Through the Camera

di emme30
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Through the Camera



“Posso farti una foto?”

Eren osserva il modo rapido in cui l’uomo sdraiato accanto a sé volta il capo, guardandolo con un’espressione incuriosita. “Come, scusa?” domanda senza smettere di fissarlo, portandosi una mano a grattarsi il pettorale nudo.

Il ragazzo punta il gomito contro il materasso e osserva rapito quegli occhi di ghiaccio genuinamente intrigati.

“Una foto… o anche più di una. Me lo permetteresti?”

Levi, così si chiama il proprietario di quello sguardo freddo e penetrante, inarca ancora di più le sopracciglia. “E’ una cosa che fai solitamente con tutte le tue avventure di una notte?”

Eren ridacchia. “Nah,” risponde subito, allungando una mano per accarezzare quella pelle chiara e morbida. “Di solito le mie avventure di una notte non rimangono mai a dormire.”

“Dovrei sentirmi per caso lusingato?”

“Se ti fai scattare qualche foto, potrei addirittura prepararti la colazione.” Eren sorride e scivola verso di lui sulle lenzuola, lasciandogli un bacio sotto il capezzolo. “Tu ancora non lo sai, ma faccio delle crepes da orgasmo.”

Levi increspa la fronte e allunga leggermente le labbra in un sorriso. “Perché vorresti fotografarmi?”

Eren scrolla una spalla. “Perché ti trovo molto affascinante e la luce stamattina è perfetta.”

“Nudo?”

“Sì, ma niente di esplicito… posso anche evitare di inquadrarti il viso, se lo desideri.”

Levi lo fissa sorpreso. “Sei un moccioso davvero strano,” è tutto ciò che sussurra prima di portargli una mano tra i capelli e far scivolare le sue dita tra quelle ciocche castane tutte spettinate.

“E’ un sì?”

L’uomo fa un cenno del capo disinteressato. “Mi basta solamente che non finiscano online.”

La bocca carnosa di Eren si stende in un ghigno malizioso e, in un attimo, si mette a cavalcioni sopra Levi, chinandosi sulle sue labbra e assaporandole con lentezza. Ha passato la notte a baciarlo, ma ancora non gli basta: si sente quasi intossicato dal suo sapore e dal modo ipnotico che ha di muovere la lingua.

Si sono conosciuti per caso la sera prima nel locale in cui Eren viene spesso trascinato dai suoi amici. Si sono guardati con interesse prima da lontano, poi da un po’ più vicino; infine, Levi gli ha offerto da bere e, dopo essersi scambiati qualche convenevole, si sono ritrovati a baciarsi in uno degli angoli oscuri del pub.

Eren fa spesso questo genere di incontri rapidi e fugaci, ma questa volta con Levi tutto è stato nettamente differente. E non solo per il sesso, il quale rientra comunque in uno dei motivi principali per cui sono ancora avvinghiati tra le lenzuola e non riescono ad allontanarsi l’uno dall’altro. C’è qualcosa nei suoi modi di fare, la maniera in cui lo guarda e lo tocca che lo fa tremare.

Levi è entrato nella sua vita da neanche dodici ore ed Eren sente già di essere dipendente dalle carezze dei suoi polpastrelli nei punti più sensibili del suo corpo.

Eppure non sa nulla di lui: non sa che lavoro fa, quanti anni ha, che tipo di persona è, se gli piace il caffè con lo zucchero, qual è la sua pizza preferita e se preferisce i cani ai gatti. Levi è un perfetto sconosciuto, ma mentre gli stringe i capelli, gli graffia la schiena, ansima sulle sue labbra e geme per via dei suoi baci… beh, ad Eren sembra di conoscerlo da una vita intera.

Si allontana da lui prima che entrambi si eccitino troppo e gli lecca sensualmente le labbra prima di alzarsi dal letto e cercare qualcosa che assomigli a dei pantaloni.

Levi si tira su sui gomiti. “Perché ti stai vestendo?”

“Ho lasciato la macchina fotografica di là e molto probabilmente i miei coinquilini sono già svegli,” spiega. “Non ci tengo a farmi vedere da loro come mamma mi ha fatto.”

“Coinquilini?” Levi chiede con una smorfia disgustata che gli deforma i lineamenti cesellati. “Santo cielo… quanti anni hai?”

“Indovina,” risponde Eren con un ghigno, infilandosi infine un paio di pantaloncini corti e una t-shirt sbiadita per uscire in silenzio dalla propria stanza.

Ode le voci di Mikasa e Armin provenire soffuse dalla cucina, tuttavia decide di non segnalare la propria presenza. Afferra la sua macchina fotografica dal mobile del salotto insieme a l’obiettivo che gli serve e torna in camera in punta di piedi. Si gira verso il letto non appena chiude la porta a chiave, constatando che Levi non si è mosso di un millimetro: è ancora meravigliosamente avvolto dalle lenzuola e lo fissa.

“Spero davvero che tu sia maggiorenne, Eren.”

Quest’ultimo accende la macchina e vi monta l’obiettivo ridacchiando. “Ho vent’anni, stai tranquillo. Non ti sei scopato un liceale.”

Levi sembra in procinto di rispondere, ma Eren lo sorprende tirando le coperte che ancora lo coprono verso il basso, lasciandolo così completamente esposto. L’immagine che si staglia davanti al suo sguardo è davvero succulenta.

“Pensavo niente nudo integrale?”

Eren non risponde al suo tono allarmato: si mette in ginocchio sul materasso e si siede a cavalcioni sul suo grembo, osservando ammaliato come Levi deglutisca a fatica davanti ai suoi gesti.

“Volta la testa verso la finestra e portati una mano sul petto.”

Levi obbedisce in silenzio, fissandolo imbambolato quando Eren gli prende il polso e lo sistema con più naturalezza contro il pettorale.

“Perfetto,” mormora con tono sicuro prima di impostare il bianco e nero sulla sua Reflex e portarsela contro il viso.

“Non guardarmi,” suggerisce nel momento in cui nota che Levi lo sta fissando. “Osserva la finestra o tieni gli occhi chiusi.”

Eren mette a fuoco la linea del petto, inquadra fino al mento e al taglio corto che Levi ha dietro le orecchie, evitando accuratamente tutto ciò che è sopra la sua mascella. Prima di cominciare a scattare deglutisce incantato dal corpo che ha davanti a sé, cambiando leggermente posizione per differenziare un po’ le foto.

Dopo diversi scatti, si alza e si avvicina alla finestra, scostando la tenda per permettere a un po’ di luce di filtrare nella stanza. Quasi si perde la domanda di Levi per quanto è concentrato sul cambiare le impostazioni della fotocamera.

“Per te fare foto è tipo… un hobby?”

Eren gli sorride e gli rivolge tutta la sua attenzione. “Non direi… studio fotografia all’università, quindi è decisamente molto di più.” Poi si sposta ai piedi del letto e si mette in ginocchio sul pavimento. “Gira il capo verso il muro,” ordina dolcemente, tornando a scattare dopo che Levi ha eseguito il suo ordine.

“Mi è sempre piaciuto fare foto… visto che sono piuttosto bravo, ho pensato di dedicarmici a tempo pieno.”

“Decisione ragionevole,” commenta Levi a fil di voce, tornando a osservarlo. “Quindi sei un artista.”

Eren ride di gusto e si alza in piedi. “Mi piacerebbe esserlo un giorno, ma credo manchi ancora parecchia strada.”

“Permettimi di giudicarlo personalmente dopo aver visto questi scatti d’autore...” mormora Levi. “La prossima volta che ci vedremo.”

A quelle parole, Eren si addenta il labbro e avverte il cuore iniziare a battere più veloce. “Ci sarà una prossima volta?”

“Non è mia abitudine farmi fotografare in questo modo da tutte le mie avventure di una notte.” Levi gli lancia uno sguardo penetrante ricco di promesse che Eren spera con tutta l’anima abbia voglia di mantenere. Non vuole minimamente che quella sia l’unica volta in cui ha la fortuna di trovarsi un simile spettacolo tra le lenzuola.

Fa il giro del materasso, afferra lo sgabello accanto alla scrivania e lo sistema su un lato della sua piazza e mezza. “Sdraiati verso di me appoggiando i piedi sul pavimento.”

Levi fa quello che gli dice Eren, stendendosi di fronte a lui senza smettere neanche per un attimo di fissare i suoi occhi. Eren si lecca le labbra famelico nell’ammirare il corpo invitante dell’uomo completamente nudo di fronte a sé; il piccolo gesto spontaneo non viene ignorato da Levi.

Si siede sullo scranno e fa scivolare una gamba in mezzo a quelle dell’altro. Sistema poi le impostazioni della sua Reflex e se la appoggia un attimo in grembo.

“Portati la mano destra a coprirti l’inguine.”

Levi obbedisce con estrema lentezza, facendo scivolare la punta delle dita affusolate lungo il proprio petto finché non chiude la mano a coppa sopra il proprio sesso.

“Così?”

Eren deglutisce, facendo davvero fatica a staccare lo sguardo dalla visione che ha davanti. “Sì, poi volta il capo verso destra e leggermente verso l’alto. Chiudi gli occhi e tieni i muscoli rilassati.”

Una volta che Levi è in posizione, Eren rimane a fissarlo per qualche secondo, cercando di imprimere per sempre nella sua mente quell’immagine così erotica e, allo stesso tempo, delicatissima. C’è qualcosa in Levi che gli fa davvero girare la testa e urlare il cuore, ma non riesce a capire di cosa si tratti.

Non ha mai avuto il debole per uomini più grandi di lui, più bassi di lui e con dei modi di fare così bruschi, eppure Levi lo attrae come una calamita. Lo ha attratto ieri sera in quel locale in mezzo a tutte quelle persone e lo attrae anche adesso, in quella posizione così vulnerabile e contemporaneamente eccitante.

Inquadra il suo petto nudo e mette a fuoco prima la spalla, poi gli addominali definiti, il suo collo e la linea del mento, senza riuscire a trovare un solo difetto nello spettacolo disteso dall’altra parte dell’obiettivo. Comincia a scattare, portando le spalle all’indietro e avvertendo il battito cardiaco sempre più veloce ad ogni foto, sobbalzando interiormente ad ogni piccolo dettaglio che individua su quella pelle che si sta imponendo di non dimenticare.

“Sei davvero bellissimo,” mormora con spontaneità, senza preoccuparsi del fatto che Levi lo abbia sentito oppure no. Alla fine, è ciò che pensa e non ha intenzione di tenerselo per sé.

A quel punto, Levi apre gli occhi e volta la testa, fissando con intensità l’obiettivo e leccandosi le labbra.

Eren scosta la macchina dal proprio viso e lo guarda negli occhi senza che niente si frapponga tra di loro. Non gli chiede il permesso per ciò che sta per fare: punta direttamente la fotocamera al volto e al movimento peccaminoso della sua lingua bagnata di saliva. Si alza in piedi per poter avere una prospettiva migliore e quasi rimane abbagliato da ciò che la sua macchina fotografica cattura: osservare il capo di Levi abbandonato sulle lenzuola che lo squadra come se volesse divorarlo -o essere divorato- lo scuote così forte da strappargli via tutta la concentrazione.

Si siede nuovamente e si appoggia la Reflex in grembo.

“Non guardarmi così, però.”

“Così come?” Il tono di Levi è malizioso ed Eren è a tanto così dal perdere il controllo.

“Come se mi stessi supplicando di scoparti.”

“E se lo stessi facendo?”

Prima di accontentarlo con tutta la forza che possiede, Eren rammenta che ha ancora la sua preziosissima e costosissima macchina fotografica sulle ginocchia. La appoggia sul comodino con cura, si sfila gli strati leggeri di vestiario che ha ancora addosso e apre il primo cassetto.

Quando tira fuori un profilattico e un tubetto trasparente e li lancia sulle coperte accanto a Levi, tutto sdraiato sulla pancia e impegnato a fissarlo bramoso da sopra una spalla, sente quest’ultimo ridere. Eren fa poi combaciare il corpo nudo al suo e comincia a baciargli le spalle con estrema lentezza, beandosi del suono che creano le sue labbra sulla pelle di Levi accompagnato a quello dei sospiri sconnessi dell’altro.

La macchina fotografica rimane appoggiata sul comodino per il resto della mattinata, dimenticata a favore di gemiti sensuali, nomi mormorati in preda al piacere e lenzuola madide di sudore.

 

 

*


Quando posso vedere le mie foto?

…Levi?

Come hai avuto il mio numero?

Te l’ho rubato l’altra mattina mentre eri in doccia. Quando hai intenzione di farmi vedere le mie foto?

Ho finito di editarle poco fa.

INVIO FILE23589.PNG

Wow.

Ti piace? Ce ne sono altre, ma questa è la più bella.

Sei davvero bravo.

Grazie

Ma il soggetto ha decisamente aiutato

Non mi dispiacerebbe farti altre foto, comunque

Quanto vuoi

Se non ti scoccia

Anche da vestito, se non ti interessa il sesso. Ma mi è davvero piaciuto da morire fotografarti

Se non ti interessa lo capisco

Molto probabilmente ho esagerato

Piantala con tutti questi messaggi e impara a chattare come le persone normali. Sto guidando, dieci minuti e sono da te.

Quindi le foto erano solo una scusa per vedermi di nuovo?

Forse.

Forse?

Che vuoi che ti dica, ho un debole per gli artisti ;)

 
Io giuro che ci provo a stare lontana dalle modern!AU, ma proprio non ce la faccio. Poi le mie amikette mi istigano pure e mi mandano fanart tipo quella del bannerino e io boh, come faccio a resistere? 
Grazie a chi ha letto e apprezzato questa storiella ♥ Grazie alle mie amikette che mi "obbligano" a scrivere mandandomi fanart e inviandomi prompt ♥
Mi trovate anche se FB, se volete, QUI ♥

Beta reading: Ilaria




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