Ti
senti impotente, i tuoi due figli bloccati a una parete diroccata e
non puoi fare niente per dare loro un misero aiuto. Senti il Demone
dentro di te che relega la tua anima in un angolo. Guardi te stesso
dirigerti verso il tuo primogenito che, con il suo solito
caratteraccio, provoca quell’essere dagli occhi di colore
giallo. Sai perché Dean si sta comportando in quel modo:
istinto di sopravvivenza; avresti voluto urlargli che no, anche tu
hai bisogno di tuo figlio ma non puoi dire nemmeno una parola, puoi
solamente sentire il Demone parlare al tuo posto e mandare in
frantumi la già poca autostima del tuo figlio maggiore.
Guardandolo negli occhi capisci cosa vuole fare Dean: proteggere la
sua famiglia tenendo il Demone lontano da Sammy e rendendoti ancora
una volta orgoglioso di lui. Peccato, però, che al Demone il
suo atteggiamento non vada molto a genio.
Ti
senti costretto ad avvicinarti, il viso quasi attaccato a quello di
tuo figlio. Poggi una mano sulla sua pancia e sul tuo volto compare
un ghigno non voluto.
Lotti
con tutte le tue forze, non puoi permettere che vinca lui, è
il tuo compito proteggere quello che rimane della tua famiglia non di
Dean. Combatti contro il tuo stesso corpo e alla fine vinci; riprendi
il controllo per quel tanto che basta per liberare i ragazzi dalla
presa invisibile che li tratteneva al muro.
Sam
ha la Colt in mano e te la punta contro.
Cosa
aspetti figliolo spara!
I
tuoi ragazzi si scambiano rapide occhiate, Dean è terrorizzato
all’idea di perderti, implora suo fratello di non farlo, di non
premere quel dannato grilletto. Vorresti strappargli la pistola di
mano e farlo tu stesso ma il Demone ha ripreso posto nel tuo corpo e
ti costringe in un sorriso maligno. Sta per sbatterli di nuovo alla
parete ma questa volta Sam non glielo permette. Spara.
Apri
gli occhi come ti senti scuotere, capisci che sei nuovamente padrone
di te.
-
“Dean
sto bene” dici a denti stretti, la gamba ti fa abbastanza male
ma ti rialzi lanciando sguardi pieni di rimprovero verso Sam: aveva
la possibilità di concludere un incubo durato ventidue anni e
non ha colto l’occasione, bisogna ricominciare tutto da capo.
Ti prepari a sgridarlo ma quello che vedi ti ricaccia le parole in
bocca: Sam ha il capo chino e Dean gli poggia una mano sulla spalla
rassicurandolo; si sorridono a vicenda e non puoi fare a meno di
sorridere di nascosto anche tu.
-
"Papà dobbiamo portarti in Ospedale, hai un proiettile
conficcato nella gamba"
-
"Perchè voi due avete deciso di non essere più in
grado di occuparvi di una ferita così stupida?"
-
"No signore, ci pensiamo noi".
La
strada per il Motel non è stata molto lunga, alla Reception
prendi una camera sola, ve la fate bastare. Stringi più forte
il braccio di Dean per trascinarlo in camera dato che non perde
l’occasione di provarci con la signorina.
Entrando
nella stanza dici ai ragazzi di sistemarsi e di prepararsi per la
notte, l’indomani sareste dovuti ripartire di buon’ora.
Estrai il proiettile alla gamba con una pinza e la fasci per evitare
infezioni. Il tempo di finire e Dean e Sam già sono pronti.
Osservi Dean
prendere il sacco a pelo e mettersi a dormire lasciando il secondo
letto a Sammy. Ti corichi evitando di pensare a quello che è
successo qualche ora prima, dopo un ultima occhiata ai tuoi ragazzi
ti addormenti.
Ti
svegli mezzo rimbambito ma è l’alba e non potete
ritardare la partenza, bisogna lasciare questa città il più
velocemente possibile
-
“Dean? Sammy? Sbrigatevi”
Sam
è già in piedi, vestito e lavato ed è anche
tornato dal prendere qualcosa per la colazione; Dean invece è
ancora a dormire.
-
“Dean! Non farmelo ripetere un’altra volta! Alzati
immediatamente!” insisti alzando la voce. Per tutta risposta
ottieni un verso di lamento.
Stringi
i pugni e ti accucci per scoprirlo e toglierlo di forza dal sacco a
pelo. Rimani impietrito: Dean è in un bagno di sudore, trema.
Di istinto porti una mano sulla sua fronte, scotta.
-
“Dean, dove diavolo sei andato questa notte?” chiedi,
furioso.
“Da
nessuna parte, siamo rimasti svegli quasi tutta la notte a parlare”
Sam ti interrompe a difesa del fratello. Lo guardi accigliato e dalle
chiavi dell’Impala che fuoriescono dalla tua borsa non puoi
fare altro che dargli ragione, il motel dove avete passato la notte è
troppo isolato per poter essere uscito a bere qualcosa in città
senza avere preso la macchina.
Controlli
la febbre a Dean, è molto alta. Non potete rimettervi in
viaggio oggi.
“Ok
passeremo un altro giorno qui. Sam va a prendere i medicinali nella
scatola” ti risponde affermativamente e torna poco dopo con la
borsa.
Dean
sembra stare parecchio male e la cosa è davvero insolita ma
non ti allarmi più di tanto, domani starà sicuramente
meglio. Prendi il tuo diario e cominci a sfogliarlo leggendo e
rileggendo quegli appunti sul Demone dagli occhi gialli. Questo fino
a che non sei costretto a correre dai tuoi figli sentendo Sammy
urlare il tuo nome. Quello che vedi ti fa gelare il sangue: Dean
sputa sangue a non finire e si contorce a terra trattenendosi lo
stomaco senza fare uscire neanche un lamento. Come riesci a smuoverti
dal senso di smarrimento aiuti Sam a sdraiarlo sul letto, gli togli
le mani dallo stomaco e ordini a Sam di chiamare immediatamente
Bobby: quella non è una semplice febbre. Nella mente rivedi te
stesso portare la mano verso il punto in cui si tocca Dean, il
Demone.
Circa
mezz'ora dopo bussano alla porta, mandi Sammy ad aprire; non vuoi
lasciare Dean da solo, non in queste condizioni. Sam torna con un
uomo, Jonathan Carter, un amico medico di Bobby che nel tempo libero
si diletta a cacciare spiriti.
Almeno
non dovrò inventarmi scuse assurde
pensi, passandoti una mano sul viso. Tiri indietro Sam, lui non
vorrebbe staccarsi da suo fratello. Osservi il dottore visitare Dean
che si volta
-
"Papà..." ti chiama Sam. Annuisci, Dean è
quasi in completo silenzio, neanche una delle sue solite battute sui
medici, non un accenno sul volere un'infermiera donna, niente di
niente. Lo raggiungi a passi svelti per guardarlo in viso,
deglutisci: il suo viso è madido di sudore e deformato dal
dolore. Soffre e non poco. Gli poggi una mano sulla spalla, il suo
corpo è teso come una corda di violino, stringi di più
la presa
-
"Rilassati e stringi i denti che ti passa" dici seriamente.
Annuisce e comincia a parlare sottovoce tra se, lo senti ripetere
quello che gli hai insegnato sul dolore fisico: libera la mente e
pensa alla cosa più cara che hai, concentrati su di essa.
Lo ricopri appena il
dottore finisce, ti chiama da una parte e ti dice quello che speravi
di non dover mai sentire ma che in fondo già sapevi: sembra
che gli organi interni di Dean si stiano come sciogliendo, come se
qualcuno gli avesse iniettato dell'acido; gli restano poche ore di
vita.
Non
perdi tempo, ordini a Sam di restare con suo fratello ed esci
sgommando a tutta velocità con l'Impala; se Dean ti vedesse ti
rimproverebbe per come stai rovinando le gomme ma Dean non c'è.
Sta morendo e tu vuoi salvargli la vita costi quello che costi, è
tuo figlio e anche se non glielo hai mai dimostrato gli vuoi un bene
dell'anima. Lui e Sammy contano più della tua stessa vita.
Appena riuscirai a trovare una soluzione, perchè deve esserci
per forza, ti riprometti di dirglielo.
Inchiodi
senza badare a come posteggi, corri all'incrocio e fai un rituale
specifico: non vuoi un demone normale, hai girato ogni incrocio
possibile e nessuno ha voluto aiutarti; l'ultima soluzione è
provare con quel Demone. Appare qualche minuto dopo, giusto perchè
hai tempo da perdere!
-
"Buona sera John! Qual buon vento ti porta qui?" ti prende
in giro. Gli punti contro la Colt, non leggi un minimo di paura nei
suoi occhi, sà che non gli sparerai, non oggi.
-
"Lascia andare Dean. Adesso." scandisci bene le parole
cercando di non farti prendere dal panico.
-
"Certo John lo lascerò andare, all'Inferno però."
sorride.
-
"Ti offro me stesso, è me che vuoi no? Prendi me adesso
ma libera mio figlio" lo implori ora
-
"Non sei tu ad aver ucciso i miei figli John. Ti conviene andare
se non vuoi perderti gli ultimi respiri di Dean." ride e
scompare senza lasciarti il tempo di ribattere.
Torni
al Motel asciugandoti le lacrime che durante il tragitto in macchina
non hanno smesso di tormentarti, Sam è seduto su una sedia che
stringe la mano di suo fratello. Dean gli sorride, i denti sporchi
del suo sangue rovinano quel bellissimo momento tra loro due. Chiami
il tuo secondogenito spiegandogli la situazione e, come ti aspettavi,
ha una reazione violenta dettata dall'amore fraterno. Ti spinge, ti
urla contro che non puoi lasciarlo andare, che deve pur esserci una
soluzione; ti rinfaccia i tuoi mancati compiti durante la loro
adolescenza. Gli tiri uno schiaffo, non puoi più sentire
simili cattiverie; lo sai anche tu che ha ragione, ha maledettamente
ragione e la colpa è soltanto tua: non hai mai dimostrato loro
affetto, soprattutto a Dean, gli hai mancato sorrisi, parole di
conforto, lo hai addestrato come un soldato. Nient'altro. Hai
sbagliato tutto con loro e ora ti sembra che il mondo ti voglia
punire per tutto quanto.
Sam
continua ad infierire e tu a rispondergli male. Vi fermate solo
quando il rumore secco di un bicchiere che cade vi fa sobbalzare:
Dean.
-
"Smet...tetela di...liti...gare" riesce a dirvi con uno
sforzo immane.
Restate
impietriti a guardarvi negli occhi, Sam abbassa il capo:
-
"Mi dispiace signore" ti dice con una lacrima che gli solca
il viso. Scuoti la testa
-
"Dispiace anche a me Sammy" rispondi sincero poggiandogli
una mano sulla spalla.
-
"Papà io vado, devo trovare una soluzione.."
Annuisci, Dean sta peggiorando di minuto in minuto ma non puoi fare a
meno di dare il permesso a Sam di uscire a provarci. Almeno lui non
sarà costretto a vederlo morire.
Sam
esce, ti siedi dove era seduto lui prima
-
"Non...divi...detevi...resta con...Sammy papà...non
lascia...rlo da solo...prometti...melo." lo guardi tentando di
ricordarti come si fa a respirare, deglutisci
-
"Dean! Taci!" vuoi dirgli di non fare questi discorsi, che
ce la farà ma lo sa anche lui, non vuoi dargli false
illusioni. Annuisci semplicemente.
Passa
qualche minuto, Dean continua a peggiorare. Adesso si lamenta forte,
arriva quasi fino a gridare. Lo vedi in preda a violenti spasmi
muscolari, non riesce più a controllare il suo corpo. Cerchi
di tenerlo fermo come puoi
-
"Resisti Dean! Resisti!" inizia a urlare dal dolore; ti
implora di ucciderlo, di mettere fine alla sua sofferenza. Devi
appoggiarti alla parete, le ginocchia sembrano non voler collaborare.
Prendi coraggio
-
"Non dire stronzate Dean! Dannazione sei un soldato no? Tieni
duro, Dean, tieni duro!" gli urli contro. Per tutta risposta
ottieni un sorriso
-
"Si sign...ore" risponde piano.
Torni
a sederti, gli tieni una mano per fargli sentire che non è da
solo, non questa volta. Prendi un respiro profondo pronto a dirgli
tutto quello che ti sei ripromesso in macchina:
-
"Dean ascolta, lo sò che sono stato un pessimo padre, lo
sò. Quello che sto cercando di dirti è che..."
sospiri
-
"Ti voglio bene Dean..." dici rendendoti conto che Dean non
ti ha sentito nè sentirà quelle parole.
Resti
lì ad aspettare l'arrivo di Sammy e per la prima volta in
tutta la tua vita ti lasci andare in un pianto che sembra non avere
fine ma in fondo adesso te lo puoi anche permettere: tuo figlio è
appena morto davanti ai tuoi occhi.
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