2nd November 2013
- Si può sapere che diavolo ti è passato per la
testa ieri?!
Sarah l'aveva praticamente strattonato dietro il bancone
dell'accettazione del reparto in cui si trovava Lexi, rischiando quasi
di fargli rovesciare il cestino delle cartacce a terra, aumentando
magari lo stato di irritazione nei suoi confronti. Non capiva per quale
strana motivazione lo stesse trucidando con quello sguardo dagli
intenti omicidi, quando l'unica cosa che aveva fatto era stata seguire
ciò che gli suggeriva il cuore. Insomma, Nate era cosciente
dei rischi che aveva corso: se solo fosse entrato qualcun altro al
posto di Sarah in quel momento sarebbe stato con ogni
probabilità a cercare con l'avvocato della casa discografica
di non far scoppiare un putiferio mediatico per un'accusa, per altro
infondata, di molestie ad incapace d'intendere e di volere. Ma qualcuno
ai piani alti lo aveva assistito, quindi non capiva davvero il motivo
di tanta irruenza.
- Hai vagamente presente che se fosse entrata una qualsiasi delle altre
infermiere o addirittura il Dottor Lawson, quel tuo bel faccino pallido
ora sarebbe sulle prime pagine di tutte i giornali e non di certo per
aver vinto qualche prestigioso premio musicale?!
Esattamente quello che Nate aveva appena pensato, eppure era ancora
convinto di aver fatto la scelta più giusta: in quelle poche
frazioni di secondo in cui le loro labbra si era scontrate, anche se a
lui era parso durare un'eternità, aveva provato qualcosa che
non sentiva più da troppo tempo. Una sorta di scarica
elettrica che si era diffusa per tutto il suo corpo ed era quasi certo
di aver avvertito un leggerissimo accenno di movimento delle labbra di
Lexi, motivo per cui si trovava così di buon mattino nel
reparto di medicina donne, nonostante il jet-leg lo stesse uccidendo.
- Dovevo farlo Sarah... Sul serio: dovevo...
L'infermiera si ritrovò a fissare una scena che le fece
parecchia tenerezza: quel ragazzino di appena ventidue anni, con un
assurdo cappellino blu calato sulla fronte, la maglietta rosa antico
che usciva da una felpa più grande di due taglie, dei
pantaloni stretti dentro a delle scarpe che le ricordavano tanto quelle
dei clown per la loro grandezza, le riportò alla mente come
ci si sentiva ad essere persi per qualcuno. Chiunque si sarebbe
accorto, anche lontano un miglio, che quel ragazzo aveva più
di una cotta per una ragazza con cui non aveva mai neanche parlato, ma
che aveva rischiato tutto per salvare la vita. Forse era per quello
sguardo così profondo e significativo, che non gli aveva mai
visto prima, o per quel tono di voce che lasciava intendere una
sincerità quasi lacerante, che Sarah si ritrovò a
sorridere e a dirgli l'impensabile.
- Ho capito Nate... Ma fa attenzione la prossima volta!
- La pro... La prossima volta?!
Sapeva perfettamente di averlo messo in difficoltà, lo
notò dal rossore che si diffuse velocemente sulle guance
altrimenti candide e dalle mani che iniziarono a torturare i bordi
delle tasche dei jeans chiari con impazienza, ma aveva visto il
tracciato cerebrale di Lexi del giorno prima, da quando il bel
irlandese era entrato nella stanza fino al momento in cui era corso via
e non poteva negare che ci fosse più di qualche collegamento
con i progressi che la ragazza faceva ogni qualvolta le cose andassero
bene con lui. Era stata scettica pure lei all'inizio, ma i monitoraggi
e gli esami che le avevano fatto confermavano quest'impressionante e
stravagante teoria: se Nate si prendeva cura di lei e le stava accanto,
Lexi migliorava in maniera tangibile e costante. Quindi sì,
Sarah aveva intenzione di farsi paladina e protettrice di quella storia
a suo parere meravigliosa, rischiando anche di andare contro il
regolamento dell'ospedale e le ire del Dottor Lawson.
- Non fare quella faccia da adolescente in erba che viene trovato dalla
madre con delle riviste poco consone sotto il letto! Lo sappiamo
entrambi che provi qualcosa di forte per quella ragazza ed è
altrettanto innegabile che, non ho ancora capito per quale astrusa
motivazione, se tu sei nei paraggi lei stia decisamente meglio, quindi
io ti avverto, caro il mio bel cantante irlandese... Tu mi stai
simpatico, okay? Credo che tu abbia un gran bel faccino e, tutto
sommato, anche la testa sulle spalle, ma azzardati ancora una volta a
farle promesse che poi non mantieni o ad abbandonarla e giuro che te la
dovrai vedere con me, chiaro??
Non voleva suonare così minacciosa con quelle parole, ma
evidentemente l'affetto che provava per Lexi sembrava aver preso il
sopravvento ed il suo istinto da mamma chioccia era uscito in tutta la
sua pericolosa maestosità, facendo indietreggiare di un
passo un allibito Nate che si vide puntato contro un dito grassottello
e roseo giusto sotto il naso. Quel discorso se lo sarebbe aspettato dal
padre di Lexi, non di certo da un'infermiera che, come lui, non l'aveva
mai nemmeno conosciuta di persona. Eppure questo gli fece capire come
poco si fosse sbagliato nel vedere tutta quella bellezza che
riscontrava ogni volta che sentiva parlare di Lexi o la vedeva ferma su
quel letto d'ospedale.
Fece un cenno d'assenso con la testa, incapace di trovare delle parole
che potessero anche solo delineare il marasma di sentimenti che stava
provando e dopo aver ricevuto il benestare di Sarah, tramite un suo
sorriso a dir poco materno, si diresse finalmente verso la camera di
Lexi.
Aveva sperato di trovarla vuota se non per quella meravigliosa ragazza
di cui si stava invaghendo sempre di più, ma rimase deluso
quando, aperta la porta, sentì un tono di voce che aveva
udito anche troppo in quegli ultimi tre anni e mezzo.
-Ehi Nathan!!! Che ci fai qui?!
Nate avrebbe volentieri risposto male a Lewis,ma il problema
era che, nonostante quell'assurdo nome che non aveva nulla a che fare
con quello che sua madre gli aveva datoe soprattutto nonostante la sua
presenza decisamente inopportuna all'interno della stanza, gli sorrise
lo stesso, perché con Lewis Tompson non si poteva fare
altrimenti. Lui, con le sue iridi di un celeste qualche
tonalità più scuro di quello di Nate e la
strampalata idea di tatuarsi anche il mondo sul corpo, era una fonte
inesauribile di risate, battute e atteggiamenti poco opportuni che
rendevano la vita di tutti quelli che gli stavano attorno molto
più interessante.
Si sedette sul letto di Lexi, dalla parte opposta a quella dove si
trovava la poltrona con Lewis seduto sopra, ed incurante dello sguardo
quasi allibito dell'amico, intrecciò una mano con quella di
Lexi lasciandoci un leggero bacio, prima di riappoggiarla sul lenzuolo
e continuare a carezzarla. Voleva che sapesse che lui era
lì, che era tornato nonostante tutto quello che era successo
il giorno prima e che non se ne sarebbe più andato,
esattamente come le aveva promesso.
- Secondo te Tommo?? Sono venuto a trovare lei...
Quella speciale dolcezza con cui aveva fatto scivolare fuori dalle
labbra sottili la parola “lei” fece saltare un
battito al cuore di Lexi, che appena ne aveva percepito la presenza si
era come rianimata: ormai non aveva neanche più senso
fingere che lui non avesse quell'effetto su di lei.
Lewis rise per quel rumore stridulo della macchina, conscio del fatto
che fosse stato proprio il suo amico a causarlo e quando
rialzò la testa verso Nate lo ritrovò a
contemplare con sguardo indubbiamente sognante Lexi, come se volesse
curarla ed aiutarla a svegliarsi con l'energia del suo pensiero. Non
l'aveva mai visto così. Insomma, per lui Nate era sempre
stato quello che rideva per ogni cretinata che lui diceva, quello che
aveva un sorriso da dedicare a tutti e che non si era mai preoccupato
di che cosa la gente pensasse delle sue scelte. Forse, fra tutti loro,
era quello più entusiasta e pieno di energie, non che gli
altri non lo fossero, Lewis per primo amava alla follia il suo lavoro e
tutto ciò che esso comportava, ma lo spirito con cui Nate lo
affrontava ogni giorno era spesso stato d'aiuto a tutti nei momenti
più difficili. Era anche per questo che una settimana prima
si era preoccupato seriamente nel vedere la sua reazione alla scoperta
che Lexi fosse innamorata di Lucas da sempre e quello poteva dire solo
una cosa: Nate teneva veramente troppo a quella ragazza.
- Sai, le stavo raccontando di quando i ragazzi dei 5SOS sono saliti
sul palco carichi di fette di torta e ce le hanno spiaccicate addosso
mentre cantavamo Teenage Dirtbang... Che bastardi!
- Cavolo, quella torta era fantastica!! Panna e cioccolato!! Capisci
Lexi?! Dolcissima panna mixata a cioccolato purissimo da far invidia a
quelle che prepara mia nonna!! “Non avevo alcun dubbio che ti
sarebbe piaciuta persino una torta spiaccicata sulla
faccia...”.
- Infatti... Era talmente tanto buona che ti sei dimenticato di fare il
tuo assolo perché eri troppo concentrato a leccarti la
faccia!! Credo di non aver mai riso così tanto!
- Ma se ho detto che era buona come quella di mia nonna vuol dire che
era superlativa ed una torta superlativa non si spreca
così!!!
“Non ci posso credere!! Oddio!! Ho fatto quasi la stessa
identica cosa quando ero in seconda media!! Era scoppiata una guerra di
cibo in mensa e, mentre tutti i miei compagni cercavano di
giustificarsi con i professori, io ero l'unica che continuava a
mangiare la crostata che si era spappolata dovunque... Era divina!!!
Mia ancora ride ogni volta che ne parliamo, dicendo che sembrava non
mangiassi da due mesi, tanto ero concentrata...”.
- Tu sei un pozzo senza fondo Nate!! Ti mangeresti anche le tue
chitarre se non ti servissero durante i concerti.
- Non è mica colpa mia se ho un metabolismo veloce!
- E un cervello lento...
- Ehi!!
Lexi li sentì scoppiare a ridere come due bambini piccoli e
le sembrò una delle cose più belle che avesse mai
udito in vita sua e quel suono era a tal punto contagioso che fece
ridere a crepapelle anche lei, benché potesse farlo solo
attraverso il sobbalzare del suo ritmo cardiaco.
- Abbiamo fatto ridere pure la nostra cara Lexi, a quanto pare! Oppure
sta impazzendo perché non vede l'ora che ci leviamo dalle
palle... Non saprei...
- Sta ridendo.
La certezza con cui Nate aveva fatto quell'affermazione
stupì non solo sé stesso, ma anche Lewis che lo
guardò come se si fosse appena trasformato nell'incredibile
Hulk davanti i suoi occhi.
- Come fai ad esserne sicuro?
Già: come faceva ad esserne sicuro? Anche Lexi era curiosa
di conoscere la risposta e Nate decise di lasciar da parte ogni riserva
nel parlare, solo perché lesse negli occhi dell'amico un
sincero interesse e nessuna traccia di presa in giro o di scetticismo.
- Ho imparato a riconoscere i diversi battiti del suo cuore...
Si perse nuovamente nella contemplazione di quella ragazza ai suoi
occhi assolutamente perfetta e continuò a parlare, incurante
della presenza di Lewis nella stanza.
- Se sono lenti e costanti ti sta ascoltando... Se salta un battito,
vuol dire che è sorpresa... Se accelerano improvvisamente e
rimangono così per più di tre secondi vuol dire
che è emozionata, felice e che, forse, sta ridendo... Se poi
diventano scostanti bisogna chiamare qualcuno, perché le
emozioni sono state troppo forti...
Non si era accorto neanche lui di aver prestato così tanta
attenzione al semplice rumore di una macchina, ma capì che
quello era stato il suo unico modo per poter comunicare con lei in quei
lunghissimi mesi, tanto che ancora si ricordava la prima volta in cui
Lexi gli aveva fatto capire che era lì con lui e che lo
ascoltava. Si riscosse da quel ricordo e si voltò in
direzione di Lewis, che lo stava ancora fissando interessato ed
impressionato.
- Ma scusa: tu che ci fai qui??
Lewis rise tranquillo a quella domanda ovvia e gli rispose con un suo
tipico sorriso strafottente stampato sulle labbra.
- Semplice: sono venuto a fare un resoconto dell'ultimo mese alla mia
carissima Lexi, raccontandole anche i fatti importanti e non solo che
cosa abbiamo mangiato a pranzo e a cena, come sicuramente ti sarai
limitato a fare tu...
Detto quello, si appoggiò allo schienale della poltrona,
intrecciò le mani sulla pancia e si godette la faccia
allibita di Nate. A dire la verità era andato lì
per vedere quali fossero le reali condizioni di Lexi, dato che le
ultime notizie che aveva ricevuto tramite Hugh non erano state tra le
più rosee. Ma quando era arrivato in quella stanza, un'ora e
mezza prima, Sarah, l'infermiera che aveva scoperto seguire sempre
Lexi, lo aveva informato sugli ultimi miglioramenti e su come fossero
andate veramente le cose in quell'ultimo mese in cui erano stati in
tour, compreso il fatto che molti dei cambiamenti erano dovuti quasi
esclusivamente alle azioni di Nate. Non che Lewis non se lo aspettasse,
in fin dei conti era stato il primo a notare che qualcosa stesse
succedendo nella testa del biondino ed era stato sempre lui a notare
come dopo ogni chiamata via Skype con lei, Nate risultasse decisamente
più sereno e solare, ma mai e poi mai avrebbe immaginato che
tra i due si potesse esser creato un legame del genere. Non credeva
nemmeno fosse proprio possibile avere un legame con una persona che
stava distesa su un letto, immobile, senza poter parlare o anche solo
respirare autonomamente, e soprattutto senza averci mai neppure
scambiato uno sguardo. Eppure, era anche vero che sia Nate che Zach e,
perché no, anche lui stesso, si sentivano stranamente in
sintonia con Lexi, quasi come se la conoscessero da sempre e fosse
parte della loro ristretta cerchia di amici che avevano mantenuto da
quando la fama aveva cambiato la loro vita. Lewis fu riportato alla
realtà dalla risata rumorosissima di Nate, che sembra non
ridere da almeno una settimana tanta confusione stava facendo,
così si rimise seduto in maniera quasi umana e lo
guardò confuso.
- Si può sapere che cos'hai da ridere??
- Ma dico: ti sei visto?! Ti sei spalmato su quella sedia, tenendoti la
pancia, come se fossi Babbo Natale il giorno di Santo Stefano!!!
- Mi stai dando del grassone vestito di rosso?!
- No, ti sto dicendo che sembravi così buffo da farmi ridere
una sacco!
E riprese a sghignazzare come se non avesse più occasione di
farlo in futuro, facendo risollevare anche l'umore di Lexi, che
nell'ultimo periodo era stato a dir poco altalenante. “Quanto
mi era mancato il suono allegro della sua risata... E'
così... Così... Sì,
contagiosa...”.
- Ringrazia il cielo che ti voglia un bene dell'anima Irlandese,
altrimenti avresti già fatto una brutta fine...
- Cos'è: avrei sperimentato il terribile e potentissimo
pugno alla Tommo- Tompson? Ah ah ah...
- Ridi, ridi... Ma guarda che c'è gente che ha
paura di avere a che fare con me!
- Lewis andavi in giro con un paio di pantaloni rosso fuoco e le
bretelle fino all'altro giorno, non credo che un paio di tatuaggi fatti
a caso ti facciano diventare un duro...
Lo sguardo fintamente infastidito che Lewis lanciò a Nate lo
fece ridere ancora, oltre che fargli ottenere un pugno decisamente
forte sul braccio, ormai leggermente muscoloso grazie alle sessioni di
palestra fatte durante l'ultimo mese di tour. A dire il vero, aveva
cominciato ad allenarsi per non pensare a Lexi tutto il santissimo
giorno, anche se andava sempre a finire che Marc doveva richiamarlo sul
pianeta terra prima che si tirasse il bilanciere sui piedi. Inoltre,
quei muscoli gli erano anche stati stranamente utili quando la malsana
idea di tirare un pugno in pieno viso a Lucas gli era balzata in testa
e gli era pure sembrata una cosa intelligente. Ancora non ci credeva di
aver seriamente fatto a botte con lui, anche se tecnicamente, per sua
fortuna, era stato solo lui a darle ed il palestrato del gruppo non
aveva risposto.
Nel frattempo Lexi si godeva quella scena di straordinaria
normalità tra i due ragazzi, avverando con ogni
probabilità il sogno di metà fan della band:
chiunque avrebbe pagato per vederli scherzare così
spontaneamente, come se fuori da quella stanza non ci fosse un intero
mondo di ragazze adoranti ad attenderli.
- Ehi, prima stavo girando un po' su Twitter e mi sono capitate
sott'occhio le foto di quando mi hai piazzato quelle due tette enormi
di plastica davanti al naso... Cavolo! Erano così grandi che
non vedevo nemmeno le corde della chitarra!!
- Nate....
- E quella volta in cui mi hanno lanciato un gigantesco reggiseno di
pizzo azzurro?!
- Nate...!
- Ho provato a farci alcuni palleggi, ma pesava troppo tanto era grande
e...
- Nate! Per l'amor di dio, c'è Lexi che ascolta!!!
- Oh cazzo!!
Come se fosse ancora alle scuole elementari e avesse appena detto una
parolaccia davanti la maestra, Nate si coprì la bocca con le
mani facendo ridere Lewis come un pazzo, tanto che dovette tenersi la
pancia ed accasciarsi sulla poltrona per poter tentare di respirare
ancora.
Lexi stava ridendo ormai come non faceva più da un sacco di
tempo, anche se ancora si chiedeva come fosse possibile ridere in
quelle condizioni, eppure il suo corpo sembrava provare le stesse
sensazioni che percepiva quando guardava qualche loro intervista su
YouTube per tirarsi su di morale dopo l'ennesima giornata assolutamente
uguale a quella precedente, se non per qualche idea strampalata di Mia.
- Sei un cretino Nate, giuro! Aspetta che la racconti a Zach e vedrai
quanto ti prederemo per il culo!
- Ah beh! Perché tu sei Mister Finezza, vero??
- Per lo meno io ho un qualche titolo, Gambe di Gallina!
Lexi sapeva già che sarebbero andati avanti all'infinito con
quella ilare conversazione sul nulla, ma il rumore di un paio di scarpe
con un piccolo tacco, li interruppe sul più bello.
-State veramente avendo uno dei vostri battibecchi senza senso davanti
a Lexi?? Ma non credete che abbia già abbastanza problemi
senza voi due che le riempite la testa di assurdità??
La voce leggera di Ellie riempì la stanza, riportando subito
un po' di sanità mentale all'interno di quel luogo, dato che
nemmeno Lexi si poteva dire completamente nel pieno delle sue
facoltà mentali: si stava godendo ogni singola battuta di
quella conversazione come se fosse manna nel deserto, annotando tutto,
magari per quel futuro libro che voleva scrivere appena si fosse
svegliata.
- E' stato Lewis a cominciare!
- Non avevo alcun dubbio che fosse colpa sua...
- Ma non è vero!! A chi vuoi credere: al tuo amorino
dolcioso o a quell'irlandese sguaiato?!
Ellie si avvicinò alla poltrona dove era seduto
scompostamente il suo ragazzo e dopo avergli dato un casto bacio sulle
labbra, gli disse sorridendo candidamente:
- Decisamente a Nate... In questi casi è sempre colpa tua!
- Questa me la lego al dito piccoletta, sappilo...
- Ha solo detto la verità, Tommo... L'Irlandese ha sempre la
meglio!
- Se non fossimo in ospedale ti farei vedere io chi ha la meglio tra
noi due!
- Ma la volete piantare per una volta?! Siete peggio di due bambini
delle elementari! Scusali Lexi, ma non hanno la minima idea di che cosa
voglia dire contenersi...
Percepì la gentile e fresca mano di Ellie appoggiarsi sul
dorso della sua, in un gesto di complicità femminile che le
era abbastanza sconosciuto, dato che Mia era tutto fuorché
una ragazza definibile come “femminile”: era stato
solo grazie alle insistenze di Lexi che aveva indossato il primo paio
di scarpe con il tacco di tutta la sua vita, nonostante facesse la
costumista e mangiasse pane e moda tutti i santissimi giorni.
“Tranquilla Ellie... Almeno portano un po' di vita in questo
mortorio di camera... Ultimamente è stata abbastanza dura
stare qui dentro, soprattutto senza le chiamate di Nate a vivacizzare
le mie giornate...”.
Lexi si chiese per un secondo per quale motivazione si ostinasse a
rispondere a ciò che le dicevano dall'esterno, ma era come
se volesse ribadire anche a sé stessa che la sua
priorità, in quel momento, era svegliarsi il prima possibile
e riuscire a conoscerle davvero quelle meravigliose persone e
riprendere in mano la sua vita.
- Ma voi due che ne direste di continuare la vostre interessantissima
conversazione in corridoio per qualche minuto??
Lexi si chiese per quale motivo quella ragazza, che sapeva essere
esteticamente strabiliante e pure estremamente simpatica, avesse
implicitamente chiesto a Lewis e Nate di rimanere da sola con lei,
quando nello stesso momento la faccia dubbiosa e le parole di Nate
espressero a voce lo stesso identico dubbio.
- Ma perché dovremmo uscire scusa?
Ellie lanciò un'occhiata eloquente ad un confuso Lewis che
sembrò cancellare in un secondo la nebbia che gli aleggiava
nel cervello per illuminarsi in viso e rispondere.
- Perché... Perché... Perché qui diamo
fastidio ed io ho voglia di qualcosa da mangiare tra parentesi... Il
jet leg mi sta uccidendo... Dai, non dirmi che non hai fame!!! Su
andiamo!
Lewis si alzò velocemente dalla poltrona e prese per un
braccio Nate, trascinandolo fuori dalla porta e senza lasciargli il
tempo di ribellarsi o anche solo di lamentarsi. Quando finalmente la
situazione all'interno della stanza si fu tranquillizzata ed Ellie non
udì più la voce squillante di Lewis trapassare i
muri sottili dell'ospedale, si sedette al posto del suo fidanzato
chiacchierone e strinse leggermente la stretta attorno la mano magra di
Lexi: si chiese se fosse sempre stata così magra e fragile
come le appariva in quel momento, o se fosse una di quelle ragazze con
tutte le curve al loro posto, di quelle che attiravano i ragazzi. Non
avrebbe saputo dirlo, perché lei di quella ragazza bloccata
su un letto d'ospedale da quattro mesi non sapeva assolutamente nulla
eppure le ispirava fiducia, specie dopo che aveva avuto modo di parlare
con Lewis e di assistere alla scena di prima. Era rimasta apposta in
silenzio ad ascoltare le parole di Nate, curiosa di verificare se
quelle che le erano sembrate delle assurde fantasie di Lewis
fossero invece delle fondate verità: e così era
stato. Se mai avesse sentito un ragazzo descrivere con tale precisione
il modo di ridere o di rispondere della propria fidanzata avrebbe detto
senza alcun dubbio che ne era innamorato perso. Eppure com'era
possibile che Nate si fosse perso, o addirittura, innamorato di una
ragazza con cui non aveva mai realmente parlato? Ellie non ne aveva la
più pallida idea, ma sperava che qualsiasi tipo di legame si
fosse creato tra di loro potesse aiutare Lexi a risvegliarsi e,
perché no, poter vedere come sarebbero andate le cose.
- Allora Lexi: finalmente da sole... Ti prego di non prendermi per
pazza per aver cacciato fuori quei due, ma alle volte fanno talmente
tanto rumore che mi confondono le idee....
“Tranquilla Ellie... Insomma, è un piacere anche
per me avere qualche ragazza della mia età con cui
parlare... Specialmente da quando Mia non fa altro che chiedermi scusa
o stare in silenzio se viene a trovarmi...”.
- Comunque, sono qui perché ho alcune cose da dirti... So
che l'ultima volta che ti ho detto una cosa del genere poi mi sono
messa a parlare come mia nonna e a dirti di non abbatterti per un
sentimento non corrisposto, ma prometto di non essere così
pedante questa volta.
Ellie prese un respiro profondo e poi riprese a parlare con il tono di
voce più serio che aveva mai usato in vita sua.
- Lexi, io non ho la più pallida idea di quello che
sia successo negli ultimi mesi, specialmente da quando i ragazzi sono
andati in tour, ma quella pettegola di mio moroso mi ha raccontato di
come... Sì, insomma, di come si comporti Nate nei tuoi
confronti... E credo di aver avuto la conferma alle mie teorie dopo
averlo sentito parlare prima...
La mente di Lexi era totalmente concentrata sulle parole di Ellie e su
quella possibilità che aveva tanto sperato diventasse
realtà, ma che aveva paura anche solo di immaginare e se
avesse potuto avrebbe anche trattenuto il fiato, ma le macchine non
glielo permettevano.
- So che suonerà strano, ma io conosco Nate da ormai quattro
anni ed è uno dei migliori amici di Lewis, quindi devi
credermi quando ti dico che non l'ho mai sentito parlare
così di nessuna ragazza... Mai una volta nella vita aveva
dedicato una canzone a qualcuna con cui si stava frequentando...
Quindi, per quanto assurdo possa sembrare, credo che tu gli sia entrata
nel cuore Lexi e se per caso avessi ancora qualche dubbio sul
perché dovresti svegliarti, beh: fallo anche solo per lui...
Per Nate... Perché se ho ragione- e fidati: difficilmente
sbaglio in questi casi- dargli la possibilità di mostrarti
quello che prova per te sarà la scelta più giusta
che tu abbia mai fatto nella tua vita... Ovviamente dopo quella di
esserti gettata su quella pallottola impazzita... Per questo non
smetterò mai di ringraziarti...
Ellie concluse con un sorriso sincero quel discorso che le era venuto
spontaneo, pensando a come avesse ringraziato il cielo che qualcuno
fosse intervenuto quel giorno per salvare la vita a tutti loro ed, in
primis, al suo Lewis. Ancora sentiva la paura scorrerle nelle vene se
ripensava a quelle frazioni di secondo in cui era successo tutto: le
urla, il rumore assordante dello sparo e il braccio forte di Lewis che
la gettava a terra, schiacciandola con il suo corpo. Si era voltata
giusto un attimo prima che il corpo del loro salvatore toccasse il
cemento duro di Leicester Square ed aveva ringraziato mentalmente
quell'angelo, sperando che non fosse morto. Solo dopo aveva scoperto
trattarsi di una fan e, nello specifico, di Lexi, cosa che l'aveva
fatta scoppiare in singhiozzi ancora più forti.
- Qui ti stanno aspettando tutti Lexi... Specialmente qualcuno dalla
capigliatura bionda e due occhioni strepitosamente celesti...
Lexi sapeva che Ellie stesse sorridendo, ormai aveva imparato a capirlo
dall'inclinazione che assumeva la voce di chi l'andava a trovare, ma
non era la sola a farlo, perché quelle sue affermazioni
avevano acceso dentro di lei una nuova fiamma, fatta di determinazione
e desiderio che si trasformarono in una piccola impercettibile lacrima,
che scese invisibile lungo la sua guancia.
“Nate mi sta aspettando... Nate mi sta
aspettando...”.
Era l'unico pensiero che rimbombava dentro la sua testa, come un
traguardo da raggiungere, un obbiettivo per cui voleva lottare per la
prima volta in vita sua. In quel momento una testa mora fece capolino
dalla porta e chiese il permesso di rientrare per salutare Lexi e
accompagnare la sua donzella a casa.
- Ehi bellezza, ci vediamo presto... Prometto di tornare ad aggiornarti
il prima possibile!! Ciao Lexi...
- Giuro solennemente di accompagnarlo ogni volta che vorrà
venire qui per assicurarmi che non ti riempia la testa con una marea di
chiacchiere inutili... A presto Lexi... Ti aspetto...
Come al solito Ellie le aveva detto quelle ultime parole a pochi
centimetri dall'orecchio, lasciandole poi un amichevole bacio sulla
guancia che fece sentire Lexi stranamente serena, come se seriamente la
vita che la stava aspettando, qualora si fosse svegliata, sarebbe stata
a dir poco fantastica. Quando il rumore della porta lasciò
che la sua eco si diffondesse per la stanza, Lexi si chiese se fosse
nuovamente rimasta sola o se qualcuno, anzi, quel qualcuno, fosse
rimasto ancora un poco con lei. Perché, in fin dei conti,
avevano una questione piuttosto spinosa da affrontare dato che,
nonostante lei non potesse parlare, i suoi sentimenti fossero ancora
quelli di una ventiduenne quasi normale che era stata baciata da uno
dei ragazzi più belli e straordinari al mondo. Non poteva
credere di aver sul serio pensato una cosa del genere: si fece paura da
sola.
“Quindi ti conviene essere rimasto nei paraggi Mr Hanson,
altrimenti potrei svegliarmi e venirti a cercare!”.
Un colpo imbarazzato di tosse attirò la sua attenzione,
seguito da un leggero spostamento d'aria che fece giungere alle sue
narici quel profumo che sapeva proprio di Nate.
- Ehm... Finalmente soli, eh?
A Lexi venne abbastanza da ridere, perché le sembrava di
vederselo lì, impalato nel mezzo della stanza, le mani nelle
tasche dei jeans stretti e chiari, che spostava il peso da un piede
all'altro cercando qualcosa di intelligente da dirle, ma scartando ogni
volta quello che gli passava per la testa. Come un bambino delle
elementari alla prese con la sua prima cotta: semplicemente adorabile.
“Chissà perché non mi sono
mai soffermata più di tanto su di lui... Eppure, ogni volta
che penso a lui, mi ricordo ogni minimo particolare del suo volto, i
suoi modi di fare così spontanei e solari, i suoi
tic quando è nervoso... E' come se il mio cuore fosse stato
tutto concentrato su Lucas, ma qualcosa di Nate attirasse l'attenzione
del mio subconscio... Ma che diamine sto pensando?! In fin dei conti so
praticamente tutto di tutti loro, anche se averci a che fare mi ha
fatto scoprire un sacco di lati nuovi che solo le persone vicino a loro
possono sapere... Tipo che Zach parla molto più di quanto si
potesse mai immaginare e che, tra tutti, è decisamente il
più sensibile... Che Hugh ha una dolcezza dentro di
sé che si può intravvedere nei suoi modi, ma che
ti travolge letteralmente se entri nella stretta cerchia delle sue
amicizie, senza contare che è anche molto più
stralunato di quanto sembri normalmente... E Lewis è una
vera pettegola ma solo perché vuole il meglio per
i suoi migliori amici... Beh, poi c'è Lucas... A dire il
vero di lui avrei volentieri fatto a meno di sapere molti segreti, ma
presumo fosse inevitabile dal momento che mi sono presa una pallottola
sulla spalla e sono finita in coma per salvargli la vita... E poi, per
essere del tutto sinceri, lui è un bravo ragazzo e
soprattutto è innamorato perso della sua ragazza... Che poi
non sia io la fortunata, questa è tutt'altra
storia...”.
Nate si decise a levare le radici che ormai gli erano cresciute tanto
era stato fermo sullo stesso punto della stanza e si sedette sul bordo
del letto di Lexi. Era vero che il giorno prima aveva recuperato tutto
il coraggio che aveva dalle punte dei piedi fino alle punte dei capelli
fintamente biondi, per poter fare quello che aveva fatto ma quella era
ben altra situazione. Sapeva che Lexi comprendeva ciò che la
gente e, specialmente, lui gli diceva ma non era certo di voler sapere
la risposta a quella domanda, benché sapesse fosse il
momento di affrontarla.
- Va bene, credo sia il caso di andare direttamente al sodo della
questione... Come se fosse un uovo, per capirci... Ma che sto
dicendo...
Scosse la testa per la sequela di sciocchezze che continuava ad
uscirgli di bocca e blocco i suoi occhi cristallini sulla mano delicata
di Lexi, chiedendosi se tutta quella fragilità che lui
vedeva in quel corpo bloccato da mesi, la rispecchiasse veramente
oppure no. La prese tra le sue mani e subito il suo cuore
rallentò quella corsa impazzita che aveva intrapreso appena
si era ritrovato da solo con lei, come se quel semplice contatto
potesse trasportarlo in un mondo parallelo dove ci fossero solo lui e
Lexi, senza fan alle volte troppo opprimenti, senza scadenze
inflessibili da rispettare, senza nessuno a dirgli come si dovesse
sentire nei confronti di una ragazza che non aveva mai, secondo loro,
conosciuto. Erano solo loro due e lo spettro di un amore che Nate
sperava concluso dopo le dolorose parole che le erano state rivolte.
- Lexi... Voglio solo sapere se sei ancora innamorata di Lucas... Se
mai mi dovessi in qualche modo dire di sì, ti prometto che
non ti abbandonerò... Ho fatto una promessa e la voglio
mantenere a tutti i costi, ma ho bisogno di sapere... Perché
sento che le cose stanno cambiando per me, anche se è ancora
tutto così confuso...
“No!! Non provo più nulla per lui! E forse non
l'ho mai nemmeno amato veramente Lucas... Credevo che pensare
costantemente ad una persona e sapere ogni sua minima mossa ed ogni sua
parola fosse amore, ma non è così... Quello che
provo solo sentendo il suono della tua voce ed immaginando il tuo
sorriso, quello è amore... Quindi non pensare più
a nulla di ciò che hai sentito, perché io credo
di essermi innamorata di te, Nate, e non ho nemmeno più
paura ad ammetterlo, per quanto possa sembrare da pazzi...”.
- Quindi te lo chiedo ora e non lo farò mai più,
sei ancora innamorata di Lucas? Se è un no, fammelo
capire...
Nate continuava a guardarla, sperando che l'elettrocardiogramma desse
qualche segno, che lei gli facesse capire come le sue paure fossero
infondate, che non si fosse preso una “sbandata”,
come l'aveva definita suo fratello Greg quando gliene aveva parlato,
per una ragazza il cui cuore apparteneva già a qualcun
altro, anzi, ad uno dei suoi migliori amici. Se pensava di avergli
tirato pure un pugno per lei, gli venivano ancora i brividi.
Eppure nulla, nessun segno, nessun battito cardiaco accelerato, nessuna
lacrima, niente di niente mentre il suo, di cuore, si stava lentamente
stringendo sempre di più, come se la linfa vitale che lo
irrorava si fosse improvvisamente prosciugata.
Lexi sapeva perfettamente che Nate stava attendendo un suo segno, ma
non voleva che fosse un banale battito cardiaco a dirgli che non
provava più nulla per Lucas, voleva che sapesse che lui era
l'unico nella sua vita, per quanto strana e surreale potesse essere.
Voleva fare qualcosa di speciale, voleva rispondere a quella sua
domanda avvicinandosi il più possibile, voleva tornare da
lui il più in fretta possibile.
Era leggero, quasi indistinto, non molto diverso dallo scorrere
incessante del sangue dentro le vene, eppure aveva qualcosa di speciale
con sé: era un formicolio strano alla mano destra, quella
che Nate stava stringendo. Le sembrò che le sue dita
stessero letteralmente andando a fuoco, come se una marea di formiche
brucianti le scorresse sotto la pelle e la sensazione della pressione
delle mani di Nate sulla sua si fece sempre più chiara e
persistente, segno che il suo corpo riceveva dei segnali dal
cervello e vi rispondeva. Lexi concentrò tutta la sua
attenzione, la sua forza di volontà e, soprattutto, ogni
singola goccia del suo desiderio di vederlo su quelle dita infuocate e
fu tutto un attimo.
Nate non poteva crederci. Forse era tutto frutto della sua
immaginazione e di quella disperata voglia che lei gli desse una
risposta affermativa, ma quando puntò i suoi occhi dubbiosi
sulla mano sotto di lui si rese conto di come tutto fosse dannatamente
reale: Lexi stava stringendo la sua mano. Non aveva importanza se si
trattava di un solo dito, un'ondata di gioia, sollievo ed eccitazione
lo pervase da capo a piedi, tanto che saltò giù
dal letto , inginocchiandosi davanti a quell'intreccio di dita che, per
quanto debole, era indubbiamente un miracolo. Cominciò a
baciare la mano di Lexi e poi si fiondò istintivamente sulle
sue labbra, lasciandoci più di un semplice bacio a stampo,
colmo di tutto quello che Nate stava provando in quel momento, sperando
che potesse rispondere anche a quello, ma la sua bocca era ancora
fredda immobile.
- Oddio Lexi!!! Sei qui piccola!! Devo chiamare, qualcuno... Io...
Oddio!!! Hai stretto la mia mano!! Io... Torno subito!!
Lexi sentì la sua mano appoggiarsi di nuovo sul lenzuolo e
quasi le venne da ridere, se non fosse stata anche lei troppo sconvolta
dal fatto di essere risuscita a far muovere le sue dita.
“Il mio corpo sta reagendo... Ce la stai facendo bello!!!
Così mi piace! Ora dobbiamo fare solo un altro passo e farmi
aprire pure gli occhi... Su dai! So che ce la possiamo
fare!!”.
Pochi secondi dopo l'entusiasmo di Nate era diventato quello di tutto
il reparto e specialmente di Sarah, che corse letteralmente
nella stanza di Lexi, come se stesse partecipando alla finale olimpica
dei 100 m.
- Lexi?! Lexi ci sei?!
- Sì che c'è!!! Mi ha stretto la mano!!! Lo
giuro! Lei... Lei ha stretto la mia mano ed io... Oh Cristo!!!!
Lexi poteva quasi immaginarselo mentre si passava quelle mani grandi
tra i capelli, tirandoli sulle punte quasi volesse straparli,
camminando su e giù per la stanza che le sembrava sempre
più affollata dai rumori che sentiva.
-Ma si può sapere che sta succedendo qui dentro?!
“Ah beh, ci mancava solo lei dottorino dei miei stivali... Mi
sa che manca sempre meno al momento in cui le dirò che deve
lasciare stare mia madre... Non vedo l'ora, guardi!”.
- Ha stretto la mano!! Cioè: ha stretto la mia mano!!
- E lui chi diavolo è?!
- Sono Nate Hanson uno dei...
- Uno degli amici più stretti di Lexi!!
L'occhiata complice che l'infermiera lanciò a Nate gli fece
capire che quello era il momento perfetto per tenere la bocca chiusa e
mettersi in disparte, aspettando che gli confermassero il fatto che non
fosse completamente impazzito e che Lexi stesse sul serio tornando da
lui.
- Chiunque sia, lo voglio fuori di qui... Anzi: voglio tutti fuori di
qui!!!
“Ehi dottorino, guarda che se non fosse per lui io non avrei
mai fatto tutta questa fatica immane per muovere quel dannatissimo
dito! Vedi di andarci piano...”.
Quando tutte le innumerevoli infermiere del reparto e Nate furono
usciti dalla stanza, il Dottor Lawson prese in mano i tracciati che
Sarah aveva appena stampato e che gli stava porgendo, curioso di vedere
se Lexi si stesse riprendendo sul serio o se fosse stata tutta una
fantasia di quello che a lui era sembrato solo un ragazzino esagitato.
Sarah stava aspettando con apprensione il responso, trattenendo il
respiro e continuando a spostare lo sguardo dal Dottor Lawson a Lexi
che, ora, sembrava essere tornata quella degli ultimi quattro mesi. Ma
ormai qualcosa era cambiato dentro di lei: sapeva di poterci riuscire,
di poter tornare da Nate e nulla l'avrebbe più intralciata.
- Allora?!
- Si è legata parecchio a questa paziente, non è
vero signora Stones???
- Potrebbe anche essere, ma non ci vedo nulla di male... E lei??
- No, nemmeno io... A meno che questo non la spinga a far trasgredire
le regole per favorire qualcuno...
L'infermiera odiava con tutto il suo cuore quello sguardo fintamente
cordiale che nascondeva la peggior attitudine di sempre: Andy Lawson le
era sempre sembrato un serpente con le gambe ed anche in quel momento
avrebbe fatto volentieri a meno di avere quella conversazione. Sapeva
perfettamente a che cosa si stesse riferendo il dottore, dato che era
certa che qualche sua collega decisamente meno umana di lei gli avesse
spifferato tutte le visite illecite e le chiamate su Skype che aveva
concesso a Nate nell'ultimo periodo, ma non aveva alcuna intenzione di
farsi mettere all'angolo da lui.
- Non ho la più pallida idea su che cosa si stia riferendo
Dottore... Ma se sta parlando di Nate, le posso assicurare che la sua
presenza qui era a scopi prettamente terapeutici... Come può
constatare lei stesso...
Glielo disse con il sorriso più amabile che le fosse
possibile, conscia del fatto che non potesse darle torto in alcuna
maniera: era stata la presenza di quel ragazzo a scatenare una tale
reazione in Lexi.
- Va bene... Come vuole lei... In ogni caso bisogna avvisare la
famiglia, ma a questo ci penserò io. Intanto lei continui a
monitorare la situazione.
Detto questo uscì dalla stanza, permettendo a
Sarah di esplodere come un gavettone che scontra con il cemento
incandescente di un'autostrada d'estate.
- Porca miseria quanto poco sopporto quell'uomo!! Non riesco seriamente
a capire chi pensa di essere!!!
“Sono pienamente d'accordo con te Sarah... E ti pareva che
doveva occuparsene lui di avvisare la mia famiglia?! Dirà
che è tutto merito suo e si vanterà con mia
madre... Bleah....”.
Un rumore tenue attirò l'attenzione di Lexi, che
percepì la presenza di Nate di nuovo nella stanza: ormai il
suo profumo sembrava esser diventato l'unico odore che il suo naso
percepisse distintamente.
- Allora???
Poteva percepire perfettamente la tensione nella sua voce, la paura che
tutto quello che fosse successo nell'ultima mezz'ora fosse stato tutto
frutto della sua immaginazione e questo fece riscaldare nuovamente il
cuore di Lexi, perché voleva dire che lui ci teneva sul
serio a lei, che la sua presenza lì non era dovuta a nessun
senso del dovere o a qualche malsana convinzione di essere in debito
con lei. Perché sì: nonostante tutto quello che
Nate avesse fatto per lei e, soprattutto, nonostante quel bacio che
ancora le faceva chiudere lo stomaco al sol pensiero, aveva paura che
lui se ne sarebbe andato, lasciando dietro di sé l'ennesima
scia di schegge da cui Lexi non sapeva se sarebbe riuscita a rialzarsi.
- Allora sta tornando da noi, Nate... Ti ha sul serio stretto la
mano...
L'infermiera si avvicinò all'orecchio di quel ragazzo che
non riusciva a smettere di sorridere, come quando gli avevano
detto quei tre “sì”, regalandogli la
possibilità di fare del suo più grande sogno il
suo lavoro, e per non farsi sentire da Lexi, che ora era ufficialmente
quasi cosciente, gli sussurrò all'orecchio:
-Complimenti ragazzino... Ci sei riuscito...
Nate osservò la figura rubiconda dell'infermiera uscire
dalla camera e si chiese a che cosa si riferisse con quelle parole, ma
la sua mente era tutta indirizzata verso qualcos'altro o, meglio,
qualcun altro. Lexi stava lottando per lui e finalmente si cominciava a
vedere anche qualche risultato: la stretta delle sue dita
delicate attorno alla sua mano sarebbe stata una cosa che non avrebbe
mai dimenticato.
- Sono così orgoglioso di te Lexi....
Forse era per il tono a dir poco commosso con cui lo disse o magari per
il fatto che quella frase, Lexi, l'aveva sentita pronunciare ben poche
volte nella sua vita e quasi mai rivolta a lei. I suoi genitori erano
riusciti a dirglielo solo dopo che l'avevano vista su un letto
d'ospedale, in pericolo di vita e dopo essersi gettata su una
pallottola; Mia non era mai stata tipa che si profondeva in grandi
affermazioni di affetto e solitamente era lei quella che raggiungeva i
grandi traguardi tra le due, quindi quelle parole non gliele aveva mai
dette; il Signor Finnigan, una volta, le aveva espresso tutte le sue
“sincere congratulazioni” per essere riuscita a
superare a pieni voti un esame che preparava da mesi... Ma mai nessuno
le aveva detto quelle parole semplicemente per il fatto di essere
lì. Quel ragazzo le aveva insegnato tutto: da che cosa
volesse dire sorridere veramente al significato pieno di
“sorprendere” qualcuno con un semplice gesto e per
il puro scopo di donargli un momento speciale; le aveva mostrato come
fosse possibile essere in pace con sé stessi, apprezzarsi,
volersi bene e, perché no, anche amarsi, con i propri
difetti, le proprie debolezze ed insicurezze, e tutto questo solo
raccontandogli la sua storia. Nate si sedette sul bordo del letto, come
ormai era solito fare per sentirla più vicina e le prese la
mano tra le sue, disegnando piccole figure astratte che forse
rispecchiavano il marasma di emozioni che solo lei gli sapeva donare.
- Sai che cosa mi disse mio padre pochi secondi prima di salire sul
palco per fare il mio provino?? Ero assolutamente terrorizzato
dall'idea di poter mandare tutto a monte, di giocarmi la mia unica
occasione magari sbagliando qualche stupida nota... Così gli
chiesi che diamine ci facessi io lì, un ragazzino di
diciannove anni che non aveva mai cantato di fronte a qualcun altro che
non fosse la sua famiglia... Lui mi prese le spalle, puntò i
suoi occhi celesti dritti nei miei e mi disse: “Lo senti?? Lo
senti il tuo cuore che batte?? Ecco: continuerà a farlo
finché inseguirai i tuoi sogni... Credici sempre e fino in
fondo Nate... Segui il tuo cuore...”... Me lo ripeto ogni
singola volta in cui devo salire su un palco per esibirmi.
Nate sorrise a quel ricordo e guardando Lexi, lì, che
combatteva per svegliarsi, pensò fosse giusto dirglilo.
-Quindi, segui il tuo cuore Lexi e torna da me...
“Hai ragione Nate... E dovrò ringraziarti fino
alla fine dei miei giorni per questo: tu mi hai insegnato a sentire il
mio cuore... Quello che pensavo fosse andato in frantumi per sempre e
che non sarebbe nemmeno più riuscito a rimettersi insieme
per continuare a farmi respirare... Tu hai raccolto tutti i pezzi, li
hai sistemati al loro posto e li hai ridipinti con una nuova
speranza... Tu mi hai insegnato a vivere di nuovo... Ti amo
Nate...”.
Hi sweethearts!
Capitolo lungo ma
fondamentale. Le cose procedono. Eccome, se procedono. Quando scrivevo
questi capitoli, sentivo di essermi legata ai Nexi come ad una coppia
di amici che finalmente, dopo anni di amori sbagliati e sentimenti
nascosti, si permettono di confessarsi reciprocamente il loro amore.
Diciamo che ho pianto tanto mentre buttavo giù queste righe,
ecco **
Lewis ed Ellie sono
diventati importanti con il tempo, perché ognuno di loro
(membri della band compresi) porta qualcosa di nuovo nella vita di
Lexi, mentre Sarah: beh, lei è un portento ^^
Grazie per aver
letto fino a qui e per lasciarmi i vostri pareri: mai come in questo
momento, sono essenziali per me.
Come sempre
Lots Of Love xx
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