Io, Elizabeth Garden

di Isa is smiling
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[Io, Elizabeth Garden]*
{Occhio per occhio, dente per dente..}

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Con questo capitolo il narratore cambia, diventando esterno ed onnisciente, tendendo comunque a riportare le idee e le opinioni di Elizabeth. Non mi sembrava equo raccontare solamente il suo punto di vista, perché tra un po’ entrerà in scena il co-protagonista!..xD

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Terzo Capitolo:: Tutti, anche l'uomo delle nevi, ma non lui..

Elizabeth continuava ad osservare il soffitto biancastro di quella camera sconosciuta, sdraiata accanto ad un uomo sconosciuto, in un letto a lei sconosciuto. Non ricordava neppure il nome dell’uomo che l’aveva invitata a casa sua e con cui poi era finita a letto.

Chiariamo: Elizabeth non era una ninfomane, ma, certo, come tutte le donne con un po’ di buonsenso e mancanza di che fare, non disprezzava gli uomini.

Si alzò tentando di non fare rumore, si vestì, raccolse le sue cose e andò via. Non avrebbe più rivisto quel ragazzo. Bravo a letto, per carità, ma niente cervello.

Era una tipologia, quella dei ragazzi senza cervello, che si poteva trovare ovunque.

E per ovunque non si intende nei locali, o in qualche pub.

Ovunque significa per la strada, in lavanderia, alla posta.

Erano sicuramente i ragazzi più riconoscibili. Quelli senza il minimo pudore, senza senso del rispetto, senza un minimo di gentilezza.

Ed Elizabeth odiava questi ragazzi.

Si chiedeva perché, visto che lei era una ragazza intelligente e benestante, dovesse passare del tempo con persone che non la capivano né la rispettavano.

Chiamò il suo autista di fiducia, dandogli le indicazioni per raggiungerla e portarla a casa.

Esattamente 12 minuti dopo era nel suo bagno monocromatico, godendosi un ottimo massaggio ayiurvedico.

Elizabeth non desiderava molto, in fondo!

Voleva vivere serenamente la sua vita da multimilionaria senza intoppi di nessun genere – fidanzati inclusi – e per farlo aveva bisogno soltanto di due cose.

1) Soldi

2) Ragazzi a disposizione

Sdraiata nella sua enorme vasca, convinta che lì niente e nessuno avrebbe potuto disturbarla, sentì suonare il campanello.

Una volta.

Due volte.

Con insistenza.

“Oh, per me potete suonare fino alla nausea!” pensava Elizabeth, quando ad un certo punto senti gridare: “Chiunque tu sia, lì dentro, dammi una mano! Ho un gruppo di ragazze che mi sta alle calcagne per prendermi e portarmi in un luogo segreto, atto a seviziare i poveri scapoli d’oro come me!”

Elizabeth rise.

Non era solita ridere, Elizabeth.

Pensava che ridere fosse solo una perdita di tempo, che per di più rovinava la pelle creando enormi e orribili rughe, ma in realtà non c’era nulla, nella sua vita, che potesse procurarle un sorriso sincero.

Neppure le sue Prada appena comprate.

Usci dalla vasca, incuriosita da quella voce che la supplicava dall’altro lato della porta e si avviò verso l’ingresso di casa sua. Non guardò né lo spioncino, né chiese chi fosse..un tipo del genere sarebbe sicuramente stato gradito.

Spalancò il portone, in accappatoio, e una figura la investì per rifugiarsi nel suo soggiorno.

Elizabeth mosse di poco il piede destro, quello su cui era appoggiata, e sotto la spinta del ragazzo che era entrato quasi correndo cadde a terra rovinosamente.

Si ritrovò seduta a terra e con un fortissimo dolore all’osso sacro.

Un fottutissimo dolore all’osso sacro.

Non riusciva a parlare.

Sentiva solamente questo dolore lancinante alla base del suo fondoschiena.

Una lacrima le scese, involontariamente, giù per la guancia.

Sapete di quelle lacrime che vorreste trattenere quando vi fate male? Quei momenti in cui, in realtà, vorreste piangere a dirotto pensando che così il dolore possa passare?

E, troppo grandi per piangere le tenete per voi, e per giunta dovete tenere per voi anche il dolore perché..”dai, che sarà mai! Ora ti passa!”

Quando però si rese conto che lei era a terra in accappatoio, essendo stata spintonata da una persona che non conosceva e che era entrata a casa sua correndo, si alzò di botto, peggiorando il fottutissimo dolore, imprecò contro qualcuno che sicuramente non sarebbe stato felice di sentirla e si girò verso colui che le aveva procurato tutto quel problema.

Una figura slanciata e quasi goffa si stava avvicinando a lei, con cautela, quasi avesse paura di lei.

In effetti, doveva averne.

Quando Elizabeth si arrabbiava, non bastavano neppure le raccomandazioni di tutti gli angeli del paradiso.

Se adocchiava la sua vittima, per quella non c’era più scampo.

Era alta, la figura che stava davanti a lei.

Aveva un fisico asciutto ma scolpito, doveva fare molta attività fisica.

La camicia bianca che indossava gli scivolava addosso quasi fosse stata cucita solo per lui. I jeans eleganti gli fasciavano le gambe snelle e muscolose cercando di renderle, forse, più affusolate.

Quel fisico aveva, per lei, un aria familiare.

Dopo aver scandagliato per bene il vestiario di colui che le stava davanti, Elizabeth alzò gli occhi sul suo viso, e riuscì a pensare solo una cosa.

“Oh Mio Dio. Lui no!”

 

Spazio Autrice*:
Salve! Dopo un po' [giusto un po'..xD] d'assenza ho postato un altro capitolo. E' breve, ma sto già lavorando al prossimo!
Volevo ringraziare coloro che hanno commentato:
-Alebluerose91
-Stella Del Sud
-Devilcat
-Yellow_B
Coloro che hanno messo la mia stotia tra le preferite:
-B r o K e n
-evol
-grow
-pirilla88
-underworld_max
E coloro che l'hanno messa tra le seguite:
-Aika_chan
-Alebluerose91
-bicioletta
-chica KM
-Devilcat
-ely4890
-Emily Doyle
-la_regina
-Stella Del Sud
Grazie mille, davvero! Spero continuiate a recensire! =D





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