Il patto

di Kate_88
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Buongiorno! La settimana inizia con la pubblicazione di questa Flash Fic che partecipa al contest dei Sette Colori, indetto da Erzsi. Il contest funzionava a pacchetti e il mio era il Blu - C; dovevo creare una flash fic con i personaggi di Severus e Narcissa, di genere Malinconico e dovevo usare all'interno della storia una Lanterna. Ci sarò riuscita? Chi lo sa!
Intanto vi auguro buona lettura!

 

Il corpo era abbandonato a terra, coperto di sangue, gli occhi chiusi. Terrorizzata Narcissa si avvicinò, guardandosi intorno, furtiva.

“Severus. Severus, rispondi. Dov’è? Dov’è Draco?” aveva la voce rotta dalla paura e dalle lacrime che a stento riusciva a trattenere. Le tremavano le mani.

 

“Proteggilo, ti prego” glielo aveva chiesto mettendo da parte qualsiasi forma d’orgoglio, qualsiasi rancore.

“L’ho promesso” rispose Severus mentre guardava fuori dalla finestra, in quella casa che fino a poco prima era occupata anche da Bellatrix.

“Voglio qualcosa più del voto infrangibile. Voglio la tua parola.” Narcissa stringeva i pugni, le braccia abbandonate contro il corpo. La voce ferma, decisa.

“Anche la mia parola non ti basterà. Qualsiasi cosa io dirò, sarà sempre troppo poco” sussurrò l’uomo mentre con lo sguardo passava dalla donna, al tavolino in legno lucido vicino la libreria. “La guerra arriverà e per quanto io ti possa promettere che veglierò su di lui, durante la battaglia finale sarà in pericolo. Sceglierà da che parte combattere e potrebbe morire.”

 

No. No. No. Narcissa se lo ripeteva in testa, mille e altre volte ancora. Il corpo di Severus, dissanguato e senza vita, stava diventando freddo. Era arrivata troppo tardi. 

“Dov’è? Severus, dov’è Draco? È solo un ragazzo…” ripeteva al corpo inerme del mangiamorte mentre lo scuoteva sotto le sue mani tremanti.

 

“E allora, cosa devo fare? Accettare che lui stia ad Hogwarts, in questi tempi bui, e sperare che sopravviva? Sarò una mangiamorte, ma sono sua madre. È mio figlio.” La voce ferma di Narcissa echeggiò nella stanza, dando forza a quella figura esile e preoccupata.

“Veglierai su di lui, insieme a me. Sarò i tuoi occhi nella scuola, ma non potrò seguirlo sempre. Lo aiuterò a svolgere il compito che gli ha affidato l’Oscuro Signore, tu invece ti limiterai a fare la madre, senza essere scoperta.”

Narcissa guardò Severus in attesa mentre lui si avvicinava al tavolino, dove una lanterna in vetro e metallo, con un anello semi arrugginito sulla parte superiore, emanava una debole luce a causa della candela quasi esaurita. Il mantello nero ondeggiò mentre Severus estraeva la bacchetta; tre colpi sull’oggetto e parole sussurrate. In breve la lanterna acquisì un alone verdastro per poi tornare al giallo chiaro che proveniva dalla candela che improvvisamente aveva smesso di consumarsi.

“Vieni”

Narcissa si avvicinò e senza ribellarsi si fece strappare un capello che bruciò a contatto con la fiamma, regalando una forte luce in tutta la stanza, per poi tornare a splendere debolmente.

“Lo potrai vedere quando vorrai. Alzala davanti ai tuoi occhi e vedrai cosa starà facendo. Saprai tutto.”

Narcissa si limitò ad annuire, afferrando l’oggetto per quell’anello arrugginito.

La donna abbandonò il corpo di Severus e deglutì. Il panico prese vita, un po’ alla volta. Frugò nel mantello e trovò quell’oggetto freddo, splendente e rimpicciolito per la situazione. La portò davanti agli occhi e notò che la candela aveva stranamente ripreso a bruciare.

Fissava quella lanterna che un po’ alla volta si consumava, in quella notte di battaglie e morti, dove l’incertezza aveva preso il sopravvento. Dov’era suo figlio?





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