★ Iniziativa: Questa
storia partecipa al contest “Caffè o
Tè?” a cura di Fanwriter.it!
★ Numero
Parole: 500
★
Prompt/Traccia: “Non puoi comprare la felicità, ma
puoi comprare del tè ed è più o meno
la stessa cosa!”
“Dopo
questa uscita da hippy ho bisogno di un caffè
amaro”
Certe
volte Irene non capiva affatto Teresa. D’accordo, erano
diverse praticamente in tutto, dall’aspetto sino alle scelte
che avevano fatto per il loro percorso accademico.
Teresa era la ragazza d’oro, voti perfetti, bellezza eterea,
voce molto dolce e una determinazione di ferro. Rimanerne affascinati
era praticamente impossibile. Non era di certo raro che alla porta del
piccolo appartamento che condividevano si presentassero dei troppo
determinati ammiratori che lei era costretta a scacciare malamente, per
poter tornare a studiare, cercando di mantenere tutta la pazienza di
cui disponeva. Se Teresa non fosse stata sua amica, sicuro avrebbe
cacciato anche lei.
Eppure ormai erano passati due anni e Teresa continuava a spargere il
tuo disordine con una non indifferente nonchalance per tutto
l’appartamento.
Il comportamento di Teresa era da condurre all’omicidio,
senza dubbio.
Cosa la trattenesse dal torcerle il collo ancora non se lo spiegava.
Teresa era così perfetta da rendersi irritabile, e si
conoscevano da anni. Terribile.
Non c’era paragone tra loro due, la differenza era abissale,
ma c’era un limite. Erano le dieci di mattina e lei si era
già sistemata per poter tranquillamente ripassare, quando la
bella addormentata si era palesata dalla sua stanza ancora assonnata ma
già con i capelli perfettamente messi in piega. Iniziava a
credere che dormisse direttamente con i bigodini, la sua coinquilina.
Teresa comunque non si fa problemi a passarla, passandosi una mano tra
i capelli. Qualsiasi cosa faceva risultava affascinante.
« Sei imbronciata, Irene. » commenta, riempiendo la
teiera di acqua. L’altra inarca un sopracciglio, irritata.
« Ho almeno tre esami che intendo dare in un mese. Non credo
di essere in grado a mettermi a saltellare per casa come
un’allegra capretta, come fai tu. » la sua
frecciatina non ha effetto su Teresa, che ridacchia divertita mentre
mette il bollitore sul fuoco. Sembra indecisa sul cosa risponderle,
riesce quasi a percepire
« Non puoi comprare la felicità, ma puoi comprare
del tè ed è più o meno la stessa cosa!
» cinguetta Teresa. « Magari smetterebbe di farti
essere così musona. » l’altra ragazza
sospira, corrucciando le sopracciglia.
« Dopo questa uscita da hippy ho bisogno di un
caffè amaro. » sente Teresa avvicinarsi, e presto
sente il suo profumo nelle narici e le sue braccia sulle proprie
spalle. Era raro che l’amica si lasciasse andare a simili
gesti di affetto, anche nei suoi confronti.
Sente un lieve calore montare nel suo corpo. Era decisamente strano.
« Teresa. Non mi convincerai a bere quello strano intruglio
che osi chiamare tè. » sente il suo sbuffo contro
i capelli.
« Non è un intruglio. » bofonchia, a
metà tra lo scocciato e il divertito.
« Hai ragione. E’ acqua al sapore di foglie.
» sente Teresa reprimere una risata, e ritirarsi. Il
bollitore fischiava, ed entrambe mal sopportavano tale suono. Irene
osserva la sua coinquilina camminare graziosa nella cucina e armeggiare
con il fornello.
Teresa poteva essere persuasiva quanto voleva, e pure graziosa, ma non
l’avrebbe mai convinta a rinunciare al suo caffè.
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