CAPITOLO 3: LA LIBERTA' DI
ESSERE SE STESSI
-A
questo punto ritengo doveroso fare delle presentazioni
– disse Gandalf sfregandosi le mani – Dunque mia
cara, loro sono Balin e Dwalin
– disse indicando il vecchio nano con la barba bianca e
quello arcigno con la
testa tatuata.
-Fili
e Kili – due nani molto giovani, uno biondo e
l’altro moro ma con le stesse espressioni beffarde stampate
sul viso. I due
fecero un profondo inchino, quasi toccando terra con la testa.
-Oin
e Gloin – un nano dalla barba ispida e color fuoco e
uno un po’ strambo con un cornetto acustico piantato
nell’orecchio mi fecero un
cenno con la mano.
-Bifur,
Bofur e Bombur – notai con orrore che il primo
aveva un’ascia conficcata nella tempia destra, il secondo era
quello con il
cappello buffo che mi aveva dato dell’elfo mentre il terzo
assomigliava ad una
montagna, dal tanto era massiccio.
-Nori,
Dori e Ori- uno aveva una capigliatura molto
strana, l’altro uno sguardo cordiale ed educato, mentre il
terzo era giovane e aveva
gli occhi molto grandi con un leggero strabismo.
-E
per ultimo, ma non ultimo – riprese Gandalf in tono
più serio – voglio presentarti il capo di questa
spedizione: Thorin
Scudodiquercia, figlio di Thrain, principe dei nani di Erebor
–
Quello
era rimasto nella penombra per tutto il tempo e non
aveva proferito parola: capii immediatamente che era un nobile solo dal
modo in
cui camminava e teneva il mento alto. Non era superbo, affatto, solo
fiero:
aveva una barba scura, più corta rispetto a molti degli
altri nani e una
zazzera di capelli dello stesso colore, tenuti indietro sul davanti con
delle
treccine. Gli occhi di ghiaccio avevano un’aria penetrante.
Sul viso aveva
un’espressione vissuta, tipica di quelle persone che hanno
visto orrori
inimmaginabili, velata però da un certo orgoglio.
-Lieto
di conoscervi Lady Aranel – disse lui, baciandomi
il dorso della mano e accennando una smorfia simile ad un sorriso.
Quel
gesto mi fece arrossire: mai vista tanta galanteria
sulla Terra. Poi mi ricordai che era un principe, così mi
inchinai goffamente:
-Il piacere è mio, Vostra Maestà –
-Niente
maestà, vi prego. Sono solo Thorin Scudodiquercia
– disse lui, facendomi segno di alzarmi.
Mi
sentivo un’idiota e il fatto di essere in camicia da
notte di fronte ad un principe non aiutava affatto. Per fortuna Gandalf
lesse
l’imbarazzo sul mio viso e si precipitò a darmi
una mano: -Bene mia cara, credo
che ti servirà qualcosa di più caldo di quella
maglia per il nostro viaggio! –
Tutti
i nani tirarono fuori dalle loro sacche qualche
capo di ricambio e in men che non si dica mi ritrovai ad essere vestita
come
loro sebbene la casacca e i pantaloni di pelle mi stessero un
po’ larghi. Ero
piuttosto esile di corporatura ma il fatto di non essere
particolarmente alta
aiutò molto, vista la bassa statura dei nani. Bombur si
offrì di regalarmi il
suo mantello, ma dovetti declinare, dal momento che era grande quanto
una tenda
da campeggio.
In
breve tempo il sole tramontò e la notte calò su
di
noi. Thorin ordinò che venisse acceso un fuoco e preparata
la cena. Bofur si
mise subito al lavoro, maneggiando pentole malandate e quel poco che
avevano da
mangiare per preparare una minestra. Non appena fu pronto tutti si
accalcarono
attorno al fuoco, ognuno con una scodella e un cucchiaio in mano.
Ringraziai
Bofur quando mi passò una ciotola colma di
zuppa fino all’orlo e mi misi a mangiare silenziosamente,
mentre gli altri
chiacchieravano animatamente.
Ad
un tratto la voce di Kili ruppe il cicaleccio che si
era venuto a creare: -Ehi Aranel, parlaci del tuo mondo! –
esordì il giovane
nano agitando il cucchiaio.
Io
sospirai, alzando le spalle: -Beh, non credo ci sia
molto da dire… Come vi ho anticipato la razza dominante
è quella degli uomini.
Elfi, nani e stregoni non esistono, sono solo delle leggende
– lanciai
un’occhiata a Bilbo – E credo che ignorino
completamente cosa sia uno Hobbit-
-Non
sembra un posto molto accogliente… - intervenne Ori
timidamente, beccandosi addosso le occhiate di tutti.
Io
accennai un sorriso: -Non è così male…
La città da cui
provengo, Londra, è un luogo meraviglioso, ricco di storia e
arte. L’unico
problema sono le persone – abbassai lo sguardo, prima di
riprendere a parlare –
Spesso non sanno accettare le diversità- dissi,
accennando alle mie orecchie.
Mentre
parlavo mi tornarono in mente i giorni passati
dietro i banchi di scuola, dall’asilo fino
all’università, dove non c’era stata
una sola persona che non fosse scoppiata a ridere guardandomi. Sentii
le
lacrime montare, ma cercai di ricacciarle indietro.
Balin,
seduto di fianco a me, mi pose una mano sulla spalla
con un sorriso pieno di affetto: -Qui non c’è
motivo di preoccuparsi: per noi è
normale vedere gente con le orecchie a punta. Dopotutto gli Elfi sono
ovunque
qui! – mi rassicurò Balin.
-Ehm,
purtroppo… - disse Dwalin, fingendo di tossire e
continuando a mangiare la zuppa. Gandalf gli tirò una
gomitata nelle costole,
che però non mi passò inosservata.
-Non
ci sono buoni rapporti tra Elfi e Nani? – domandai
io, pur immaginando la risposta.
-Diciamo
che ci sono screzi millenari che vengono portati
avanti ancora oggi – disse Balin, cercando di addolcire la
pillola, ma il
cipiglio severo di Thorin mi fece capire che era qualcosa di molto
più grave.
–Sarei
curioso di sapere come vedrebbero noi nel tuo
mondo – disse Fili, cambiando completamente discorso.
Probabilmente aveva
notato che l’atmosfera stava iniziando a farsi tesa.
Io
risi di gusto, finendo l’ultima cucchiaiata della
minestra: -Credo che vi considererebbero subito dei mentecatti!
–
-Ma
noi siamo mentecatti! – disse Kili con sguardo
sornione, iniziando a beccarsi insulti dalla maggior parte dei
presenti,
soprattutto da Nori che gli fece eco con un sonoro “Ehi,
stupido a chi?!”.
Il
resto della cena passò in maniera spensierata,
all’insegna delle risate, fino a quando fu l’ora di
andare a dormire.
-Posso
farvi una domanda? – chiesi prima che i nani si
coricassero.
-Spara-
disse Kili con noncuranza.
In
mezzo a tutto il trambusto di quella giornata mi ero
completamente dimenticata di porgere loro la domanda più
banale: -Per quale
motivo siete in viaggio? –
All’improvviso
gli occhi di ciascuno di loro si fecero
umidi e un’espressione malinconica si impossessò
dei loro volti. Fu Thorin a
prendere la parola per primo: -E’ una storia molto
lunga… -
Così
mi raccontò di come il drago Smaug fosse sopraggiunto
dal nord molti anni prima e avesse distrutto completamente la
città di Dale
degli uomini e occupato
Erebor, la
Montagna Solitaria, sede del regno dei Nani. Thorin e il suo popolo
avevano
vagato a lungo, senza ricevere aiuti da nessuno per trovare una nuova
terra in
cui vivere. Ora erano in viaggio per riconquistare la loro casa,
ciò che
apparteneva loro di diritto e io in quel momento li ammirai molto.
Nessuno
sulla Terra avrebbe mai fatto una cosa simile per la propria casa.
-E’
di questo che parla il Canto del Fuoco? – mi
ritornò
alla mente una vecchia canzone che mia madre mi cantava sempre da
bambina.
-Lo
conosci? – domandò Bofur con gli occhi spalancati
per
la sorpresa.
Io
annuii: -Me la cantava la mia mamma nei giorni di
pioggia. Ho sempre odiato le giornate uggiose, così per
migliorare il mio umore
lei iniziava a cantarla accompagnata dall’arpa –
sospirai a quel bellissimo
ricordo – La sua voce sembrava quella di un angelo -
-Ti
andrebbe di cantarla per noi? – domandò Bofur, con
gli occhi lucidi, impugnando un flauto traverso di legno.
Inizialmente
fui titubante all’idea, poi però alla vista
di quegli sguardi supplicanti cedetti. Mi schiarii la voce, mentre
anche Fili
si preparò per suonare: estrasse dalla tasca del mantello
una piccola arpa
dorata e iniziò ad accordarla. Poi iniziammo.
"Oh Misty Eye of the Mountain below
Keep careful watch of my brothers
soul
And should the sky be filled with
fire and smoke
Keep watching over Durin's
Son"
Il
suono melodioso dell’arpa e quello del flauto crearono
un’armonia dolcissima, ma allo stesso tempo malinconica:
mentre cantavo, vidi
chiaramente qualche lacrima spuntare negli occhi dei presenti,
soprattutto di
Balin, che più di una volta si strofinò con un
lembo della tunica purpurea.
"Now I see fire, inside the
mountain
I see fire, burning
the trees
And I see fire,
hollowing souls
And I see fire,
blood in the breeze
And I hope that
you'll remember me"
Quando
finimmo, un silenzio tombale cadde su di noi.
-Per
un momento ho creduto di avere di nuovo di fronte la
bella Lilith – sussurrò Gandalf, asciugandosi le
lacrime – E’ come se una parte
di lei fosse ancora qui –
-Lei
è qui – dissi a Gandalf, indicando il mio cuore
–
Lei sarà qui per sempre –
Lo
stregone annuì, accennando un sorriso: -Ora è
tempo di
dormire. Domattina ripartiremo all’alba –
Salutai
i miei nuovi compagni e mi coricai a fianco delle
braci quasi spente del fuoco, godendo del lieve tepore che ancora
emanavano e
sentendo rimbombare nella mia testa le ultime parole di mia madre.
"Un giorno sarai in
un mondo migliore, in cui sarai libera di essere chi sei veramente"
Spazio Autrice:
Buonsalve!
Cosa dire di questo capitolo? Per la mia gioia ( e spero anche per la
vostra) Aranel ha conosciuto l'Allegra Brigata e (cosa imperativa) ha
conosciuto *sospira* Thorin.
Come
potete aver notato è bastato passare cinque minuti in loro
compagnia che il bel caratterino diffidente che aveva nello scorso
capitolo è svanito del tutto. La mia principale intenzione
per questo capitolo era quella di mettere a confronto il nostro mondo,
un luogo in cui Aranel non riesce a vivere appieno, e la Terra di
Mezzo, una terra Nuova, ma che subito offre tante speranze alla nostra
protagonista.
E
non preoccuppatevi, vi prometto che dal prossimo capitolo inizieremo ad
entrare nel cuore dell'avventura, con capitoli più
emozionanti. Per chi se lo stesse chiedendo ( ma è
così palese che ci sia arriva anche da soli) il "Canto del
Fuoco" non è altro che "I See Fire" di Ed Sheeran, colonna
sonora del secondo film della trilogia.
Vi
avverto fin da ora che essendo una grandissima amante della musica,
inserirò spesso qualche canzoncina, perchè
diciamocelo, cos'è una storia senza la sua colonna sonora?
Anche
per questa settimana credo di avervi detto tutto, perciò
passerei subito ai ringraziamenti: ringrazio tutti i miei lettori
silenzioni (ma per Durin, fatevi sentire!), tutti quelli che aggiungono
ai preferiti, ai ricordati e ai seguiti.
Un
ringraziamento particolare va alle nuove recensiste Lola1991 e Nobody Noemi2806.
Noi ci vediamo la
prossima settimana con un nuovo capitolo, un bacione!
Jenny
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