MA
TU SEI UN'ECCEZIONE
"Sono qui!... perchè non mi degni di uno sguardo?!"
Jounouchi
posò sul banco la penna che aveva mordicchiato fino a deformarla. Non sentiva
una parola di quello che il professore stava dicendo, e nemmeno gli importava.
Vedeva solo la figura che gli dava le spalle e che, al contrario di lui,
seguiva la lezione. Il suo banco era spostato a sinistra, così poteva osservare
il profilo perfetto, lo sguardo freddo e perforante, le labbra sottili
incurvate in una piega seria. Non l'aveva nemmeno salutato quella mattina; non
che di solito lo facesse, ma almeno di norma gli faceva una specie di cenno con
la testa, come per fargli capire che si, lo aveva visto... si era accorto che
esisteva. Passò a guardare le chiome degli alberi inondate dalla pioggia, oltre
il vetro della finestra. Merda, non aveva nemmeno l'ombrello.
All'uscita
Jouno rimase per ultimo, da solo. Yugi e gli altri erano andati a mangiare da
qualche parte, lui aveva cortesemente rifiutato. Non era dell'umore giusto.
Fuori
dall'edificio era ovviamente deserto visto il diluvio, ed era anche piuttosto
cupo. Quei nuvoloni erano spaventosi.
Iniziò
a camminare, pronto ad annegare sotto quelle scrosciate d'acqua, e non avendo
nemmeno voglia di correre dopo dieci passi era già totalmente bagnato. Accelerò
un po' il passo, percorrendo il marciapiede scivoloso, e imprecò sonoramente
quando una macchina passando accanto a lui contribuì ad annacquarlo.
-Porca
puttana!!- esclamò, mentre l'auto si fermava. E che auto; una sportiva nera
ultra-lucida a due posti.
-Tanto
eri già fradicio.-
La
sua voce dura e arrogante lo costrinse ad alzare lo sguardo:
-Kaiba...
sei un imbecille!-
-Non
ti scaldare... Anche se tremante come sei non c'è bisogno di dirtelo.- rispose
il presidente, parlandogli dal finestrino abbassato.
In
effetti Jounouchi tremava come una foglia e rabbrividiva violentemente. -Dai,
sali.- ordinò Seto Kaiba, aprendo la portiera di destra. L'altro esitò un po',
per poi fare il giro ed infilarsi nell'auto.
-Stai
allagando tutto...- gli fece notare Seto, chiudendo i finestrini. La prima cosa
che Jouno sentì fu un confortante calore, oltre alla comodità di quel sedile di
pelle nera.
-Mi
hai fatto salire tu.-
-Me
ne sono già pentito.- disse Seto partendo velocissimo.
-Ehi,
non voglio morire!!- esclamò l'altro reggendosi forte per non finire
spiaccicato sull'air-bag.
-Allora
stai zitto.-
Il
biondino obbedì, e per almeno cinque minuti regnò il silenzio più totale.
-...Ehi....-
-.............-
-Parlo
con te.-
-.............-
-Bonkotsu,
piantala.-
-Mi
hai detto tu di stare zitto.-
-Averti
accanto e non sentirti parlare a macchinetta è surreale.-
-Con
questo cosa vorresti dire?-
Kaiba
gli rivolse uno sguardo cattivo: -Che parli a vanvera e hai la bocca solo per
darle aria.-
-E
guarda la strada!! Tsk, non mi sembra che io dia aria alla bocca con te, di
solito. Anzi, di aria ne prende poca.-
Seto
non potè fare a meno di sogghignare.
-Comunque...-
continuò Jounouchi.
-...?-
-Mi
dici dove diavolo mi stai portando?!-
-A
fare sesso.- rispose Kaiba come se fosse la cosa più normale del mondo.
-Ehi!
Il mio parere non ti interessa?!-
-Uhm...
no. E comunque conosco già il tuo parere.-
-No
che non lo conosci! Magari avevo qualcos'altro da fare!-
Kaiba
lo guardò di nuovo, sollevando un sopracciglio, per poi concentrarsi sulla
strada senza dire una parola.
-EHI.-
ringhiò Jounouchi irritato. Come al solito quel pallone gonfiato lo faceva
uscire di testa.
-Portami
a casa mia.-
-NO.-
-Come
no!? Questo è sequestro di persona!!-
-Uff,
non strillare, mi fai venire mal di testa.-
-Non
me ne frega niente, portami immediatamente a casa mia.-
Seto
fermò bruscamente la macchina vicino al marciapiede, facendo volare in avanti
il passeggero.
-Ahi,
ma sei matto?!-
Kaiba
si sporse verso di lui e lo baciò con irruenza. Jounouchi all'inizio cercò di
dibattersi e allontanarlo, ma poi si ritrovò quasi automaticamente a ricambiare
il bacio, e non senza trasporto.
Sentì
le labbra di Seto incurvarsi in un sorriso soddisfatto.
Si
divisero dopo poco meno di un minuto, e Jouno pareva poco contento. -Bene. Se
vuoi il resto, piantala di lamentarti.-
Lo
portò alla villa dei Kaiba. La prima tappa fu camera sua, dove il biondino si
ritrovò letteralmente sbattuto sul letto, con il suo amante sopra. Aprì la
bocca per dire qualcosa, ma Seto lo precedette infilandogli la lingua dentro
senza troppi complimenti.
-Asp...ngh...aspetta.-
Fu
ignorato, tanto per cambiare; era decisamente combattuto fra la voglia di
opporsi e farsi rispettare, e una voglia di tipo decisamente diverso.
Kaiba
abbandonò la sua bocca per dedicarsi al collo, riempiendolo di segni da subito.
-No, non mi sono nemmeno passati quelli dell'ultima volta...- si lamentò
Jounouchi.
-Tsk,
tanto nell'interno coscia non si vedono...- rispose l'altro, succhiando forte
la pelle chiara di Jouno.
-Ah...
basta...-
-Mh,
veramente convincente.-
L'espressione
di Jounouchi si fece più decisa, tanto che voltò la testa evitando il bacio che
Seto era intenzionato a dargli. Il presidente gli afferrò la testa fra le mani
e riprovò, ma l'altro rifiutò con ostinazione, dibattendosi. Ringhiò, seccato,
per poi sbuffare e mettersi seduto sul letto. -Che cazzo ti prende?-
Il
biondino si sollevò allo stesso modo, uno sguardo accigliato e imbarazzato
nello stesso momento.
-Non
sono il tuo giocattolo del mese, Kaiba.-
-Giocatt...
che cosa?!-
-Non
puoi caricarmi in macchina a tuo piacimento, sequestrarmi, non ascoltarmi,
saltarmi addosso, ignorare quello che dico!-
-Si
che posso.-
-NO!!-
Kaiba
imprecò. -Cos'è questa storia?!-
-Che
prima del tuo passatempo sono Jounouchi, ma a te non importa niente!-
-Ma
che cavolo centra adesso questa cosa?!-
-Non
ne posso più! Scopiamo da due mesi e non mi hai MAI trattato come una persona,
nemmeno mi parli e se provo a dire qualcosa mi zittisci! Io non sono il tipo da
farsi trattare in questo modo!! Basta!!- si alzò urtandolo volontariamente e si
diresse verso la porta. Kaiba non lo seguì.
Prese
ancora ettolitri d'acqua, aria fredda e vento gelido. Ma preferiva stare lì
fuori che con quell'idiota di Seto. Eppure non era un concetto difficile da
capire: due persone non possono fare sesso quasi ogni giorno e il resto del
tempo lanciarsi occhiatacce e insulti, o peggio, ignorarsi del tutto. Non era
normale.
Ma
a quello importava solo scaricare i suoi ormoni. Peccato che la valvola di
sfogo era lui, e poteva anche non andargli bene tutto.
Il
gelo iniziava a sopraffarlo, fino a spingerlo a sedersi e rannicchiarsi su un
muretto al lato della strada. Si prese le ginocchia fra le braccia e si scaldò
con il suo respiro, ma non bastava affatto.
Maledetto
Kaiba. Brutto figlio di puttana, lui e quel suo ghigno così... così sexy. Lo
era tremendamente, e non poteva farci nulla, ma era altrettanto insopportabile.
E Jouno era in seria difficoltà riguardo alle sue decisioni future e al suo
stato d'animo.
Sobbalzò
quando il cellulare nella sua tasca iniziò a vibrare, ma lo shock fu maggiore
nel vedere il nome di Seto nel display.
Premette
il tasto rosso e si ricacciò il telefonino nella tasca. Riprese a squillare
cinque secondi dopo, ma il biondino lo lasciò perdere. Dopo altri due tentativi
del presidente, non squillò più, e Jouno ne fu quasi deluso.
-Tutti
qui i tuoi sforzi, Kaiba?- chiese piano, trattenendo una lacrima di rabbia. Ah,
ci mancava solo piangere per quell'imbecille!! No, non sarebbe caduto così in
basso. Ridicolo, ecco cosa era. Si sentiva un perfetto idiota, star male per
uno come Kaiba era il massimo dello squallore. Passò lì buttato un'intera
mezzora, intenzionato a morire di febbre e broncopolmonite, e perso in pensieri
di frustazione e rabbia non si accorse dei fari di un'auto che illuminavano la
strada deserta.
Ma
un' imprecazione familiare lo spinse a sollevare la testa fradicia dalle
ginocchia altrettanto fradicie, e guardare la figura alta e slanciata che infilava
una gamba fino al ginocchio dentro ad una pozzanghera per poi bestemmiare
sonoramente.
Jounouchi
continuò a fissarlo, stupito e divertito.
-Porca
puttana ora è da buttare... maledetto, è tutta colpa tua!-
-Mia?
Se non guardi dove metti i piedi...-
-Stavo
guardando te perchè mi sembravi morto annegato!!-
Nonostante
il tono altamente acido e dispregiativo, quella frase gli aveva fatto perdere
un battito. "Stavo guardando te"... Stavo guardando te e per farlo ho
rovinato un completo da migliaia di dollari.
-Affari
tuoi, io non ti ho chiesto niente.-
Kaiba
si avvicinò fino a una distanza di dieci centimetri dalla sua faccia:
-Come
diavolo ti salta in mente di fare una cosa del genere?! A parte che non hai
risposto, io ti stavo chiamando e tu non hai risposto! Hai perfino chiuso la
chiamata, e soprattutto da quanto sei qui?! Ti ho cercato per mezza città!-
-Da...
un'ora credo.-
-LO
SO, idiota, era una domanda retorica. Vuoi forse morire per caso?! Perchè sei
sulla buona strada, avrai già quaranta gradi di temperatura.-
-Scusa,
mamma.-
-Fila
in macchina.-
-Sto
bene qui.- un brivido violentissimo lo tradì; mai si sarebbe aspettato quello
che accadde un istante dopo. Sentì solo il corpo caldo di Kaiba stretto al suo,
le sue braccia avvolgerlo completamente, e il suo fiato caldo sul suo collo.
-Non
voglio che tu ti ammali seriamente solo perchè hai la testa dura come il
marmo.-
Jounouchi
era troppo sconvolto e perso in quel fantastico calore per muoversi.
-Quindi
fammi il favore, adesso, di lasciarti portare a casa mia, darti qualcosa di
asciutto e darci dentro con...-
Il
biondino si irriggidì. -...l'aspirina e qualcosa per la tosse.- concluse Seto.
-O...
ok.-
-Tsk,
sei proprio un baka. Ci saranno meno cinque gradi.-
-Non
ho freddo. Sul serio.- ancora brividi quasi spasmodici lo tradirono, e la
stretta di Seto si fece più forte.
-Ah,
no?-
-N...n...n...o...-
-Uhm,
ecco. Dovrei lasciarti qui a morire, di norma non amo gli idioti come te.-
si
fermò qualche secondo prima di continuare -...ma tu sei un' eccezione.-
Bè,
si era detto che non avrebbe mai e poi mai pianto per un imbecille come
Kaiba... ma se lui, Jouno, era un'eccezione per Seto, poteva essere anche il
contrario. Le lacrime calde furono quasi un sollievo su quelle guance
ghiacciate, una scivolò sul viso di Kaiba che lo guardò, stranito.
-E
adesso perchè piangi?!-
-P...perchè
sono felice.-
-Ah.-
-Mi
hai detto... tu mi hai detto che...-
-Si,
si, lo so, l'ho detto e non lo voglio ripetere. E nemmeno tu devi ripeterlo,
potrei infuriarmi davvero. Ora andiamo.-
Il
letto di Kaiba sembrava ancora più comodo del solito. Forse erano le tre
coperte sotto cui l'altro lo aveva accuratamente sepolto, forse la dolcezza
inaspettata con cui gli aveva sentito la fronte e, per contro, aveva decretato
acidamente che si era preso la febbre nella maniera più stupida del mondo,
oppure semplicemente era colpa dei suoi anticorpi al lavoro. Ad ogni modo stava
bene.
-Tieni,
e cerca di non farla cadere sul letto se ne sei capace.-
Gli
aveva perfino portato un tè caldo.
-Grazie.-
-Tsk,
non voglio averti sulla coscienza.-
Jounouchi
sorseggiò la bevanda bollente, guardandolo negli occhi. La finì in fretta, e
poggiò la tazza sul comodino.
-Era
buono. L'hai fatto tu?-
-Uhm
si.-
-Però,
una perfetta donna di casa...-
-Vuoi
tornare sotto la pioggia?-
-No,
no, scusa, scherzavo!-
-Tsk.-
Jouno
appoggiò la testa sul cuscino e chiuse gli occhi, col sorriso sulle labbra.
-Che
hai da ridere?-
-Nulla.-
-Uff.-
-Sei
peggio di un novantenne, non fai altro che sbuffare e lamentarti.-
-Parli
tu che sembri un bambino di otto anni.-
-Sarà...
Ringrazia che ho la febbre e non ho voglia di discutere.-
Kaiba
lo guardò scettico, per poi alzarsi in piedi e sbadigliare sonoramente.
-Mi
hai fatto stancare con questi tuoi colpi di testa. Me ne vado a letto.-
-Ma
il tuo letto è questo.-
-Ho
una villa gigantesca, ricordi?-
-Uhm.
Ah, già.-
Il
biondino abbassò lo sguardo per poi girarsi dall'altra parte. "E ora che
diavolo gli prende?!" si chiese Seto esasperato. Andò verso la porta, fece
per uscire ma anzichè farlo la chiuse e tornò indietro. Jounouchi non se ne
accorse finchè non sentì il peso del ragazzo sul letto e il suo calore accanto
a lui.
-Mh...
Ti contagerò la febbre.-
-Pazienza.
Se accadrà, ti picchierò. E poi ti scatenerò contro i miei avvocati.-
Jounouchi
rise, cambiando di nuovo lato e stringendosi a lui.
-Urgh,
sento già i batteri in circolo.- si, però intanto lo aveva abbracciato, e gli
stava accarezzando i capelli biondi.
La mattina seguente...
-EEETCIU'!!!
Ma vaffanculo!!-
-Però,
molto fine.-
-Taci,
è colpa tua!!-
-Sei
tu che mi hai preso per un pinguino da coccolare! E' colpa tua invece.-
-Grr,
io ho un'azienda da dirigere, non posso ammalarmi!-
-Invece
una vacanza ti farà bene ai nervi, penso.-
Kaiba
si agitò, incastrato fra tre strati di coperte pesanti. -Sto soffocando.-
-Io
sto comodo.-
-Mi
sta venendo una crisi isterica, vai più in là.-
Jouno
si spostò di mezzo metro, finendo sul bordo del letto. -Così va bene?-
-Bonkotsu.-
-Insopportabile.-
-Infantile.-
-Vecchio.-
-Ti
amo.-
-Bastard...
EH?!-
Kaiba
sbuffò e si mise a pancia in giù. Jouno gli strisciò accanto: -Cosa hai detto?-
-Eh?
Non ho detto niente, sarà la febbre.-
"DUE
VOLTE!! Gliel'ho detto due volte in due giorni! Devo stare malissimo!"
Il
biondino sorrise e gli si appiccicò ignorando le sue proteste: -Anch'io,
comunque.-
-Ah,
anche tu hai la febbre?-
-Anch'io
"non ho detto niente".-
-Non
so di cosa tu stia parlando.-
-Si,
si, come no...-
-Comunque
staccati che mi fai caldo.-
Jounouchi
non ci pensava nemmeno.
-Ma
che ore sono?-
-Le
nove... abbiamo dormito per ore e ore.-
-Non
me ne sono accorto.-
-Il
tempo vola certe volte.- rispose Seto, per poi aggiungere mentalmente:
"Quando si sta bene"
*FINE*