Adrien mosse il piede, osservando Litten
allungare una zampetta e giocherellare con la stringa della scarpa,
muovendola un poco e balzare all’indietro poi, pronto alla fuga del suo
giocattolo prima di tornare alla carica; il ragazzo tirò su con il naso,
annuncio che il Rowlet di Marinette era uscito di casa: si issò,
osservando la ragazza scendere veloce i pochi gradini del patio di casa e
inciampare sull’ultimo.
Sarebbe caduta se Rowlet e un altro pokémon – un Ledyba, se non sbagliava
– non l’avessero afferrata in tempo.
Il biondo si scostò dalla palizzata in legno, alzando una mano in segno di
saluto e sorridendole, catturando così la sua attenzione: «Alola» esclamò,
salutandola e vedendola fermarsi in mezzo alla strada, con lo sguardo
sgranato e fissandolo incerta: «Un nuovo acquisto?» chiese, indicando con
il mento il Ledyba che si nascondeva dietro le gambe della ragazza.
«Mh. Ehm…s-sì» mormorò Marinette, chinando lo sguardo verso il pokémon
coleottero e regalandogli un sorriso appena accennato: «I-ieri l’ho
trutavo – cioè, trovata – nell’erba a-alta. A-aveva attoccato…attaccato
Ro-rowlet e…»
Adrien annuì, chinandosi e inclinando il capo verso sinistra: «Ciao,
Ledyba» mormorò, osservando l’insetto fissarlo con i grandi occhioni neri,
continuando a tenere la sua postazione fra le gambe della propria
allenatrice: «Hai preso proprio alla lettera la lezioni di ieri, eh?»
«Co-cosa?»
«La lezioni sui vari tipi. Ledybga è…»
«Coleottero» dichiarò immediata e sicura Marinette, avviandosi verso il
Centro pokémon, storcendo le labbra e ponderando nella mente le parole da
dire: «M-ma non l’ho cottorato – catturato – per quello. Io…»
«Lo so, lo so» il ragazzo la fermò dal continuare, alzando una mano e
sorridendole: «Non mi sembri uno di quegli allenatori che cattura pokémon
e accetta solo i più forti. Sono certo che tu, Rowlet e Ledyba sarete una
grande squadra.»
Marinette l’osservò per una buona manciata di minuti, annuendo poi con la
testa e sorridendo timida, prima di fermarsi sulla soglia del Centro,
lasciando che la porta scorrevole automatica rossa si aprisse: «I-ieri…»
iniziò, facendo un passo all’interno e andando a sbattere contro qualcosa;
Adrien si mosse per afferrare Marinette, ma la persona contro cui la
ragazza si era scontrata l’afferrò prima di lui e Adrien storse le labbra,
assottigliando lo sguardo verde alla vista di chi si trattava.
«Oh.» mormorò la mora, fissando sorpresa il volto del ragazzo dai capelli
rossi che aveva conosciuto solo il giorno prima: «Alola.»
«Alola a te, Marinette» dichiarò Nathaniel, lasciandola andare
immediatamente come se scottasse: «Adrien.»
«Nathaniel.»
«Stavate…»
«Andando a fare colazione» spiegò il biondo, posando con decisione le mani
sulle spalle di Marinette e spintonandola oltre il ragazzo, dirigendola
verso il bancone, dietro al quale Tom stava servendo alcuni clienti;
l’uomo li vide e, appena fu libero, iniziò a preparare le loro colazioni.
«Non c’è Nino?» domandò Tom, posando il piattino con i croissant e due
bicchieri di Latte Mumu sul bancone, guardandosi poi intorno alla ricerca
del terzo elemento: «Che strano. Non vi separate mai da quando vi siete
conosciuti…»
«Sicuramente starà dormendo» sentenziò Adrien, sedendosi sullo sgabello e
prendendo la propria colazione con un sorriso in volto e lo sguardo
affamato: «Grazie mille, Tom.»
«N-non sarà il caso di svegliarlo?» domandò Marinette, tenendo lo sguardo
sul biondo che, senza tanti complimenti, si era portato la brioche alla
bocca e l’aveva addentata; Adrien si voltò verso di lei, sorridendole con
la bocca sporca di briciole: «Po-potrebbe far…»
«Ci penserà Fu»
Marinette annuì lentamente con la testa, voltandosi poi e notando
Nathaniel in piedi poco lontano da loro: «Vuoi unirti a noi?» domandò,
mentre Adrien addentava nuovamente la propria brioche e storceva le
labbra: con lui non faceva altro che balbettare mentre con quella Testa di
baccamodoro sembrava non aver problemi.
«Se non disturbo…»
La ragazza scosse il capo e indicò lo sgabello alla sua sinistra,
abbassando lo sguardo sul pokémon che lo seguiva fedelmente: «Ma è…»
iniziò, venendo interrotta da Rotomdex che sgusciò fuori dalla sua borsa e
si mise ad analizzare la creatura, fluttuando nell’aria.
«Smeargle. Pokémon pittore. Delimita i confini del suo territorio
dipingendo segni particolari con il fluido corporeo che secerne dalla
punta della coda. Nelle città, che ospitano molti Smeargle, i muri sono
pieni di graffiti.»
«Grazie, Rotomdex.»
«Sono qui per questo, rototototo.»
«Meowth è rimasto traumatizzato da questo affare» dichiarò Tom,
ridacchiando divertito e posando davanti a Nathaniel la stessa colazione
che aveva servito agli altri due: «Spero ti piaccia il Latte Mumu. Lo
facciamo arrivare direttamente da una fattoria di Akala.»
«Grazie mille, signore.»
«Akala?» domandò la ragazza, fissando il genitore e aggrottando lo
sguardo, mentre si mordeva il labbro inferiore e andava alla ricerca delle
poche informazioni che aveva della regione di Alola.
«E’ una delle isole del nostro arcipelago» le spiegò Nathaniel,
sorridendole e mettendo fine al suo rivangare fra le conoscenze che aveva:
«Alola è composta da quattro isole: Mele Mele, Akala, Ula Ula e Poni»
dichiarò, elencandole: «Tu che farai il giro delle isole le visiterai
tutte e sarai sottoposta alle prove di noi Capitani.»
«Voi Capitani?»
«I Capitani sono abili Allenatori che presiedono alle prove del giro delle
isole e hanno il compito di guidare chi le affronta» spiegò brevemente il
ragazzo dai capelli di fuoco e, preso il ciondolo che teneva appeso alla
borsa, mostrandoglielo: era in metallo dorato e aveva la forma di un fiore
a quattro petali con una pietra candida incastonata in uno di essi:
«Questo è il simbolo che rappresenta noi Capitani. Io sono l’unico qui a
Mele Mele.»
«Quindi tu ci metterai alla prova?»
«Appena Plagg vi riterrà adeguati.»
Marinette annuì, abbassando lo sguardo sul proprio latte: «Il tuo
Smeargle…»
«E’ il mio più fidato amico» sentenziò Nathaniel, sorridendo al pokémon:
«Io e lui…beh, a noi piace disegnare e quindi molto spesso andiamo alla
Grotta Sottobosco: è un posto molto bello e i panorami sono eccezionali.»
«Grotta…?»
«Si trova qui a Mele Mele: per raggiungerla ci vuole un giorno, a meno che
tu non abbia un poképassaggio.»
«Un poképassaggio?»
Nathaniel sorrise, chinando la testa e grattandosi il naso con la punta
dell’indice, mentre le guance gli si imporporavano leggermente e un timido
sorriso gli piegava le labbra: «Scusami, dimentico che non sei di qui.»
«A Luminopoli abbiamo i taxi e i Gogoat…»
«Sei di Luminopoli?» domandò Nathaniel, voltandosi verso di lei e
fissandola sorpreso prima che il volo gli si illuminasse con un sorriso
allegro e lo sguardo si sgranasse davanti la sorpresa e poi l’ammirazione:
«Sapevo che venivi da Kalos, ma non di preciso da che città. Uao! Io sono
venuto a studiare a Luminopoli!»
«Davvero?»
Il rosso annuì con vigore, sorridendole e voltandosi completamente verso
di lei, dandole piena attenzione: «Ero andato per seguire qualche corso di
pittura con Smeargle e mi sono innamorato del grande museo che c’era; per
non parlare dei vicoletti o della torre…» iniziò, muovendo le mani
nell’aria mentre Marinette annuiva alle sue parole, aggiungendo di tanto
in tanto qualche annotazione, che veniva accolta con un sorriso luminoso e
una nuova sequela di parole.
Adrien sbuffò mentre veniva completamente ignorato: poggiò il volto contro
il pugno chiuso e piluccò la propria brioche, mentre osservava i due
parlare e intendersela parecchio: lui non aveva visto molto al di fuori
dell’Agreste Paradise, quasi poteva dire di essere cresciuto in cattività,
quindi non sapeva assolutamente della città, che quei due elogiavano
parecchio.
E non gli piaceva neanche l’intesa che si stava creando.
Non gli piaceva quella situazione. Ecco.
Starnutì, notando che Rowlet si era avvicinato un poco a lui: quel
volatile sembrava fin troppo deciso a voler fare la sua conoscenza, mentre
Ledyba rimaneva indietro, nascosto dietro il pokémon d’erba.
Adrien starnutì nuovamente e si voltò speranzoso verso Marinette,
incontrando ancora la schiena di lei e trovandola ancora immersa nella
conversazione con Testa di baccamodoro: a quanto pareva non le importava
più niente della sua allergia o del fatto che Rowlet si stesse
pericolosamente avvicinando a lui.
Adesso stava parlando con Baccamodoro.
Si voltò, quando sentì la porta del Centro aprirsi e vide Nino fare la sua
entrata con il respiro affannato e piccole gocce di sudore che gli
imperlavano il volto: «Ho dormito troppo!» esclamò tonante, attirando su
di sé l’attenzione di tutti i presenti nell’interno e correndo poi verso
di loro con un sorriso a Tom, mentre Popplio arrancava dietro di lui: «Che
mi sono perso?» domandò, notando immediatamente l’amico di malumore e gli
altri due, ancora immersi in una conversazione fitta, completamente
estraniati dal mondo.
«Niente» borbottò Adrien, scendendo dallo sgabello e mettendosi lo zaino
sulle spalle, le labbra storte in una smorfia e lo sguardo verde diretto
verso la porta del Centro: «Andiamo o facciamo tardi a lezione.»
La professoressa Bustier osservò gli alunni con un sorriso tranquillo in
volto: «Oggi parleremo delle statistiche» dichiarò la donna, incrociando
le gambe all’altezza delle caviglie e fissando i piedi, prima di rialzare
lo sguardo sulla classe: «Come ben sapete, le statistiche, sono le sei
caratteristiche fondamentali che determinano ogni pokémon: la resistenza,
che i più fissati con i videogames chiamano punti salute, che determina
quanto un pokémon può resistere all’attacco avversario. L’attacco, ovvero
la forza dell’attacco fisico di un pokémon: per farvi un esempio un
Terremoto o un Dinamipugno saranno tanto più forti quanto più forte è
l’attacco del pokémon. La difesa è una contro-statistica dell’attacco: più
è alta e più si ha la possibilità di resistere alle mosse fisiche
dell’avversario» la donna si fermò, sorridendo: «Ci siete fino a qui?»
Rimase in silenzio, finché le teste di tutti non annuirono: «Ottimo.
Abbiamo poi l’Attacco Speciale che influenza la potenza di mosse speciali
come Tuono o Lanciafiamme e la Difesa Speciale che…beh, secondo voi cosa
fa questa statistica?»
«Come la Difesa indica la resistenza del pokémon agli attacchi speciali?»
buttò lì Adrien, ricevendo un cenno affermativo dalla donna.
«Esattamente, Adrien. Ha lo stesso ruolo della Difesa, cambia solo la
tipologia di attacco. Infine abbiamo la velocità che…» la professoressa
sorrise: «Non vi sto a spiegare cosa significa, giusto?»
«Mi scusi…» mormorò una ragazza, alzando la mano: «Ma dove posso sapere
quali statistiche ha il mio Slowpoke?»
«Per i più fortunati c’è il pokédex» dichiarò la professoressa Bustier,
allargando le braccia e indicando così i tre nella classe: «Noi altri
comuni mortali possiamo avvalerci di analizzatori e computer: quando
portate il vostro pokémon al Centro, potete chiedere all’infermiera di
fornirvi l’analisi delle sue statistiche» la donna si fermò, sorridendo ai
ragazzi: «Facciamo qualche esempio? Uno di voi tre potrebbe gentilmente
prestarmi il proprio pokédex.»
Adrien annuì, recuperando il suo Rotomdex dallo zaino e lasciandolo libero
di volteggiare fino alla donna: «Vorrei le statistiche base dell’attacco e
dell’attacco speciale di Toucannon, se possibile.»
«Toucannon. Attacco: 120. Attacco speciale: 75.»
«Grazie, Rotomdex» dichiarò la donna, incrociando le braccia e riportando
l’attenzione sulla classe: «Come vedete la statistica dell’attacco di
Toucannon è molto più alta di quella dell’attacco speciale. Cosa significa
questo? A cosa serve a voi come allenatori? Mettiamo che io catturo un
Pikipek e riesco a farlo evolvere in Trumbeak prima e Toucannon poi;
durante questo percorso, invece di aiutarlo ad apprendere mosse come
Aeroassalto o Volo, mi sono concentrata su mosse come Vampata o
Introforza. Che cosa comporta questo? Che io chiedo al pokémon qualcosa
che non è in grado di fare, perché la linea evolutiva di Pikipek è portata
più per gli attacchi fisici. Un altro esempio. Rotomdex, i dati dei due
attacchi di Vikavolt.»
«Vikavolt. Attacco: 70. Attacco speciale: 145.»
«Ecco. Qui abbiamo il caso opposto: una linea evolutiva che eccelle
nell’Attacco speciale e scarseggia in quello fisico» La Bustier si fermò,
sorridendo: «Ricordate che quello che fa di voi dei bravi allenatori non è
tanto vincere le lotte, ma comprendere il vostro pokémon e aiutarlo a
crescere e svilupparsi al suo meglio: a questo vi servono questi numeri, a
permettervi di aiutare il vostro pokémon a diventare ciò per cui è nato.
Capito?» si fermò, sorridendo alla classe: «Bene. Adesso vi farò qualche
esempio e voi dovrete dirmi come aiutereste il pokémon durante
l’allenamento» si fermò, indicando Adrien: «Tu per primo. Pelipper.
Rotomdex, i dati.»
«Pelipper. Attacco: 50. Difesa: 100. Attacco Speciale: 95. Difesa
Speciale: 70. Velocità: 65. Resistenza: 60.»
«Nella difesa?»
«Esattamente. Ma Pelipper ha anche un buon attacco speciale. Non
focalizzatevi su una sola statistica. Nino.»
«S-sì?»
«Trevenant.»
«Trevenant. Attacco: 110. Difesa: 76. Attacco Speciale: 65. Difesa
Speciale: 82. Velocità: 55. Resistenza: 85.»
«In Attacco e in difesa.»
«Sì, potrebbe essere una combinazione. Ma non sarebbe male nemmeno Attacco
e Resistenza. Il prossimo: Nathaniel. Politoed.»
«Politoed. Attacco: 75. Difesa: 75. Attacco Speciale: 90. Difesa speciale:
100. Velocità: 70. Resistenza: 90.»
«Lo aiuterei in Attacco speciale e resistenza, questo perché ha già una
difesa speciale ottima e aumentando la sua resistenza a incassare i colpi
riuscirebbe a battere l’avversario.»
«Ottimo modo di pensare» dichiarò la Bustier: «Questo è il modo di pensare
di un Capitano» decretò, mentre la campanella suonava e tutti iniziavano
ad alzarsi: «Pensate bene a quanto detto e cercate di capire come aiutare
i vostri pokémon» dichiarò, avvicinandosi poi ad Adrien e rendendogli
Rotomdex: «Grazie mille per avermelo prestato.»
«Si figuri, professoressa.»
Nino scivolò velocemente fra i banchi, fermandosi vicino Adrien e
Marinette: «Allora? Andiamo? Ho proprio voglia di catturare un bel
pokémon! Theo mi ha detto che nella periferia di Hau’oli si possono
trovare i Pichu! I Pichu!»
«Stai ancora sognando di avere il tuo Raichu personale?»
«Sì, problemi?»
«Nessuno» decretò Adrien, sistemando lo zaino sulle spalle e sorridendo
all’amico: «Ti accompagnerò nella caccia al Pichu, bro.»
«Tu vieni, Marinette?»
«Certamente.»
Pichu saltellò sopra una cassa di legno, dando le spalle a Nino e agitando
il sederino quasi come se lo prendesse in giro, facendo imbestialire di
più il ragazzo che, calcato meglio il berretto in testa, lanciò una sfera
contro il piccolo roditore dalla pelliccia principalmente gialla che la
rispedì indietro con un colpo di coda, prima di sparire nella vegetazione
di un giardino.
Adrien addentò la malasada, ridacchiando mentre Marinette, seduta vicino a
lui, stava cullando Ledyba che osservava con interesse la scena: «Non ce
la farai mai, amico» decretò il biondo, scuotendo la testa e vedendo il
piccolo roditore comparire nell’erba alta con un’espressione divertita sul
musetto.
«Volere è potere, bro! Quel Pichu sarà mio!»
Il biondo sospirò, scuotendo il capo e osservando l’amico andare
nuovamente alla carica contro il pokémon: «Staremo qui per molto, molto,
molto, molto tempo» sentenziò, mentre Nino si avventurava nel giardino di
una casa all’inseguimento dell’avversario: «Non è un problema per te,
Marinette?»
La ragazza negò con la testa, mentre alle loro orecchie giungeva il rumore
di qualcosa che si rompeva e l’urlo imbestialito di Nino: «Do-dovremmo
aiutarlo?»
«E’ la sua prima cattura. Deve farla da solo.»
«Si-sicuro?»
«Assolutamente.»
L’uomo si sistemò la giacca candida, osservando il proprio riflesso nello
specchio e incontrando in questo lo sguardo della sua dipendente, a pochi
passi dietro di lui: «Ancora nulla?» domandò freddo, mentre si voltava e
fissava la donna quasi fosse l’unica colpevole di tutto: «E’ sparito da
tre mesi con i miei pokémon. Come è possibile che sia scomparso così?»
«Stiamo setacciando tutto l’arcipelago, signore. Se qualcuno l’aiuta…»
«Trovatelo. E riportatemi i miei pokémon.»
«Sì, signore.»
Plagg inghiottì un triangolo di camembert, osservando il biondo uscire:
«Dove vai?» domandò, osservando il giovane che viveva con lui e non
capendo il perché si stesse preparando per uscire: Adrien non era solito
andarsene a spasso la sera e, il più delle volte, se ne stava rintanato
nella mansarda, che gli aveva offerto, a studiare testi sui pokémon.
«A fare un giro» dichiarò il biondo, mentre Litten lo superava e usciva
nella notte aloliana: «Torno presto.»
«A fare un giro…»
«Già.»
«Un giro che ti porterà a casa dei Dupain-Cheng, vero?»
«Beh, è qui davanti casa nostra.»
«Quando lo ammetterai che Marinette ti piace e stai usando ogni scusa
possibile e immaginabile – ci manca solo che le mandi un Cuorestampo – per
stare con lei?»
«E’ un’amica. E’ qui da poco e mi sono comportato veramente male con lei,
ecco perché cerco di passarci del tempo assieme. E quella battuta era
pessima» decretò, prima di uscire velocemente dal cottage malmesso e
raggiungere la casa dei Dupain-Cheng a una manciata di passi dalla sua; si
fermò, osservando la ragazza che, seduta sul porticato con Rowlet e
Ledyba, sembrava studiare assorta qualcosa sullo schermo di Rotomdex.
Rimase a fissarla un po’, mentre Litten, incurante di tutto e con tutta la
tracotanza del mondo, la raggiunse e si strusciò contro le gambe lasciate
nude dai pantaloncini corti: «Ciao, Litten» mormorò la mora, chinandosi e
carezzando il musetto del felino, proprio sul simbolo di pelo rosso.
Una zona che gli piaceva farsi accarezzare, Adrien lo aveva scoperto per
puro caso.
«Il suo punto debole è sotto il mento» dichiarò, palesando la sua presenza
e osservando Rotomdex, quasi ridacchiando alla schermata aperta: «Stavi
cercando il modo per aiutare Rowlet?» le domandò, fermandosi a pochi passi
da lei e, inclinato il capo, studiò le statistiche del pokémon volante.
Marinette annuì sospirando, tenendo lo sguardo su Litten mentre il giovane
si poggiava alla ringhiera delle scale e posava su di lei lo sguardo
verde, in attesa di risposta: «Ledyba è stato semplice: ho pensato a
velocità e difesa, gliel’ho anche proposto e mi ha detto sì. Almeno credo.
Ma Rowlet…» la vide alzare gli occhi e arrossire, quando incontro i suoi:
«Ecco. Mh. Ro-ro-rowlet è p-più co-complicato…»
Adrien annuì, voltandosi verso Rowlet che, poco distante da loro, sembrava
esser ben deciso a tormentare il povero Meowth della famiglia
Dupain-Cheng: si librava a mezz’aria e poi si lanciava con tutta la sua
forza contro il felino, riportandosi poi in una zona sicura quando l’altro
sembrava intenzionato ad attaccarlo: «A me pare molto portato per gli
attacchi fisici» decretò il biondo ridacchiando, osservando la palletta di
piume gettarsi nuovamente contro il pokémon.
«Di-dici?»
«Beh, sembra davvero il suo stile» decretò Adrien, indicando i due pokémon
distanti e ridendo: «Guarda come usa tutto il suo corpo contro Meowth. Per
non parlare di quando prova a farmi morire per via dell’allergia! Quello è
un attaccante fisico, fidati» dichiarò, annuendo alla sua stessa
convinzione e battendosi una mano sul petto, vedendo la ragazza sorridere.
Bene.
Era fiero di ciò.
Marinette stava sorridendo a lui e non a Baccamodoro.
Strinse la mascella, sentendo la voce fastidiosa di Plagg nella sua testa,
mentre la ragazza guardava interessata il match volatile-felino, ignorando
i suoi pensieri e i suoi dilemmi: no, non stava facendo tutto quello
perché aveva un’infatuazione per Marinette. No.
Era un’amica.
E lui non aveva mai avuto amici, almeno fino a quando non aveva conosciuto
Nino e, ora, anche Marinette.
Era sempre stato solo e non voleva ritornare a esserlo.
Lei era una preziosa amica e l’avrebbe tenuta stretta.
Pokémon che vengono solamente citati:
Toucannon
|
Trumbeak |
Vikavolt
|
Pelipper |
Trevenant
|
Politoed
Pokémon che compaiono nel capitolo:
Pichu