L'intervista

di Alady
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Capitolo 6 - Mel
 

Mel aprì la porta e guardò il suo appartamento.

Che schifo, pensò.

Erano tre settimane che non lo puliva. Alcuni batuffoli di polvere erano ormai diventati talmente grandi che a breve avrebbero dovuto pagare l'affitto anche loro...

Già... l'affitto...

Era in ritardo di una settimana e, a breve, il signor Abe avrebbe sicuramente cominciato a tartassarla di telefonate.

Ma che ci poteva fare se quello stronzo della tavola calda ancora non la pagava?

E, per di più, oggi aveva perso l'intero pomeriggio a rintracciare Yagami e Ryuga e non era riuscita ad ottenere nemmeno la metà delle informazioni che le servivano per l'articolo.

Inoltre era esausta, doveva ancora finire di studiare per l'esonero del giorno dopo, stava morendo di fame e il frigo era completamente vuoto.

Mel, in un improvviso scatto d'ira, tirò un calcio ad una sedia, facendola cadere a terra.

La signora del piano di sotto battè la scopa contro il soffitto, urlandole di fare silenzio. Mel, gridando a sua volta, la invitò a tirare le cuoia il prima possibile.

A volte si sentiva sovrastata da tutti i suoi problemi, come se non ci fosse via d'uscita.

Le sembrava di sprofondare.

<< Sei sempre troppo impulsiva, Mel. Qualsiasi problema tu abbia, dubito che prendere a calci le sedie e litigare con i vicini possa tornarti utile in qualche modo… >> commentò suo fratello Nate, che, incurante dello sporco, se ne stava tranquillamente sdraiato per terra, tra il divano e il televisore, intento a fare uno di quei suoi assurdi puzzle bianchi.

<< Senti un po' ragazzino, ormai hai tredici anni, potresti anche cominciare a fare la spesa o a pulire casa ogni tanto invece di passare tutto il tuo tempo chiuso in casa con i tuoi puzzle, le tue costruzioni e i tuoi pupazzetti del cazzo! >> urlò Mel.

Nate non rispose e continuò a comporre il suo puzzle.

Mel fu immediatamente travolta dal senso di colpa. Sapeva benissimo che Nate aveva difficoltà con gli spazi aperti e i luoghi affollati. Aveva impiegato anni ad abituarsi a fare il tragitto da casa a scuola in modo autonomo ed era stato davvero molto penoso per lui.

Si avvicinò a Nate e gli diede un bacio sulla fronte. Lui non disse niente, come al solito, ma si limitò ad arrotolare attorno alle dita una ciocca dei suoi folti capelli da albino, bianchi come la neve.

<< Ordiniamo una pizza? Che dici? >> propose la ragazza.

<< Ok… >> rispose Nate continuando a giocare con i suoi capelli.

<< Quattro formaggi come al solito? >>

<< Certo. >>

<< Ok… >>

Mel ordinò le pizze usando un'applicazione del suo cellulare e le cadde lo sguardo sul registro delle sue chiamate in uscita. In mattinata aveva provato tre volte a chiamare Naomi Misora senza successo e lei non l'aveva ancora richiamata. 

Come mai?

<< Nate, per caso Naomi Misora ha chiamato a casa? >>

<< No. >>

<< Non capisco. Aveva detto che mi avrebbe chiamata oggi e invece non si è fatta sentire e non risponde al cellulare… >>

<< Forse è depressa per la morte del fidanzato… >>

<< E' incazzata per la morte del fidanzato. Per questo si era messa a lavorare al caso Kira full-time. >>

<< Magari è riuscita a contattare Elle e lui gli ha detto di non collaborare più con te. In fondo, sei ancora una dilettante. >>

<< Sì, ma se le cose stessero così, l'agente Misora mi chiamerebbe almeno per dirmelo, non credi? >>

<< Non necessariamente. E' una donna in gamba, ormai ti avrà già inquadrata. Sa perfettamente che non reagiresti bene ad una notizia simile. >>

<< Nate River, sei l'ottimismo fatto persona!>>

<< L' altra volta hai dovuto perseguitarla per mesi prima che lei ti raccontasse del caso del serial killer di Los Angeles... avrebbe potuto denunciarti per stalking… ormai si è fatta un'idea ben precisa della tua ossessione per Elle. Sa che continueresti a starle addosso per arrivare a lui e, in questo momento più che mai, ad Elle non conviene che le persone cerchino di scoprire la sua identità. >>

<< La mia ossessione per Elle? Guarda che tu ci sei dentro quanto me! >>

<< Ma io sono un ragazzino ancora in via di sviluppo. Sono ancora altamente influenzabile. Tu dovresti essere un'adulta responsabile e, in quanto mia tutrice, dovresti fornirmi un ambiente sano e sicuro, invece mi hai palesemente trasmesso tutte le tue ossessioni più morbose: Elle, i delitti irrisolti e la pizza. >>

<< Io però intanto non sono ancora arrivata a girare dei video con la voce camuffata e l'iniziale del mio nome a tutto schermo! Che originalità, Enne! >>

<< Se è per questo, io non ho gli audio dei discorsi di Elle sul cellulare… >>

<< Non c'è niente di strano in questo! >>

<< La cosa strana è che li ascolti per prendere sonno… >>

<< Ma che dici! Non è assolutamente vero! >>

<< Sì, invece. Ed è veramente una cosa strana. >>

<< Taci e vai ad apparecchiare la tavola! >>

Nate si alzò in piedi e ubbidì.

<< L'intervista come è andata?>> chiese il ragazzino prendendo alcune posate da un cassetto << Sei riuscita a capire se il figlio di Soichiro Yagami sta collaborando alle indagini? >>

<< No, purtroppo Soichiro Yagami ha pensato bene di farsi venire un infarto proprio durante la mia intervista e quindi è saltato tutto. >>

<< Peccato… >>

<< Ah ma fisseremo un altro incontro a breve. >>

<< Quando? >>

<< Ancora non lo so. Devono contattarmi loro. >>

<< Mmm… capisco… Faresti meglio ad abbandonare anche questa strategia… >>

<< E' inutile che fai così! Mi contatteranno, vedrai! >>

<< Certo, come no… >>





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