Al
Poirot
<<
Mouri-sensei come mai oggi tutto solo? >>
L'uomo
alzò gli occhi dal suo giornaletto sportivo.
<<
Eh da quando quell'arrogante è tornato in città Ran sembra aver
perso il senno >>
Amuro
sorrise divertito.
Anche
se l'uomo non era un padre particolarmente geloso, sapere che la sua
figlioletta fosse in compagnia di un ragazzo lo irritava.
<<
Chi sarebbe "l'arrogante"? >>
<<
Ah già tu non lo conosci. Si chiama Shinichi Kudo, è un compagno di
classe di mia figlia e si crede un detective >>
<<
Ah interessante... >>
In
realtà conosceva bene la verità. Sapeva che il ragazzino fosse
tornato adulto.
Era
stato proprio grazie a Shinichi se lui e Akai erano riusciti a
catturare Gin, Vodka e Vermout.
Nonostante
le sue proteste l'ex attrice adesso era negli stati uniti sotto la
custodia dell'FBI.
Non
avevano sconfitto del tutto l'organizzazione, motivo per cui
continuava ad agire sotto copertura sotto il nome di Tooru Amuro,
anche se senza i suoi contatti aveva dovuto ricominciare le indagini
dall'inizio.
In
quel momento la porta del locale si aprì facendo tintinnare la
campanella.
<<
Dai su vieni >>
<<
Si ho capito Ran non mi tirare... >>
Goro
incrociò le braccia al petto.
<<
Parli del diavolo... >>
Shinichi
era insieme a Ran, che lo stava spingendo verso il locale, e Sonoko
che se la rideva sotto i baffi.
<<
Dai muoviti voglio presentarti una persona >>
<<
So camminare da solo! >> disse il ragazzo infastidito.
<<
Si ma sei lento >> Ran si guardò intorno e quando vide il
profilo di Tooru lo chiamò facendogli cenno con la mano <<
Amuro-san ti presento Shinichi >> si voltò avvicinandosi al
viso di Shinichi << Sai Amuro è un detective come te >>
Il
ragazzo del Poirot sfoggiò uno dei suoi soliti sorrisi.
<<
Molto piacere. Mouri-sensei mi ha parlato di te >>
Shinichi
roteò gli occhi facendo buon viso a quella situazione.
<<
Eh eh immagino... >>
In
quel momento la voce allegra di Masumi riecheggiò nel locale.
<<
Eeehi gente!!! Ciao! Scusate il ritardo ma sono passata a prendere
una persona >>
Dietro
la detective infatti c'era Shiho.
Dopo
aver trovato l'antidoto a differenza di Shinichi aveva aspettato un
po' prima di prenderlo dato che l'organizzazione non era stata
sgominata del tutto. Ma con Vermout sotto custodia dell'FBI e Gin
dietro le sbarre poteva sperare di condurre una vita normale.
Aveva
deciso di tornare a studiare.
La
medicina l'aveva sempre incuriosita e dopo aver passato gli ultimi
mesi a risolvere perlopiù casi di omicidio con Conan si era
appassionata, grazie agli studi conseguiti in America che le erano
stati riconosciuti aveva iniziato da subito una collaborazione col
dipartimento della scientifica, ma preferiva spacciarsi per una
comune matricola.
<<
Buon pomeriggio >> disse pacata come al solito.
Sonoko
mise il broncio.
Non
le piaceva la ragazza, non le era piaciuta sin da quando, qualche
settimana prima, le era stata presentata e aveva sentito che aveva
aiutato Shinichi a risolvere dei casi quando si trovava negli stati
uniti.
Sospettava
che ci fosse stato qualcosa tra loro anche se, ovviamente, entrambi
avevano negato.
Ran
ricambiò il saluto con cortesia.
Ran.
Contrariamente
alla sua migliore amica lei l'aveva accettata subito, anche se in
fondo in fondo qualche dubbio le era sorto, si fidava di Shinichi e
si era imposta di trattare la ragazza al meglio.
Dal
canto suo Shiho la trovava dolce, complice la sua sorprendente
somiglianza con Akemi, ma cominciava ad essere insofferente ai suoi
discorsi un filino troppo smielati per i suoi gusti.
Masumi
avvolse il braccio attorno al collo della ragazza.
<<
Su dottoressa. Beviamo qualcosa dai >>
Con
lei il discorso si faceva un pochino più complicato.
Diciamo
che dopo aver conosciuto la vera identità di Ai Haibara e dopo aver
scoperto ciò che la accomunava con Akai non se l'era più scrollata
di dosso.
La
chiamava almeno cinque volte al giorno facendole le proposte più
disparate: dallo shopping al cinema.
Apprezzava
davvero avere un'amica della sua età ma alle volte era davvero
troppo per una come lei.
<<
Come vuoi... >> disse cercando di allentare la presa.
Masumi
la spinse letteralmente sul divanetto accanto a lei, di fronte a
Sonoko.
Il
suo sorriso di circostanza la infastidiva ma decise di ignorarlo.
Ma
se c'era una cosa che trovava ancora più irritante erano le occhiate
fin troppo evidenti del detective Goro.
Diamine
poteva essere sua figlia!
<<
Di che parlavate? >> chiese la detective.
<<
Siamo appena arrivate anche noi >> rispose Ran <<
Ovviamente Shinichi ha perso tempo a prepararsi >>
Il
ragazzo mise il broncio.
<<
Ma se abbiamo dovuto aspettare Sonoko... >>
<<
Ehi come ti permetti? >>
Mentre
i due ragazzi erano intendi a guardarsi in cagnesco, Masumi alzò la
mano attirando l'attenzione del cameriere.
<<
Ciao Amuro-san >>
Lui
si avvicinò col suo solito sorriso.
<<
Salve ragazze. Cosa vi porto? >>
<<
Io voglio una fetta di torta >> disse Sonoko facendo una
brevissima pausa dal piccolo litigio con Kudo.
<<
Anche io voglio la torta >> Disse Ran con un gran sorriso.
<<
Io prenderò uno dei tuoi panini speciali >> disse Masumi con
la testa poggiata tra le mani.
Il
ragazzo prese nota.
<<
E per te Doc? >>
Shiho
stava controllando il sito dell'università col suo ony e non
realizzò immediatamente quello che stava accadendo fuori dallo
schermo del cellulare. Aggrottò le sopracciglia ed alzò la testa.
<<
Come mi hai chiamata? >>
Il
ragazzo batté le palpebre spiazzato.
<<
Doc. Nelle serie americane è l'abbreviativo di... >>
<<
...doctor. Come sai cosa studio? >>
<<
Ho sentito Masumi che ti chiamava così... >>
In
quel momento cadde uno strano silenzio. I ragazzi guardavano
alternativamente prima Amuro, che aveva le mani in avanti quasi a
volersi difendere e Shiho le lo analizzava con lo sguardo nemmeno
fosse una provetta. Alla fine parlò.
<<
E' un po' presto per chiamarmi così... comunque vorrei un caffè.
Bollente. Niente zucchero >>
Amuro
alzò un sopracciglio.
Era
una donna veramente terribile.
Scorbutica,
analitica, furba. Bellissima.
Era
diventata davvero meravigliosa.
<<
Come vuoi capo >> disse infine il biondo sfoggiando un gran
sorriso.
Shinichi
incrociò le braccia al petto.
<<
Sei sempre tanto dolce Shiho >>
<<
E' un'ordinazione Kudo. Rilassati >>
Il
giovane detective roteò gli occhi al cielo e si beccò l'ennesima
frecciatina da parte di Sonoko.
Shiho
guardò di sottecchi il biondino.
A
quanto le era stato concesso sapere c'erano ancora parecchie indagini
da fare sull'organizzazione, nonostante i tre corvi fossero dietro le
sbarre.
Lavorava
con estrema naturalezza, perfettamente calato nella parte del bravo
cameriere.
Aveva
come l'impressione che la fissasse quando era nei paraggi, ma non era
riuscita ancora ad averne una conferma.
*
Rei
Furuya era una persona piuttosto complessa.
Aveva
un passato misterioso che lo aveva portato in una posizione di spicco
all'interno di un'organizzazione fantasma.
Era
un ottimo attore e apparentemente una brava persona: gentile,
generosa, simpatica. E forse lo era davvero.
Ma
sotto quel faccino adorabile e dietro a quegli occhioni azzurro cielo
non c'erano dubbi che nascondesse un lato oscuro.
Era
un agente vendicativo, manipolatore, subdolo, pronto a tutto per
mettere le mani sulla sua preda.
Non
c'erano dubbi sul fatto che fosse uno stronzo....
<<
Ragazze ecco le vostre ordinazioni >> disse poggiando i
piattini sul tavolo << Ecco il tuo caffè signorina. Attenta a
non scottarti >> disse con un tono di voce dolce, ma sapeva
vagamente di frecciatina << A proposito non ho capito il tuo
nome >>
La
ragazza poggiò comodamente la schiena contro lo schienale del
divanetto ed accavallò le gambe in modo elegante.
<<
E io ho capito perché sei ancora solo l'assistente del
detective Mouri... invece di metterti in proprio >> fece
volutamente apposta quella pausa << Il mio nome è stato
ripetuto ben due volte da quando sono entrata qui >>
...
quello che non aveva previsto è che lo era anche lei.
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