Bone Machine

di Violetta_
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Grazie






<< Shinichi ascoltami per una buona volta. Io devo lavorare ok? >>

Lamenti sommessi e borbottii dall'altro capo del cellulare.

<< E smettila di fare così. Dimostravi più maturità quando avevi le sembianze di Conan... >>

Un insulto velato dall'altro capo del cellulare.

<< Se ci tieni tanto ad uscire con Ran la prendi per mano e ve ne andate insieme in ospedal... no. Non me ne frega niente se hai comprato i biglietti! Va da Agasa e assicurati che non si faccia comprare schifezze da qualche infermiera facilmente corruttibile >>

Chiuse il telefono e sbuffò.

Stupido ragazzo egoista. Era così che ricambiava le mille premure e la disponibilità che il dottore gli aveva riservato negli ultimi anni?

Erano passati un paio di giorni dall'incidente e a dirla tutta Agasa adesso stava benissimo. Lo avevano trattenuto in ospedale per fargli le ultime analisi e togliergli le fasciature alla testa.

Shiho aveva fatto letteralmente il diavolo a quattro chiedendo aiuto persino alla dottoressa Baba e alla fine era riuscita a vedere la cartella clinica e si era intromessa nella terapia assicurandosi le migliori cure.
Ovviamente si era accertata che il professore mangiasse in modo consono.

Ma quel giorno era piena di lavoro e non poteva andare in ospedale per la gioia delle infermiere e del medico di turno.


*


Era intenta a guardare delle sostanze al microscopio quando l'agente Furuya entrò nella stanza.

Si irrigidì un paio di secondi ma poi un pensiero la rincuorò: per sua fortuna non erano soli, c'erano i suoi colleghi dell'equipe mentre lui era in compagnia del suo sottoposto con gli occhiali.

Purtroppo per lei la cocciutaggine dell'agente superava qualsiasi forma di imbarazzo.

Le si piazzò davanti fissandola con insistenza.
Lei ringraziò di avere addosso la mascherina perché si sentiva avvampare.

Non si erano più visti da quella sera: la ragazza aveva cercato di evitarlo in ogni modo.
Ogni volta che lui si avvicinava troppo lei avvertiva in disagio irrazionale, il battito cardiaco accelerava e faticava a mantenere un atteggiamento freddo e distaccato.

<< Sei scappata di nuovo >> sussurrò in modo che lo sentisse solo lei.
<< Non so di che parli... >> rispose con lo stesso volume nei toni.
<< Smettila di fare la finta tonta. Ti sei svignata e te la sei data a gambe lasciandomi quel ridicolo biglietto >>

La ragazza alzò la testa guardandolo negli occhi.

<< Che avrei dovuto fare? Restare? >>
<< Si >> disse lui convinto.

Shiho abbassò il capo iniziando a fissare un punto indecifrato del microscopio.

<< Almeno sei riuscita a dormire? >>

Perché si ostinasse a trattarla come una bambina non lo capiva.
Insomma, non si comportava certo come tale e non aveva più nemmeno l'aspetto di una bambina.

<< Si. Ho dormito >>
<< Sei tornata in ospedale stamattina? >>

Lei scosse la testa.

<< Spero di poterci andare prima che lo dimettano >>
<< Posso accompagnarti? >>

Quella semplice domanda la lasciò basita. Inoltre quelle domande a raffica la stavano opprimendo.

<< No >> disse secca senza nemmeno pensare.

Vide chiaramente che lo aveva offeso e si sentì un verme.

Rei chinò il capo chiudendo gli occhi.

<< Wakatta. Perdona l'invadenza >>

Per la giovane donna udire quel tono di voce fu come un colpo allo stomaco.
Deglutì non sapendo come reagire.

L'agente se ne stava andando, probabilmente non sarebbe dovuto essere lì quel giorno dato che non aveva richiesto alcuna analisi.

La porta si era richiusa da un paio di minuti.

Shiho assottigliò gli occhi.

Ci volevano sette minuti per scendere con l'ascensore, cinque a scendere le scale.

Si tolse la mascherina gettandola sul tavolo e si diresse a passo svelto fuori dalla stanza mentre i suoi colleghi la guardavano straniti.


*


<< Agente Furuya >>

Lui si stava dirigendo verso la sua macchina, era solo ma concentrato a guardare il telefono.

<< Rei! >> Urlò sentendo il respiro farsi pesante.

Erano nel garage sotterraneo e quell'urlo rimbombò tra le pareti.
Il ragazzo si voltò guardandola con aria corrucciata mentre la scienziata si piazzava davanti a lui riprendendo fiato.

Rei si mise le mani in tasca guardandola con aria neutra.
Shiho inspirò e lo guardò fisso negli occhi.

<< Io... non sono brava con queste cose... >>

Lo abbracciò stringendolo a se e chiuse gli occhi.

<< … però... grazie... grazie davvero >>

Rei la guardò sbigottito non sapendo come reagire, l'abbraccio per quanto forte era durato poco, non più di qualche secondo, poi la ragazza era corsa via verso l'ascensore senza nemmeno dargli il tempo di risponderle.

Alla fine l'agente poggiò un dito sulla sua guancia arrossendo in modo lieve e sorrise.

















***
Angolo dell'autrice.

Per chi avesse visto il secondo live action. Avete presente il momento in cui Shiho abbraccia Shinichi? Ecco quello è il tipo di abbraccio a cui avevo in mente quando ho descritto la scena.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Grazie a tutti, a presto.

Violetta_





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