si volta e raggiunge un tavolo da lavoro per poggiare i
ricambi e strumenti che aveva preso nell'altra stanza. Prende il pad,
vi lavora sopra mentre si avvicina alla sedia e si volta alla cam
posizionata il giorno prima. Attiva la cam tramite il pad, regola la
messa a fuoco e il rilevamento dei soggetti per una registrazione
più
chiara e si siede. Armeggia con il pad, lo rivolge verso la cam e
registra data, ora, nome e posizione di lavoro e si rivolge al robot
davanti a lei, che sembra muoversi.
"Allora... Golaski... eccomi qui!"
"Finalmente" con una voce robotica ed elettrica "...dove è
finito il tuo collega? Si è offeso..."
"Si, in effetti è vero... non ha gradito l'allusione del
collega che..."
"Senti,
non so cosa è questo, ma sono qui a terra... ok?... "
agitando le
braccia e varie parti da cui pendono vari fili "dite che non sono
ferito, ma di certo se non posso muovermi qualcosa non va..."
"In effetti..."
"Dovè
un dottore? Perchè il tuo collega mi ha fatto domande sul
fatto che mi
sono 'smontato', a suo dire, a pezzi quando... quando è
chiaro che sono
ferito...o che altro..."
"Ascolta, sei qui...."
"No,
ascolta tu. Voglio sapere cosa succede. Perchè non sono a
Omicron? da
quanto vi chiedo spiegazioni e continuate a farmi domande personali e
dirmi che non sono me stesso?"
Reed si volta alla sua destra,
osserva l'uomo alle sue spalle incerta, chiaramente perplesso e con
sguardo accigliato. Si volta verso il robot e gli chiede di aspettare
qualche minuto.
"Ehi dove vai...Reed! Reed!!... non capisco
quanto tempo passa se mi avete tolto l'orologio... l'orologio di mia
figlia... perchè non ho i miei oggetti personali? Ehi..."
Reed si avvicina all'uomo che si mostra nervoso e gli sorride quasi
dispiaciuta. Osserva un'ultima volta il robot, poi lui.
"Posso
capire il tuo turbamento... anche io all'inizio quando lo abbiamo
attivato... non potevamo crederci..." scuotendo la testa "... ho anche
chiesto alla mia collega che si occupa di AI se era un qualche suo
lavoro... ma... Guarda..." mostrandogli il pad, che lui esamina senza
prenderlo in mano, lasciandolo tra le sue dita "...queste sono le
domande che gli ho fatto fino a ieri e le risposte davano sempre lo
stesso risultato. Afferma di essere Adam Golaski, Chief Engineer presso
Omicron, trentacinque anni, sposato con una figlia, più
varie
informazioni che ci hanno costretto a... bhe, credergli...Voglio dire,
se leggi bene, sono risposte troppo dettagliate e realistiche per
essere una AI lasciata lì per caso. Data di nascita, luogo
di nascita,
studi, informazioni professionali, informazioni sul lavoro a Omicron,
famiglia... credo capirai bene che, insomma, lui... sembra reale...
all'inizio tutti pensavamo che fosse uno scherzo, un vecchio lavoro che
si era attivato con il robot... ma da come parla e ragiona, sembra ben
altro. Strohmeier ha dato un'occhiata al personale di Pathos e ha
scoperto che effettivamente esisteva un Adam Golaski... ma pensavamo
che fosse accaduto qualcosa e... avrebbe spiegato perchè si
trova un
robot che ragiona e si presenta come te... invece sei qui! Finora non
è
accaduto nulla di simile e vogliono essere sicuri di avere tra le mani
qualcosa... da studiare ma innocuo o..."
Rimane con il discorso
a metà, scuote la testa osservando il robot, che continua a
muoversi e
parlare da solo, poi punta gli occhi su Golaski. Lui non dice nulla,
osserva Reed e il pad ragionando, poi si volta verso il robot.
"Posso parlargli?"
"Certo... possiamo farlo ora, se vuoi..."
"Allora voglio parlargli..."
Reed gli sorride e gli indica con il braccio la sedia.
Il giorno dopo, mattina
Reed
entra nel laboratorio controllando il pad, alza gli occhi e nota Adam
Golaski seduto su una sedia metallica che osserva qualcosa sul suo pad.
Lo saluta e gli chiede come mai è ancora a Theta.
"... sono
rimasto, su richiesta di Strohmeier, perchè mi ha convinto a
studiare
la situazione. Mi ha assegnato un modulo abitativo e detto che
tornerò
a Omicron quando sarà presa una decisione sul robot e...
quello che
ha... una scan, una AI con i miei dati..."
"Hai parlato con Catherine?"
Golaski
alza gli occhi verso di lei, ferma con una mano sul pad che era
appoggiato al tavolo da lavoro. Come sempre lei sembra sorridere e si
colpo lui si volta verso le scrivanie alla sua destra.
"Dimenticavo...
ho portato dei caffè, lì sulla scrivania, per te
e il tuo collega...
non so chi sia Catherine ma no... ho dormito nel modulo e... poi sono
venuto qui... ho controllato e rivisto video e domande. Conosce
chiaramente informazioni personali che... non può aver preso
da
nessuno... nessuno a cui abbia mai detto quelle cose, informazioni
chiaramente vere ma impossibili da scoprire. NOn sapeva nulla di mio
padre e questo... è strano. Voglio dire, conosce determinate
cose che
non ho mai detto a nessuno, ma su mio padre non sapeva nulla... e
diceva che era impossibile, che sapeva che era vivo e ha fornito date
che chiaramente sono vecchie, ma non le conosceva nessuno a parte me..."
"Questo
vuol dire che si tratta di una AI con informazioni datate, anche se non
vi era nessuno a conoscenza, oppure è... una scan? Era
un'ipotesi di
Catherine ma da quello che ha detto, si tratta di studi e lavori fatti
per lo più per creazioni di AI di alto livello, per
determinati
scopi... tutte quelle che abbiamo, che utilizziamo o che Catherine crea
sono basate su modelli che..."
"Ascolta, qualunque cosa sia è
chiaramente... sa cose che nessun esperto di AI poteva ricavare qui a
Pathos, se come Strohmeier ha pensato era uno scherzo o un lavoro
abbandonato da qualcuno. Il dubbio è perchè usare
me... nessuno mi
conosceva, non conosco nessuno a parte Ross che poteva capirne qualcosa
da crearla con i miei dati... e lui è a Tau da molto tempo,
non poteva
arrivare qui a Theta e lasciare il robot senza essere visto...e non
può
sapere certe cose..."
"Conosci bene Ross da pensare che lui possa c'entrare con questo?"
"No,
non credo che... è impossibile. Come sai, se anche fosse,
credo che
quel robot non era collegato a nulla per attivarlo e caricarlo da un
altro sito... doveva essere programmato manualmente?. Oppure bastava
rilevarlo se collegato ai sistemi di pathos? Per farlo, ipotizzando
qualcuno come Ross, doveva tornare a Omicron, lo avremmo visto, ci
sarebbero informazioni del suo passaggio e..."
"Ok... " alzando
una mano davanti a lui per fermarlo "Ross non è un'opzione
anche se
credo che caricare una Ai o scan non debba richiedere per forza, in
casi come questo, un settaggio..,"
"Non lo so io...non lo so..."
"E'
stato caricato... Questo è chiaro." dice a Golaski sedendosi
sulla sedia
che ha trascinato di fronte a lui "ma... mh... e se parlassimo con
Catherine?"
"... chi è Catherine?"
"...è l'Intel. Systems
Engineer di Theta. Si occupa lei di programmare, studiare e lavorare
con le AI e sistemi artificiali... abbiamo lavorato varie volte su vari
progetti e prima che tui venissi qui, come ho detto, pensava si
trattasse di... una scan. Io conosco qualcosa ma non me ne occupo in
maniera approfondita... a quanto pare lei stava lavorando a un progetto
personale che includeva scan o AI di persone... qualcosa simile a
quello che sembra essere quel robot... che ne dici se... le mostriamo
quei video per avere una sua opinione? E' davvero in gamba, male non
può fare..."
Reed gli sorride, aspettando la sua risposta. Tabo
entra nel laboratorio e chiede a Reed se ha lavorato al robot quella
mattina. Lei risponde di no, che voleva vagliare altre opzioni prima di
consegnare a Strohmeier le sue considerazioni per una decisione finale,
e si accorge di aver lasciato il caffè sulla scrivania. Tabo
prende le
tazze, ne offre una a Reed e si accorgono che è ancora
tiepido. Passano
alcuni minuti poi Golaski prosegue.
"Se devo restare qui per
questa situazione... vediamo ogni opzione! Andiamo da questa Catherine,
e vediamo cosa riusciamo a scoprire!"
"...vuoi portarlo da Catherine?"
Tabo
fa la domanda alquanto stupido a Reed, la quale resta con la tazza
vicino le labbra osservandolo incerta. Poi bene un sorso e gli risponde.
"Si...
sai che lei è la persona più indicata per
studiare quel robot a livello
di chip e AI e poi... Strohmeier ha discusso con gli altri e vuole
qualunque informazione...a questo punto sono pronta a fargli test con
Catherine e smontarlo se necessario..."
"Mh!... Se Catherine accetta..." guardando Golaski "... e se vai tu..."
"Certo!"
ridendo al collega "Stai tranquillo, finsico il caffè e poi
andiamo
solo noi due da Catherine e le chiediamo informazioni. Se la conosco
bene si metterà in testa di volerlo collegare e testare..."
"Spero
lo faccia nel suo laboratorio.." sbotta Tabo "ma è decisione
tua...mi
fido di te e delle tue valutazioni, quindi..." incamminandosi verso la
porta.
"Grazie...ti aggiorno appena ne saprò di più..."
mentre il collega esce e chiude la porta alle sue spalle.
"Di cosa parlava?"
Reed si volta verso Golaski, le scappa un sorriso e scuote la testa.
"Nulla... andiamo da Catherine subito o preferisci fare un ultimo
colloquio con il tuo gemello?"
"...gemello?"
"Si...
ieri, quando per la seconda volta ti sei seduto davanti a lui avete
litigato ma... quando per sbaglio mi sono rivolta a te, facendoti una
domanda, avete risposto allo stesso modo e nello stesso
tempo....è
stato...eh eh..."
Golaski la fissa serio, mentre lei finisce il caffè e ride,
cercando di nasconderlo.
"Scusa...
è solo che, capirai... la scena era strana. La situazione
era anomala,
tu che litigavi con un robot che si presentava con il tuo nome e non
voleva capire che non era te o che era realmente una macchina... a ogni
mia domanda rispondevate insieme e nel preciso istante... è
registrato,
non puoi negare...è stato...comico..." cercando di
nascondere la risata
che sembrava uscirle spontanea.
"No, non era comico, Reed..."
Lei
lo guarda posando la tazza, notando quando è serio e
concentrato.
Sospira, sempre cercando di sopprimere il sorriso e si alza. Prende il
pad e si rivolge a lui gentilmente.
"Non offenderti ti prego... comprendo il tuo punto di vista ma
ammettilo... dall'esterno la
situazione era davvero interessante. Ammetto che in certi momenti ho
fatto domande di proposito... e mi scuso... ma puntualmente entrambi
rispondevate come... in sincrono, identici... immagina il contrario...
che ci sia un robot che si presenta con il mio nome e tu che devi
studiarlo... cosa penseresti?"
"Sinceramente...non riesco a immaginarlo... un doppio te, un robot che
afferma di essere qualcuno che conosco, sopratutto..."
"Ci conosciamo da due giorni... quasi..." osservando l'orologio poi lui
"...però grazie per il pensiero" sorridendo.
"Io...lavoro con te da ieri e...capisci, no?"
"Ok.." sorridendo "... ma ammetti per un attimo che la situazione
sarebbe interessante. Per il nostro lavoro..:"
"Il
tuo..." guardandola negli occhi "io sono un capo ingegnere, tu una
qualifica diversa e davvero, mi è impossibile pensare che un
robot che
usiamo per quei lavori che chiamiamo 'duri' possa mettersi a parlare
come te o i miei colleghi di Omicron. Non me lo chiedere, potrebbe...
si... potrebbe accadere qualche risata per la situazione a cui accenni
ma non oltre...è davvero sconcertante" scuotendo la testa.
"Quindi, a parte il fatto che parlavate allo stesso modo, non ti va di
studiarlo meglio?"
"Sinceramente
no, attendo la vostra decisione per porre fine alla cosa. Non ti
conosco molto ma ho capito che, oltre per il tuo lavoro, sei una
persona che si lascia affascinare da tutto e vuole capirla e studiarla
ma... " alzandosi e fronteggiandola "...non sempre questo atteggiamento
è positivo. Sei un tipo solare e ... possiamo dire un
carattere
espansivo?..."
"Non credo proprio di essere espansiva... Strasky lo sarebbe..."
"Ci
sono molti tipi di carattere espansivo. Strasky è per
eccesso, tu nella
norma. Sarà simpatico a tavola e nei gruppetti per
passatempo ma alla
lunga risulta irritante..."
"Mh..." ridendo "...credo che si sentirebbe offeso in questi termini..."
"E'
il mio punto di vista" sistemando pad e vari oggetti nelle tasche "ma
quando ti definisco così è perchè nel
tuo modo di comunicare, lavorare
e trattare persone e cose sei ben diversa da come ci si aspetta qui..."
indicando con le braccia intorno "..alcuni miei colleghi sono seri fino
all'eccesso, altri sono empatici, cordiali, amichevoli e altre
caratteristiche che entro una certa misura sono ben accetti. Strasky
sarà ben voluto da tutti ma personalmente è
troppo... troppo!"
"Troppo...troppo!" ridendo "Ok, quindi io sarei come Strasky ma..."
"Non
prendertela. Sto dicendo la mia...riguardo a quel discorso. Io ci vado
con i piedi di piombo per questa situazione. Tu sei affascinata invece,
curiosa e tui rapporti con lui...il robot.." indicando la porta che
conduce alla stanza attigua "... come se fosse reale. Abbiamo parlato
con lui per alcune ore ieri, e ho provato a imitarti...ma io ho perso
le staffe mentre tu ti relazioni con lui come se parlassi con... non so
un qualcosa tra un cane e un bambino..."
"Non ti seguo..." con un sorrisetto ma corrugando la fronte "...in che
senso?"
"...è
l'idea che ho avuto. Gli parlavi come... con qualcuno a cui chiedere
spiegazioni per qualcosa... dai, lo hai capito! Quando parli con
qualcuno e cerchi di conoscerlo, chiedere informazioni, avere un
dialogo che.."
"Golaski...ho capito. Credo di aver compreso il
tuo punto di vista, ma penso di aver lavorato normalmente. Se quel
robot parla, io devo stare ad ascoltarlo..."
"Fino ad un certo
punto...Reed, stiamo parlando di 'qualcosa' che emula un essere umano.
Non importa se me o qualcun altro, sta provando a spacciarsi per un
essere umano. Io non ci vedo proprio nulla di interessante o curioso da
studiarlo. Prima risolviamo la questione, meglio è... "
"Come vuoi, le Ai comunque... non sono create per interagire con gli
uomini?"
"Si... se non affermano di essere qualcun altro..."
Reed resta a pensare alla questione, prende il pad fa un cenno con la
testa.
"Qualunque cosa sia, trovo sia giusto studiarlo e capire
perchè lo fa... credi sia sbagliato?" andando verso la porta.
"Se
si studia per comprenderne il funzionamento e origine va bene... ma tu
lo consideri come qualcosa di senziente che vada ascoltato..."
"Sembra senziente, Golaski. Lo hai visto? hai ascoltato?"
fronteggiandolo davanti la porta.
"Si,
per questo voglio che stai attenta. Qualunque cosa accada, per quel
robot sarà tutto reale come se fosse me... se consideri la
questione
dal punto di vista scientifico, bada bene a non oltrepassare quella
soglia che permette di evitare problemi. Non voglio pensare a cosa
potrebbe accadere a ogni singolo robot di pathos se..." si ferma,
respira profondamente poi osserva Reed di fronte a lui con la porta
alla sua destra "... perchè si spaccia per me? da dove
viene? Cosa gli
fa credere di essere me? Anche io voglio queste risposte ma sembra...
sembra che tu voglia andare oltre. Lo trovi affascinante, interessante,
quasi attrattivo e sembra tu voglia studiare la sua intelligenza
più al
probabile pericolo che possa..."
"Sembra di sentire Strom!"
sorridendo "Lo so, non sono a Pathos per caso, Golaski. Conosco il mio
lavoro ma se un giorno, per caso, ti capitasse davanti qualcosa che...
sai bene sia assurdo o impossibile...qualunque cosa che non ha
all'inizio logica, non ti verrebbe la voglia di sapere cosè?"
"Ma
non dando per scontato che lui risponda e discuta perchè
è qualcosa di
diverso da un robot. E' un robot, Reed. E potrebbe essere pericoloso o
peggio. Quando l'ho visto muovere, parlare, rispondere alle domande...
pensavo fosse il solito robot creato per imitare l'uomo. Ma conosce
cose che so solo io, ed è impossibile che qualcuno possa
averlo creato
magicamente da zero..."
"Ecco perchè andiamo ca Catherine!"
risponde lei candidamente "... lei valuta che tipo di AI si tratta,
decide come operare sul robot e magari troviamo informazioni sulla
versione, OS, legacy base e altro... tranquillizzati. Non
può muoversi
visto che si smontato due giorni fa da solo, non è collegato
a nessun
sistema e non può farlo, afferma di essere un umano e anche
dopo che
gli abbiamo fatto capire la realtà, continua ad affermare
che è
impossibile questa situazione. Sembra.. in bilico tra la
realtà e la
sua versione delle cose. Sinceramente, se Catherine decide di smontarlo
ne sono contenta... significa fare un bel controllo dalla A alla Z per
vedere cosa è cambiato in quel robot rispetto agli altri...e
se è
possibile per noi sfruttare questa 'novità' a nostro
vantaggio..."
Reed apre la porta ed esce.
"Sei troppo positiva, Reed. Io voglio solo che venga disattivato"
Si
recano quindi al Controllo Omega, dove Catherine lavora con Petersen,
Sarang e Wolchezk nella stessa stanza. Trovano soltanto lei, da sola ed
entrano.
"Ciao Catherine, possiamo parlarti?"
La donna
volta gli occhi verso Reed dallo schermo, abbozza un sorriso appena la
vede, per poi nasconderlo appena Golaski compare dietro di lei. Lo
osserva esitante, mentre la collega inizia con la richiesta.
"Vedi
Catherine, ne approfitto ora che gli altri sono momentaneamente
occupati
in altro, per parlare con te tranquillamente. Conosci bene la
situazione del Mockingbird e di Golaski" indicandolo dietro di lei "...
per questo vorrei parlare con te dopo aver studiato attentamente il
robot con l'interessato..."
"E lui...?"
Reed si volta verso Golaski dopo che Catherine aveva riportato gli
occhi su di lui.
"Lui
è qui per discutere su cosa indicare nel rapporto per
Strohmeier e poi
tornare a Omicron... abbiamo molte cose di cui parlare e prima che i
ragazzi tornino, Catherine..." sorridendole e prendendo una poltrona
vicina per accomodarsi di fronte a lei "direi di iniziare a studiare il
materiale..." sorridendo.
Tre ore dopo - Machine room
"E'
assurdo, era proprio lei...quella che ho incontrato nel corridoio ieri
e mi ha balbettato qualche parola con il tuo nome ed è
scappafata...fuggita..."
"Mh... Golaski, capisco che il comportamento di Catherine possa
sembrare..."
"Assurdo!"
"...un pò strano..."
Golaski la guarda, incerto, poi alza l'indice e il pollice della mano
destra e indica come una misura.
"Un
pò strano può essere inteso così..."
dando enfasi al gesto "lei è
intesa così" alzando gli indici e allontanandoli molto l'uno
dall'altro,
causando ilarità in Reed che cerca però di
fermarsi, tornando seria.
"Sono
consapevole del fatto che sia parecchio introversa e schiva, non ti
conosce e... insomma, puoi capire bene perchè trovo
eccessivo il tuo
commento"
Si sistemarono nelle poltroncine davanti la scrivania di Reed, ingombra
di oggetti ma molto ordinata, uno di fronte l'altra.
"Anche
il tuo collega Tabo... che capisco bene, ora, il perchè del
suo
commento... e gli altri in sala mensa quando hanno saputo per cena che
uscivamo da un colloquio con lei..."
"Golaski, calmati.
Catherine può dare un senso di...ehm... di incertezza in chi
si
relaziona con lei, ma non è come sembra... è
gentile, simpatica...
quando le riesce... ed è davvero capace nel suo lavoro..."
"...ma
l'impressione che mostra è sconcertante..." fissando Reed
negli occhi
mentre prende il pad mostrandoglielo "... perchè di tutta
conversazione
con lei ho impresso solo l'aria tesa attorno a noi tre, gli unici per
giunta nella stanza, e la decisione presa... il resto era come un
istante a se..."
"Va bene, ho capito che una terza situazione
con lei non ti aggrada..." ridacchiando e abbassando con la mano destra
il pad verso il basso.
"Se è possibile evitarlo si... non faceva
altro che balbettare e guardare altrove quando cercavo una risposta,
mentre con te era diverso..."
"Siamo colleghe da anni, Golaski, una persona come lei tende a evitare
novità... sopratutto se persone!"
"Va
bene, allora la questione sulla tua collega è chiusa. Da
parte mia ho
apprezzato l'aiuto che ha dato a 'te'..." rallentando sull'ultima
parola per rendere incisivo il discorso "ed è chiaro che
lontano
resterò da lei, più tranquilla sarà e
lavorerà..."
"Golaski..."
sospirando in cerca delle parole adatte "... forse non sei abituato a
personalità come la sua e capisco, ma sei troppo duro,
sinceramente.
Come ho detto la conosco da quando ho iniziato a lavorare qui e non
l'ho trovata così terrificante come alcuni affermano... un
pò difficile
forse, ma per sue insicurezze e altro che, dandole fiducia e
trattandola nei modi giusti, è possibile rendere il lavoro e
le
interazioni tranquille.." allargando le braccia e mostrando
serenità
"...quindi... rilassati. Siamo qui di nuovo, lei lavora nuovamente al
suo progetto... probabilmente adesso Strasky o Sarah saranno con lei e
le faranno compagnia. Caso chiuso... ora, torniamo a noi..."
Golaski appoggia i gomiti sulle cosce e resta a fissarla con la fronte
aggrottata.
"Perchè sei ancora così serio e scettico...?"
"Perchè
avrei voluto sapere molte altre cose, ma quando io facevo le domande,
lei glissava sulle risposte o sembrava come in apnea...se rifacevi tu
la domanda la situazione si rilassava... e sono rimasto con
più dubbi
che casi chiariti..."
Reed si mette a ridere di colpo, con una
risata chaira e spontanea che lo sorprende, poi gli prende dalle mani
il pad e gli mostra qualcosa.
"A me sembra..." scorrendo cosa
mostra il pad "che lei abbia risposto a molte, molte domande. Ha
osservato bene le registrazioni e i dialoghi e ha controllato i dati
dai rilevamenti fatti sul robot... le sue conclusioni sono chiare e
comprensibili Golaski... cosa ti turba esattamente?"
"A tutto... quel robot, se davvero è una mia scan e da dove
salta fuori, il fatto dei cloni..."
"I cloni?"
Reed si sistema a sedere parecchio sorpresa, inclina la testa e lo
osserva parecchio turbata.
"E'
una discussione che a Omicron salta fuori sempre più spesso
negli
ultimi giorni... e poi vedo quella donna di nuovo e mi vengono i
brividi freddi o come una pelle d'oca terribile..."
"Aspetta.." ridendo "mi stai dicendo che ti vengono i brividi o
qualcosa di simile con Catherine? Sul serio?"
"Non cè nulla di divertente, Reed..."
"No... si...voglio dire..." scuotendo la testa osservando la scrivania
poi di nuovo lui "cosa c' entra con il fatto dei cloni?"
"Io
non sono convinto di parlare, dopo pochi mesi, di ripopolazione e
clonazione... e poi la rivedo la seconda volta e mi convinco che
è
meglio evitare certi discorsi..."
"Sei.. pro o contro la ripopolazione?" aggrottando la fronte.
"Contro..."
"Per Catherine?..perchè..."
"No... no..." osservandosi l'orologio "non è per
quello...solo... per quello..."
"Oh, tua figlia... scusa..."
"Non capisco come sia venuto in mente già da ora di pensare
a... come ci riescono?"
"Il
discorso non è venuto fuori per caso... e non è
stato un dibattito
felice, anzi..." voltandosi verso lo schermo del computer.
"Dibattito? Ne avete parlato tutti insieme?"
"Ovvio..." osservandolo incerta "Ti ho mostrato la sala riunioni,
quella con tante sedie e il sistema di proiezione che..."
"Reed..."
Reed smorza il sorriso schernitore mentre spiegava e incrocia le dita
sulle gambe.
"...credi
che sia facile per tutti noi sapere che là sopra
cè ormai il nulla? Che
sono tutti morti, non sappiamo bene come, ma lo sono sicuramente? Tutti
avevamo persone amiche, familiari, a cui volevamo bene..." alzando gli
occhi dalle dita a lui con sguardo triste "... ma cerca di capire che
meno di cento persone non sono nulla... se davvero siamo gli ultimi
rimasti! Inoltre se davvero vogliamo sopravvivere, dobbiamo essere
sicuri che ci sia qualcuno vicino a noi e dopo di noi, che possa
continuare tutto quanto e abbia le stesse conoscenze e
capacità.
Capirai bene che non ci sarà nessuno da cercare, da vagliare
per
qualifiche e capacità... l'idea dei cloni è nata
per caso. Sia per il
discorso genetico, quindi qualcosa di materiale e organico che continui
a esistere ed essere differente nei soggetti... ma anche
perchè le
poche donne in tutta Pathos non possono garantire effettivamente
generazioni che possono portare qualità genetica e
abbastanza soggetti
per imparare da noi e sostituirci... noi non siamo medici, genetisti o
simili, è chiaro... ma Masters, il nostro medico, ha
spiegato bene ogni
cosa. In pratica, ma ripeto, questo è soltanto il nocciolo
perchè è
quello che ho capito... se le donne che scelgono di creare la nuova
generazione sono solo un certo numero, sarà esiguo anche il
numero di
bambini e date le nostre circostanze e poche persone con determinate
professionalità, è chiaro che non è
possibile passare anni solo a
partorire una generazione... per avere cosa?... per concepire un
bambino vi è bisogno di sue soggetti, maschili e
femminili... siamo
poche persone, non è possibile fare mix di accoppiamenti a
caso solo
per aver il maggior numero possibile di caratteri genetici... voglio
dire... siamo davvero troppo pochi e in poco tempo, secondo Masters,
rischieremmo di avere generazioni con profili genetici troppo identici
e non è salutare. A suo avviso sarebbe meglio pensare a una
generazione
clone di ogni membro di Pathos così da avere prima di tutto
qualcuno
che impari la specifica professione, poi studiare un modo per sfruttare
gli altri siti e ogni sito creare una sorta di comunità con
a capo
Theta, come è già infondo, e avere caratteri
genetici differenti da
controllare e mixare per rinforzare la generazione successiva...ok,
spero di non aver fatto confusione..." ridendo nervosamente e in
imbarazzo.
Piomba pochi minuti un silenzio duro. Reed ride, si
volta e controlla alcuni file al computer, poi guarda verso Golaski e
gli mostra quella che sembra una relazione con vari grafici su schermo.
"... è chiaro che se leggi questa relazione di Masters,
comprenderai molto meglio, io ho fatto un riassunto alla buona..."
"Ho
compreso bene la situazione, ma resto dell'idea che è ancora
troppo
presto e non è possibile decidere queste cose dopo poco
dall'impatto.
E'..."
"Golaski, anche io sono dello stesso parere. Ci sono
piani di gestione, studio dei sistemi di mantenimento vitali e di
sostentamento e tanto altro che adesso, sinceramente non voglio
riprendere... ma devi considerare anche tu l'opzione che se il solo
Chief Engineer di tutta Pathos sei tu... o ad esempio un medico e per
Strohmeier sono pochi adesso, non possibile ritardare determinate
questioni sull'ambito etico... Se accade qualcosa a Masters? O al
medico a Omicron? ne resta solo uno per tutta Pathos? O qualunque altra
mansione in carico a solo una persona in tutti i siti? Comprendo io
stessa che è assurdo pensare all'idea di restare ad
aspettare invece di
fare qualcosa. Se si provvede invece a generare qualche soggetto che
cresce e impara, pronto poi ad affiancare la persona che
sostituirà per
essere pronto al bisogno... io sono d'accordo. Assolutamente. Se hai
una figlia..." si ferma di colpo, mortificata, poi allunga un braccio
per accarezzare quello sinistra di lui "..avevi una figlia, scusa... ad
ogni modo, sai bene che ci vogliono anni perchè sia
nell'età adatta per
avere basi di studio reali per quella mansione. Purtroppo non cresciamo
in fretta, siamo una delle razze animali che impiega troppo tempo a
diventare adulto e..."
"Razze animali?" alzando la testa di colpo con un tono scherzoso
"...ah
ah ah..." portandosi una mano sulla bocca dispiaciuta "...scusa...
letto troppe volte relazioni e argomenti di Masters...comunque si...
alla fine, mettila come vuoi ma ora più che mai, come dicono
i vertici
di pathos, siamo una razza in via di estinzione... e dobbiamo
sopravvivere per noi e chi verrà dopo... per Stromheier
certi temi e
dibattici etici vanno evitati... non cè nessuno
lassù che può
giudicarci o ritenerci orribili per cose che sceglieremo in futuro... e
la clonazione, adesso, sembra l'idea migliore perchè
ammettilo, se
siamo qui a Pathos è perchè siamo soggetti sani.
Abbiamo affrontato
visite e controlli sia prima che dopo l'assunzione e siamo forse gli
ultimi umani che devono portare avanti quello che millenni avevano
ormai dimenticato... la possibilità di scomparire!"
Restano a fissarsi, riflettendo, poi Reed sorride e si alza allungano
la mano davanti a Golaski.
"Smettiamola
di parlare di questo, magari... quando torni, potremmo tornare
sull'argomento, se ti va di... tornare a trovarmi..." togliendo per
pochi istanti il contatto visivo osservando intorno "...che ne dici di
occuparci di tuo fratello e smontarlo, per dare a Catherine un nuovo
progetto con cui passare il tempo?"
Golaski toglie i gomiti dalle cosce e si sistema eretto a osservarla,
in piedi di fronte a lui, assumendo un'espressione offesa.
"Tornerò a trovarti se la smetti di dire che lui
è mio fratello... non mi piace l'idea..."
"...
mh!..." lo osserva mostrando un sorriso divertito e monello insieme
"... si può fare...vieni... " volgendosi verso la porta ma
allungando
di nuovo la mano verso di lui.
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