Attenzione: Robb
e Jon hanno quindici anni qui all'inizio della serie.
Capitolo
1
Una mattina come molte a Grande Inverno.
In una delle tante stanze del castello, una ragazza dai lunghi capelli
ricci, rosso fuoco, dormiva placidamente nel suo letto sotto alle
pellicce scure d'orso.
Qualcuno bussò alla porta. La ragazza aprì gli
occhi e si voltò verso la porta. Appariva mezza assonnata,
però il secondo bussare la svegliò del tutto.
« Emily, sbrigati! » strillò una voce
femminile fuori dalla porta. La giovane si mise seduta e si
passò una mano tra i lunghi capelli rossi.
« Va bene, arrivo subito. » rispose. Si
udì un rumore di passi, segno che la donna doveva essersene
andata. La giovane appoggiò la testa e la schiena contro lo
schienale del letto, consapevole che l'aspettava un'altra dura giornata
di servizio. Per carità, gli Stark l'avevano sempre trattata
come una figlia e da piccola addirittura la lasciavano giocare con i
loro figli e le davano molte cose.
Le avevano raccontato che, quando era solo una bambina, ogni tanto
Catelyn le pettinava i capelli e in privato lasciava che la chiamasse
semplicemente per nome.
Lord Eddard era sempre stato un po' più freddo,
però le aveva regalato una bellissima bambola di pezza
quando era piccola e ancora la conservava nel suo baule.
Per quanto riguardava i loro figli, aveva un bel rapporto con tutti
loro e da circa un anno era la serva personale di lady Sansa, la
primogenita femmina degli Stark. Tra lei e Robb c'era sempre stato un rapporto
più forte, che con gli anni si era evoluto fino a
trasformarsi in amore. Veramente alla fine, secondo la giovane, non si
trattava proprio di amore, ma si volevano bene.
Con Theon anche c'era una forte intesa, però lui era
più passionale e mai avrebbe potuto scambiare per amore
quello che li legava. Tuttavia non avrebbe mai potuto scegliere tra
loro. La completavano: uno le dava quello che l'altro non riusciva.
Si drizzò dal letto e si vestì velocemente. Pur
essendo una serva possedeva degli abiti eleganti, seppure mai belli
quanto quelli di Catelyn e le sue due figlie. Quel giorno scelse di
indossare un semplice vestito di colore grigio chiaro.
Osservò il suo riflesso nello specchio a figura intera
presente nella stanza, contro la parete. Era sempre stata consapevole
della propria bellezza e i suoi tratti tipici del Sud la rendevano
ancora più affascinante, per certi versi. I suoi occhi erano
marroni, con delle pagliuzze dorate. La pelle era candida come la neve
che si trovava perennemente sul terreno attorno al castello.
Qualche minuto dopo Emily percorreva uno dei corridoi del castello
diretta nella stanza di Sansa. Di solito al mattino si occupava lei di
svegliarla, darle per prima il buongiorno, prepararle il bagno e
vestirla.
Si trovava a pochi metri ormai dalla stanza di Sansa, quando una voce
maschile di sua conoscenza la chiamò.
« Capelli rossi! » si voltò sorridente e
vide davanti a sé Robb. Non si era accorta della sua
presenza dietro di lei. Aveva ereditato i capelli ramati e gli occhi
azzurri tipici dei Tully, la famiglia di sua madre. Aveva un anno in
meno di lei, però che importanza poteva avere
l'età? Indossava una casacca di colore blu e dei calzoni
neri. Portava legato alla cintura un coltello con l'elsa d'osso.
« Capelli rossi? Non siete molto originale mio signore.
» lo prese in giro. Il ragazzo la guardò storto e
piegò la testa di lato, poi l'afferrò per la vita
e la tirò a sé. « Robb, devo andare da
tua sorella. » affermò divertita. Lui le sorrise e
le accarezzò i lunghi capelli ramati.
« Adesso mi dai del tu? Emily, ti prego, concedimi un attimo
del tuo tempo. » la serva scosse la testa.
« Ti conosco Robb Stark e so bene che non si
tratterrà di un attimo. Mi dispiace, però ti
toccherà aspettare fino a stasera. » rispose e gli
sfiorò una guancia con le labbra. Avvertì in quel
modo la ruvidezza della sua barba, tuttavia non le dava fastidio.
« Adesso devo andare, però ti prometto che stasera
mi avrai tutta per te. » esclamò. Lo
baciò di nuovo, però stavolta sulle labbra, e poi
si incamminò verso la camera della sua padrona. Le
dispiaceva per Robb, ma aveva dei doveri verso gli Stark, specialmente
nei confronti della loro primogenita.
Avevano tentato di insegnarle che la purezza di una donna era molto
importate, ma diciamo che lei non aveva prestato molta attenzione agli
insegnamenti e una volta diventata grande aveva cominciato a fare di
testa sua. Ricordava bene quando aveva dato la propria
verginità a Theon una sera nelle stalle del castello, mentre
tutti gli altri si trovano all'interno delle mura per consumare un
bacchetto, sebbene non ricordasse cosa stessero festeggiando. Quella
volta non fu proprio delle più belle, siccome le aveva fatto
solo male. A quanto sembrava Theon non era in grado di trattare una
vergine. Con il senno di poi aveva compreso che sarebbe stato meglio
aspettare e infilarsi nel letto dell'altro suo amante in occasione
della sua prima volta.
In ogni caso con il tempo aveva capito che era molto meglio cedere al
peccato della lussuria, che restare casta come le Septe della Fede dei
Sette. Non capiva proprio come facessero a restare caste e pure,
evidentemente non dovevano mai aver provato i piaceri ardenti della
carne, seppure c'era sempre la possibilità che fossero state
costrette ad unirsi all'ordine delle septe.
Arrivata davanti alla porta della camera della undicenne,
bussò alla porta e attese che le rispondesse.
« Chi è? » udì la sua voce
roca, probabilmente a causa del fatto che doveva averla destata dal
sonno. Aprì la porta ed entrò nella stanza. Una
volta fatto, si voltò verso Sansa e le sorrise. Si chiuse la
porta alle spalle e si avvicinò alla bambina. I suoi capelli
erano ramati proprio come quelli di suo fratello maggiore e lunghi. Gli
occhi erano di colore azzurro e la pelle chiara.
« Avete dormito bene? » chiese gentilmente.
Raggiunse il grande baule di legno che si trovava dinanzi al letto e ne
sollevò il pesante coperchio, mettendosi poi alla ricerca di
un vestito per la nobile.
L'undicenne si drizzò dal letto e si passò una
mano tra i lunghi capelli rossi. Emily le era sempre piaciuta ed era
stata molto contenta quando i suoi genitori avevano deciso di nominarla
sua serva personale due anni prima. All'epoca lei aveva nove anni e
forse per questo non ci era voluto molto per legarsi ancora di
più alla sedicenne. Veramente, essendo cresciute insieme, la
considerava da sempre una specie di sorella, forse più di
Arya. Era perfettamente a conoscenza del fatto che fosse brutto da dire
e pensare, ma la verità a volte faceva male.
Una delle più grandi sofferenze che pativa era il fatto di
non aver ancora avuto neanche una volta il suo sangue di luna,
però la riccia e sua madre le ripetevano sempre che era solo
questione di tempo. La prima le aveva confidato una volta che il suo
primo mestruo lo aveva avuto a tredici anni e quella rivelazione
l'aveva tranquillizzata un po'.
« Cosa vorreste mettere oggi? » la voce della sua
serva la distolse dai suoi pensieri. Si alzò in piedi,
dirigendosi anche lei verso il baule per dare un'occhiata all'interno.
Normalmente sceglievano sempre insieme che abiti da indossare.
Nel frattempo Catelyn Stark si trovava su uno dei balconi del castello,
intenta a guardare i figli si allenavano nel piccolo campo di
allenamento presente nel giardino del castello.
Suo figlio Bran, di nove anni, stava cercando di imparare a maneggiare
l'arco e colpire un manichino a pochi metri di distanza,
però con risultati alquanto pessimi. Dopo l'ennesimo
fallimento, Theon e Robb scoppiarono a ridere.
« Chi di voi era un buon tiratore a nove anni? »
urlò suo marito, posando le mani sul bordo del balcone di
pietra. I ragazzi smisero di ridere, il bastardo di Ned si
avvicinò al bambino e si chinò verso di lui,
probabilmente con l'intento di dargli qualche consiglio. La donna
avvertì una morsa allo stomaco: odiava Jon, anche se di
certo non era colpa sua essere un bastardo, ma non riusciva a capirlo.
Il bambino stava per eseguire un altro tentativo, ma una freccia
colpì in pieno il bersaglio. La donna storse il naso quando
notò che era stata sua figlia minore a tirarla, tuttavia non
fece in tempo a rimproverarla perché sentì una
voce alle sue spalle.
« Mio signore, mia signora, c'è un problema.
» annunciò una voce maschile infatti. Entrambi i
nobili si voltarono e videro uno dei loro servitori con in faccia
un'aria preoccupata.
« Cos'è successo? » domandò
suo marito.
« Abbiamo trovato un disertore dei Guardiani della Notte.
» annunciò e la lady avvertì una morsa
allo stomaco, poiché conosceva bene la punizione per i
disertori.
« Devi proprio farlo? » chiese a Ned contrariata,
sperando che non intendesse andare fino in fondo.
« Conosci le leggi Catelyn, è un disertore. Il
giuramento che ha fatto implica che deve servire fino alla morte.
» ribadì. Neanche a lui piaceva quella situazione,
però era un uomo d'onore e perciò non si sarebbe
tirato indietro. La rossa tirò un sospiro.
« Capisco! » cercò di essere comprensiva
e lo guardò allontanarsi. Nei minuti che seguirono
tentò di non pensare al fatto che stava per uccidere una
persona, magari un ragazzo che aveva all'incirca l'età di
suo figlio maggiore.
Quella sera Emily percorreva uno dei corridoi del castello, diretta
verso l'ufficio di Lord Eddard, seppure non conoscesse la ragione della
convocazione. In realtà aveva paura che avesse scoperto la
sua relazione con Robb e Theon e desiderava cacciarla.
Arrivata davanti alla porta di legno, si sistemò la gonna
del vestito e bussò alla porta.
« Avanti! » aprì la porta ed
entrò nell'ufficio.
Una seconda porta portava alla camera dei signori di Grande Inverno.
Dietro al tavolo presente c'era una finestra che dava sul villaggio
adiacente alle mura della dimora degli Stark.
Seguì un attimo di silenzio e osservò perplessa
l'uomo: i suo capelli erano scuri ed era presente qualche ciocca grigia
e bianca in mezzo a loro. Teneva le mani intrecciate dietro alla
schiena e fissava il panorama dalla finestra, dunque le voltava le
spalle.
« Mio signore, mi avete fatto chiamare? »
domandò perplessa la giovane, rompendo il silenzio
instauratosi nella stanza. Il bruno si girò e si sedette
sulla grande sedia dietro al tavolo.
« Sì Emily, volevo parlare con te. »
affermò e le fece segno di sedersi su una delle sedie di
legno dinanzi a lui. La rossa ubbidì. « Sai che
tra poco la famiglia reale ci farà visita, vero? »
ne aveva sentito parlare dagli altri servitori.
« Sì, lo so. » rispose infatti. Eddard
posò le mani sul tavolo e le intrecciò.
« Molto bene, perché ci sono alcune... ehm...
istruzioni che voglio darti e che dovrai eseguire. » la
informò e la giovane annuì. « Se
qualcuno, soprattutto il re, dovesse mai chiederti da quanto tempo vivi
qua, tu digli sedici anni. Non menzionare il fatto che sei vissuta alla
corte reale quando Aerys II Targaryen governava ancora i Sette Regni.
» fece una pausa e la fissò in silenzio in attesa
che dicesse qualcosa.
« Va bene. Solo questo? » domandò
perplessa dal fatto che le stesse chiedendo di mentire, per giunta al
loro sovrano.
« Infine, se mai dovessero chiederti di tuo padre, tu devi
dire che veniva spesso a far visita ai padroni dove tua madre lavorava
prima di venire al Nord. » concluse. La sedicenne
annuì ancora. « Mi raccomando Emily, è
molto importante che tu dica quello che ti ho appena detto. Fai
qualunque cosa Robert ti dica. » aggiunse con tono
autoritario. « Qualunque cosa, hai capito? »
domandò.
Lei fece di nuovo sì con la testa, tuttavia stavolta Eddard
non parve soddisfatto. « No, mi devi giurare che farai e
dirai esattamente quello che ti ho detto. »
esclamò.
« Lo farò, se devo mentirò al re.
Tuttavia credevo non si dovesse fare... » osservò
con aria confusa.
« A volte è necessario mentire Emily, anche se non
ci piace. » rispose semplicemente. « Ora puoi
andare. » continuò.
La giovane si alzò ed uscì fuori dalla stanza,
dopo avergli augurato la buonanotte.
Una volta che la porta fu chiusa, Eddard tirò un sospiro
augurandosi che andasse tutto bene e che Emily seguisse alla lettera le
sue istruzioni. L'ultima cosa che voleva era che fosse versato altro
sangue innocente.
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