Sardegna

di Watashiwa
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Rigagnoli melodiosi
scorrono gagliardi
verso percorsi nodosi,
tesori preziosi
per una terra
sfruttata, saccheggiata
da entità e civiltà,
da anni che son miliardi
Fuori da ogni tempo e luogo
lembo di terra
d'identità originale
nella sua multietnicità
regno sofferente di una guerra
per un'indipendenza finale
irradiando quei immensi colori
olenti d'una dettagliata beltà
Pullula di orgogliosa gente
tutta diversa tutta spavalda,
lecci solidi che sfidano il vento
con frecce, scudo e alabarda
e osservano da bizzarre case aperte 
verso il solo ed unico mare,
orizzonte di ogni sogno e lamento
Non è trastullo dorato
per le tue vacanze future,
non è gente miserabile
che vive custodendo
animali nel placido prato
Regione ampia e selvatica,
madre meravigliosa
protettrice di cuori
folklore
e paradisi imperfetti
Questa è la mia profonda radice
parte della storia
alla quale appartengo,
matrona testarda che
dalle immense batoste
risorge ognitempo come fenice
Oh terra mia
dalle acque mai caliginose
come da principio,
non badare a chi col tempo
ti considera primitiva
scandalosa
o indegna
Sempre sarai mia e
nostra
sempre amata,
Sardegna



 


 
[5 Marzo 2017]


Per oggi, che è Sa die da sa Sardigna (Il giorno della Sardegna).
Un piccolo componimento per ricordare le mie origini e la bellezza di questa terra.
Di quanto sia vulnerabile e ignorata ma al contempo tanto da me e da molti amata.
Per chi è sardo, per chi vive questa realtà oppure conserva il sangue e tutta la sua passionalità lontano.
Siamo qui, siamo vivi, siamo indipendenti e vogliamo che sia così fino alla fine dei nostri giorni.


Grazie anche solo per aver letto.




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