6
ore dopo
Sono
stanca. Guidare per me non è stato mai un
problema ma da
quando ho la consapevolezza di avere una mina vagante sdraiata sui
sedili della mia macchina, i miei sensi e il mio cervello sono
impazziti.
Devo
fare una sosta il prima possibile per bere e per smettere di pensare.
Vedo
uno spiazzo vuoto poco più lontano. Sembra sicuro.
Mi
fermo. Controllo il livello della benzina: mezzo serbatoio. Slaccio
la cintura, faccio un respiro profondo e lo guardo. È ancora
vivo.
Lo smuovo e apre gli occhi.
"
Come ti senti?" chiedo.
"
Bene. Perché ci siamo fermati? " chiede con voce impastata e
sedendosi dritto.
"
Avevo bisogno di fare una sosta. Siamo a metà strada
comunque.
Passami dell'acqua".
"
Vuoi che guidi io per un po'?".
"
Non è il caso manca poco a.. sai.." parlo in
difficoltà. Ma
che mi succede? Dovevo apparire distaccata. Cazzo Veronica
riprenditi! Si lo so ho dato un altro nome a Matt perché la
prudenza
non è mai troppa.
"
Grazie per la fiducia..Veronica" lo guardo confusa e
imbarazzata.
"
Veronica? Io non mi chiamo Veronica."
"
Ma se hai appena detto Cazzo Veronica riprenditi"
mi guarda lui ancora più confuso.
"
No.. non l'ho detto" e adesso? Sente i miei pensieri?
"
Si a quanto pare" dice.
"
Smettila" dico stizzita " A quanto pare hai superato la
fase cruciale di tutto il processo. Ma è strano. Non si era
mai
concluso così in fretta. È la prima volta che lo
vedo accadere.
Potresti essere una nuova forma esistente." concludo
sussurrando. La domanda è quanto può essere
pericoloso?
"
Spero di non esserlo" dice abbassando lo sguardo.
"
Quanti anni hai Matt? Da dove vieni?"
"
Ho 21 anni e vengo da dove vieni anche tu. Ti ...ti
è..uhm..ti è
rimasto..ti è rimasto qualcuno?" mi chiede puntando le sue
pietre scure nelle mie azzurre.
"
No" dico voltandomi verso la strada e abbassando lo sguardo "
mio fratello Brandon e io eravamo gli unici sopravvissuti del nostro
quartiere ma poi lui è uscito in ricognizione ed
è stato
contagiato. A...All'inizio non me lo volle dire... ma io l'avevo
capito; non mi dava più il bacio della buona notte, non mi
abbracciava più. Poco dopo è morto" mi riallaccio
la cintura e
metto in moto, un groppo in gola e lo stomaco chiuso.
Lui
si sposta sul sedile davanti e mi fissa. Mi schiarisco la voce "Ma
non è diventato un non morto, semplicemente ha smesso di
respirare.
Sono rimasta al suo capezzale per ore dopo la sua morte ma non
è
successo niente." mi volto a fissarlo, gli occhi lucidi "Niente
di niente" mi rigiro verso la strada e riparto " Dopo la
sua morte ho raccolto tutte le mie cose e me ne sono andata. Non mi
ero resa conto tuttavia di aver preso qualcosa che anche lui aveva
toccato. Perciò quando ho iniziato ad avvertire i primi
sintomi sono
rimasta spiazzata" dico mentre una lacrima solitaria mi scivola
su una guancia. Era da quando lui è morto che non mi
accadeva.
"
Quanti anni hai?" mi chiede sussurrando.
"
18" dico dandogli uno sguardo. Sembra dispiaciuto per me.
"
Lo sono" dice.
"
Smettila" dico fredda "smettila di leggere i miei
pensieri".
"
Scusa" dice "è più forte di me. Non riesco a
controllarlo"
"
A te è rimasto qualcuno?"
"
Si, la mia sorellina Amanda. Ha 18 anni come te. È andata a
Sud alla
prima orda. Senza di me" dice impassibile "pensava che io
fossi morto. Sono uscito per un paio d'ore per prendere qualcosa da
mangiare e quando sono tornato ho visto un suo biglietto che diceva
Non
potevo più aspettarti. Io ed alcuni amici stiamo andando a
Sud. In
caso fossi ancora vivo, vattene da qui. La prima orda
arriverà fra
poco. Ti voglio bene Matt.
Non
so se te lo ricordi ma prima era tutto tranquillo, niente morte,
niente distruzione, si andava in giro con mascherine e cose del
genere ma nulla più. Poi le cose peggiorarono e apparirono i
non
morti. Il mio quartiere fu il primo ad essere raso al suolo. La mia
sorellina se andò quel giorno e io rimasi lì fino
alla seconda
orda. Non l'ho più sentita da allora"
"Abitavi
nella zona X! " dico allibita dandogli un occhiata veloce.
"La
cosa peggiore è che non sono stato contagiato lì.
Ho..incontrato
una ragazza e non ho riconosciuto i sintomi. Così quando mi
ha morso
non ho fatto storie. I problemi sono sorti dopo. È morta
quasi
subito".
Non
può essere stata una contagiata, piuttosto una condannata.
È senza
precedenti. Non posso portarmelo dietro è una mina vagante.
Non so
cosa gli e ci
succederà.
"Non
puoi farmi questo. Abbiamo un patto" dice incazzato.
"Ok,
ok. Ora smettila. Manterrò la parola data. Tu
però devi smettere di
leggere i miei pensieri. Mi urta."
"
Ci proverò non ti prometto nulla però. Non riesco
ancora a
controllarlo ma ci proverò."
"
Allora siamo d'accordo; tu non mi mollerai in mezzo al nulla e io non
ti leggerò la mente" mi tende la mano in modo da suggellare
il
nostro patto.
Io
allungo la mia mano e stringo la sua in un tacito accordo.
"
Affare fatto"
Ore
23.23 ( 4 ore alla destinazione)
Matt
è tornato davanti e io sto ancora guidando. Sono
stanchissima.
"Dovremmo
fermarci, a meno che tu non voglia lasciarmi guidare"
"No
è ok, posso ancora guidare. E poi non manca molto."
"
Non è il massimo arrivare a destinazione senza potersi
reggere in
piedi. Poi se ci sono dei non morti come farai ad affrontarli?"
Dio
che nervi, però ha ragione. "Ok. Va bene." mi fermo poco
più avanti e mi sposto dietro senza scendere: è
da incoscienti
scendere dall'auto con questo buio. È troppo pericoloso non
sappiamo
cosa vi si cela.
Sento
uno sportello sbattere e mi volto verso il sedile davanti allarmata.
Aspetto
qualche secondo ma non risale. Spaventata torno davanti e vedo che
siamo quasi senza benzina.
"Merda!"
Scendo
dall'auto e lo vedo trafficare con la lampo dei jeans.
"Potevi
dirmelo " dico ghignando. Lui si volta imbarazzato.
"
In realtà ne ho approfittato. Volevo ache fare il pieno."
"Ook"
dico voltandomi verso la macchina. Mi incammino verso questa e apro
il bagagliaio. Tiro fuori la tanica di benzina e faccio il pieno.
Apro il cofano e controllo l'olio, non si sa mai.
"Ora
dovremmo essere a posto." chiudo il cofano e mi volto verso di
lui.
Ha
lo sguardo vacuo come se improvvisamente stesse rivivendo un ricordo
fin troppo bello o doloroso.
"
Mi ricordi tanto lei" dice, lo sguardo vacuo. Si
riscuote
e mi affianca un sorriso triste stampato in faccia " controllava
sempre l'olio, era una maniaca con la sua Betsy" lo guardo
stranita "la sua auto".
Scoppio
a ridere "Betsy? Sul serio?" sono piegata in due dalle
risate, le lacrime agli occhi "peggio di un uomo".
Lui
mi guarda sorridendo "Beh, ora che abbiamo sistemato tutto direi
di..." e si ferma .
Sbianca
ma non sta guardando me ma qualcosa
dietro di me.
Ci
hanno avvistato, merda!
"È
quello che penso?" chiedo.
"No,
peggio".
Sbianco
a mia volta, non è possibile. Non possono essere loro. Non
possono
essere i combattenti.
Mi
volto e li vedo: sono loro.
I
combattenti sono un fantomatico gruppo di condannati che sono
sopravvissuti al contagio e che arrivati allo stadio finale hanno
deciso di combattere (da cui il nome) e non arrendersi alla
realtà.
Fino
ad oggi pensavo fossero solo una leggenda ma, a quanto pare, mi
sbagliavo.
Sono
a meno di 10 metri da noi e stanno venendo a prenderci.
Chiudo
il cofano "CORRI" grido.
Matt
ed io ci precipitiamo all'auto e vi saliamo ma non facciamo in tempo
a mettere in moto che l'auto viene squarciata, gli sportelli
strappati via e noi veniamo scaraventati fuori.
L'impatto
è forte. Ho il fiato mozzato, le costole sono quelle che ne
risentono di più.
Matt
è a un metro da me, svenuto.
Cerco
di alzarmi ma è inutile, mi hanno arpionato la caviglia.
Crollo
nuovamente a terra.
Emetto
un gemito, il dolore è forte. Mi allungo verso la pistola
che è
rotolata fuori dall'auto.
Su
Vero, non è lontana, ce la puoi fare. Ancora poco.
"AAHH"
la mano calpestata da uno stivale da uomo.
Alzo
lo sguardo verso il mio aguzzino, gli occhi lucidi ma lo sguardo
determinato.
Non
morirò qui.
"
Combattiva fino all'ultimo" dice una voce sconosciuta " tuo
fratello aveva ragione, ci sarai molto utile Veronica". Non vedo
nulla, una luce mi acceca. La pistola viene calciata lontano.
"Questa
non ti servirà, non ora almeno".
L'uomo
mi libera la mano e si abbassa per prendermi in braccio.
Perfetto.
Colgo l'occasione per tirargli una testata ed alzarmi per prendere la
pistola.
Incespico
un paio di volte e poi la raccolgo.
Ho
la vista offuscata ma dovrei essere in grado di arrivare alla ma...
"Veronica,
quante volte ti ho detto di NON aspettarmi MAI
vicino alla finestra. Così sei un bersaglio facile" dice mio
fratello, il tono duro.
"
Sei in ritardo, avevi detto che saresti tornato subito. Questo ieri
sera Brandon, IERI SERA!" dico, le occhiaie e la voce roca "
ti ho aspettato tutta la notte sveglia ma tu.. tu.. tu non sei
arrivato" le lacrime scivolano sulle guance "pensavo fossi
morto". Scoppio a piangere convulsamente. Mi stringe fra le sue
braccia e mi culla dolcemente.
"Oh
pulce. Tornerò sempre da te, hai capito? Sempre. Non ti
lascerò
mai" mi sussurra all'orecchio continuando a cullarmi.
Mi
prende in braccio e mi porta a letto. Si sdraia vicino a me e mi
prende tra le braccia.
"
Ti voglio bene pulce"
Mi
sveglio su un letto soffice avvolta da due braccia protettive e un
profumo maschile, quello di Brandon. Era tutto un sogno. Chiudo gli
occhi e mi accoccolo di più al corpo di mio fratello.
"Brandon,
ho fatto un sogno orribile" dico, la voce roca " tu eri
morto e io ero finita in mano ai combattenti".
La
stretta aumenta "pulce, è così che ti chiamava?".
Mi
irrigidisco, questo non è Brandon.
Cerco
di divincolami ma non ci riesco. Mi spinge sul materasso e si mette
sopra di me.
"Matt?"
"
Mi spiace deluderti dolcezza ma io non sono Matt" la voce muta,
diventa più profonda "sai, sei proprio facile da ingannare"
inizia a cambiare il volto, i tratti diventano più marcati
gli occhi
diventano verdi, le labbra più carnose.
"Chi
sei tu?" cerco di colpirlo in modo da liberarmi ma lui anticipa
le mie mosse "Dov'è Matt?".
"Il
mio sciocco fratellino intendi? È stato bravo a tenerti
d'occhio"
dice ghignando e premendo il suo corpo sul mio " sei proprio
come lui
ti
aveva descritto: una combattente" .
"Non
ti credo! Non puoi aver parlato con lui, mio fratello non avrebbe mai
voluto avere a che fare con un combattente, non ci avrebbe mai messo
in tale pericolo" dico agguerrita levandomelo di dosso e
saltando giù dal letto " lui me lo avrebbe detto, non mi
avrebbe mai mentito" mi rifugio in un angolo. Sono in intimo.
Scivolo lungo la parete e mi rannicchio. Non voglio che mi veda.
"Maniaco
" dico.
"Pulce"
impietrisco.
"Non
chiamarmi così. Non ne hai il diritto" .
"
Sei qui per un motivo." dice serio " ma non sei ancora
pronta per questo" si alza dal letto. Porca
di quella.. è... nudo!
Mi
copro gli occhi "Vestiti maniaco" .
Ride
" la signorina qui è una verginella, non l'avrei mai detto".
Poco
dopo apro gli occhi e lui è vestito.
"
Vestiti " dice serio lanciandomi dei vestiti. Bipolare
il ragazzo.
"Devi incontrare una persona e...non ti piacerà".
20
minuti dopo
Finito
di vestirmi mi prende per un braccio e mi conduce nel buio. Svoltiamo
tre volte a destra e una volta a sinistra. Il braccio mi fa male
così
come le costole. La mano è livida ma non fa male.
I
miei sensi sono all'erta ma non percepiscono nulla. Il mio cervello
pulsa, c'è qualcosa che interferisce e mi impedisce di
vedere nel
buio.
Sarà
più difficile così scappare da qui.
All'improvviso
una luce accecante mi ferisce gli occhi. Ci metto alcuni secondi a
mettere a fuoco la stanza in cui mi trovo.
Siamo
in una caverna, non c'è dubbio. La luce è
artificiale, devono aver
trovato un generatore da qualche parte.
Inizio
ad analizzare la stanza in cerca di una via di fuga ma la mia analisi
viene interrotta dalla vista di una persona.
Non
può essere. Non posso credere ai miei occhi.
"
Cosa.. come.."
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