Avventure scolastiche
Every now and come back
[Ogni tanto ritornano …]
“Ryan …” la sua voce, era uno spiego ricordo, aveva ricordi
mai avvenuti, come lei trotterellare allegra per la città, ad alloggiare la sua
bellissima figura. Ma lei non l’avrebbe mai fatto, la prima volta che l’aveva
incontrata, lei era incappucciata, però quegli occhi grigio azzurro, erano
troppo belli per essere lasciati al caso, la ricordava sempre così bella, anzi
non bella, splendida.
Pam era splendida ed a lui mancava.
Non ci credeva, le mancava, quella ragazza un po’ superba le
mancava. Non si erano rivolti mai sguardi dolci, ne si erano scambiati
emozioni, prima di quel unico evento, erano passati almeno 6 mesi, se non di
più, da quando l‘aveva vista piangere. Erano passati tre mesi da quando era
andata via, alla ricerca di se stessa. Quanto le mancava, li mancavano le sue
incommensurabili perle di saggezza. Li mancava i suo silenzio, senz’alcun
dubbio quella era la cosa che li mancava di più, sentendo tutte le ragazze
ridere e la sua voce richiamare le ragazze a lavoro, li mancava il rumore dei
suoi passi fieri. In poche parole li mancava lei, qualunque cosa facesse li
mancava.
“Ryan …” sentì nuovamente la voce, tristemente si rese
conto, che la voce non era quella di Pam, era la voce di Strawberry, tirò fuori
il capo biondo a fatica dalle lenzuola, la rossa lo attendeva con una cesta di chiacchiere,
“Grazie!” disse lui, prendendone una e mangiandosela, Strawberry li sorrise e
poi disse: “Cos’hai Ryan?”, il ragazzo scosse il capo, girandosi dall’altra
parte del letto, poi mormorò: “Nulla che tu possa capire!”. La rossa non poteva
capire e poi lui non voleva spiegare quelle strane sensazioni. Soprattutto non
voleva spiegare il perché desiderava Pam, ora come non aveva mai desiderato
lei, perché lui l’aveva desiderata.
“Smettila di farti del male, siamo preoccupati tutti!” disse
Strawberry lasciando la cesta di chiacchiere sul comodino, era preoccupata da
morire per il suo amico, uscì dalla stanza, sbattendo forte la porta. “Il biondo si girò e prese una
chiacchiera, quanto erano dolci, quanto li facevano male, se la immaginava
stratta in un abraccio, quanto li mancava, ma lui doveva essere felice, perché
Pam, era andata a caccia di quei ricordi che, non sono completamente spariti,
allora non potevano chiamarsi ricordi, perché essi non tornano più … In un
certo senso lui, tentava a dimenticare Pam, non voleva che fosse un ricordo,
altrimenti anche lei sarebbe sparita dalla sua vita. E quegli occhi grigio
mare, erano troppo importanti.
Erano sei mesi, che dormiva con il bigliettino del suo addio
di fianco, c’erano scritte quelle due dannate frasi, quanto le odiava e
contemporaneamente amava. Si perse tra questi pensieri, specialmente nel
pensare all’amore. Ryan amava Pam? Era questo il suo dilemma lui l’amava o le
voleva solo un bene dell’anima e queste due cose non erano in fin dei conti la
stessa cosa? Nella sua testa, tutto era caos, volteggiavano solo immagini, che
la riguardavano. Lui non capiva …
“Gli uomini, non sono fatti per capire …” Una volta qualcuno
gli aveva detto questa frase, non ricordava
affatto la situazione, ma ricordava la persona, era stato prima che
mettesse in pratica il progetto mew mew, però quel giorno ne scelse una, ovvero
Pam, lei le disse, quella frase. Aveva un grande cappello viola e degli
occhiali scuri, un prendi sole viola e la sua pelle d’avorio brillava al sole,
il suo lupo solitario, perfetto in ogni cosa. La perfezione non esisteva e lui
lo sapeva, ma Pam era l’eccezione che confermava la regola.
Ma non ostante tutto, lui non amava Pam, tra loro c’era solo
un legame indissolubile, più forte dell’amore ma più debole del passato, che non li abbandonava mai. Ma tanto che
importava, lui non sapeva ne poteva capire, bensì fosse un genio, doveva
piegarsi a quella realtà, di non poter comprendere tutto, nessuna creatura nel
universo poteva comprendere …
Si addormentò, sorrideva, perché pensava a lei …
Quando aprì gli occhi, come prima cosa, sentì un odore misto
tra acqua di colonia e frutti di bosco, “Cos’è?” domandò fra se e se, “Ideato
da una mia amica di nome Michelle, appena lo sentito l’ho amato!” disse una
voce alle sue spalle, una voce che lui conosceva bene.
“Pam!” si alzò e si voltò contemporaneamente, incrociando il
volto della ragazza seduta su una sedia di fianco al letto, aveva un volto sollevato,
sembrava liberata. “Cosa ci fai qui?” domandò lui, in realtà non gli
interessava era solo felice di poterla rivedere, ma sapeva che per lei era
importante, lei crucciò la fronte e disse: “Non ti viene in mente?”, il ragazzo
scosse il capo, allora lei rispose: “Non si può vivere di ricordi, anche il
futuro conta, ma soprattutto il presente! Il mio passato era in America, il mio
presente e qui, accanto a te, per salvarti!”, Ryan sorrise, abbracciandola,
come fossero due bambini, che volevano dividersi le caramelle, poi disse: “Oh,
Pam , ero già convinto che ti avrei dovuto inserire tra i miei ricordi!”, la
ragazza rise e poi sussurrò:
“Ma lo sai che … Ogni
tanto ritornano … I ricordi!”.
“Si tranquilla ora lo
so!”
L’ultima frase di quella conversazione.
*
*
Questa storia è stata scritta per ringraziare molto,
ECA90, sono
contenta che ti è piaciuto ciò che ho scritto, non sono
sicura che questo capitolo sia all'altezza del precedente.
e Mommika, l'ho
notato io, adoro questa coppia, specialmente perchè li ritengo
simili e complementari, immagino che questo capitolo non sia bello come
l'altro però è diverso il periodo.
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