7°: Dolce come la cioccolata.
Rin portò Sesshoumaru in un piccolo bar, dove facevano una cioccolata
meravigliosa.
Non vedo l’ora di bere una buona
cioccolata calda, con tanta panna…al diavolo la linea! E poi siamo nel
periodo delle feste natalizie, dove tutto è concesso.
Entrarono e si sedettero. Rin era davvero felice, si comportava
come una bambina, chiamò la cameriera e ordinò due cioccolate calde con
panna, e con qualche dolcetto natalizio.
-Sai, in questo bar fanno la cioccolata più buona di tutta la città-.
Sesshoumaru scosse la testa, questa ragazza era davvero bizzarra.
-Non ne dubito, di sicuro tu ne approfitti molto-.
-Cosa vorresti dire?-.
Disse Rin un po’ alterata e poi continuò.
-Vorresti dire che sono grassa?-.
Lui sorrise divertito, le piaceva punzecchiarla, perché il suo viso era
davvero buffo, quando si arrabbiava.
-Beh, se approfitti di tanta cioccolata, diventerai una balena, anche
se, un po’ lo sei-.
Rin rimase a bocca aperta, abbassò il viso dalla rabbia.
Allora lo fa apposta a farmi
arrabbiare. Rin calmati, siamo in un luogo pubblico, lo ucciderai più
tardi.
Alzò il viso e sorrise, nervosamente.
-Hai ragione, ma come vedi, non sono grassa-.
-Sarà, ma io ribadisco che sei un po’ rotondetta-.
Rin strinse le mani a pugno, cominciò a ringhiare.
Io lo ammazzo. Lo giuro.
Stava per ribattere, quando la cameriera tornò con le cioccolate
fumanti. Gli occhi della ragazza s’illuminarono facendo ridere
Sesshoumaru.
-Ti comporti come una bimba di cinque anni-.
Rin mise un cucchiaino nella tazza, cominciò ad assaggiarla e rispose a
quella provocazione con una linguaccia.
Chissà perché? Ma la tua presenza mi
fa sentire bene…riesce a lenire il dolore…sarà il tuo carattere
infantile e dolce?
Restò a guardarla, mentre sorseggiava la sua cioccolata.
-Mmmh…com’è buona-.
Disse Rin soddisfatta, intanto Sesshomaru si mise la mano davanti alla
bocca, cercava di trattenere le risate, ma invano.
-Che c’è? C’è qualcosa che non va?-.
Lui smise di ridere e avvicinò la sua mano al suo viso.
Ma che fa?
E con il dito indice tolse il cioccolato da sopra le labbra di Rin, e
poi con lentezza mise quello stesso dito in bocca.
-Mmmh…hai ragione, è buona-.
Rin restò imbambolata, ma poi si riprese e rise.
-Sono felice che la cioccolata ti piace, però mi hai fregato il gusto
di leccarmi i baffi, allora io mi prendo un po’ della tua panna-.
E con il cucchiaino fregò la panna di Sesshomaru, che si lamentò.
-Ladra, ti sei fregata la mia panna-.
-Siamo pari-.
Disse, mentre si ficcava il cucchiaino in bocca.
-Mmmh…che delizia, è ancora più buona della mia-.
-Certo perché me l’hai fregata-.
Rin con il cucchiaino in bocca, cominciò a canzonarlo, si divertiva
come una matta.
Questo ragazzo, anche se, mi fa
arrabbiare mi fa sentire bene.
Rimasero lì, a parlare del più e del meno, quando arrivò il momento di
pagare.
Sesshoumaru prese il portafogli, quando Rin lo fermò.
-No, pago io e poi ti ho invitato io-.
Il ragazzo scosse il capo e rispose.
-Non si è mai visto che un uomo faccia pagare una donna, quindi pago
io-.
Rin era categorica voleva pagare lei, cominciarono a discutere, intanto
la cameriera sorrideva vedendo quella scena.
Sembravano due fidanzatini.
Ormai esasperata, sospirò e propose.
-Lo sai che facciamo? Paghiamo metà per uno, ti va bene così?-.
Anche se la cosa non gli andava molto a genio, Sesshoumaru dovette
arrendersi. Annuì con il capo, così saldarono il conto.
Uscirono dal bar e cominciarono a camminare tra le strade. Rin ogni
tanto si fermava a vedere le vetrine addobbate, adorava vedere tutte
quelle sinfonie di colori e luci, le mettevano addosso allegria.
-Ti piace il Natale?-.
Gli domandò, mentre ammirava un alberello di natale riccamente
addobbato. Lui le rispose con freddezza.
-No, non adoro questa festa-.
Lei si voltò e vide il suo viso triste e malinconico.
-Perché?-.
Lui la guardò negli occhi e le disse.
-Perché la ritengo una festa inutile e senza senso, che fa perdere
tempo e soldi alle persone-.
-Non è vero-.
Disse Rin abbassando il viso.
-Non è vero-.
Ripeté, intanto Sesshomaru si era avvicinato, si sentiva in colpa, ma
quella per era la verità.
-Ti piace tanto questa festa?-.
Lei annuì con il capo, ma poi lo alzò e disse, con tristezza.
-Perché a questa festa sono legati i miei ricordi più belli, della mia
infanzia con i miei genitori-.
Voleva piangere, ma si fermò. Non voleva farsi vedere in quello stato
da uno sconosciuto, perciò si trattenne, anche se, dentro aveva gran
voglia di farlo.
-Piangi, non devi trattenere le lacrime-.
Rin lo guardò, le lacrime come comandate da lui scesero veloci dai suoi
occhi neri. Sesshomaru si avvicinò di più e alzò la mano e asciugò
quelle lacrime.
Anch’io dentro piango. Un fiume di
lacrime avvolge il mio cuore…un cuore che non smette di soffrire.
Lei lo guardò, gli sorrise ringraziandolo.
-Hai ragione, grazie-.
Ma poi si sentì un po’ in imbarazzo e disse.
-Beh, non dovremmo rovinare questa bella giornata con i ricordi tristi-.
-Hai ragione-.
Ricominciarono a camminare e arrivarono a un parco. Si sedettero su di
una panchina, restarono un po’ in silenzio. Rin alzò il viso al cielo e
vide che era bianco.
-Tu dici che nevicherà?-.
Lui la guardò e disse.
-Forse-.
-Sai, spero che la notte della vigilia nevichi, mi piace correre sotto
la neve e dare gli auguri sotto i fiocchi…non ti sembra romantico-.
Sesshoumaru sentendo quella frase, chiuse gli occhi e ricordò una sua
scena di lui e Kagura sotto la neve che si baciavano, sospirò e disse.
-Sì, lo è-.
Rin sorrise.
Per una volta è d’accordo con me,
però nel suo tono di voce c’era una nota di malinconia…hai perso
qualcuno d’importante, che ti fa soffrire…so la tua sofferenza, in
questo siamo uguali, ma devi reagire non buttarti giù.
-Ti manca?-.
Sesshoumaru sentendola aprì gli occhi, si voltò e vide il suo viso
serio.
-Sì-.
Disse sospirando, sì, le mancava da morire, ma dopotutto il primo amore
è difficile da dimenticare.
-Devi reagire, anche se, ti sembra difficile, ma tu devi sforzarti…lo
devi fare per la persona che non c’è più e per coloro che ti
amano…perché il tuo atteggiamento li ferisce, anche se, tu non lo vuoi,
ma inconsciamente lo fai-.
Aveva ragione, quella sconosciuta lo stava aiutando, alzò una mano e
accarezzò quel viso un po’ arrossato dal freddo.
Tu sei l’unica che comprendi il mio
tormento.
Lentamente accostò il suo viso a quello di Rin e la baciò. Un bacio
leggero ma dolce.
Le sue labbra era morbide e calde, avevano il dolce sapore di quella
cioccolata che avevano gustato pochi minuti fa. Si staccò e vide che la
ragazza era rimasta imbambolata, sorrise e si allontanò.
Sesshoumaru si alzò e le disse.
-Devo andare, ma vorrei tanto rivederti…a presto ragazzina-.
Rin non rispose, era andata in tilt. Riuscì solo ad annuire con il
capo, facendo sorridere il ragazzo che si voltò e s’incamminò verso la
sua macchina.
Lei rimase seduta imbambolata, su quella panchina, per un bel po’,
quando si sfiorò le labbra con le dita, ancora le sentiva calde.
Il mio primo bacio, non posso
crederci è stato meraviglioso…oh mamma, è stato meraviglioso.
Si alzò e cominciò a saltellare euforica, ma poi si rese conto che la
gente la guardava strano, arrossì e fuggì, ma dentro era felicissima.
Certo che voglio rivederti
Sesshomaru, non vedo l’ora.
E corse verso la metropolitana per tornare a casa…
Continua…
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Molto melenso lo so, ma i baci così sono i più dolci e lo so.
Spero che vi sia piaciuto. Un bacio e a presto.
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