Le 10 cose che odio di te.

di Chiaroscura69
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In quella serata estiva non c'era nulla che non andasse, e con 'nuvole bianche' di Einaudi stavo volteggiando con la mente su tutte le cose che mi rendevano felice di vivere la mia vita. Una piccola parte di me non del tutto insignificante sapeva che mentivo a me stessa affermando di aver raggiunto la felicità completa, ma cercavo di non ascoltare quella vocina velenosa.
Avevo un ragazzo che mi amava al mio fianco, avevo una splendida famiglia che mi sosteneva nel dolore e gioiva con me dei miei successi, degli amici che avrei potuto disturbare anche alle tre di notte per qualcosa di assolutamente irrilevante e due meravigliosi gatti, ma in fondo al cuore sapevo chi mancasse a rendere perfetta la mia felicità.A ricordarmelo era il braccialetto.
Lì sul mio polso mi guardava insolente quasi a volermi urlare ogni volta che mentivo a me stessa che in realtà colui che me lo aveva regalato non giaceva come una cosa dimenticata fra i ricordi. Tante volte avrei voluto tagliarlo via, in fondo otto cordicelle marroni non avrebbero condizionato la mia vita, eppure ognoi volta qualcosa mi tratteneva.
Tuttavia in quella serata estiva tutto sembrava ricordarmi lui. Quasi inconsciamente mi ritrovai a percorrere la strada che facevamo insieme e mi lasciai travolgere dalla tristezza. Erano passati tre anni dall'ultima volta che ero stata lì con Alessandro ed erano passati quattro anni dal nostro primo incontro.
Uno di quelli incontri che ti segnano. C'eravamo scontrati tante volte prima di incontrarci davvero, ma dopo quel giorno io non ero più stata la stessa.
Mi sentii un po' in colpa a lasciarmi andare a quei ricordi, in fondo ormai ero fidanzata con Matteo, non aveva più importanza il passato.
Sorrisi mestamente di me stessa, ripeterlo non mi avrebbe giovato nè convinto.
''Sorridi pensierosa?'' disse una voce cogliendomi di sorpresa.
Dritto di fronte a me c'era Alessandro.
''Curioso, anche tu qui'' commentai un po' spiazzata.
''Sono venuto a godermi il fresco e i piacevoli ricordi di questo posto''rispose sorridendomi lentamente con il suo sguardo felino.
Ciò che più mi affascinava di quel ragazzo era il modo in cui cacciava la sua preda, tutto l'incontro non era altro che uno studiato climax ascendente di emozioni e sentimenti in cui ti gettava senza che tu te ne accorgessi.
''Sei con qualche altra fanciulla?'' lo canzonai senza farmi impressionare dalle sue parole.
''No sono con Damian, mio cugino, e la ragazza, ma anche le candele più resistenti alla fine si sciolgono'' ridacchiò alzando gli occhi al cielo.
''Vorrei dirti che mi dispiace ma in fondo penso che ce la meritiamo tutti almeno una volta un'esperienza del genere''ridacchiai a mia volta. ''Beh, ora credo proprio che andrò a prepararmi per l'esame della prossima settimana, mi ha fatto piacere vederti comunque''.
Feci per voltarmi ma Alessandro mi afferrò il polso.
''Dove scappi Melanzana? Dai rimani a fare due chiacchere con me. Non ne abbiamo più avuto l'occasione''.
Non mi avrebbe portato da nessuna parte un qualsiasi tipo di conversazione con lui, ma non lo vedevo da tre anni e stavo rischiando di vomitare il cuore anche solo respirando.
''D'accordo. Ma non puoi più chiamarmi Melanzana, non ho più i capelli viola!'' protestai dimenandomi dalla sua stretta.
''Vada per Tori pomodoro allora, visto che sei tornata rossa.''
Sbuffai poco convinta ma mi lasciai scappare un sorriso.
Ci sedemmo in una panchina non troppo distante e mi ritrovai a fissarlo di sottecchi, proprio come facevo una volta.
''Ti vedo Tori, non distogliere lo sguardo. Sembra proprio che certe cose non cambino mai'' ironizzò.
Avvampai.
''Di cosa vuoi parlare, Alessandro?''lo incalzai.
''Come va da quando non ci siamo più visti? Stai frequentando qualcuno?'' mi disse guardandomi negli occhi.
Distolsi il mio imbarazzata e mi chiesi se fosse il caso di mentire oppure no. Vada per la verità, Vittoria.
''Ora sto con un mio collega dell'università, e tu? Frequenti qualcuna?''
''Il solito, sai come sono fatto: nessuna relazione seria. Comunque congratulazioni.'' Mi diede due baci sulle guance ma lo fece con una sensualità che mi fece impazzire il cuore.
''Senti stavo pensando, ti andrebbe di continuare la conversazione davanti ad un Mojito?'' propose all'improvviso.
La combinazione Alessandro+ Mojito era un mix mortale, ma era anche un mix fatto per vincere qualsiasi mia resistenza.
''Solo se non facciamo troppo tardi Ale, ricorda che io devo studiare!''
Ci alzammo e lui mi prese a braccetto, come una volta.
Sembra proprio che certe cose non cambino mai.




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