CAPITOLO
2: BLOCCATI!
I
successivi quattro giorni di convivenza furono, per Yamcha, un vero
inferno!
Per
Vegeta, infatti, ogni occasione era buona per prenderlo in giro e
umiliarlo!
Fortunatamente,
gli altri membri della casa sembravano averlo preso in simpatia.
La
signora Brief lo viziava come pochi, Trunks lo considerava come il
fratello maggiore che non aveva mai avuto e perciò lo
invitava
spesso a giocare ai videogames assieme a Pilaf, Mai e Shu, e Bulma
non solo gli rivolgeva sempre qualche parola gentile ma lo difendeva
quando Vegeta lo tormentava, ovvero sempre.
Anche
l'ultima arrivata della famiglia, ossia la piccola Bra, sembrava
adorarlo, in quando smetteva di piangere quando lo vedeva, ma Yamcha
aveva un po' di paura di ciò.
Infatti,
prima del suo arrivo, l'unica persona, in tutto lo stabile, con cui
Bra smetteva di piangere era suo padre, Vegeta.
Al
principe dei sayan non piaceva per niente questa nuova preferenza
della figlia.
Bra
era la sua principessa e il solo pensiero di doverla condividere con
qualcuno che non fosse un membro della sua famiglia lo mandava su
tutte le furie.
Se,
poi, quel qualcuno era l'ex di sua moglie, apriti cielo!
Non
aveva nessuna intenzione di condividere con quello pure la figlia.
Inoltre,
l'uomo cercava sempre di dormire il più lontano possibile
dal sayan
e di svegliarsi per primo.
Non
voleva, assolutamente, ripetere l'allucinante risveglio del primo
giorno.
Quel
mattino, infatti, il primo a svegliarsi era stato proprio Vegeta.
Si
era girato sul lato del letto, sperando di vedere il dolce viso della
sua Bulma addormentato, e si era ritrovato davanti, il viso sfregiato
da varie cicatrici di Yamcha.
Sfortunatamente
per Yamcha, Vegeta si era completamente dimenticato che doveva
condividere la stanza con lui.
“CHE
DIAMINE CI FAI IN CAMERA MIA, TERRESTRE?!!?!” aveva urlato,
adirato, il sayan.
I
poveri Yamcha e Puar avevano fatto un salto in aria per lo spavento.
Quando
il terrestre aveva capito il motivo della furia di Vegeta, aveva
tentato di spiegargli: “Vegeta, calmati... ti posso
spiegare...”
Ma
il principe dei sayan non l'aveva lasciato proseguire:
“VOLEVI
RIPROVARCI CON BULMA, EH?! MA ADESSO TE LA FACCIO VEDERE
IO!!!” e
gli aveva lanciato un ki blast che aveva colpito una sedia,
polverizzandola all'istante.
“Yamcha,
presto, fuggiamo!!” aveva urlato Puar, sfrecciando verso la
porta,
seguito a ruota dall'uomo.
Era
come quando lui e Puar avevano assistito alla prima trasformazione di
Goku in scimmione ma, in quel caso, c'era una differenza sostanziale:
non solo Vegeta era in versione umana, ma, cosa davvero preoccupante
e spaventosa, era perfettamente padrone di sé stesso.
I
due, terrorizzati, erano usciti dalla stanza e per poco non si
scontrarono con Bulma, con ancora la vestaglia addosso.
“Si
può sapere che state combinando?! Vi si sente per tutta la
casa! Se
proprio dovete allenarvi fatelo nella Gravity room!” aveva
protestato la donna.
Appena
l'ebbe vista, Vegeta si era calmato all'improvviso.
“Aspetta,
Bulma. Sistemo quel maniaco pervertito del tuo ex e poi mi
calmo.”
le aveva detto.
Sentendo
quelle parole, Bulma l'aveva fissato allibita.
“Ma
cosa dici?” gli aveva domandò incredula e Yamcha
le aveva
spiegato: “Si è dimenticato che dobbiamo
condividere la stanza...”
Sentendo
le parole di Yamcha, Vegeta si era ricordato, all'istante, tutto
quello che era successo il giorno prima: l'arrivo di Yamcha, la
distruzione della stanza del terrestre, la punizione di Bulma...
Il
sayan stette zitto un attimo e poi aveva detto: “Ah
sì, è vero...
ora ricordo...”
Per
cinque minuti, i quattro presenti erano stati i completo silenzio ma
che venne interrotto da Yamcha quando chiese: “Bulma, ti
prego,
anzi, ti scongiuro... io e Puar possiamo andarcene in
albergo?”
Da
allora erano passati quattro giorni.
Yamcha
non riusciva ad addormentarsi al pensiero di perdere la vita il
mattino seguente a causa dell'irascibile padrone di casa.
Fortunatamente,
era giovedì.
Ancora
tre giorni di tortura, poi sarebbe stato libero... sempre se Vegeta
non l'avesse ammazzato prima.
Così
quel giovedì pomeriggio, Yamcha si diresse tranquillamente
in
direzione dell'ascensore.
Doveva
andare nella cucina al secondo piano per prendere un bicchiere
d'acqua.
Aveva
già aperto l'ascensore, quando una voce alle sue spalle lo
bloccò:
“Fammi salire.”
Era
la voce di Vegeta.
Yamcha
lo fece passare.
Era
meglio non farlo infuriare, in fondo, era stato un mercenario.
Stava
per scendere, quando una presa molto forte gli strinse il braccio e
la voce di Vegeta si sentì nuovamente: “Dove credi
di andare? Tu
resti qui!” “E perché scusa? Ci sono
altri ascensori...”
“Poche storie, terrestre. Vuoi che ti prenda a
pugni?”
Yamcha
capì che era meglio arrendersi e così
tornò nell'ascensore.
“Quinto
piano.” disse Vegeta appoggiandosi alla parete dell'ascensore
a
braccia consone.
Ma
mi ha preso per un portiere? Si domandò,
scandalizzato,
Yamcha ma non disse niente in quanto non voleva trovarsi un'altra
cicatrice sulla faccia.
L'ascensore
cominciò lentamente a salire.
Ad
un tratto, quando avevano già superato il terzo piano,
l'ascensore
si fermò all'improvviso.
“E
adesso che succede?” domandò, seccato, Vegeta e
Yamcha rispose,
cliccando senza sosta il tasto che avrebbe portato al quinto piano:
“Non ne ho idea...”
Dopo
un po', Yamcha smise di toccare il tasto e dichiarò:
“Temo che
devo premere il tasto dell'allarme. Credo che si sia
bloccato.”
Il
terrestre cliccò, quindi, il tasto giallo con disegnato una
campana.
Un
minuto dopo, si sentì la voce di Bulma: “Che
succede?” “Bulma,
sono Yamcha. L'ascensore si è fermato e, quindi, sono
bloccato qui
dentro con Vegeta. Puoi farlo ripartire, per favore?” le
raccontò
Yamcha e la scienziata rispose: “Controllo subito, non
muovetevi.”
“E chi si muove?” commentò, sarcastico,
Vegeta.
Dieci
minuti dopo, si sentì la voce della turchina:
“Ragazzi, temo che
dovrò lavorare un bel po'. Pare che gli ingranaggi
dell'ascensore
siano parecchio arrugginiti. Mi sa che dovrete restare bloccati un
po'...” “Quanto?” domandò,
nervoso, Vegeta.
Non
gli piaceva affatto quella situazione...
“Abbastanza...
ma se vuoi chiamo Goku e col teletrasporto...”
“PIUTTOSTO RESTO
BLOCCATO IN ASCENSORE A VITA!!!” la bloccò,
scandalizzato, il
sayan.
Non
aveva nessuna intenzione di venir salvato da Kaarot.
Tutto,
ma non quello.
Yamcha
chiese, timidamente, a Bulma: “Puoi chiamare Goku e dirgli di
salvare solo me?” “COSI' QUELL'IDIOTA SA CHE SONO
BLOCCATO IN
ASCENSORE?!” gli urlò Vegeta.
Bulma,
sospirò.
Quando
si parlava di Goku, Vegeta diventava, se era possibile, ancora
più
irascibile.
Era
più forte di lui.
La
donna si stiracchiò un attimo sulla poltrona e poi disse,
nel
microfono attraverso cui poteva parlare coi due malcapitati:
“Sentite... farò del mio meglio per tirarvi fuori
da lì il più
in fretta possibile, ma mi raccomando, non fate porcherie all'interno
dell'ascensore. Se fate le vostre cose lì dentro, le
ripulite voi,
chiaro?”
I
due uomini, annuirono.
Era
meglio non scherzare con Bulma.
La
scienziata stava per spegnere il microfono che la collegava
all'ascensore guasto, mettendo così fine alla conversazione,
quando
un pensiero le attraversò la testa.
Si
avvicinò al microfono e disse: “Ah, un'ultima
cosa: Vegeta voglio
che quando l'ascensore sia di nuovo in funzione, Yamcha sia ancora
vivo. Niente ossa fuori posto, lividi o ferite, altrimenti non usi
più la Gravity room per un anno intero! Sono stata
abbastanza
chiara?” “Trasparente.”
sibilò, seccato il marito.
Qualcosa
gli diceva già che sarebbe stata una permanenza forzata
molto
difficile...
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