E se dovessi sentirmi così per il resto della mia vita?
È un po’ come se il silenzio mi aggredisse, appena mi ritrovo da sola. Come se mi buttasse addosso una secchiata di acqua ghiacciata. Come se mi dicesse “Sei da sola”.
E le mie gambe tremano, devo sedermi. Mi stendo sul letto.
E arriva il pianto, che prova a scaldarmi, ma mi brucia le guance e mi fa arrossire gli occhi, come aggiungesse un tono d’inquietudine, lo stesso che spesso si trova nella mia anima. E mi dice “Sei debole”.
Spinta dallo sconforto, afferro il mio cuscino e lo abbraccio, così forte che sembra solo una palla di tessuto.
Mi raggiunge il malessere, che tirandomi pugni sullo stomaco fa crescere in me una gran voglia di rigettare e mangiare mai più. Vorrei solo urlare, ma mi si blocca la voce e parla lui: “Sei inutile”.
E la mia testa si affolla di pensieri, così tanti che non ne sento nessuno.
Sento solo un “Stai impazzendo”. La follia mi raggiunge, afferrandomi la mente e facendola girare e rigirare, tira fuori i pensieri più assurdi ed orribili. Non è forte tanto quello del voler morire, quanto il desiderio di non essere mai nata.
E urlo, dentro di me, perché ancora la mia voce è ferma.
Ma ormai sono qui. “Puoi solo andare avanti”, mi dice la speranza. Devo andare avanti e vedere. Non lo so cosa, per questo devo farlo.
Pur continuando a stare male, smetto di piangere.
Non sono sola. Proprio questo mi dicono i ricordi. “Non sei sola”. Ed effettivamente mi vengono in mente tutte quelle persone che ogni mattina mi chiedono se sto bene, che mi sorridono e anche chi semplicemente parla con me. Tutte quelle persone da cui sono andata a chiedere aiuto, per poi voltarmi all’ultimo momento e scappare.
Forse non sarei dovuta correre via. Forse dovevo solo pronunciare quelle parole “Ho bisogno di aiuto”, “Sto male”. O semplicemente la verità. “Non voglio stare da sola”.
Provo ad alzarmi, dunque, per andare da loro. Ma le gambe tremano ancora, mi costringono a restare sola.
E il silenzio mi assale di nuovo... |