Pokémos

di darken_raichu
(/viewuser.php?uid=493139)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Electronvolt, palazzo reale, 31/07/4783, circa le 20
“Cosa fare?” Si chiese Azumarill. Riusciva a sentire che la stessa domanda era nella mente degli altri Ammiragli e del Re.
Alla fine, fu Blastoise a parlare «Mio Re, io credo… Credo che l’Alleanza dovrebbe saperlo. Certo, questo ci metterà in cattiva luce, ma allo stesso tempo potremo pensare insieme a come risolvere il problema.»
«Io invece non credo.» Replicò Milotic «E comprendo che questo mi mette in pessima luce, ma credo che dovremmo dedicarci alle indagini per conto nostro. Abbiamo otto Vice Ammiragli, me inclusa. Quattro erano sotto il comando del Generale Empoleon, tre sotto il Generale Blastoise e uno solo sotto il Generale Azumarill. Perciò, sapendo che uno di loro è il colpevole, ci basterà farli pedinare.»
«Ottimo piano, peccato che l’abbia proposto tu.» Commentò Blastoise «Sarebbe facile per te seminare la spia, sapendo che ti pedina.»
Milotic lo fissò, visibilmente contrariata «E nel momento in cui la seminassi, pensi davvero che non vi risulterebbe sospetto? Ragiona con la testa, olte che con i muscoli.»
«Come osi…»
«Silenzio voi due.» Disse Azumarill, alzandosi in piedi e fissando entrambi, per poi sospirare «Mi devo schierare con Milotic Blastoise.»
«Non dirai sul serio, Azumarill!» Esclamò Blastoise «Cosa farai se l’Alleanza lo scoprisse?»
«Blastoise!» Esclamò «Io sono stato il primo a difendere la proposta dell’Alleanza, ricordi? Credi davvero che sacrificherei la nostra collaborazione per una cosa del genere?»
«Ma allora perché non dirlo all’Alleanza?»
«Vuoi la verità? Perché non siamo neanche sicuri che quel foglio sia davvero di Empoleon.» Rispose Azumarill.
«La scrittura è chiaramente la sua, Generale.» Disse il Re, porgendogli il foglio.
«Con dovuto rispetto maestà, la scrittura di Empoleon era semplicissima da riprodurre. Un buon falsario riuscirebbe a ingannare anche un osservatore attento.» Commentò.
«Per quale motivo però dovrebbero farlo?» Chiese il Re.
«Se c’è una cosa che ho osservato in queste settimane, è che il nostro nemico pare abile nell’ingannare, raggirare e confondere. Non sarebbe difficile per loro usare un mezzo simile per convincerci a dubitare dei nostri. E se essa arrivasse all’attenzione dell’Alleanza, a quel punto comincerebbero a dubitare di NOI. E questo giocherebbe a vantaggio dell’Organizzazione.» Spiegò Azumarill. E Blastoise dovette ammettere che non aveva considerato l’ipotesi.
«Capisco. Non è una possibilità da sottovalutare. Quindi la tua proposta è la stessa di Milotic, tenerlo segreto e svolgere le indagini per conto nostro.»
«Esattamente.»
Il Re sospirò «Bene, avete il mio permesso. Cominciate subito le indagini e tenetemi informato. Ora scusate, ma devo andare. Pare che ad Aeria sia successo qualcosa di grave un paio di giorni fa. E questo vuol dire soltanto guai.» Commentò, alzandosi «Blastoise, accompagnami.» Concluse, dirigendosi all’uscita. Il pokémon annuì, lanciò un ultimo sguardo ad Azumarill poi i tre seguirono il Re fuori dalla stanza. Il Re e il fedele Ammiraglio si allontanarono in una direzione, mentre gli altri due nell’altra.
Per qualche momento, nessuno disse nulla, poi parlò Milotic «Mi dica, Ammiraglio, chi è il suo sospettato numero uno.»
Azumarill sorrise «Ci sto parlando in questo momento.» Replicò il Folletto.
Milotic sorrise «La ringrazio per l’onestà.» Commentò. Poi i due proseguirono.
 
Cloud Town, 31/07/4783, circa le 23
«Qual è il ruolo di Aeria nel mondo?!» Chiese il pokémon, gridando con quanto fiato aveva in corpo verso la folla.
«Dominare nel cielo, dominare dal cielo, dominare ogni cielo!» Gridarono i pokémon riuniti nell’ampia piazza. Alcuni si tenevano in volo, altri si erano posati ovunque, anche su statue o tetti.
Vivillon sorrise, guardandoli dall’alto tutti quanti. C’erano pokémon di tutti i tipi. Alcuni, quelli che urlavano con maggior convinzione, erano i soldati del MAT. Ne vide diversi comandanti dispersi tra la folla, e li guardò soddisfatto mentre incitavano chi gli stava intorno a inneggiare.
Poi c’erano i soldati dell’Organizzazione. Pokémon più silenziosi, che sottostavano agli ordini di malavoglia. Solo la presenza di Pidgeot, posato su un tetto poco sotto a Vivillon, li teneva in riga veramente. Tuttavia, il Pokémon Coleottero si chiese se questo potesse cambiare. “In fin dei conti, la loro fedeltà è frutto dell’oro. E io ne ho.” Pensò, ma scosse la testa. L’Organizzazione era un nemico da affrontare in un altro frangente.
Infine, c’erano i sudditi. Pokémon di ogni tipo, perlopiù coloro che non erano andati in guerra, perché non potevano o perché non volevano. Alla loro vista il sorriso di Vivillon si allargò. Loro erano il futuro del suo esercito. Troppo vecchio, troppo giovane, maschio, femmina, a lui non importava. Che i vecchi esalassero l’ultimo respiro sul campo di battaglia e i giovani avessero il proprio battesimo nel sangue. Questo era ciò che avrebbe dato il futuro ad Aeria. Il dominio di ogni cielo.
«Abitanti di Aeria!» Gridò «Per troppo tempo la gloria che ci spetta ci è stata tolta! Per troppo tempo ci hanno deriso ed illuso, loro che non possono sperare di guardare il mondo da dove solo noi e i Loro ci possiamo ergere! E per troppo tempo i nostri deboli Re si sono sottoposti a queste sciocche idee! Sì, per troppo tempo Aeria è stata tenuta sotto il gioco di signori crudeli, che hanno tarpato le nostre ali! Ebbene, io dico basta! Tutti voi, unitevi a noi! Chi lo farà sarà accolto nel nostro futuro, grande regno! Chi lo farà vedrà con i suoi occhi cosa vuol dire ‘dominio di ogni cielo’!»
Il pubblicò gridò in trionfo, ma Vivillon vide che molti, troppi del popolino restavano in silenzio. A quel punto, lanciò un segnale. Due Pokémon si fecero avanti, scortando uno Swellow dalle piume verdi.
«Popolo di Aeria, guardate con i vostri occhi! Il pokémon che vi sta davanti si fregiava del titolo di Capitano tra coloro che si fanno chiamare Esercito! Eppure, non ha mai combattuto perché noi potessimo espanderci! Non ha mai combattuto per il dominio che ci spetta!»
Il pokémon gridò qualcosa, ma il fragore della folla rese incomprensibili le sue parole. Vivillon assaporò ogni momento. Sentiva l’intero corpo fremere, le ali rosse e bianche che battevano spasmodicamente.
«Che sia d’esempio per tutti! Questa è la fine che faranno coloro che credono nella finta pace!» Gridò. E con un movimento deciso, lanciò un nuovo segnale. Uno Schyter si fece avanti. Il silenzio scese sulla folla.
«Maledizione Vivillon!» Gridò lo Swellow «Il Re ed i Generali te la faranno pagare! Tu e il MAT pagherete! Pagheret…» gridò, poi la lama dello Schyter calò, e un ululato selvaggio si innalzò dalla folla.
«Il RE?!» Gridò Vivillon quando il boato si fu calmato «E chi sarebbe il Re? Di chi è il sangue che gli scorre nelle vene? C’è un solo Re ad Aeria, e quello sono io, Vivillon IX Villiolin! E tutti coloro che oseranno negarlo, faranno la fine di questo ‘Capitano’!»
A quel punto, il grido di gioia del MAT si fece definitivamente incontenibile. Vivillon ridiscese verso Pidgeot, e lanciò un’ultima occhiata al popolino. Molti di loro erano ora intenti ad inneggiare insieme ai membri del MAT. Altri restavano in silenzio, ma si sarebbe assicurato che presto ciò non fosse più possibile.
Poi fece segno a Pidgeot, ed il Capitano dell’Organizzazione lo seguì. Altri due Pokémon presero il volo, poco lontano. Il Noivern lo raggiunse per primo, e benché i tre fossero in volo fece cenno di chinare il capo, in segno di rispetto.
Subito dopo, lo Yanmega fece lo stesso, anche se con meno difficoltà.
«Bene.» Disse Vivillon, quando si furono allontanati quanto bastava dalla piazza, volando verso il palazzo reale «Notizie? Noivern?»
«Non li abbiamo trovati da nessuna parte, mio signore. I famigliari dei Generali sono scomparsi.»
«Male, malissimo. Erano la nostra unica speranza concreta di rallentarne l’intervento. E se non altro, le loro teste avrebbero avuto un certo valore. Fate mettere loro una taglia sulla testa.»
«Ne è sicuro signore? Hanno abbandonato quel metodo anni fa perché è facile presentare le teste di innocenti e spacciarle per quelli veri.»
«Allora fa in modo che non succeda. Mi servono, vivi o morti. Yanmega, avete raso al suolo quel maledetto tempio?»
«Sì signore.» Disse il pokémon «Sono rimaste solo macerie.»
«E le uova?» Chiese. Da tempo immemorabile il Re di Aeria veniva scelto dai sacerdoti, tra le uova che venivano abbandonate da famiglie disperate davanti alla loro porta.
Yanmega rimase in silenzio un momento, poi scosse la testa «No signore. I sacerdoti che non sono partiti per la “guerra santa” devono essere stati informati. Erano già fuggiti con le uova e le profezie quando siamo arrivati. Secondo le nostre spie, si sono rifugiati a Windbourgh, dove sono stati subito ospitati dalle forze dei nostri nemici.»
Vivillon per un momento fu tentato di far fuori tutti e due i pokémon, ma si trattenne. Gli servivano ancora, sia per l’appoggio delle loro famiglie sia per le loro indubbie capacità in combattimento.
«In tal caso, porremo fine al loro tradimento verso la vera dinastia una volta per tutte molto presto.»
«Sì signore, ma con il dovuto rispetto, era davvero necessario distruggere i Quattro Templi?» Chiese Noivern. Vivillon lo guardò con odio feroce, poi rispose.
«Quel luogo era il simbolo marcio della malattia che ha avvolto questo paese. Scegliere il Re tra i trovatelli, che assurdità. La regalità viene dal sangue, non dalla scelta dei loro.»
«Ma certo, mio signore. Le chiedo scusa per la domanda.» Rispose Noivern. Vivillon sorrise, compiaciuto. Forse non era del tutto inutile, in fondo.
«Andate a riposarvi. Mi aspetto che domani siate pronti a cominciare la marcia verso Windbourgh.»
«Non credo sia saggio lasciarla da solo, signore.» Rispose Yanmega.
«Decido io cosa è saggio, Yanmega. Inoltre, non sono solo. Il mio buon amico Pidgeot è con me.» Rispose.
«Capisco, signore.» Replicò il Coleottero, poi lui e il Drago si allotanarono.
Nel frattempo, Vivillon e Pidgeot avevano raggiunto il castello. I due atterrarono dall’ingresso principale, che due guardie richiusero subito dopo.
«Lo devo riconoscere Pidgeot, tu e l’Organizzazione siete stati decisamente più utili di quanto pensassi. Prendere Cloud Town avrebbe richiesto settimane, ma grazie a voi possiamo partire direttamente da qui.»
«Nulla di che, Vivillon. Voi del MAT siete veramente abili combattenti.»
Vivillon sorrise «Ti ringrazio per il complimento. Anche i tuoi sono molto utili. Ma adesso, credo dovremo salutarci.» Disse, indicando la camera del Pidgeot. Il pokémon annui, e si allontanò verso di essa.
Poi Vivillon sbadigliò. Dirigendosi verso le stanze reali, guardò il cielo da un’ampia finestra. E sorrise. Il suo dominio sembrava ancora così piccolo, eppure riusciva già a sentirlo espandersi.
«Nel cielo, Dal cielo, Ogni Cielo.» Commentò, allontanandosi.
 
Fiume Draak, nave di Rose, 01/08/4783, circa le 02
Marsh si guardò intorno, in silenzio. Il Pokémon non riusciva a dormire, al pensiero di quello che sarebbe successo in un paio di giorni. Perciò, decise di uscire sul ponte, pensando che comunque nessuno l’avrebbe fatto. In ogni caso, aveva notato che il comportamento del resto dell’equipaggio verso di lui si era un po’ mitigato. Almeno adesso non parlavano più male di lui come prima.
Sbadigliò e cominciò a camminare sul ponte silenzioso. Vide un Pidgeotto passargli sopra la testa, fissarlo e poi riprendere a volare come vedetta attorno all’albero maestro.
Si appoggiò al parapetto e guardò giù. L’acqua del Draak splendeva illuminata dalla luna piena e dalle stelle. Marsh guardò in alto… E con un forte splash uno Swampert balzò sul ponte dall’acqua, aggrappandosi al parapetto.
Il Pidgeotto si precipitò in picchiata, e Wamps si preparò a combattere, ma entrambi sospirarono di sollievo vedendo chi era. Wamps sorrise, più un ghigno che un’espressione di felicità, mentre il Pokémon Volante, con uno sbuffo di rabbia tornava al proprio posto. Marsh ci mise un momento a ricordare che, in teoria, Wamps era un nemico giurato di Rose e dei suoi. Il che rendeva ancora più strana la sua presenza a bordo.
«Cosa vuoi, Wamps?» Chiese Marsh «Se stai cercando il Capitano…»
«Che se ne vadano al Giratina. Rose, Crult e tutti quegli idioti.» Disse indicando il fiume. Sentendolo parlare, e percependo l’odore che usciva dalla sua bocca, un forte aroma di Baccauva, Marsh si rese conto che aveva bevuto.
«Ci condanneranno tutti. Tanto moriremo comunque, che senso ha insistere?»
Marsh scosse la testa «Non dire così. L’Organizzazione è forte ma non invicibile. E per la Fratellanza è sicuramente lo stesso.»
«Ah, certo. In fin dei conti, sono solo secoli che la Fratellanza, con a capo i dieci pirati più forti del Draak, controlla il Fiume. Sono certo che una decina di sciocchi riusciranno a distruggerla.»
«E allora perché sei ancora qui?» Chiese Marsh, che cominciava ad infuriarsi davanti all’atteggiamento dell’altro.
«Già, perché sono rimasto?» Gli chiese in risposta Wamps «Vuoi la verità? Non ne ho idea. Forse è stato il mio ideale di pirata. O forse è stata l’idea che mio fratello scopra tutto. Ah, gli piacerebbe! Piuttosto che tornare da lui mi faccio ammazzare.»
«Si può sapere chi è tuo fratello? L’ha nominato anche Rose l’altro giorno.»
Wamps sbatté le palpebre, poi annuì «Chiaro, tu non puoi saperlo. Beh, si dà il caso che mio fratello sia il grandissimo, eccellentissimo, famosissimo, fortissimo e altri aggettivi in issimo pirata noto come “Il Terrore del Mare del Sud”.»
Marsh deglutì. Il Terrore del Mare del Sud era lo spauracchio dei mari di Pokémos. Le madri dicevano ai figli di comportarsi bene se non volevano che il Terrore li portasse via. La sola vista della sua bandiera mandava nel panico le guardie, e la gente si dava alla fuga. Era il nemico giurato del Duca di Volt Port, colui che arrivava ad attaccare anche le coste di Desertia se una carovana era tanto sventurata da passarci troppo vicino.
«Oh, vedo che lo conosci.» Commentò Wamps, per poi sbuffare «Beh certo chi non lo conosce? E intanto eccolo qui suo fratello minore, il cui unico successo è stato appropriarsi del tesoro di famiglia, seduto sul ponte della nave della sua peggior nemica a parlare con il suo vice, che si dà il caso sia anche un ragazzino di come pensa che sarà ucciso.»
«Io non sono un ragazzino.»
«No? Bene. Evolviti. Qui e subito. Voglio vedere un bel lampo di luce. Woosh. E poi ecco che appare un bello Swampert completamente evoluto.»
Marsh lo fissò, sbattendo le palpebre «Non posso.»
«E allora lo vedi che sei solo un ragazzino? Certo, un ragazzino che sa il fatto suo, ma sempre un ragazzino rimani. Sentiamo, quanti anni hai? Dodici, tredici?»
«Sedici.»
«Ah, potrei essere tuo padre. O tuo nonno, considerata la velocità a cui si riproducono i contadinotti come voi.» Rispose Wamps. Marsh ci vide rosso, e senza pensare gli tirò un pugno. Con tutta calma, Wamps alzò il braccio e lo bloccò, aggiungendo a tutto uno sbadiglio decisamente esagerato.
Marsh spinse il pugno con più forza, ma questo non poteva aiutarlo a pareggiare la differenza di forza tra loro. Alla fine, lasciò ricadere il braccio. Ansimando, fissò Wamps.
«Sei.» Disse l’altro all’improvviso.
«Cosa?»
«Sei. Questo è il voto che ti meriti. Su dieci s’intende. Non era un pugno malvagio, anche se ovviamente non poteva battere me. Ma quantomeno devo riconoscerlo, mi piace il tuo stile. Certo, alla tua età avevo già affondato tre navi, ma direi che non per niente ero già un otto pieno ai tempi.»
Marsh lo guardò, incerto su cosa dire. Poi il Wamps lo colse di sorpresa e scoppiò a ridere.
«Ma guardami, a parlare di pugni e di me con un ragazzino. Ho decisamente esagerato con il bere. Avrei dovuto capirlo quando Crobat è collassato sul pavimento. Ah, queste sì che sono serate degne.» Commentò lo Swampert, per poi tuffarsi in acqua con un sonoro tonfo e sparire verso la sua nave, che Marsh riusciva a scorgere poco lontano, a nord.
Marsh lo guardò allontanarsi, e si chiese perché tutto ciò gli mettesse tristezza.
 
Fatia, Strada di Arceus, 01/08/4783, circa le 10
Raichu si guardò intorno. Di certo, rispetto alle statue che avevano incrociato al loro primo giorno, c’era stato un miglioramento. Adesso erano diventate meno comune le sculture rovinate, e quelle distrutte erano scomparse del tutto. La maggior parte di loro aveva di nuovo raggiunto una qualità tale da farle sembrare vive.
In tutto ciò, anche l’ambiente era cambiato. La pianura spopolata era scomparsa. Al suo posto erano comparse eleganti città che avevano tutte tre cose in comune: erano tutte ben difese da alte mura, erano tutte accoglienti ed erano tutte decorate ed eleganti. Nell’unica in cui si erano fermati fino a quel momento avevano ammirato sculture e dipinti in ogni dove. Ma anche mosaici così realistici che si sarebbe pensato di potervi camminare dentro, menestrelli che cantavano con voce cristallina per il pubblico pagante, danzatori e danzatrici, musicisti… Ogni forma d’arte sembrava aggirarsi per quelle strade.
Eppure, a Raichu non erano sfuggite anche altre cose: alcune case erano state abbandonate, porte inchiodate e finestre sprangate. Alcune delle statue e delle strade versavano in stato di abbandono. C’erano mendicanti in mezzo agli artisti di strada.
«Vi assicuro che non me lo so spiegare.» Aveva commentato Eelektross poco dopo «Sinceramente, ero convinto che Fatia sarebbe stato uno dei pochi paesi in cui avrei trovato le cose sostanzialmente invariate. Non parliamo di uno stato che dipende da Pietre o dall’ambiente. Inoltre, i campi mi sembrano in salute.» Commentò indicando un grande appezzamento di terra alla loro destra in cui diversi Pokémon stavano usando con cautela mosse Acqua per irrigare il terreno. «Ne dovrò parlare con il caposezione quando arriveremo alla capitale. A questo punto, comincio a temere che anche gli altri paesi che credevo fossero sicuri, Draghia, Terria e Mineralia, possano essere stati danneggiati più di quanto temessi.»
Secondo il Pokémos ci sarebbero voluti altri due giorni per arrivare a Fairydan. Poi restava da risolvere il problema dell’incontro con il Re, ma ci avrebbero pensato là. Nel frattempo, il Pokémon continuava a dar loro quasi solo Bacchekiwi per pasto, cosa che scatenava non poco malcontento.
«Vedete di mangiarle.» Aveva risposto loro Eelektross «Non ho tempo per pensare a quale Virtù farvi sviluppare, e la Bellezza è l’unica che in questo paese va a colpo sicuro.»
In quel momento, Raichu alzò lo sguardo per guardare Emolga. Sbadigliò, un momento, poi vide il pokémon agitato indicare avanti a sé. Il pokémon guardò nella direzione in cui stava puntando. E in quel momento vide il bagliore e i primi segni di fumo.
Senza pensarci, si mise a correre verso la fonte dell’incendio.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3662336