31st October 2013
-Ehi, principessa, come va oggi??
La voce profonda di Morgan riempì la stanza stranamente
silenziosa: da quando Mia aveva fatto la grande confessione e Lexi
aveva avuto il secondo collasso, nessuno si era più permesso
di mettere su della musica, come se anche una banale melodia potesse
peggiorare quella situazione. Aveva sentito solo pianti, lamenti,
ammissioni di colpevolezza e altre confessioni di cui avrebbe
volentieri fatto a meno, lasciando che il resto del tempo fosse invaso
da un'assenza di rumore decisamente soffocante che non faceva altro che
rendere quell'attesa ancora più snervante.
Lexi non ne poteva più di aspettare e voleva sentire la voce
di Nate rompere quella spessa coltre di silenzio, riportando la sua
mente a galla dal pozzo di dolore in cui si era dispersa.
Eppure, in quella mattinata decisamente troppo fredda per essere solo
fine Ottobre, anche il suono della voce di suo padre si
rivelò essere una piacevole sorpresa. Il rumore della
coperta che veniva lisciata per fargli un po' di posto affianco al
corpo inerme della figlia, fece trattenere per un attimo il fiato a
Lexi: solo Nate si era preso la libertà di sedersi al suo
fianco, per esserle il più vicino possibile.
Inevitabilmente, a quel ricordo seguì un'altra fitta di
dolore che non l'aiutò a rimanere concentrata su quanto
Morgan stesse dicendo.
- Lo sai che giorno è oggi?? Il 31 Ottobre... E' Halloween,
Lexi... Sono passati due mesi e undici giorni e siamo ancora qui... Non
ci posso credere.
Con gli eventi delle ultime settimane, Lexi aveva perso il conto dei
giorni e solo allora si accorse che, in teoria, Nate sarebbe dovuto
tornare con i ragazzi il giorno dopo e che la fine della sua attesa era
molto più vicina di quanto avesse immaginato.
Dopo essersi riscosso dalla consapevolezza di non veder sorridere sua
figlia da più di dieci settimane, Morgan prese la mano di
Lexi tra le sue ed osservandola, si ritrovò a pensare che
fosse molto più simile alla sua di quanto si fosse mai reso
conto. Le linee che ne marcavano il dorso, le nocche in evidenza ma non
per questo spigolose, le dita non troppo lunghe ma sottili, in qualche
modo eleganti, gli fecero scendere una lacrima solitaria lungo la
guancia. Persino la genetica gli diceva che tra loro due c'erano
più cose a legarli di quanto lui pensasse, benché
spesso non avesse mai capito come Lexi potesse essere sua figlia di
sangue: lei così pensierosa, lui assolutamente sconsiderato;
lei così perspicace nei confronti dei sentimenti degli
altri, lui decisamente incapace di capire persino i suoi; lei
così dotata di un’ironia sottile e decisamente
divertente, lui dalla battuta facile e, spesso, scontata; lei la luce,
lui la notte. Non potevano essere più diversi Lexi e Morgan
eppure ancora si ricordava quando, da piccola, la portava in giro per
le case del vicinato a fare dolcetto o scherzetto, anche se andava
sempre a finire che a Lexi dispiaceva troppo per le persone che non
avevano dolciumi da darle e convinceva, con i suoi occhioni o con una
battutaccia, sia lui che David a non fare alcun tipo di scherzo. Quella
bambina li aveva sempre messi in riga.
- Te lo ricordi quell’anno in cui ti volesti vestire a tutti
i costi da Bloody Mary perché l’avevi appena
studiata a scuola e tutti ti scambiavano continuamente per una semplice
principessa?? Non ti ho mai vista così tanto arrabbiata come
quella sera… Gettasti addirittura tutti i dolcetti nella
spazzatura, senza lasciarne neanche uno a David… Ci misi
venti minuti per farlo smettere di piangere! Eri tosta già
all’epoca…
Era pienamente consapevole di aver perso così tanto della
vita di sua figlia, ma Morgan aveva tutta l’intenzione di
recuperare il tempo perduto, se solo lei gliel’avesse
concesso e soprattutto se solo si fosse risvegliata. Ormai,
benché continuasse a ripetere a chiunque glielo chiedesse,
specialmente a Karen, che Lexi ce l’avrebbe fatta, cominciava
a perdere le speranze non tanto che lei potesse riaprire gli occhi,
quanto che volesse farlo: in fin dei conti, quel fastidioso dottor
Lawson aveva detto che dipendeva tutto da lei e dalla sua
volontà, dato che l’ematoma lentamente si stava
riassorbendo.
- E so che lo sei ancora, ma mi chiedo se tu abbia voglia di tornare a
fare la vita che facevi prima… Sai, ho parlato molto con tua
madre in queste ultime settimane e ho scoperto un lato di te che non
avevo la minima idea esistesse… Sei innamorata dello stesso
ragazzo da dieci anni, Lexi?! E lui non ti ha mai guardato?! Ed
è pure uno di quelli a cui hai salvato la vita?!
“Ehi, intanto erano undici anni e sì, non mi ha
mai nemmeno calcolata di striscio… Wow: ho pensato
all’imperfetto… Ormai fa veramente parte del mio
passato… Fermi un attimo: sto pensado, punto.”.
- Ora si capiscono un sacco di cose… Cioè, io non
le capisco ancora bene, ma credo che l’amore e la
fedeltà per me rimarranno sempre un qualcosa di
oscuro… Insomma, credo tu conosca i miei problemi con la
monogamia e tutto quello che ci va dietro…
Aveva lasciato sua moglie per quelle che non era altro che delle
ragazzine poco più che ventenni e, per essere del tutto
onesti, nemmeno quando stava ancora con lei era mai stato uno stinco di
santo, anche se doveva ammettere che alla fine tornava sempre da lei,
da Karen. L’unica donna che era certo di aver amato
seriamente. Forse era anche per quello che le attenzioni del dottorino
sampientone gli davano fastidio, ma lui aveva Kitty, quindi non poteva
fare o dire nulla.
- Ma dimmi una cosa: secondo te, quel dottor Lawson ci sta provando con
tua madre? Perché dal mio punto di vista si sta prendendo un
po’ troppe libertà…
Lexi, se fosse stata di un umore un pochino meno tetro, avrebbe riso
dei vani tentativi di suo padre per nascondere il fatto che fosse
ancora innamorato pazzo di Karen, ma sinceramente, tutto quel perdere
tempo facendo finta che quei sentimenti non ci fossero, che si potesse
vivere bene anche ignorandoli come stavano facendo sia lui che Mia con
David, la faceva piuttosto arrabbiare. Se lei si fosse potuta alzare da
quel letto, proprio in quel preciso istante, si sarebbe fiondata al suo
computer, avrebbe selezionato l’unico contatto utile di Skype
e avrebbe sommerso Nate di una confessione che sarebbe potuta durare
minuti, ore, giorni, forse anche tutta l’eternità:
tanto, chi le avrebbe dato un limite?? L’importante sarebbe
stato avere l'occasione per dirglielo. Prima che fosse troppo tardi. Ma
forse, era già troppo tardi.
- Insomma, anche Karen mi sembra un po’ troppo indulgente nei
suoi confronti… Lui è il tuo medico, dovrebbe
essere professionale e non sfruttare il momento difficile che tua madre
sta passando, per approfittarsi di lei! Poi le gli dà pure
corda e quel tipo continua imperterrito... Insomma: qualcuno dovrebbe
dirglielo che sta sbagliando!!
“Come qualcuno dovrebbe dire a tutti voi che dovete smetterla
di parlarmi dei vostri problemi di cuore, perché io sono
stanca... Ma seriamente stanca... Non ce la faccio più a
sentirvi lamentare di quello che vorreste fare, delle cose che vorreste
dire, delle emozioni che continuate a provare e che non vorreste mai
dimenticare... Basta!! Io non ce la faccio più! Io, quelle
poche cose che vorrei fare, non le posso fare, le parole che vorrei
dire non le posso dire, le emozioni che vorrei provare non solo non le
posso dimenticare, ma non posso nemmeno dire di poterle sentire... Io
non ho più nulla e voi continuate a sbattermi davanti agli
occhi la vostra felicità... E chi se ne frega se solo
metaforicamente!!”.
Avrebbe solo voluto aprire gli occhi e capire se tutto quello che le
era successo negli ultimi due mesi fosse stato reale o se, per
l'ennesima volta, avesse lavorato troppo d'immaginazione. Avrebbe solo
voluto sentire Nate che, con tocco rassicurante mentre le prendeva la
mano, le diceva che sarebbe andato tutto bene. A dire il vero le
bastava anche solo che mettesse su un po' di musica e lasciasse che
fosse quella a parlare per loro.
- Okay... Sto esagerando... In fin dei conti tua madre ha la sua vita e
sono stato io a decidere di uscirne...
L'amarezza del tono con cui aveva pronunciato quella frase fece
spavento pure a Morgan, che si chiese se le scelte che aveva preso
negli ultimi dieci anni di vita fossero state anche solo vagamente
giuste, perché in quel momento gli sembrava di avere tra le
mani unicamente una manciata di rimorsi per aver colto occasioni che
sapeva già non l'avrebbero condotto da nessuna parte. Doveva
prendere aria. E chiamare Karen. Sì, soprattutto quello.
- Lexi... Senti... Io ora devo andare, okay? Devo fare un paio di
telefonate... Sì, insomma... Sapere se magari tua madre ha
bisogno di qualcosa, cose così...
Nonostante tutto, Lexi fu quasi sollevata nel sentire suo padre
pronunciare quella frase: se lei non poteva vivere felicemente una
storia d'amore, non doveva significare che non potesse gioire per le
persone attorno a lei che avevano quella fortuna. Specialmente se si
trattava dei suoi genitori. In tutta sincerità, aveva sempre
sperato che Karen e Morgan potessero un giorno riavvicinarsi e parlarsi
francamente, ammettendo quello che entrambi sapevano di provare l'uno
per l'altra sin dal loro mirabolante primo incontro, più di
trent'anni prima. Karen le aveva raccontato che stava osservando
tranquillamente l'Oceano Atlantico, da uno dei parapetti del Brighton
Pier, mentre le risate delle sue amiche vicino a lei le arrivavano
quasi ovattate, tanto era immersa nella sua contemplazione. Era in
vacanza con i suoi genitori e “sembrava che nulla, nella mia
vita, potesse andare meglio”, come aveva detto Karen quel
pomeriggio di metà estate, quando una curiosissima Lexi di
appena quattro anni le aveva chiesto come avesse conosciuto il suo
papà. Poi aveva visto un ragazzetto camminare con aria
svogliata sulla sabbia, mentre l'acqua gli bagnava le caviglie lasciate
libere dai pantaloni arrotolati, calciando ogni tanto un sassolino.
Teneva le mani nelle tasche dei pantaloni più stretti che
Karen avesse mai visto, mentre il leggero venticello che si era alzato,
le permetteva di intravvedere il suo
fisico scolpito attraverso la maglietta bianca che portava, sotto un
giubbino di pelle nera, nonostante fosse piena estate. Lui aveva
sollevato la testa per un secondo solo ed i loro sguardi si erano
immediatamente incrociati, come attratti da due calamite. Karen aveva
raccontato di aver sentito un brivido percorrerle la schiena ed era
quasi sicura non fosse colpa della brezza estiva che le scompigliava i
capelli e la gonna. Lexi si ricordava che, sentendo le parole della
madre, aveva pensato a come anche lei avrebbe tanto voluto incontrare
il suo principe azzurro grazie ad uno sguardo magico come quello che si
erano scambiati sua madre e suo padre.
“Forse è da quel momento che ho cominciato a
credere a tutta la storia dell'amore a prima vista e allo sguardo che
l'avrebbe fatto innamorare di me... Che sciocca che sono stata... Ho
speso undici anni della mia vita a fare letteralmente di tutto per
farmi notare da lui e speravo che una semplice occhiata potesse
cambiare tutto... Alle volte mi chiedo come sarebbe andata la mia vita
senza tutte queste favole sfavillanti e queste speranze illusorie... Di
certo non mi troverei distesa su questo letto da più di due
mesi ormai... E, con ogni probabilità, avrei pure un ragazzo
ad aspettarmi a casa la sera, per abbracciarmi e chiedermi
com'è andata la giornata... Forse avrei più
amiche e qualche interesse un poco più proficuo di quello
per una band per adolescenti e per persone vissute secoli fa... Magari
sarei anche più magra e sicuramente più sicura di
me... Ma se c'è una cosa che ho imparato studiando per tutti
questi anni la vita degli altri, è che non si scrive la
storia con i 'se' e con i 'ma' ... Lla mia vita è stata solo
un susseguirsi di attese che qualcosa accadesse, di nottate a pensare
che cosa sarebbe potuto succedere 'se...' e di eterni monologhi per
convincermi a non agire mai veramente, troppo concentrata a calcolare
tutti i 'ma' possibili... Un' esistenza passata ad attendere un
banalissimo e semplicissimo sguardo che poi è arrivato,
così: dal nulla... E com'è arrivato, se ne
è anche andato, senza lasciare la minima traccia. Sembra che
ogni cosa che io abbia il coraggio di fare venga iscritta sul libro del
tempo, peccato che nel mio caso sia sempre fatta di granelli di sabbia
fine che con un solo colpo di vento o una piccola onda, vengono
spazzati via e gettati nel nulla... Eppure un altro sguardo mi
è rimasto in testa e sembra non volersene andare
più, come se questo sia stato inciso a fuoco nel mio cuore,
marchiandolo per sempre... Quegli occhi celesti non si possono
dimenticare. Quel terrore ad incresparne le screziature più
scure, la coscienza di non poter far nulla per me... Anche se alla
fine, è stato proprio lui quello che ha fatto più
di tutti... E' stato Nate a ripetermi ogni singolo giorno che non
vedeva l'ora di incontrarmi sveglia per poter sentire la mia voce, per
sapere se sono seriamente come mi descrivono gli altri, per potermi
parlare guardandomi negli occhi, per capire le motivazioni di quel
lampo nel mio sguardo, poco prima che mi sfracellassi al suolo... Ah,
no... Giusto... L'ha già scoperto... O meglio, ha scoperto
quello che pensano tutti ma che non è assolutamente la
verità... Non per me almeno... Non più. Forse
deve andare semplicemente cosi. Forse io non lo vivrò mai
quello sguardo fatale... Non avrò mai la mia favola
d'amore...”.
Lexi non si era nemmeno accorta che la porta della sua camera si era
richiusa dietro le spalle di un Morgan più determinato che
mai a riprendersi quello che aveva sempre saputo essere suo.
Hi sweethearts!
Piccolo capitolo di
passaggio prima di ricominciare con i batticuori (si spera ^^). Lo so,
lo so: sarete sfinite come Lexi di sentir chiunque vada a trovarla
lamentarsi della propria vita, ma credo che alle volte finisca sul
serio per andare così: siamo troppo concentrati su noi
stessi per poter cogliere le sfumature di chi ci sta attorno. Povera
Lexi ** Mentre scrivevo questo capitolo, ricordo di essermi chiesta se
fosse davvero possibile innamorarsi con un solo sguardo o se, in
generale, un singolo scambio di occhiate possa cambiare radicalmente il
corso degli eventi... Voi che ne pensate?? Piccola curiosità
**
Grazie per aver letto
fino a qui, per aver inserito la storia tra le seguite e le ricordate e
per continuare a lasciare il vostro prezioso parere **
Lots Of Love xx
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