My kind of madness

di a_winter_person
(/viewuser.php?uid=884190)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


La vita di un tipico quindicenne moscovita é circondata di pericoli e tentazioni. Fumo, alcool, droga. Tante piccole cose che possono portare a vivere una vita fatta di pazzia e infelicità. Per molti adolescenti russi il massimo del divertimento é provare a sfiorare la pazzia, accarezzarla, sentirla e scappare da lei per non farsi coinvolgere. Ma c'è un ragazzo che é capace di superare i limiti e andare oltre all'aspetto superficiale di quella che viene definita pazzia dai giovani russi. Pazzia é fare una cazzata, pazzia é quando non pensi, pazzia é quando uno é scemo e decide di vivere la sua vita prendendo i pericoli di petto, pazzia é lasciarsi andare. Oppure, pazzia é dedicare la tua vita a qualcosa di troppo importante, come un adolescente moscovita fece. Yuri Plisetsky, anni quindici, proveniente dai sobborghi di Mosca, dedito unicamente al pattinaggio sul ghiaccio. Per lui la pazzia é sentire i suoi piedi dolere dopo le lunghe sessioni di allenamento, sono i tremori del freddo che ti penetra sotto i vestiti, é percepire le lame dei pattini che scivolano sul ghiaccio, é cedere alla stanchezza e sentire le ginocchia di burro. Pazzia é sentire dolore sino alle punte delle dita, é svegliarsi dolorante, avere i giramenti di testa per i troppi Axel, i gomiti distrutti per le cadute, sono i graffi procurati dal ghiaccio. Yuri Plisetsky ha deciso che il suo tipo di pazzia non era fumare cannabis, ubriacarsi o farsi di cocaina. Il suo tipo di pazzia era vedersi in cima al podio all'etá di quindici anni superando campioni di trenta. Per lui era folle roteare su se stesso, sul suo corpo femminile e incantare i giudici con la sua silhouette affascinante. La più grande pazzia era pattinare sulle note del metal, in modo volgare, strisciare sul ghiaccio con la schiena sino a sentire la pelle bruciare, incantare i presenti e sentirsi il primo tra tutti.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3659461