10.
Un
altro bacio e un’altra volta quella bella sensazione delle mani grandi di
Elijah sulla pelle ed Allison si spostò sulla sua parte di letto tirando il
lenzuolo per coprirsi. Cinque anni privi di alcun contatto fisico, di alcuna
intimità... poteva facilmente affermarsi che, in quella notte, avevano
decisamente recuperato una buona parte del tempo perduto.
“Avevo
detto che non dovevamo usare il letto di Victor e invece...” mormorò
guardandosi intorno.
Elijah
voltò lo sguardo verso di lei e se la strinse al petto. “E invece lo abbiamo
usato. E abbiamo usato anche la cucina e il divano, e la doccia.”
La
cacciatrice rise e alzò la testa per guardarlo, indietreggiò sul materasso
caldo e lo guardò dritto negli occhi. “Mi sei mancato. Moltissimo.”
Lui
le baciò la punta del naso. “Anche tu mi sei mancata, più di quanto possa dire
a parole. Ho pensato soltanto a te. Ogni giorno, ogni minuto dentro quella...
Chambre de Chasse. Tutto quello a cui riuscivo a pensare era quanto mi mancassi
e quanto ti amo.”
“Ti
amo anche io El. Più di ogni altra cosa, più di ogni altra persona. E mi
dispiace” la voce le tremò poco mentre gli occhi le si riempivano di lacrime.
“Mi dispiace di averci messo così tanto a trovare un modo per riportarti da me,
per salvarvi tutti.”
“Hey”
Elijah le accarezzò una guancia. “No, non devi scusarti, mai. Sei la donna più
forte che conosca e ci hai salvati tutti quanti. Non importa quanto tempo ti è
servito per farlo, lo hai fatto.”
“Non
l’ho fatto da sola” precisò Allison. “Non sarei qui se non fosse stato per
Hayley ed Hope. O per mio fratello.”
Stavolta
fu l’Originale a ridere. “A proposito di questo, Hayley ti ha difesa come una
leonessa quando è stato necessario. Devo ammettere che devo abituarmici,
considerato il rapporto che ricordo avevate, vedervi così vicine non era quello
che mi aspettavo.”
“Sì
beh” Allison si rimise in piedi e iniziò a rivestirsi. “Hayley, Hope ed io
abbiamo fatto squadra in questi cinque anni. Come ogni Mikaelson che si
rispetti siamo rimaste unite. Sempre e per sempre.” Si voltò a guardarlo
e lui le sorrise con dolcezza. “Ora, mio affascinante Originale, rivestiti e
andiamo. Per Hope sarà una giornata impegnativa ed io voglio essere lì per
lei.”
Lui
lo fece e con calma si rivestì, infine la prese per mano e raggiunse con lei la
villa, a pochi isolati di distanza. La prima cosa che sentirono furono le
risate provenire dalla cucina; segno che forse in fondo, Hope non aveva così
bisogno di lei come credeva.
“Ti
prego” fu la prima cosa che Allison disse entrando in cucina, seguita da
Elijah, e le sue parole erano rivolte a Matt. “Dimmi che non stai mangiando i
miei cereali, di nuovo.”
“Non
sto mangiando i tuoi cereali” mormorò suo fratello con la bocca piena. “Di
nuovo.”
“Zia
Allison!” esclamò Hope correndole incontro e la donna si piegò sulle ginocchia
per stringerla forte. “Mi sei mancata tantissimo.”
Allison
si rese conto che non vedeva la piccola da prima che partisse per Star City, da
quella sera che avevano guardato il cielo sedute sul tetto e le aveva dato la
sua collana in custodia. “Ah petite peintre,” sussurrò lasciandosi
cadere per terra e trascinandosela dietro. “Mi sei mancata tantissimo anche tu.
Cavolo, sei cresciuta dall’ultima volta che ti ho vista.”
“E
tu sei diventata più carina.” Hope rise mettendosi in ginocchio e tirandola
piano per le mani per farla sedere. “La mamma ha detto che hai salvato tu il
mio papà; hai mantenuto la tua promessa. Grazie zia Allison.”
La
cacciatrice scambiò un’occhiata con Hayley, poi con Klaus. “Non l’ho fatto da
sola. Ognuno di noi ha fatto la sua parte, persino tu.”
“Io?”
“Sì.
Hai avuto molta pazienza, non è da tutti, credimi.” Allison si mise in piedi.
“Bene, quindi direi che hai già fatto la conoscenza di tutti quanti. Beh quasi
tutti” fece cenno ad Elijah di avvicinarsi poco. “Elijah, questa è Hope. Hope,
questo è tuo zio Elijah.”
L’Originale
elegante allungò la mano per stringere quella della sua bellissima nipote, lei
però lo abbracciò. E la giornata passò tra chiacchiere e serenità.
****
“È
crollata!” Hayley ritornò in cucina e si mise a sedere accanto ad Allison. Con
un sorriso le porse la sua collana. “Ha detto di ridartela e di assicurarti che
l’ha custodita con molta attenzione.”
Allison
la prese ricambiando il sorriso della sua amica e se la rimise al collo. Si
alzò e prese una bottiglia di vino rosso che aprì per poi porgere ad ognuno un
bicchiere. “Vorrei proporre un brindisi” disse. “Alla famiglia e al futuro.”
“Alla
famiglia!” esclamarono gli altri tutti in coro alzando i bicchieri.
“Ora”
Allison si rimise a sedere e fece un grosso respiro. “Fatemi pure tutte le
domande che volete. Posso percepire la vostra impazienza, persino il vostro
timore” guardò Kol per un attimo. “Quindi chiedete pure.”
Fu
proprio il più giovane degli uomini Mikaelson a fare la prima domanda. “Hai
detto che non hai ancora il pieno controllo delle tue abilità. Ma quali sono
esattamente queste abilità?”
“Posso
uccidere con un tocco ma con lo stesso tocco posso anche guarire,
teoricamente.”
“Che
significa teoricamente?”
“Non
mi è ancora capitato di dover guarire nessuno quindi non ho avuto modo di
provare questo potere.” Allison bevve un sorso di vino. “Posso teletrasportare
la gente, come ho fatto con Klaus, posso esorcizzare i demoni e mettere a
dormire chiunque sempre con un movimento della mano. Non posso guarire me
stessa anche se devo dire che uccidermi o ferirmi è particolarmente difficile, sono più forte di quanto non fossi prima. Ah e posso volare ma anche questo solo teoricamente
al momento.”
“Fammi
capire” intervenne Rebekah sotto gli sguardi perplessi degli altri. “Scopri di
essere per metà angelo e come prima cosa non provi a volare?”
Allison
rise. “Ci ho provato! Ma non è andata benissimo.”
Elijah
la guardò con la fronte corrucciata. “In che senso?”
“La
prima volta che ha provato” prese la parola Hayley. “è finita in Marocco. La
seconda e ultima volta invece in Canada. Peccato che entrambe le volte volesse
volare dalla cucina al giardino.”
Si
alzò una risata generale, anche se Elijah rimase serio. C’era qualcosa negli
occhi di sua moglie che gli metteva inquietudine; erano tristi quelle iridi
nocciola, nonostante il sorriso stampato sulle labbra, nonostante tutto.
“Il
tuo amico Castiel non ti ha dato una mano ad imparare?” la voce di Klaus arrivò
subito dopo le risate e spense ancora di più lo sguardo della donna.
Alliso
fece un grosso respiro. “Non ci siamo visti molto negli ultimi cinque anni. Diciamo
che lui, Sam e Dean, non hanno condiviso appieno alcune delle mie scelte e...”
lasciò cadere lì il discorso e si sforzò di sorridere. “Ci serve decisamente
altro vino.” Sentenziò alzandosi. “Vado a prenderlo.”
Sparì
fuori in giardino ed Elijah la seguì.
****
L’Originale
guardò le numerosissime bottiglie sistemate con cura in quella gigantesca
cantina travestita da casetta in piscina. Ne tirò fuori una e la strinse
tra le mani. “Questa dobbiamo decisamente conservarla per una cena a due, solo
tu ed io.”
Allison
abbozzò un sorriso guardandolo. “Quella è una bottiglia da cinquemila dollari e
nel testamento di mio padre c’era esplicitamente scritto che nessuno è
autorizzato ad aprirla, se non per un’occasione molto, molto speciale.”
“Allora
faremo in modo di crearne una” Elijah la guardò afferrare una scaletta e
salirci sopra per recuperare una bottiglia che stava in alto. “Ti va di
parlarne?”
“Di
cosa?” lei lesse l’etichetta prima di voltarsi a guardarlo.
“Di
Castiel e dei Winchester.”
La
donna si strinse nelle spalle raggiungendolo. “Non c’è molto da dire ad essere
onesti. Gli ultimi cinque anni sono stati complicati; ho dovuto prendere delle
decisioni, fare delle... delle cose non sempre piacevoli. Molti hanno espresso
il loro disappunto, quello di Castiel e dei Winchester è stato il più duro e ci
ha un po’ allontanati. Ecco tutto.”
Il
vampiro annuì piano. Cose non sempre piacevoli, aveva detto, ma lui
sapeva che era molto di più se aveva crepato quell’amicizia che durava da anni.
“È tutta colpa mia. Ho strappato il cuore di Marcel e...”
Allison
lo interruppe poggiandogli due dita sulle labbra. “Abbiamo fatto tutti degli
errori e non c’è niente che non avrei fatto per riportarti da me. Tu sei il mio
posto felice e credo di meritarmi un po’ di felicità” gli diede un bacio.
“Quanto ai Winchester e Castiel, non è la prima volta che ci troviamo in
disaccordo su qualcosa, sistemeremo le cose.”
Elijah
le prese il viso tra le mani. “C’è una cosa che mi sono reso conto di non
averti ancora detto.”
“Cosa?”
“I
tuoi capelli... sono diversi e mi piacciono moltissimo” la baciò. “Ho solo una
domanda prima di tornare dagli altri; i tuoi occhi, ho notato che diventano di
un intenso blu quando perdi il controllo delle tue emozioni...”
“È
la mia grazia. Energia divina purissima. È travolgente e... inquietante, lo
so.”
“Inquietante
non è esattamente la parola che avrei usato.”
La
donna piegò il capo. “E quale parola avresti usato?”
“Sexy.
In modo travolgente.”
Allison
chiuse per un attimo gli occhi, quando li riaprì il loro colore era cambiato.
“Congratulazioni Mikaelson, ti sei appena guadagnato una notte di purissima
energia divina.”
“Che
dovrete rimandare però” Matt fece il suo ingresso attirando l’attenzione. “Will
ha telefonato” guardò sua sorella. “Ha bisogno di te alla centrale.”
“Che
succede?”
“Non
è sceso nei particolari ma ha detto che era un caso più per te che per lui. Ha
detto che è urgente.”
“Hey”
stavolta fu Hayley ad arrivare. “Dovete venire a vedere.”
Gli
atri la seguirono fino alla cucina, la tv accesa a basso volume mostrava
tragiche immagini di una scena del delitto. C’erano almeno una dozzina di
cadaveri, sangue ovunque. Will in primo piano mentre evitava i giornalisti e
saliva in auto.
“Che
diavolo sta succedendo?” domandò Freya fissando lo schermo.
Allison
recuperò le chiavi dell’auto. “È quello che scoprirò tra poco.”