ReggaeFamily
YNTANIK
Zhirayr
osservava la luna nascosta dietro un velo di nubi chiare.
Ancora
ne subiva il fascino e si sentiva percorrere da brividi di desiderio
quando la luce argentea lo inondava o i suoi occhi ne accarezzavano
il profilo.
Le
cose, tuttavia, andavano molto meglio: aveva imparato a gestirsi,
controllarsi e sentirsi sempre più umano. Finalmente stava
riuscendo a separarsi dalla sua natura da lupo e a vivere la vita che
aveva sempre desiderato.
Qualcuno
gli batté sulla spalla e Zhirayr sobbalzò leggermente.
Si voltò e incrociò le iridi verdi e limpide di Aram.
Il
ragazzo gli sorrise. «La cena è pronta» annunciò.
Zhirayr
annuì. «Arrivo» mormorò, lanciando ancora
un'occhiata alla luna che, pian piano, stava facendo capolino
nell'oscurità del cielo.
Aram
esitò un attimo. «Zhir? Ancora ci pensi, vero?»
gli domandò con cautela.
Zhirayr
lo guardò negli occhi per un po', poi sospirò. «Credo
sia normale, vero?»
«Certo.
Ma ora stai meglio, ti vedo più tranquillo» osservò
Aram, accennando un sorriso.
«Direi
di sì. Ed è tutto merito tuo.» Zhirayr allungò
una mano e la posò sul braccio del suo amico. «Grazie.»
«Zhir,
sai che non devi ringraziarmi. Meritavi di essere salvato, tutto
qui.»
I
due rimasero in silenzio, poi una figura femminile si accostò
a loro e gli lanciò un'occhiata interrogativa.
«Avete
fame o no?» domandò Kohar, la sorella gemella di Aram.
Zhirayr
ridacchiò. «Da lupi» sentenziò in tono
ironico.
Kohar
scoppiò a ridere e si rivolse a suo fratello. «Lasciaci
un attimo soli, marmocchio» lo rimbeccò.
Aram
si finse indignato, ma poco dopo abbandonò la stanza
strascicando i piedi e borbottando qualcosa di incomprensibile.
Kohar
si accostò a Zhirayr e si strinse al suo corpo magro,
nascondendo il viso sulla sua spalla. Sospirò, mentre lui
ricambiava l'abbraccio e le carezzava piano i capelli, con dita
leggermente tremanti. Per lui era quasi impossibile sentirsi così
bene con un essere umano, con qualcuno che un po' gli somigliava, con
chi, fin da subito, l'aveva accettato e amato incondizionatamente.
«Ogni
tanto ci penso, Zhir, e mi dispiace che tu abbia rinunciato alla tua
natura.»
Zhirayr
sollevò il viso di Kohar verso il suo e incrociò i suoi
occhi verdi, identici a quelli di suo fratello. «Anche a me a
volte dispiace, ma sto meglio così, credimi. Non potrò
mai dimenticare Nanée, Hayk e tutto il resto della mia gente,
però...» Si chinò a sfiorare appena le labbra di
lei con le sue. «Qui ho trovato una vera famiglia affettiva,
una famiglia che può capirmi e accettare anche le mie
debolezze. Ho trovato il mio posto nel mondo.»
Kohar
sorrise e gli occhi le si inumidirono leggermente. «Oh,
Zhir...»
«Venite
a cena, altrimenti mangio tutto da solo!» gridò Aram
dalla cucina.
I
due si scambiarono un ultimo sorriso, poi Zhirayr afferrò
delicatamente la mano di Kohar e la strinse nella sua.
Così
i tre ragazzi si riunirono attorno al tavolo e tra risate e
chiacchiere, si persero per l'ennesima volta nell'infinità del
mondo degli esseri umani.
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Ciao
a tutti ^^
Stranamente
sono riuscita a tornare a scrivere di Zhirayr molto presto, perché
anche io volevo dare una degna conclusione alla sua triste storia!
Spero
che questo seguito vi sia piaciuto :3
Come
per la precedente storia, anche qui troviamo un titolo in armeno –
che, come detto nell'introduzione, significa famiglia;
anche i nomi Aram e Kohar sono armeni, giusto per rimanere in linea
con la storia precedente ;)
Ah,
cosa importantissima: devo ringraziare Hanna McHonnor e i suoi
“Alley's Awards for you flashfic” per avermi ispirato e
dato la spinta per creare ancora qualcosa su questo personaggio!
Ora
aspetto il vostro parere, se volete scrivermelo, e vi ringrazio anche
solo di aver letto!
Alla
prossima ♥
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