Cullata dalla Luna

di Gloria Lovely
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Ancora una speranza





«Qualcosa non va, principessa?» chiese Endymion, voltandosi verso la sua amata, preoccupato.
«Sto bene.» rispose.

In realtà, era depressa. Aveva provato ogni cosa, aveva cercato in ogni modo di avere un figlio, il tanto desiderato erede.
Anche se sua madre non era al suo fianco, cercava di vedere il mondo in positivo, nonostante la crisi di Cherry, dopo averla persa.

Tutto era stato improvviso, e Serenity non era in grado di prevedere il futuro. Sailor Cosmo non poteva aiutarla, e la principessa non aveva scelta che andare via. Via dall'universo.
Endymion glielo impedì parecchie volte, ma la sua amata ci avrebbe provato all'infinito, fino a riuscirci. Sarebbe stato inutile.

«Non vuoi riprovare?» domandò prendendole la mano con un sorriso.
«Falliremo di nuovo.» rispose
«Cerca di dimenticarti Cherry, principessa. Così, non fai altro che peggiorare la situazione in cui ti trovi.»
«Non cambierebbe niente.» concluse allontanandosi verso il balcone del palazzo, circondato da semi di stella e stelle luminose.
Serenity sapeva con esattezza il giorno dell'eclissi lunare, e probabilmente, sarebbe stata la sua ultima speranza per far nascere il suo futuro bambino. Forse non funzionerà, pensò, ma ci doveva provare.

Vedeva la luna piena brillare davanti a sé, e con gli occhi chiusi e le mani incrociate di fronte al viso, pronunciò a voce alta il suo desiderio: «Potere immenso della Luna Piena, aiutami a dimenticare il passato. Ricostruisci il mio presente e donami un bambino.»
Non appena si voltò verso il suo principe, il vestito bianco della principessa lasciò una scia di stelle pure e lucenti, come fosse un incantesimo
Riacquistando la fiducia in se stessa, Serenity camminò verso di lui e lo abbracciò amorevolmente.

«Allora... ti va di riprovare?»

La principessa annuì, per poi prendere per mano il suo partner di vita, trascinandolo dentro il palazzo avvolto dalla luce della luna.



***



Usagi si svegliò dopo una notte d'inferno, dopo aver mangiato tre coppette di gelato al pistacchio e cioccolato, il giorno prima della festa di fine anno.
Fortunatamente, si sentiva meglio, ma il solo pensiero di mangiarne ancora le fece rivoltare lo stomaco.

«Credo proprio che non andrò alla festa.» disse con voce nasale, e il naso coperto di muco e fazzoletti.
«Suvvia, Usagi, non puoi perderti una festa come quella. Ci sarà la bancarella degli onigiri."» rispose Luna.
«Non parlare di cibo, altrimenti...» ruttò di colpo, facendo sobbalzare la gatta.
«... vomito.» continuò.
«Prenditi un digestivo e scendi. Rei vuole la tua compagnia.»
«Ci saranno anche Ami e Makoto, perché mai vorrebbe la mia compagnia?»

La depressione di Serenity l'ha contagiata, pensò la gattina viola, tra l'altro non poteva neanche dirle dell'eclissi lunare di quella sera. Sapeva a cosa, poi, Usagi sarebbe andata incontro.

«Sono tue amiche, Usagi. Non dovresti abbandonarle.»
La ragazza abbassò lo sguardo, giocando con i polpastrelli delle sue dita, mordendosi il labbro.
«Sì, hai ragione.»
«Allora, non perdere tempo e vestiti. Non dimenticarti il digestivo.» disse, e scese dal lettino della ragazza dai codini assurdi.

Usagi si alzò dal letto e, con il sorriso sulle labbra, aprì l'armadio, afferrò la sua uniforme scolastica e lo chiuse con forza, infilandosi il vestitino marinaro.
La sua attenzione, poi, si rivolse al manichino accanto all'armadio. Non vedeva proprio l'ora di mettersi addosso quel vestito bianco, ma il solo pensare alla principessa l'affliggeva.

Alla festa, di sicuro, avrebbe pianto. Ma poi, perché avrebbe dovuto farlo in una giornata felice come quella? Tutti erano sorridenti, tranne lei. Makoto l'avrebbe consolata, ma non sapeva niente dell'incidente della principessa Serenity.

Più che altro, non sapeva chi fosse Cherry. Usagi, invece, sì.















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