Buonasera!
Eccomi di ritorno,
con un'altra one-shot
sulla coppia Orlando-Keira. Questa volta, per la prima volta, la
storia è raccontata dal punto di vista del personaggio
maschile, Orlando. Chissà che frittata è venuta
fuori!
Dunque, un
paio di parole per
spiegarvi l'antefatto: Orlando ha accettato di sposare Miranda, ma ha
dei forti ripensamenti. Continua a pensare a Keira, della quale lui
è
segretamente innamorato...
Ho
immaginato che sia Orlando
che Keira si trovassero a Londra, e che Keira non fosse fidanzata.
Non conosco
i personaggi
nominati nella storia e non è mia intenzione offenderli.
Detto
questo... buona frittata!
XD
Dedicata
a Strow, per tutte le volte che lei mi ha fatto emozionare con le sue
storie. Spero di regalarti qualcosa anche io.
Dedicata,
però, a tutte coloro che aspettano il loro Orlando...
Basta
una tua Parola
Confusione.
Nella
mia testa i pensieri aleggiano in un grigiore anonimo, nessuno che si
distingua, nessuno che mi dia un impulso per capire cosa fare.
Piove
nella mia testa.
Piove
oltre i vetri della finestra.
Piove
come quel giorno...
“Allora,
dobbiamo salutarci?” chiedo. In cuor mio spero che tu abbia
il
coraggio per fare quello che io sono troppo stupido per fare. Spero
che mi stringerai a te per baciarmi come so che sai fare...
Ma
tu ridi, quella risata che conosco da tre anni, che adoro e che ogni
volta mi fa battere più forte il cuore.
“Orlando,
non è un addio.” dici. “Continueremo a
sentirci, a
vederci. Dopotutto, abitiamo entrambi a Londra. E io non ho
intenzione di aspettare dieci anni prima di rivederti, mio
capitano!”.
Se
fossi stato meno razionale, in quel momento ti avrei baciata.
Lì,
nel salone dell'aeroporto.
Se
fossi stato meno stupido, magari adesso tu saresti qui, tra le mie
braccia, a guardarmi con quei tuoi occhioni da cerbiatta, mentre io
ti starei coccolando con tutta la dolcezza di cui sono capace.
E
ti assicuro che, nei tuoi confronti, sarei capace di una dolcezza
infinita.
Ma
sono stato troppo razionale e troppo stupido.
Ora
tu non sei qui, io sono fidanzato con una donna che non amo veramente
e sono totalmente incapace di decidere della mia vita.
Al
punto che ho deciso di sposarla, questa donna.
Non
so nemmeno il perché.
Sto
guardando la mia vita passare, senza veramente prenderne parte.
E'
come se nulla avesse più senso.
E
d'improvviso, come un lampo in un temporale, un pensiero mi colpisce.
Chiaro,
forte, evidente.
L'unico
atto possibile per ridare un senso alla mia vita.
Forse
è da pazzi, ma ancor più da pazzi è
ridursi
spettatori della propria vita.
Esco.
Sotto
la pioggia battente, senza nemmeno l'ombrello, incurante delle gocce
che mi colpiscono.
Corro
da te.
Suono
il campanello, elettrizzato.
Il
pensiero che tu non sia in casa, che non mi voglia vedere, non mi
sfiora nemmeno.
E
meno male, perché altrimenti sarei capace di scappare via.
La
porta si apre e appari tu, splendida come sempre.
“Orlando!”
esclami, sorpresa. “Che ci fai qui? Entra, sei tutto
bagnato!”.
“Lo
so. Piove.”.
Ma
no? Che spirito di osservazione, che frase brillante! Il fatto
è
che non so cosa dirti. O meglio, non so da dove cominciare.
“Passavo
di qui e ho pensato di farti un saluto...” dico.
Certo,
perché è normale che un poveraccio sorpreso dalla
pioggia si fiondi a casa di un'amica anziché che a casa
propria.
“Mi
fa molto piacere. Ma non puoi rimanere con quegli abiti fradici
addosso, vieni.” dici, incamminandoti su per le scale, fino
al
bagno. “Asciugati. Adesso ti porto alcuni vestiti che mio
fratello
ha dimenticato l'ultima volta che è stato qui, dovrebbero
andarti bene.”.
“Ma
Keira, non...” provo ad obiettare, ma tu sei già
sparita
lungo il corridoio. Quando torni, reggi tra le braccia un paio di
pantaloni e una maglia accuratamente ripiegati. “Fai con
calma. Io
ti aspetto giù, preparo il thé.”.
“D'accordo.”
rispondo. Chiudo la porta e mi impongo di pensare.
Ok,
Orlando, calma. Non dimenticare perché sei venuto qui. Sii
uomo, abbi il coraggio di fare quello che veramente vuoi fare.
Quando
ti raggiungo in cucina, tu stai versando il thé in due
tazzine.
“Tempismo
perfetto!” commenti, con un sorriso. Ti siedi e mi indichi
una
sedia di fronte a te.
Mi
siedo anche io, un po' nervoso.
“Allora,
che mi dici? E' un po' di tempo che non ci vediamo.”.
E'
strano, adesso mi sembri nervosa anche tu.
“Sto
per sposarmi, Keira. Con Miranda.”.
Ecco,
tra tutte le frasi che avresti potuto scegliere, questa è la
peggiore.
Un'ombra
leggera ti oscura il volto, così rapida che mi chiedo se
veramente c'è stata.
“Sì,
ho letto sui giornali, ma non sapevo se crederci.”dici.
Una
pausa.
“Congratulazioni.
Sono contenta per voi.” aggiungi.
Coraggio,
Orlando. O adesso, o mai più.
“Io
no.” dico chiaramente.
Tu
abbassi la tazza di thé che stavi per portare alle labbra,
incredula.
“Come?”.
“Io
no. Non sono contento.” ripeto, ancora più
chiaramente.
Adesso
che ho iniziato mi sembra così facile...
“Orlando,
non capisco...”.
Abbandono
il mio posto e ti faccio alzare in piedi, poi ti cingo la vita con un
braccio. L'altra mano cerca la tua, la trova e la porta con
delicatezza all'altezza del cuore.
“Non
è Miranda la donna che amo. E' un'altra. Una donna alla
quale
avrei dovuto dichiarare già da tempo i miei
sentimenti.”.
Mi
fermo per cercare di capire la tua reazione.
Forse
hai capito, ma sei ancora confusa. Hai ragione ad esserlo, sta
succedendo tutto così in fretta...
“Keira,
io ti amo. Avrei dovuto dirtelo prima, lo so, ma non ne sono stato
capace. Però ti amo, ho capito che la mia vita senza di te
non
ha alcun senso.”.
Siamo
così vicini che potrei baciarti, ma non voglio importi nulla.
Prima
voglio capire se anche tu provi i miei stessi sentimenti.
“Orlando...
e Miranda? Tu sei fidanzato con lei, stai per sposarti...ne sei
innamorato...”.
Scuoto
energicamente la testa.
“No,
Keira. Miranda dovrà farsene una ragione. Non è
lei la
donna che voglio al mio fianco. Sei tu. Basta una tua parola, Keira,
una tua singola parola, e io sarò tuo. Provi i miei stessi
sentimenti?”.
Mi
guardi, con i tuoi occhi da cerbiatta.
Sei
confusa e smarrita.
Poi,
una luce attraversa i tuoi occhi.
“Sì.”
mormori.
Il
mio cuore esulta, mentre io mi sporgo in avanti per baciarti.
Te
l'avevo detto, che sarebbe bastata una tua parola.
|