LA LETTERA
Fu il forte
odore di pancake a svegliarmi. Mi stavo nascondendo da un uomo
misterioso che mi inseguiva; non aveva palesato le sue intenzioni,
semplicemente iniziò a seguirmi con fare minaccioso e
ciò mi fece intuire le sue idee poco amichevoli. Ero
appiattita contro una roccia, sentivo i suoi passi avvicinarsi, quando
una scia di un profumo a me noto si fece largo. Nel momento in cui
realizzai “Sono i pancake!” aprii gli occhi.
La stanza era avvolta
nel buio. Sbattei le palperebbe un paio di volte prima di tornare con
la mente nella realtà. Non che fossi dispiaciuta di aver
abbandonato la mia fuga, insieme al misterioso inseguitore. Ormai sogni
come quello accadevano spesso e tutti finivano allo stesso modo. Non
riuscivo a capire chi mi inseguisse, vedevo solo una scura figura,
avvolta in un mantello. Non parlava, le uniche volte che apriva la
bocca era per ansimare a causa della folle corsa.
Stropicciai gli occhi,
mi misi a sedere sul bordo del letto e mi stiracchiai.
Contemporaneamente la porta si aprì lentamente rivelando il
familiare viso di mia madre.
“Madison,
tesoro...” si stupì nel vedermi già
alzata. Di solito ci servono diversi suoni di sveglia. Contenta di come
si sia rivelata facile la missione
‘svegliamo-Madison’, riprese. “Bene, sei
già in piedi! La colazione è pronta e visto che
oggi è una giornata importante ti ho preparato la tua
preferita.”
“Ciao mamma,
grazie arrivo subito.” Salutai, socchiudendo gli occhi verso
la luce che filtrava dall’uscio e accesi la bajour .
Mi sorrise
un’ultima volta e se ne andò.
Allontanai del tutto
l’ultimo rimasuglio di inquietudine pensando a come questa
dovesse essere una giornata fantastica. Non solo perché era
il mio compleanno, ma perché compivo sedici anni. Nella mia
testa era sempre stata una tappa importante, una specie di rito di
passaggio, dove iniziavi a contare qualcosa e le persone smettevano di
guardarti con un misto di tenera comprensione che di solito rivolgevano
ai cuccioli di gattini.
Tuttavia non era
l’unico motivo. Esattamente il 24 giugno di due anni fa
ricevetti la lettera che cambiò la mia vita e quella della
mia famiglia.
Proprio come oggi,
anche allora iniziai la mia giornata con la chiamata di mia mamma. Solo
che le notti non erano tormentate da questi incubi ricorrenti. In
pigiama, mi avviai in cucina, dove mi sedetti a fare colazione. Pancake
(le fragole sistemate come un sorriso), uova fritte, bacon e succo di
arancia. Tutto procedeva come ogni mattina, finché mio padre
non andrò alla porta a ritirare la posta e tornò
con l’aria assai preoccupata.
“Mary,
è arrivata...” disse mio padre con voce seria.
Mamma, che stava
sistemando gli ultimi addobbi, si bloccò. Si girò
rapidamente per fissare quello che mio padre le porgeva. Entrambi mi
lanciarono occhiate fugaci.
Furono i comportamenti
alquanto sospetti dei miei genitori a distrarmi dai miei pensieri,
incentrati sui bei regali che avrei voluto ricevere. Cosa
c’era di strano in una lettera? Papà ne riceva
parecchie: tra la banca, le bollette, abbonamenti e i parenti, non era
certo una novità ricevere posta. Mi bloccai con la forchetta
a mezz'aria e fissai entrambi con aria interrogativa.
Mio padre teneva gli
occhi fissi su mia madre, la quale passava i suoi in rassegna da lui
alla busta, come incapace di decidere il da farsi. Tutta la scena
durò una decina di secondi, durante i quali feci attenzione
a non muove un muscolo per paura di perdere qualcosa delle loro
occhiate colme di significato. Capii che stavano comunicando con lo
sguardo, senza proferire parola, per evitare di ammettere
ciò che li turbava.
Mia madre
sembrò decidersi, allungò una mano tremante verso
la busta...
“Potevate
anche svegliarmi eh?!” L’urlo di Victoria
arrivò forte e chiaro dalle nostre spalle, rompendo
l’atmosfera e riportandoci tutti alla realtà.
Mamma ritirò immediatamente la mano e nello stesso istante
mio padre infilò la busta in mezzo alle altre.
Distolsi con delusione
lo sguardo e salutai mia sorella con una punta di amarezza nella voce.
“Buongiorno
tesoro...” iniziò mamma, ma mia sorella la
interruppe “Mamma ho diciassette anni e tesoro lo si dice a
chi ne ha cinque!”
“Victoria,
non parlare così a tua madre. Quando non ci saremo
più rimpiangerai le nostre premure.” La
rimproverò papà.
Sbuffando, Vicky si
sedette accanto a me prese la sua parte di colazione. “Buon
compleanno Maddy.” Mi augurò, dando giusto
un’occhiata di sbieco verso la mia direzione.
Non ne fui stupita.
Vicky non era propensa a mostrare grandi slanci di affetto. E se in
quel momento, mentre la ringraziavo, sorridendole, nutrivo una vaga
speranza che la nostra relazione potesse migliorare, qualche ora
più tardi dovetti ricredermi.
La giornata
proseguì allegra: alla colazione seguirono le solite
telefonate di auguri dei parenti, che confermavano l’ora di
arrivo per la festa pomeridiana. Alle 17 eravamo tutti riuniti per
scartare i regali e mangiare il dolce.
Il panico scatenato
dalla lettera di stamane sembrava non esserci mai stato. I miei
genitori si comportavano normalmente: papà salutava,
chiacchierava e rideva rumorosamente mentre nonno Richard raccontava un
aneddoto divertente, nonna Anne e nonna Patty si davano da fare ad
aiutare mamma con gli spuntini e il dolce.
Per un attimo mi
illusi che i comportamenti ambigui dei miei genitori fossero solo
frutto della mia immaginazione. Finché a mia madre non
saltarono i nervi.
“Mary, la
tua torta è una meraviglia!” Si
complimentò nonna Anne, dopo averne assaggiato un pezzo.
“Dico davvero, ha un gusto magico.”
La bottiglia di coca
cola che reggeva si rovesciò tutta sul tappeto del salotto.
Fissò la nonna con occhi vitrei. Ci furono gridolini, un
accavallarsi di voci e diverse persone si prodigarono per sistemare.
Fu la conferma di non
essermi inventata niente. Fissai la scena, cercando di non perdere
nessun momento chiave.
“Cosa vi
agitate? È solo della coca cola.” Riprendeva con
fare saccente Vicky.
Mamma si
scusò, mortificata. Mentre spostava le sedie,
papà le lanciò uno sguardo di rimprovero. Me lo
aspettavo.
Ciò che non
avevo previsto fu l’occhiata penetrante che nonna Patty
rivolse a sua figlia per poi dirigerla verso di me. Piena di rancore e
delusione. Nonostante nonna Patty fosse famosa per la sua disciplina a
freddezza (Victoria aveva preso sicuramente da lei), sopratutto da dopo
la morte del nonno Edgar, il suo caratteraccio si riversava su tutta la
famiglia, ad esclusione di mia madre. Cosa può averla spinta
ad agire in questo modo? Che sapesse della busta?
Le risposte che
volevo, o almeno una buona parte, arrivarono con la dipartita dei
nonni, poco dopo cena.
“Mamma, hai
un momento?” Riuscii a trovarla sola, in cucina, mentre stava
caricando la lavastoviglie. Non fu un’impresa facile. Per
tutta la durata della festa, entrambi i miei genitori fecero in modo di
non trovarsi mai soli. Ne approfittai ora: mia sorella era a guardare
la TV in camera sua e papà stava buttando la spazzatura.
“Maddy, sto
sistemando le stoviglie e vorrei andare a letto presto sta sera.
È stata una giornata impegnativa.” Mamma
cercò di liquidarmi così. Ma non volevo
arrendermi.
“Capisco.
Volevo solo ringraziarti per la bella festa” continuai
“e per la raccolta completa della saga che sto
leggendo”.
Si voltò e
con una nota di sollievo nella voce disse “Sapevo che la
desideravi tanto.”, poi si avvicinò mi
abbracciò.
Non mi lasciai fuggire
l’occasione. “Mamma, puoi dirmi cosa
c’è che non va con quella busta che
papà ha ricevuto sta mattina?”. La sentii
irrigidirsi dentro il mio abbraccio. “Non negare. Ho visto le
occhiate che vi siete scambiati e nonna Patty per poco non mi
fulminava.”
Ci sciogliemmo
dall’abbraccio. La guardai negli occhi e ripresi
“Ho capito che mi riguarda, ma non ho idea del
perché. E visto che è ancora il mio compleanno
vorrei sapere di cosa si tratta.”
Le labbra le
tremarono. Avvicinò il mio viso al suo e mi bacio sulla
fronte. Riportando il mio volto alla sua altezza, disse
“Madison, hai tutto il diritto di sapere.”
Una lacrima le
solcò il volto.
Ci accomodano in
salotto, attendendo il ritorno di papà.
Appena
entrò, la mamma lo chiamò a sè
“Joseph, caro, vieni qui.”
Papà
arrivò e appena vide me e mia madre insieme, uno sguardo
sospettoso lo attraversò. Un’occhiata veloce agli
occhi lucidi della mamma e ai miei accesi di curiosità, gli
bastò. Disse solo “Mary, sei sicura? Una volta
detto non si torna indietro.”
“Sì,
deve saperlo. Prima o poi lo saprà comunque.”
Ammise lei.
Mio padre
andò nel suo studio e tornò con la famosa busta.
“Aprila.”
Me la porse.
Mi tremavano le mani.
Dopo un’intera giornata era finalmente mia.
Era pergamena. Pensai
a come fosse strano (chi usa la pergamena oggigiorno?) Un sigillo di
ceralacca rossa con inciso uno stemma di una grande H ornava la parte
frontale; nel retro, una calligrafia obliqua in inchiostro verde (e chi
usa ancora il pennino?), aveva scritto il mio indirizzo:
Miss
Madison Elisabeth Evans
Seconda camera, primo piano
246 Notting Hill
Londra
Gran Bretagna
Stupefatta guardai mia
mamma.
“Seconda
camera? Come fanno a sapere dove dormo?” Dovetti ammettere
che era un fatto curioso, oltre che inquietante. Immaginai un postino
accampato nell’albero di fronte la mia camera che prendeva
nota della sua posizione.
“Apri la
busta, ti spiegherò dopo.” Rispose trattenendo il
fiato. Papà le prese la mano.
Eseguii. Voltai la
busta e ruppi la ceralacca. Ne estrassi tre fogli di pergamena.
Nel primo ritrovai la
calligrafia obliqua che aveva scritto il mio indirizzo. In centro
campeggiava uno stemma: la grande H circondata da uno scudo, suddiviso
in quattro parti. In ognuna c’era disegnato un animale: un
leone su sfondo rosso, un serpente su sfondo verde, un tasso su sfondo
giallo e un corvo su sfondo blu. Nel fondo, un cartiglio recitava il
motto: draco dormiens nunquam titillandus.
Se la pergamena, la
scrittura con il pennino e l’esatta posizione della mia
cameretta, mi lasciarono basita, niente era in confronto con quanto
stavo per leggere.
SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA
DI HOGWARTS
Direttore: Albus
Silente
(Ordine di Merlino,
Prima Classe, Grande Esorcista, Stregone Capo, Supremo Pezzo Grosso,
Confed. Internaz. Dei Maghi)
Cara signorina M.
Maple,
Siamo lieti di
informarLa che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e
Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà
l’elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature
necessarie.
I corsi avranno
inizio il 1º settembre. Restiamo in attesa della Sua risposta
via gufo entro e non oltre il 31 luglio p.v.
Con ossequi
Minerva McGranitt
Vicedirettrice
Mentre proseguivo
nella lettura la mia bocca si spalancava sempre più,
lasciandomi un’espressione inebetita.
“Scuola di
magia...?” Dissi più tra me e me che rivolta a
qualcuno dei presenti.
Sentii mio padre
muoversi nervosamente sul divano. Ero consapevole di avere gli occhi di
entrambi puntati addosso.
“...stregoneria
di...?”, controllai la prima riga, non ricordavo ancora quel
nome difficile, “Hogwarts.”.
Finalmente alzai lo
sguardo sui miei genitori. Proprio come avevo sospettato,
papà aveva un’espressione nervosa, mamma era tesa
come una corda di violino, intenta a calibrare ogni mia emozione e a
valutare ogni mia mossa. Le mani ancora intrecciate.
“Mi hanno
invitato ad andarci...” li informai. Ero stordita. Incredula.
Non poteva essere. La magia non esiste. Poi realizzai una palese
realtà: loro lo sapevano. Ecco perché mi
nascondevano la lettera. Appena formulai la teoria, fu come ricevere un
dizionario sulla testa.
Come se cercassi una
qualche via di uscita da quella situazione, controllai febbrilmente i
fogli restanti.
Il secondo recitava
una serie di oggetti necessari per iniziare l’anno scolastico.
Uniforme
Gli
studenti del primo anno dovranno avere:
Tre
completi da lavoro in tinta unita (nero)
Un
cappello a punta in tinta unita (nero) da giorno
Un
paio di guanti di protezione (in pelle di drago o simili)
Un
mantello invernale (nero con alamari d’argento)
N.B.
Tutti gli indumenti degli allievi devono essere contrassegnati da una
targhetta con il nome.
Libri
di testo
Tutti
gli allievi dovranno avere una copia dei seguenti testi:
Manuale
degli Incantesimi, Volume primo, di Miranda Gadula
Storia
della Magia, di Bathilda Bath
Teoria
della Magia, di Adalbert Incant
Guida
pratica alla trasfigurazione per principianti, di Emeric Zott
Mille
erbe e funghi magici, di Phyllida Spore
Infusi
e pozioni magiche, di Arsenius Brodus
Gli
animali fantastici: dove trovarli, di Newt Scamander
Le
Forze Oscure: guida all’autoprotezione, di Dante Tremante
Altri
accessori
1
bacchetta
1
calderone (in peltro, misura standard 2)
1
set di provette di vetro o cristallo
1
telescopio
1
bilancia d’ottone
Gli
allievi possono portare anche un gufo, OPPURE un gatto, OPPURE un rospo.
SI
RICORDA AI GENITORI CHE AGLI ALLIEVI DEL PRIMO ANNO NON È
CONSENTITO L’USO DI MANICI DI SCOPA PERSONALI.
Il terzo era il
biglietto di un treno.
Madison
Elisabeth Evans, Espresso di Hogwarts, binario 93/4, King’s
Cross, Londra.
“Perché?...”
riuscii soltanto a bisbigliare senza voce.
Fu il mio sguardo
pieno di orrore a spingere mia madre ad essere diretta.
“Madison, tu
sei una strega.”
Mi correggo, due
dizionari.
******
Nota dell'autrice.
Ciao a tutti! Questa è la mia prima fanfiction e vorrei
precisare un paio di cosette affinchè possiate capire meglio
lo spirito che avrà questa storia.
Innanzi tutto è importante premettere che è stata
concepita per essere una storia ad uso personale, solo da qualche
giorno ho deciso di renderla pubblica e, se le cose vanno come le ho
immaginate, dovrebbe suddividersi in due parti piuttosto corpose. Non
nascondo che il mio modo di scrivere è molto tranquillo e
rilassato, perciò tutti i lettori abituati ad avere capitoli
pieni di colpi di scena dovranno avere pazienza... oppure si
dirotteranno verso altri racconti :)! Until
the end seguirà la storia dei libri della saga, ma con dei
necessari cambiamenti. Per esempio, vedremmo dei Dissennatori fare la
guardia durante lo svolgimento del Torneo Tremaghi e i GUFO si terranno
alla fine del terzo anno. Alcune diversità sono dettate
dalla mia volontà, altre sono propedeutiche alla
pubblicazione. Ciò vuol dire che ci saranno avvenimenti che
si svolgeranno e finiranno come nei libri; alcuni si evolveranno
diversamente per giungere alla medesima fine; altri saranno totalmente
rivoluzionati.
Non mancheranno avvenimenti che strizzano l'occhio alla storia
originale, dando quel senso di familiarità (che
era lo spirito principale della mia storia), come il Ballo del Ceppo e
il suo svolgersi e le varie prove del Torneo.
Disclaimer: cercherò di ridurre al minimo tutte le citazioni e i
riferimenti all'opera originale, dove ciò non fosse
possibile, come nel caso della canzone di inizio anno del Cappello
Parlante, di alcuni dialoghi, descrizioni, certe lezioni (Occlumanzia
in particolare), lo segnalo già ora (se ce ne fosse bisogno,
pure sotto ai singoli capitoli) che non sono di mia
proprietà e non sono pubblicate per scopo di lucro.
Passando ai protagonisti, ho deciso di crearli prendendo spunto da
persone che conosco (amici, familiari, me stessa) e da quelli creati
dalla Rowling. Il motivo è semplice: per me Harry Potter
è solo quello dei libri e fa solo le cose in essi descritte.
Se gli avessi fatto compiere azioni diverse da quelle canoniche, mi
sentivo come si stessi tradendo il testo. Sì, non ha senso,
ma non ci dormivo la notte e solo questo mix mi ha fatto trovare il
giusto compromesso! Ciò giustifica la scelta di dare nomi
diversi, anche se Madison ricalca le imprese di Harry , Matthew Hermione e
Francine Ron. Non solo: alcuni nomi sono stati cambiati (quelli che mi
seguiranno lo vedranno) per necessità, in quanto potevano
creare dei problemi più avanti con la trama; per rendere
omaggio alle persone che me l'hanno chiesto, data la tanta
affinità con il personaggio cartaceo; o, semplicemente, il
nome nuovo denota una persona totalmente inventata che non ha un
corrispettivo dentro al volume. In ogni caso,
cercherò di spiegare le mie scelte sotto al capitolo che
introduce il personaggio.
Nonostante la maggior parte dei personaggi secondari mantengano il loro
nome e il carattere, per uno in particolare avremo un OOC: da buono diventerà cattivo.
Attualmente sono arrivata a scrivere 260 pagine di Until the End e sono
ancora alla prima parte, che terminerà con la fine dell'anno
scolastico di Madison. La trama è ancora work in progress
perciò se avete dei suggerimenti non esitate a scriverli.
Questa doveva essere una piccola introduzione e invece mi sono
dilungata troppo. Se avete domande commentate, io cercherò
di spiegare di volta in volta sotto ai capitoli i vari risvolti.
Buona lettura!
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