Le mille e una notte

di whitemushroom
(/viewuser.php?uid=266213)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.






Brushing ~ Jinjin

Le dita nodose scivolano tra i Suoi capelli, eleganti come quelle del musico di corte; intrecciano, misurano, compongono e disfanno, scelgono una ciocca per volta e la inanellano con sapienza come se il destino del mondo intero dipendesse dal loro lavoro.
Jinjin non Lo ha mai visto in questo modo.
Lui può dividere il Bene dal Male con un solo colpo di spada e guidare ridendo mille e più uomini alla morte, eppure in questo istante chiude gli occhi estatico, immobile su quelle ginocchia ossute che Lo sostengono, quasi Lo cullano come una bambola.
"Guarda bene ed impara, Jinjin".
La spazzola d'avorio scivola, venera le punte. Le tocca con la riverenza di chi ammira ed obbedisce, la fermezza di chi protegge, guidate dagli occhi incavati di quella donna che nessun servitore di palazzo ha mai visto, una figura derelitta che vive da anni in quella stanza e che solo Lui osa avvicinare e baciare sulla fronte. Perché il suo Re si abbandona solo a lei, lei che in silenzio ordina le forcine e poi le sposta, disegnando l'intero universo in quella chioma rosa che può purificare il mondo.
"Non posso certo portare mia madre sul campo di battaglia. Dunque esigo che tu impari da lei come sistemarmi i capelli in maniera appropriata" dice Lui. Non sposta la testa nemmeno quando un paio di minuscole forbici compare davanti alle sue palpebre per tagliare qualche ciuffo ribelle dalla frangia, totalmente abbandonato in quei gesti misurati che raccontano della solitudine di una donna e del figlio che per lei tingerebbe di rosso anche il soffitto di quella stanza. "Solo i barbari scendono in guerra con i capelli in disordine. Non ti chiederò meno della più assoluta perfezione!"
Jinjin sente il proprio cuore in gola, per l'emozione fissa il pavimento pur di non mostrare il rossore delle guance. Nella sua mente non vi sono soltanto i gesti e la spazzola, i minuscoli tagli e le forcine, ma vi regna ogni sguardo, ogni istante di quel piccolo rito a cui, se non si chiama Amore, non saprebbe dare altro nome.
Una scintilla di quel piccolo mondo è stata porta a Lei, che tutto l'impero chiama "peccatrice". Ma, dalle Sue mani, quella scintilla potrebbe splendere così tanto da far impallidire il cielo intero. "Non la deluderò, nobile Kouha".




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3662905