La pietra di luna
Casa
Salvatore
Era appena passata la mezzanotte e Stefan era da solo assorto nei suoi
pensieri fissando le fiamme nel camino, il silenzio regnava nel grande
salone e il tenue bagliore del fuoco che emanava sulle pareti formava
strane ombre.
I suoi pensieri erano come sempre rivolti ad Elena, il ritorno di
Katherine preannunciava forse la fine della loro storia ed era
sicuro che quest'ultima poteva riuscirci.
D'altronde la colpa era anche sua perche se avesse parlato chiaro ad
Elena fin dal principio forse le cose sarebbero andate diversamente, e
l'unica cosa che adesso sperava era di riuscire a dirle tutto senza
nasconderle più nulla se non voleva perderla per sempre, ad
un tratto il vampiro si voltò avvertendo una presenza alle
sue spalle.
" Ti ho spaventato? " esclamò Julia appoggiata alla
ringhiera verso la libreria.
" No, per niente... Cerchi Damon? "
" No, direi di no "
" E allora che ci fai qui? "
" Volevo vedere come stavi "
" In che senso scusa? "
" In tutti i sensi... - rispose la vampira scrutandolo
maliziosamente dalla testa ai piedi mentre Stefan rimase divertito da
quella risposta ironica - Vedo che ti ho accennato un sorriso -
aggiunse lei compiaciuta.
" Mi è piaciuta la battuta " ribattè il
vampiro incrociando le braccia.
" Mi fa piacere che almeno uno dei Salvatore apprezzi la mia
ironia "
" E anche il fatto che tu abbia salvato Damon "
" Cosa sento... Mi stai ringraziando per caso? "
" Si, lo sto facendo "
" Tu sai il fatto tuo Salvatore, sei diverso da tuo fratello "
" Damon non ringrazia mai " affermò Stefan convinto.
" Si lo so, non ringrazia e non apprezza, e un ingrato "
controbattè la vampira
mentre scrutava con attenzione i vecchi libri
nello scaffale mentre Stefan la osservava incuriosito.
" Avete parecchi libri qui dentro, che ci fate? Ci accendete
il camino? "
" Solo con quelli non interessanti " rispose il minore dei
Salvatore ironico.
" Non esistono libri non interessanti, non almeno su questo scaffale "
controbatte la vampira apparentemente seria.
" A te piace leggere? Quali opere ti piacciono? "
" Se te lo dico non ci credi "
" Perchè non dovrei? Dimmi " insistè
Stefan curioso.
" I libri rispecchiano l'animo di chi li legge, e come rivelare la
parte più intima di se stessi " rispose lei con voce quasi
sussurrata mentre tra le mani prese il sottile volume dei Sonetti di Shakespeare.
" Abbiamo gli stessi gusti a
quanto vedo, apri una pagina a caso, te ne citerò qualcuno "
invitò il Salvatore mentre lei lo fissava attratta, il suo
viso nell'ombra era perfetto.
Julia sfogliò le vecchie pagine ingiallite con naturalezza
quasi come se non avesse fatto altro, quando scelse il sonetto
" 43 "
Stefan iniziò a citarlo:
"
Quando più chiudo gli occhi, allora meglio vedono,
perchè
per tutto il giorno guardono cose indegne di nota;
Ma
quando dormo, essi nei sogni scorgono te,
e
oscuramente luminosi, sono luminosamente diretti nell'oscuro.
Allora
tu, la cui ombra le ombre illumina,
quale
spettacolo felice formerebbe la forma della tua ombra
al
chiaro giorno con la tua assai più chiara luce,
quando
ad occhi senza vista la tua ombra cosi splende "
Julia ad un tratto chiuse il libro e continuò il
versetto citandolo al suo posto, avanzando verso di lui :
"
Quanto, dico, benedetti sarebbero i miei occhi,
guardando
a te nel giorno vivente,
quando
nella morta notte la tua bella ombra imperfetta,
attraverso
il greve sonno, su ciechi occhi posa.
Tutti
i giorni sono notti a vedersi, finchè non vedo te,
e
le notti giorni luminosi, quando i sogni ti mostrano a me "
Stefan rimase in silenzio ad ascoltarla per quanto bene citasse quei
versi quando quest'ultima si avvicinò a lui fissandolo negli
occhi, i due rimasero a guardarsi mentre lei ebbe una strana
sensazione.
" Ci siamo mai incontrati io e te? " domandò la vampira
fissandolo stranita con un senso di smarrimento mentre lui con sguardo
serio cercava di carpire forse il senso della domanda ma senza dare
alcuna risposta.
" Che diavolo ci fai ancora qui! " infuriò come un fulmine a
ciel sereno Katherine comparendo improvvisamente dal nulla nel grande
salone.
" Mon dieu,
che brutta razza i Petrova
sbucano dall'ombra come le anime dannate " affermò Julia
irritata verso Stefan.
" Vattene immediatamente da qui, maledetta! " minacciò la
Petrova cacciandola.
" Questa non è casa tua non minacciarmi... Vattene tu che ci
hai interrotto sul più bello " controbattè la
vampira irritandola mentre annusò il libro dei Sonetti che
aveva tra le mani.
" A quanto pare non c'è modo di allontanarti da questa casa,
come te lo devo dire che non ti voglio qui Katherine! "
intervenì Stefan spazientito.
" Di certo ora non ospiti la migliore delle compagnie, ma bensi la
feccia della peggior specie " affermò Katherine con
disprezzo verso Julia.
" Tu non sei certo migliore, anzi, forse sei il peggio che ho
conosciuto! " affermò il minore dei Salvatore facendole
assumere un espressione di collera, Julia alle sue spalle ne era
compiaciuta.
" Te ne pentirai, ti pentirai amaramente di queste parole mio caro
Stefan, ora sono stanca delle tue continue offese, tu pensi di
essere migliore di me Squartatore
di Monterrey? Hai forse dimenticato i tuoi
giorni da diavolo? "
" Certo che no, non posso dimenticare il mio passato ne tantomeno
cancellare ciò che ho fatto, ma tutto e dovuto a te
Katherine che hai sempre saputo far uscire il lato peggiore e
ripugnante di me e nemmeno allora sei riuscita ad ottenere che ti
amassi anche un solo istante, figurati se potrei adesso " disse Stefan
irritandola ad ogni parola, colpendola nei sentimenti più
profondi.
" Forse non mi amerai, ma io sono l'unica che ama te per quello che
sei, e sono pronta a scommettere che la dolce Elena scapperebbe di
paura se solo sapesse quanto sei crudele nei tuoi periodi bui "
" Io credo che sia già abituata alla paura quella povera
ragazza, insomma ogni mattina si guarda allo specchio e ha la tua
faccia, cosa c'è di più orribile! "
esclamò Julia intromettendosi nella loro conversazione con
sarcasmo.
" Come ti permetti mostriciattolo perverso, restane fuori
prima che ti faccia a pezzi! "
" Santo cielo - imprecò Julia alzando gli occhi al cielo -
voi Petrova
e la vostra ossessione di amori non corrisposti, non credi che sia
arrivato il momento di andare avanti? Siamo nel ventesimo secolo Mon dieu"
" Presto farai una brutta fine " affermò la Petrova
riducendo gli occhi a due fessure pieni di odio.
" Non prima di te - ribattè Julia con altrettanto odio
restituendo il libro che aveva tra le mani a Stefan, poi avanzando
verso Katherine disse: - Io sono soltanto uno dei fantasmi del tuo
passato ritornati dall'inferno per tormentarti Katerina " concluse lei
irritandola.
Katherine le serrò una mano alla gola sbattendola al muro,
vene nere le intrisero il viso demoniaco.
" Ora basta, non ricominciate, risolvete le vostre questioni fuori da
casa mia " ordinò Stefan arrabbiato.
" Perdon
mon cher ma e lei che ha cominciato, prima che arrivasse
stavamo cinguettando come passerotti citando versi di Shakespeare, le
nostre anime sussultavano all'unisono " ribattè Julia con la
poca voce soffocata, provocando Katherine.
" So cos'hai in mente, lo so cosa stai cercando di fare, non pensarci
nemmeno, stà lontana da Stefan! " infuriò la
Petrova livida di gelosia affondando la presa sempre di più
fino a serrarle il respiro.
Stefan intervenì in favore di Julia allontanando Katherine
con una spinta e frapponendosi tra loro.
" Mon
dieu! - imprecò Julia riprendendosi
dalla forte stretta della vampira - Che brutta bestia è la
gelosia, fa immaginare cose che non esistono! " ribattè lei
con sarcasmo sgranando gli occhi verso Stefan.
" La smettiamo? Avete intenzione di andare avanti ancora per molto? "
domando il vampiro al limite della sopportazione.
" Finche lei resta in questa casa giuro che non ti darò
pace! " rispose carica d'odio la Petrova.
" Beh Katherine, non sei di certo tu a decidere chi viene o chi va da
questa casa, anzi voglio che te ne vada immediatamente "
ordinò Stefan parandosi di fronte a lei.
" E se non lo facessi ? Cosa fai, mi cacci con le tue mani Squartatore?
Tu non hai capito chi conduce il gioco qui mio caro "
" Minacciare, solo questo sai fare, sei un vampiro di 500 anni ma non
hai imparato come si ottiene ciò che si vuole in questo
mondo " intervenì Julia.
" Perche tu si? Cosa ne vuoi sapere mocciosa ripugnante "
" Forse niente, ma so che quella notte a Bran
volevo sopravvivere e ora sono qui di fronte a te, pronta ad ottenere
la mia vendetta, e questa e l'unica cosa che voglio da questo mondo cheri...
Bene, bene, bene, penso che sia venuto il momento che io tiri le tende,
avremmo modo di conversare in momenti più tranquilli mio
caro cognato, da un bacio da parte mia al mio Fecondador de
Siviglia, chissà in quale letto si sta
rotolando... " Stanotte
amore è entrato nei miei sogni, ed era già
mattino... Arrevoir mon cher, adieu Katerina
" concluse la vampira dileguandosi in un istante.
Stefan rimase confuso incrociò per un secondo lo sguardo con
Katherine, poi le voltò le spalle ignorandola completamente.
" Dove vai? " domandò lei.
" A riposare se mi è possibile, sempre che tu mi lasci in
pace, stanotte "
" Domani dovrai portarmi la pietra di luna, non dimenticarlo,
quest'oggetto si trova nelle mani del sindaco Lockwood lo tiene
nascosto in casa sua e voglio che tu me la procuri al più
presto Stefan "
" Davvero? Perche non te la recuperi da sola, ti conosco abbastanza per
sapere che ottieni sempre ciò che vuoi senza
l'aiuto di nessuno "
" Stavolta dovrai farlo tu per me, va a riposare amore mio
tempi duri stanno per arrivare e tu dovrai farti trovare preparato "
concluse la vampira dileguandosi anch'essa.
Il minore dei Salvatore ormai rassegnato si apprestò a
salire nella sua stanza, mille pensieri per la testa non gli avrebbero
fatto chiudere occhio cosi gli prese l'impeto di mettere nero su bianco
aprendo il suo diario sulla sua vecchia scrivania in ciliegio.
Il vampiro cominciò a scrivere ma la sua testa sembrava
essere altrove, qualcosa lo distraeva.
Uscì rapido dalla sua stanza riscendendo nuovamente nel
salone guardandosi intorno, perlustrando la casa come alla ricerca di
qualcuno o qualcosa.
Risalì nella sua camera guardò verso il suo
letto, si avvicinò al vecchio baule che vi era davanti e lo
scostò.
Il vampiro si inginocchiò cominciando a grattare la
superficie del vecchio parquet consumato quando estraè la
tegola, prendendo un piccolo e vecchio diario nascosto all'interno,
diverso da quelli che aveva di solito Stefan lo fissò con
aria cupa stringendolo tra le mani.
Il minore dei Salvatore aprì le pagine cominciando a
sfogliarlo, l'odore di vecchio pervase le sue sensibili narici
inarcandole quando si soffermò su una pagina datata 4 marzo 1905.
Stefan la lesse restando pensieroso, il passato ritornava ancora, e
ancora una volta lo avrebbe tormentato.
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Casa
Gilbert - mattino seguente
" Alla buon ora Elena, sentirai Caroline quando
arriverai in ritardo per i preparativi della fiera, sul
cellulare ci sono 13 messaggi " disse Jenna in
cucina mentre preparava del caffè vedendo le ragazze pronte
ad uscire.
" Prima devo passare da Stefan " rispose Elena prendendo un pancake.
" Buongiorno " salutò Jeremy spuntando alle spalle della
sorella accennando un sorriso a Bonnie che Elena e Jenna carpirono
all'istante.
" Di un po, l'effetto barbone e di moda? Aggiustati quei capelli e
metti quella canottiera nei pantaloni " comandò zia Jenna
passandogli una spremuta d'arancia.
" Elena chiama Caroline ieri mi ha telefonato sette volte per dirmi
della fiera e raccomandarmi che ci devi andare stamattina per
organizzarti con lei "
" Caspita è ossessionata da questa fiera "
affermò Bonnie divertita.
" Ragazze quando
vi sposerete mi raccomando non chiamate Caroline ad organizzarvi la
cerimonia altrimenti ve la ritrovate anche in viaggio di nozze con i
vostri mariti... Sai che spasso " disse Jenna facendole ridere.
" A proposito
Jenna, il nuovo ricercatore storico è arrivato? "
domandò Elena mentre messaggiava Caroline sul
cellulare.
" Proprio oggi dovrebbe arrivare in città, Carol mi ha
telefonato per dirmi che mi vuole parlare e... "
" Oh! guardate hanno ucciso il reverendo Sultz " intervenì
Jeremy stoppando la conversazione di Jenna e Elena e Bonnie
seguirono il notiziario alla Tv.
" Cosa diavolo sta succedendo in questa cittadina? La cosa comincia a
preoccuparmi, chiamo Liz " disse la donna quando bussarono alla porta.
" Dopo che lo hanno ucciso lo hanno seduto nel confessionale,
l'assassino e uno psicopatico! " affermò Jeremy.
" Certamente uno sano di mente non fa queste cose, no? "
ribattè Bonnie scambiandosi un sorrisetto davanti ad Elena.
" Jeremy va ad aprire, stanno suonando " ordinò Jenna mentre
parlava con Liz al cellulare.
" Va ad aprire tu Elena "
" Ma Jenna l'ho ha chiesto a te "
" Ma tu stai in piedi e sei più vicina alla porta "
ribattè il piccolo Gilbert.
" Qualcuno di voi vuole aprire la porta? " gridò Jenna dalla
cucina.
" E va bene vado io! " rispose Elena schiaffeggiando alla nuca il
fratello.
La ragazza aprì e si trovò con stupore davanti il
professor Saltzman.
" Ciao, Elena " salutò l'uomo con un sorriso.
" Alaric! Sei ritornato " rispose Elena abbracciandolo.
" Allora, ma che cavolo ci vuole ad aprire una maledetta porta ma... "
Jenna appena vide Alaric rimase senza parole.
" Alaric, che bello riverderti! " esclamò Jeremy
abbracciandolo anche lui.
" Ciao Jeremy come stai ? Stai andando a scuola? "
" Ci stiamo andando giusto adesso... Bonnie, Jeremy andiamo che si
è fatto tardi " disse Elena.
" Ma io devo fare ancora colazione " rispose Jeremy intontito.
" Non c'è tempo è tardi, dobbiamo andare Caroline
ci aspetta! " rispose Elena scambiando occhiate complici per fargli
capire di rimanere Jenna e Alaric da soli.
" Ma che hai? Perche mi guardi cosi? "
" Muoviti dobbiamo andarcene! " intervenì Bonnie
trascinandolo fuori casa per un braccio, capendo le intenzioni
dell'amica.
" Noi andiamo, ci vediamo " concluse Elena lasciandoli da soli, ci
fù un breve silenzio di imbarazzo.
" Ma
guarda chi si rivede " disse Jenna stupita di rivederlo.
" Ciao come stai? Posso entrare? " gli chiese il professore
accennando un sorriso.
" Certo, ho appena fatto del caffè "
Jenna lo invitò a sedersi in cucina mentre gliene
servì una tazza.
" Ascolta Jenna, io devo dirti una cosa però non so
come la prenderai " disse Alaric quando lei preoccupata
esclamò:
" Sei strano, che mi devi dire... Sù forza non
tenermi sulle spine, si tratta dei ragazzi? "
" No, no, stà tranquilla... Veramente si tratta di
noi "
" Noi? Che vuoi dire Rick spiegati "
" Jenna non ci girerò intorno quindi ascoltami...
Sono ritornato qui per te perche mi sono reso conto che provo qualcosa
e non so se ho fatto bene a ritornare, ma so che se non l'avrei fatto
me ne sarei pentito quindi ora posso anche andarmene... "
" Rick ma... Aspetta dove vai, spiegati meglio perche non ho
capito "
Jenna si parò di fronte a lui e lo fissò negli
occhi con leggero imbarazzo perche anche lei si era resa conto di
provare qualcosa per lui;
Alaric senza indugi si avvicinò dichiarando ciò
che provava per lei.
" Io mi sono innamorato di te Jenna " gli confessò il
professore, la donna rimase
impietrita da quella dichiarazione, quando lui la baciò.
I due si baciarono con passione trasportati sempre più dai
loro sentimenti...
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Liceo
di Mystic Falls
I ragazzi del liceo di Mystic Falls erano impegnati nei preparativi
della fiera che si sarebbe tenuta al luna park.
Caroline incaricata organizzatrice dell'evento dalla
signora Lockwood non si risparmiava mandando tutti al
manicomio:
" No,no, quello non va lì come te lo devo dire... Ehi quei
palloncini devono essere gonfiati per stasera, e tu Jeremy ti sbrighi
con quei peluche? "
" Come gli e venuto in mente a tua madre di metterla ai comandi, non la
sopporto più! " disse Jeremy a Tyler che se la rideva di
gusto.
" Tyler i tendoni devono essere montati subito, chi stai
aspettando Babbo Natale forse? "
" Si, mi ha detto che tra
un pò sarà qui con la sua slitta "
" Divertente, ma a me non fa ridere nemmeno un
pò... Jeremy, dove sono Bonnie ed Elena? Dovevano essere qui
da stamattina e non le vedo! "
" Che vuoi che ne sappia, non mi interessa sapere dove vanno "
gli rispose il ragazzo inciampando nei peluche.
" Che stronzo che sei Gilbert " esclamò Tyler.
" Stronzo sarai tu cazzone! " gli ribattè Jeremy
spintonandolo.
In un attimo i due vennero alle mani, quando intervenne Matt a
separarli:
" Ragazzi smettetela! "
" E tu che cazzo vuoi? Togliti dalle palle prima che ti
spacchi la faccia! "
" Provaci! " gli rispose Matt pronto a scontrarsi con Tyler.
" Ora basta voi due, questa e la seconda volta che vi vedo
venire alle mani " intervenne inaspettatamente il sindaco Lockwood.
" Ha cominciato lui " disse Tyler discolpandosi.
" Smettila di dire stupidaggini, comportati da uomo o ci penso
io a tapparti la bocca ragazzino " concluse l'uomo allontanando con
sè il figlio a spintoni.
" Tale padre tale figlio, il frutto non cade mai lontano dall'albero "
disse Matt a Jeremy.
" Ma che sta succedendo? Io mi faccio in quattro per fare in
fretta questi preparativi e voi litigate con Tyler? "
replicò Caroline seccata.
" Io me ne vado, ho da fare al Mystic, sai alcune persone
devono lavorare " disse Matt allontanandosi da Caroline ignorandola.
" Ehi Matt domani ci sarai vero? Non vorrai darla vinta a quel
cazzone spero! " esclamò jeremy.
" Non credo che verrò, ti saluto " gli rispose Matt
andando via.
" Elena finalmente, ma dove eri finita? Dove si è
cacciata Bonnie volevate svignarvela eh? Sù forza a lavoro
ci sono i palloncini da gonfiare sù! " ordinò
Caroline dandole in mano una busta di palloncini.
Katherine scambiata per Elena guardò Caroline con
severità, avrebbe voluto spezzarle il collo ma avrebbe
ironicamente attirato l'attenzione, intanto ignorò la bionda
per concentrarsi su Jeremy.
" Allora? Mi dai una mano o resti a guardare? " disse Jeremy
mentre incominciò a gonfiare i numerosi palloncini.
Katherine si avvicinò a lui, indirizzando il suo sguardo al
suo plagiandolo.
"
Ascoltami Jeremy, tu domani alla fiera del luna park provocherai Tyler
e lo costringerai a litigare con te, dovrai fargli perdere
completamente il controllo ci siamo capiti? "
Le pupille di Katherine si strinsero ipnotizzando completamente Jeremy
che come una marionetta annuì ad eseguire ciò che
gli era stato appena comandato.
" Domani alla fiera
provocherò Tyler "
" Bravo, e che altro? "
" Lo provocherò fino a fargli perdere il controllo "
" E alla fine..."
"... Farò in modo che lui mi uccida "
" Esatto " concluse la Petrova con
sorriso malefico.
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Casa Salvatore
I raggi del sole erano appena penetrati dalla finestra
filtrando dalle tende rischiarando il buio che aveva avvolto la stanza.
Damon dormiva tranquillo nel suo letto avvolto dal silenzio spezzato da
un leggero canticchio di un passero che si poggiava puntualmente a
quell'ora del mattino su qualche albero vicino alla loro casa.
Il vampiro cominciò
ad aprire gli occhi lentamente,
sbattendo le palpebre per schiarirsi la vista, quando al suo fianco si
ritrovò Julia distesa sul letto che lo fissava.
" Buongiorno " disse la vampira facendolo sobbalzare rompendo
quell'idillio di pace, il vampiro si sedette di scatto sgranando i suoi
grandi occhi azzurri.
" Ma che diavolo ci fai in camera mia! Alzati dal mio letto, subito! "
" Sai, eri davvero bellissimo tra le braccia di Morfeo... Ma lo saresti
ancor di più nelle mie "
" Fuori di qui, vattene che mi devo vestire! "
comandò Damon alzandosi dal letto avvolgendosi il lenzuolo
alla vita .
La vampira anzichè andarsene continuò a fissarlo
con sguardo avido scrutando ogni centimetro di quel corpo scolpito e
seducente.
" Tu sei davvero bellissimo, come si può non desiderarti? "
affermò lei mentre annusò il cuscino
persuadendosi del profumo del vampiro.
" Adesso basta, fuori di qui! " ordinò Damon afferrandola
per un braccio ma Julia afferrò il lenzuolo che lo copriva
denudendolo del tutto.
" Madre dei cieli io ti mangio vivo! " affermò la vampira
saltandogli addosso famelica.
" Ehi! Cosa fai! Togliti da dosso!" infuriò il corvino
dandole una forte spinta, poi iniziò a vestirsi, la vampira
per un attimo restò confusa.
" Questo non mi era mai capitato, qualsiasi uomo vampiro o umano che
sia ha i suoi istinti, Mon dieu
non sarai gay spero!" esclamò Julia sgranando gli
occhi.
" Nanerottola maligna non permetterti certe allusioni, io sono un uomo
dalla testa ai piedi, capito! " infuriò Damon
indossando dei Jeans coprendosi.
" Qual'è il tuo problema? Forse hai bisogno di ispirazione?
Forse ti metti in moto con l'effetto visivo " disse iniziando
a svestirsi.
" Ehi! Ma che diavolo stai facendo! Non azzardarti a farlo, non ci
pensare nemmeno! " ordinò lui afferrandola di nuovo
spintonandola ora verso la porta.
" Sei ridicolo! E inconcepibile che io sia l'unica femmina che non vuoi
toccare! " rispose indignata la vampira liberandosi dalla sua
prepotente presa.
" Ma quale femmina, tu sei una ranocchia! "
" Una ranocchia... Femmina! " ribattè Julia con altrettanto
sarcasmo.
" Insomma, ma che vuoi da me? Devi rassegnarti, tra noi non
può esserci nessun rapporto di natura sessuale "
" E perche mai sentiamo? " chiese Julia indignata.
" La risposta e semplice: TU non mi PIACI ! " rispose Damon con sorriso
sornione.
" Santo cielo, tu ti sei innamorato di me " rispose Julia convinta.
" Io innamorato di te? Mon dieu
tu sei pazza! "
" Sei cosi innamorato da non riuscire a toccarmi, l'amore che provi per
me ti spinge ad adorarmi come una Dea e gli Dei si sa, si venerano
senza toccarli "
" Non so se ti rendi conto delle stupidaggini che ti escono da quella
sudicia bocca " ribattè il corvino sgranando gli occhi.
" Tu dici? Ti ossessionerò fino a quando non mi
farai capire il motivo di un cosi indegno rifiuto "
" Ora mi hai stancato, vattene dalla mia stanza, anzi ora che mi ci fai
pensare, ho la soluzione per te a portata di mano " affermò
Damon accompagnandola sull'uscio.
" Ora tu esci da qui, percorri questo corridoio e sali quelle
scale che ti porteranno dritta dritta alla camera in soffitta di mon cher
Stefan "
" E perche mai dovrei andare nella camera di tuo fratello? "
" Ma per dare sfogo alle tue sfumature "Anastasia
Steel" li c'è la stanza dei giochi "
" Non posso crederci, tu vuoi che io vada a letto con Stefan? "
" Indovinato! Ah, non guardarmi come se stessi facendo la cosa
sbagliata, i tuoi apprezzamenti nei suoi confronti erano chiari come il
sole, l'altra sera te lo sei mangiato con gli occhi in quel salone lo
scoiattolo "
" Tu sei matto, un pazzo, un folle se credi che io possa stare con lui
in quel senso! " affermò Julia irritata.
" E perche mai, Stefan e un cosi bel ragazzo ha labbra seducenti,
fisico scolpito ed è appettitoso! gnam gnam! "
" Che essere indegno, spingere la propria moglie nelle braccia del
fratello potrei odiarti per questo "
" Allora odiami se questo servirà a fartene andare "
" No, io non posso, non potrei mai non ce la farei a stare con lui "
" E perche sentiamo? "
" Perchè con Stefan ci devi fare " l'amore " e invece
tu sei... PURO SESSO!
" affermò avida la vampira.
" Lo so! " rispose lui sicuro di sè elogiandosi
mentre indossò una camicia nera.
Damon si apprestò a lasciare la sua stanza per dirigersi
giù nel salone seguito a coda dalla vampira che non lo
mollava.
" Ma te ne vai? Sei fastidiosa, devi andare sù, non venire
giù! " ordinò Il corvino alludendo alla stanza
del fratello quando si ritrovò Stefan faccia e faccia nel
salone.
" Che sta succedendo? " domandò il minore dei Salvatore per
la chiassosità del fratello.
"
Bonjour mon cher Stefan " saluto Julia alle spalle di
Damon.
" Che ci fai qui, credevo te ne fossi andata ieri notte " disse Stefan
quando Damon corrucò la fronte.
" Come sarebbe? Che vuol dire con ieri notte! " domandò il
corvino incuriosito.
" Ma niente mon
coeur, ieri notte ero passata a fare un saluto al mio caro
cognato, ma poi Katerina
di Russia ci ha interr... otti mentre stavamo... "
affermò la vampira civettuola lasciando intendere qualcosa.
" Stavate cosa? " domandò Damon stranito fissandoli.
" Smettila Damon, ora devo parlarti di cose più importanti "
rispose Stefan a braccia incrociate.
" Ah! Di prima mattina scoiattolo? Sai, non ho voglia di ascoltare le
tue lagne o già avuto un brutto risveglio con questo mostro
" affermò il vampiro indicando Julia mentre sorseggiava il
suo whisky.
" Scherzi? Più di una persona ha affermato che io somigli a Monica
Bellucci " affermò la vampira pavoneggiandosi.
" E ti hanno detto una bugia nanerottola deforme, pssss.... Monica
Bellucci ma tu la stai ascoltando? "
" Ora vuole disprezzarmi ma un tempo ero il suo unico pensiero, me lo
ritrovavo tutti i giorni in casa mia quando vivevo a Londra nel 1905...
Ero diventata un vera ossessione per lui a tal punto che ha mandato a
monte il mio matrimonio con Arthur
il mio fidanzato " raccontò la vampira a Stefan.
" Ma che dici, tu non ti sei sposata con Arthur perche sei morta di
tubercolosi! " affermò Damon stizzato.
" Avevo solo 17 anni, avevo progetti, una vita intera da vivere e poi
sei arrivato tu scegliendo per me il mio destino... Ma a volte penso
che avresti dovuto lasciarmi morire in quel letto "
" Lo penso anch'io... Aah, se si potesse tornare indietro non esiterei
a farlo, questi sono errori che si pagano caro fratello "
ribattè il corvino sgranando gli occhi cerulei.
" Quindi sei stato tu a vampirizzarla? " domandò Stefan
incuriosito quando bussarono alla porta.
" Ops! Devo andare ad aprire..
Magari e Arthur che è venuto a prenderti " ironizzò il vampiro
che aprendo si ritrovò Elena e Bonnie sulla soglia.
" Ma guarda chi sono venute a trovarci stamattina " osservò
Damon con la sua immancabile ironia.
Le due ragazze lo guardarono seccate ma non poterono fare a meno di
ammirare il suo fisico scultoreo che lui metteva in bella mostra
"Scoiattolone guarda chi c'è la tua ragazza- sosia di
Katherine con la strega di Salem, attento ai capelli potrebbe
affatturarti! " esclamò il corvino sorseggiando il suo
whisky e provocando Bonnie.
" Ciao, vieni entra" invitò Stefan baciandola.
" Che teneri ! " esclamò Damon prendendoli in giro.
" Come mai sei qui? Il Mystic ha chiuso prima stanotte? "
domandò Elena lanciandogli un occhiata di traverso.
" Uhm!... Elena come sei eccitante quando mi insulti "
contrabattè il corvino ponendosi sfacciatamente verso di lei.
" Che maledetto, ci provi proprio con tutte anche con la ragazza di tuo
fratello " intervenì Julia attirando l' attenzione delle due
ragazze che la guardarono ignorando chi fosse.
" Santo cielo sei ancora qui? Stefan rinchiudi in cantina questo ratto "
" Elena forse è meglio che andiamo a parlare di sopra in
camera mia " disse Stefan alla sua ragazza disapprovando come sempre il
carattere di suo fratello.
" La famosa Elena Gilbert " affermò Julia ponendosi di
fronte a lei e Stefan con sorriso accennato scrutandola centimetro per
centimetro dalla testa ai piedi.
" Chi sei? " domandò Elena incuriosità.
" Julia, Julia salvatore
enchantè
" rispose porgendole la mano.
" Julia Salvatore? Sei una loro parente? "
" Direi Cherì ho sposato lui "
affermò puntando Damon prendendo alla sprovvista
lei e Bonnie.
" Devi proprio dirlo a tutti questa pagliacciata? " domandò
Damon furioso.
" Si, sopratutto ad Elena caso mai si fosse fatta un pensierino nei
tuoi confronti "
" Guarda che ti sbagli, come ti viene in mente? Io non
proverò mai nulla per Damon " affermò convinta la
ragazza mentre sul viso di Stefan comparve un espressione di amarezza
guardando il fratello che ci provava.
" Adesso si che mi ferisci Elena! " ribattè ironico il
vampiro portandosi una mano al petto con la sua faccia da schiaffi.
" Stefan andiamo di sopra, Bonnie ci metto un minuto e poi andiamo,
d'accordo? " disse la ragazza ignorando il corvino e lanciando un
occhiata verso Julia per poi avviarsi con Stefan alle scale.
" Mon
dieu l'hai vista? Ci ha inceneriti con lo sguardo, scorre
il sangue maligno dei Petrova in lei " affermò la vampira
verso Damon che si sedette di fronte a Bonnie e cominciò a
fissarla.
" Cos'hai da guardare? " domandò la strega seccata.
" Non ti sto guardando, vedi... Guardo te e penso ad altre
cose come... La fiera del luna park di domani sera, tu ci vieni? "
" Questo non ti riguarda "
" No infatti, mi stavo solo assicurando che non venissi, sai
non sei simpatica a nessuno strega "
" Sta attento perche mi stai facendo perdere la pazienza "
" Davvero? Uhm... E cosa mi fai? Mi trasformi in un ...
Ranocchio? "
Bonnie fissò Damon e ad un tratto un dolore alla testa
colpì il vampiro provocandogli dolorose fitte facendogli
cadere il bicchiere che aveva tra le mani.
" Ma che cazz... Smettila! "
" Questo e solo un avvertimento, ti farò di peggio
se non mi lasci in pace! " minacciò la strega arrabbiata.
.
" Che brutto carattere "
intervenì Julia disturbandola.
" E tu cosa vuoi? Stanne fuori " rispose Bonnie senza indugi.
" Fa pure, se lo merita, anzi se potessi ti darei una mano ma come vedi
sono un vampiro non una fattucchiera "
" E un esemplare di razza unica, una vampira nana "
controbattè Damon offendendola quando Stefan ed Elena
riscesero in salone.
" Damon, che cosa succede? " chiese Stefan vedendolo rialzarsi.
" Bonnie andiamo " disse Elena all'amica lanciando un ultima occhiata
di disapprovazione a Damon.
" Ciao Elena, ci vediamo alla fiera - confermò il corvino
sbattendo le sopracciglia provocandola - Dove vai scoiattolo? "
" A scuola, tu non fare guai visto che non puoi uscire "
avvertì Stefan accompagnando le due ragazze all'uscita.
" Ah! Questo vuol dire che siamo rimasti da soli in casa? "
domandò Julia maliziosa mordendosi il labbro inferiore.
" Santo cielo ci mancava solo questo! " esclamò il corvino
rassegnato all'idea di passare un intera giornata chiuso tra quelle
quattro mura.
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Casa
Lockwood
" Richard, hai un minuto? " domandò la signora
Lockwood entrando nello studio di suo marito.
" Carol non ho tempo da perdere, quindi vedi di fare in
fretta, cosa vuoi? " domandò impaziente il sindaco, seccato
della sua intrusione.
" Sapere una volta per tutte le tue intenzioni, dimmi: Hai
deciso di metterci in pericolo? "
" Di cosa stai parlando? Spiegati meglio o altrimenti va ad
organizzare quello che ti ho chiesto e fallo senza fiatare! "
" Lo sai benissimo di cosa parlo Richard, hai intenzione di
arrivare fino in fondo a questa storia? Se è cosi allora ti
avverto che io non sono d'accordo! "
" Qui non conta quello che pensi tu mia cara, quello che devi
fare invece e quello che ti ho ordinato e cioè recuperarmi
quella maledetta pietra di luna dalle mani di Bonnie Bennett, mi sono
spiegato? Per tutto il resto stanne fuori, non ti riguarda! "
infuriò il sindaco minacciando la moglie afferrandola per un
braccio con prepotenza.
" Non mi riguarda? Io sono tua moglie e conosco tutto sulla
tua famiglia e Tyler è mio figlio, e se tu metti in pericolo
la sua vita mettendoti in testa di spezzare questa maledetta
maledizione facendoti nemici degli esseri come i vampiri, allora si che
questo mi riguarda Richard! " rispose Carol allontanandolo da lei
liberandosi dalla sua stretta.
" Carol, tuo figlio sarà in pericolo se non faccio
qualcosa per lui, quindi mettitelo bene in testa una volta per tutte
che la maledizione dovrà essere spezzata dai licantropi,
cerca di recuperare quella pietra di luna e subito dopo lascerai Mystic
Falls con Tyler, al resto ci penso io "
" Lasciare Mystic Falls? E per andare dove? "
" Ti spiegherò tutto più tardi, ora ho bisogno
che tu faccia quello che ti ho chiesto! "
La signora Lockwood fece un lieve cenno d'assenso mentre si
apprestò a lasciare lo studio del marito, il sindaco seccato
delle continue proteste della moglie si versò un bicchiere
di whisky per attenuare la tensione mentre si sedette sul divano e
impugnò il cellulare dalla tasca interna della sua giacca
componendo un numero.
Il sindaco pose all'orecchio il cellulare in attesa che dall'altra
parte rispondessero, quando una voce roca dall'altro lato della
cornetta non lo fece aspettare a lungo:
" Dimmi: Dove sei? Hai trovato gli altri? "
" Sto
provvedendo, siamo in pochi ma stiamo arrivando "
" Bene, allora dovete essere qui il prima possibile! "
concluse il sindaco riattaccando la chiamata e finendo in un solo fiato
il suo whisky.
" Richard? "
" Cosa diavolo vuoi ancora Carol, cosa devo fare per stare un
pò in pace eh? "
" Potresti morire come Mason tanto per cominciare "
" Katherine " disse il sindaco ritrovandosi la vampira in
casa che minacciava la moglie.
" Come hai fatto ad entrare? "
" Con un invito, Tyler e stato cosi gentile... In realtà mi
ha scambiata per la mia doppleganger "Elena" "
" Cosa vuoi? "
" Quello che vuoi anche tu, solo che non ti conviene Richard venir meno
al nostro accordo " ordinò la vampira trattenendo Carol per
la nuca.
" Io non ho la pietra, è nelle mani della famiglia Bennett "
" lo so, chissà come ci sia finita nelle mani di Sheila
Bennett, ma poco importa... Ora voglio solo che tu la riprenda e che me
la consegni altrimenti... " avvertì Katherine
quando si morse il polso e fece ingerire il suo sangue a Carol.
" Maledizione che cosa stai facendo? Smettila! "
" Voglio la pietra Richard, altrimenti ucciderò Tyler e
prima di stasera ci sarà anche un nuovo vampiro in
città " minacciò la Petrova alludendo a Carol
dopo averle fatto ingerire il suo sangue.
" Avrai quella maledetta pietra ma fino ad allora lascia in pace la mia
famiglia "
" Che tono minaccioso Richard, hai visto Carol chi l'avrebbe
detto, allora ci tiene a te " concluse Katherine sbattendo
la signor Lockwood sul divano con prepotenza per poi dileguarsi.
Il sindaco digrignò i denti dalla rabbia, i suoi occhi si
mutarono con riflessi ambrati e cominciò a rompere oggetti
nello studio sotto gli occhi della moglie.
" Richard smettila! Non è il momento di perdere la testa "
" Chiudi il becco, li ucciderò tutti, tutti i vampiri di
questa dannata cittadina e per prima Katerina Petrova
"
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Casa Gilbert
"
Sono sfinita, non ce la faccio più " disse Elena salendo i
gradini di casa Gilbert.
" Caroline ci manderà al manicomio con questa dannata fiera,
abbattetela! " disse Bonnie sfiancata.
Elena apri la porta di casa Gilbert e entrando si diresse verso il
divano dove vi gettò il suo zaino per poi
dirigersi verso la cucina a prendere un bicchiere d'acqua.
" Jeremy è in casa? " domandò Bonnie con aria
superficiale.
" Perche mi domandi di Jeremy? Non sarà che ti sei presa una
cotta per lui? " domandò Elena divertita imbarazzandola.
" Elena ma che dici, io te l'ho chiesto perche ultimamente e diventato
pericoloso per le strade qui " rispose Bonnie tesa.
" Guarda che se ti piace Jeremy non c'è nulla di male "
" Elena non provo nulla per Jeremy e poi è tuo fratello "
" E allora? Ti freni perche è mio fratello? "
" E solo che è strano, praticamente siamo cresciuti insieme
ed io... "
" Bonnie, tu pensi troppo, và e buttati, e poi credo che tu
sia perfetta per lui "
" Lo pensi davvero? "
" Ma certo, non esiste una persona più buona di te "
affermò Elena abbracciandola quando avvertirono un rumore
provenire dal piano di sopra.
" Hai sentito? " domandò Elena sottovoce, Bonnie
annuì con la testa.
Le due ragazze lasciarono la cucina e si diressero lentamente verso la
scala cominciando a salire i gradini, arrivati sul piano avvertirono
dei passi quando apparve Alaric in boxer davanti a loro spaventandole.
" Santo cielo Alaric, mi sta venendo un infarto " disse Elena con una
mano al petto.
" Mi dispiace Elena, vi ho sentito rientrare e ho cercato di non far
rumore ma a quanto pare non è servito "
" Rick ma che stai facendo? " domandò Jenna raggiungendoli
provando un leggero imbarazzo.
" Mi sa che siamo di troppo Elena " disse Bonnie sottovoce.
" Rick vuoi restare ancora per molto in mutande davanti alle ragazze? "
domandò Jenna rimproverandolo.
" No, direi di no, io andrei a vestirmi " rispose Alaric imbarazzato.
" No, non devi andartene, io sono passata per prendere il pigiama
perche dormo da Bonnie stanotte "
" Si viene da me domani ci aspetta una giornata d'inferno con Caroline
" affermò Bonnie.
" Va bene allora andate, stasera dormite tutti fuori tu da Bonnie
Jeremy da Matt, sembra una cosa organizzata " affermò Jenna.
" Prendo le mie cose e scappo, poi domani ci racconti " disse Elena
sghignazzando baciandola sulla guancia.
" Ma tu guarda " concluse Jenna ritornando nella sua stanza.
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Casa
Salvatore
" Na, nanana, nanana,
lalalalalalala, je vois la vie en rose, lalalalallalal "
" Maledizione! Vuoi chiudere
quella dannata bocca? " infuriò Damon versandosi come sempre
il suo bourbon sedendosi sul divano.
" Quella e la terza bottiglia che apri, non credi di esagerare, il tuo
alito lo posso sentire da qui " disse Julia in piedi di fronte a lui.
" Questi non sono affari tuoi nanerottola, forse sono ubriaco non
riesco a capire se sei in piedi o seduta " esclamò il
vampiro con ghigno perfido.
" Allora, quando glielo dirai? "
" Dire cosa? E poi a chi? "
" A Elena che la ami "
" Io non amo nessuno " ribattè il corvino con tono indignato.
" Certo, continua a negarlo "
" Fatti gli affari tuoi, sono cose che non ti riguardano,
sciò! " mimò Damon verso Julia con segno di
doversene andare.
" E incredibile come la
verità sia più violenta della luce, e l'unica
verità mio caro e che questo amore ti sta già
consumando "
" Ma che cosa ne vuoi sapere tu di queste cose, sta zitta che
è meglio! "
" Quella ragazza ti è già entrata nelle vene come
un veleno senza che
tu te ne sia accorto, e quando il veleno raggiungerà il tuo
cuore nulla
potrà salvarti e allora sarai costretto a scegliere "
" A scegliere cosa? "
" Tra lei e Stefan, quale dei due sarai disposto a perdere, quale
legame sarà più forte, l'amore o il sangue? Cosa
sceglierai Damon? "
" Ma tu cosa vuoi? Perche diavolo ti trovi qui? Sei riapparsa dal nulla
come un fantasma per tormentarmi? Vuoi la tua vendetta è
cosi? Ammettilo! "
" Vederti soffrire per Elena Gilbert mi da già un
gran piacere, vedertela perdere lo sarà ancor di
più " ribattè Julia
con sguardo perfido riducendo gli occhi a due fessure carichi d'odio.
" Ma perchè non te ne vai! Mi hai stancato sul serio "
" Non posso, finche il sole non tramonta dovrò restare tra
le mura di maison
Salvatore "
" Quella maledetta mi ha rubato l'anello, sono prigioniero in casa mia
e per di più con una nana maligna che non sa tapparsi la
bocca! " infuriò Damon lanciando con rabbia il bicchiere
vuoto nel camino frantumandolo in mille pezzi.
" E dura la reclusione vero amore mio? Io sono stata reclusa per 8
lunghi anni nel castello in cui mi hai abbandonata e non avevo
piacevoli compagnie intorno a me, ne tantomeno bicchieri da rompere
"
" Uhm, il conte ti teneva chiusa in camera senza cena? Si vede che eri
una cattiva ragazza "
" I primi 2 anni li ho passati rinchiusa nelle prigioni sotterranee del
palazzo sottoposta ad ogni tipo di tortura che ti sia possibile
immaginare, il conte era il cattivo, io ero solo un timida ragazza
vampiro-vergine "
" Non mi dire, quindi saresti ancora illibata da allora? "
domandò il corvino sarcastico.
" Tu non immagini quello che mi fatto " ribattè Julia in
tono serio incupendosi.
" E che cosa ti ha fatto sentiamo "
" Meglio che tu non lo sappia" concluse julia voltandogli le spalle
abbandonando il salone lasciandolo da solo senza risposta.
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Casa
Bennett
" E stato davvero imbarazzante trovare Alaric in boxer "
" Si, e una scena che non dimenticherò " rispose Elena
ridendo a crepapelle con l'amica.
" Una cosa e sicura, a scuola guarderò il professor Saltzman
con altri occhi " affermò Bonnie.
" Allora, qual'è la cosa che volevi mostrarmi? "
domandò Elena quando Bonnie prese un
vecchio bauletto dal suo armadio ponendolo sul letto.
" E molto bello, dove l'hai preso? " domandò la
ragazza curiosa.
" Era della nonna, era nascosto nel suo armadio,
stavo rimettendo un pò in ordine e l'ho trovato; Passo il
tempo a riordinare la sua stanza, a sistemare le sue cose... A volte mi
manca cosi tanto sai?... Scusami Elena non ti serve che adesso io ti
affligga con la mia tristezza " rispose Bonnie quando Elena la
abbracciò l'amica.
" "Non
sarai triste per sempre" è
questo che mi disse Stefan la notte della cometa mentre eravamo sul
ponte, io ero triste per la morte dei miei genitori e lui era
lì, capitato al momento perfetto "
" Già, devo dire che sei fortunata ad avere Stefan, immagina
invece se si trattasse dell'altro, sai che orrore " disse Bonnie
mimando una smorfia di disapprovazione.
" Ti prego non nominarmelo nemmeno quell'altezzoso e poi chi era quella
Julia? "
" Hai sentito no? Ho capito bene? Ha detto sono sposata con lui "
" Andiamo Bonnie non ci avrai creduto? I vampiri non possono sposarsi e
poi lei non mi piace per niente "
" Neanche a me, ma da come ho capito Damon nemmeno la sopporta...
Comunque ritorniamo a noi apri il bauletto "
Elena
aprì il piccolo bauletto in vecchio legno color ciliegio e
al suo interno c'era una pietra ovale color bianco - azzurro quasi
trasparente.
" E questa
cos'è? E molto bella, però ha una forma
strana, la posso toccare? "
" Certo prendila, mia nonna voleva che io la custodissi per
lei se mai le fosse accaduto qualcosa, leggi questa lettera era assieme
alla pietra "
Elena aprì la lettera e cominciò a leggere le
righe che aveva lasciato Sheila:
"
Mia cara Bonnie, se
mai dovesse capitarmi qualcosa sappi che dovrai custodire quest'oggetto
per me come io l'ho custodito per molti anni.
"La
pietra di luna" come viene chiamata possiede un grande potere;
Essa può essere di beneficio se usata nel modo corretto ma
può essere altrettanto pericolosa se capitasse nelle mani
sbagliate.
Quindi
ti chiedo di farla restare nelle mani della famiglia Bennett, lo so di
non darti chiarimenti su queste poche righe ma sono certa che ti
fiderai di me è che farai ciò che ti ho chiesto.
Ti voglio bene, nonna. "
" La pietra di luna? Deve essere un oggetto
davvero potente per custodirlo così segretamente "
constatò Elena osservando l'oggetto.
" Anche nel grimorio di Emily si parla di questa pietra,
guarda... E ho scoperto anche che può avere parecchie
proprietà curative e possiede un grande potere mistico "
disse Bonnie mostrando all'amica la pagina del grimorio della sua
antenata.
" Sù stringila nella mano, ti faccio vedere una
cosa... Dai non avere paura! " riattaccò Bonnie ponendo la
pietra nella mano dell' amica.
" Cosa stai facendo? Non vorrai fare un incantesimo spero! "
" Sta calma e chiudi gli occhi, tra poco vedrai "
Bonnie recitò una piccola formula dal grimorio di Emily,
quando Elena si sentì improvvisamente avvolgere da un lieve
tepore che le pervase man mano il corpo dandogli una piacevole
sensazione di benessere.
" Allora? Che te ne pare? " domandò Bonnie
sorridendole.
" Che succede? Mi sento... Bene! " rispose Elena riaprendo gli
occhi.
" E' la pietra, converte il tuo stato d'animo da negativo a
positivo, è come una camomilla magica, meglio di un bagno
caldo non trovi? " ironizzò Bonnie facendo
sorridere Elena.
" Ma sta cambiando colore o sbaglio? "
domandò Elena osservando la pietra che da azzurrina sembrava
venarsi di riflessi grigi.
" Si, cambia colore e succede nel periodo delle fasi lunari,
per questo è chiamata pietra di luna
"
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Casa
Loockwood
" Prego si sieda, non l'aspettavo a quest'ora " invitò la
signora Lockwood accompagnando il suo ospite nel salone.
" Mi perdoni signora Lockwood non sono riuscito a liberarmi prima "
" Non si preoccupi, mi chiami pure Carol, le posso offrire qualcosa da
bere? "
" Io non bevo, grazie Carol " rispose l'elegante uomo presentatosi a
casa Lockwood.
" Allora, ha preso in considerazione la mia proposta di venire a
lavorare qui? "
" Accetto volentieri, sempre che il vecchio ricercatore storico sia
d'accordo di avermi tra i piedi "
" Non ci sono problemi glielo assicuro, Jenna Sommers non
avrà nessun problema nel lavorare con lei "
affermò la signora Lockwood sedendosi sul divano di fronte a
lui.
" Carol con chi stai parlando? " domandò il sindaco
apparendo alle sue spalle.
" Richard credevo fossi chiuso nel tuo studio " disse Carol con aria
sorpresa di trovarlo lì.
" Perche, ti da fasidio che sia qui? Ti ho disturbato forse? "
" Richard ti prego, lui e il nuovo ricercatore storico ed è
passato solo a dirmi che accetta il lavoro "
" Capisco... Ma perchè, Jenna non va più bene? O
questa è una scelta che va bene a te mia cara "
affermò il sindaco mettendo in imbarazzo la moglie.
" Mi perdoni signor Lockwood sono stato inopportuno a presentarmi cosi
a casa sua mi dispiace, comunque piacere Atrian Kostova
" disse l'elegante uomo presentandosi e porgendogli la mano, il sindaco
gliela strinse ma lo fissava stranito.
" Lei ha un aria familiare, l'ho già vista da qualche altra
parte? "
" Non credo, e la prima volta che metto piede a Mystic Falls " rispose
il signor Kostova a tono mentre si fissarono negli occhi senza
distogliere ognuno lo sguardo dall'altro.
" Va bene, allora domani potremmo definire insieme a Jenna tutti i
dettagli per il contratto, d'accordo signor Kostova? "
intervenì Carol avvertendo il gelo che era sceso
tra il marito e l'ospite.
" Per me va bene, allora ci vediamo domani signora Lockwood, signor
sindaco è stato un piacere " concluse l'uomo con sguardo
inflessibile stringendogli la mano.
" Il piacere è stato mio, ci rivedremo presto "
ribattè il sindaco.
" Sicuramente " concluse l'uomo mentre lasciò la sua casa.
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