Un sorriso
Erika
cresceva a vista d'occhio, sempre più vispa e più bella
ed io e Sofia non potevamo essere più fieri di quella creatura
che avevamo creato insieme.
C'era però da dire che, se era bella come sua madre, aveva il
caratteredi suo padre, piangeva spesso e, per qualche ragione, si
calmava solo se ero io a prenderla in braccio
-Ti adora
mi diceva sempre Sofia ed io ne ero felicissimo.
Aveva sei mesi, un pomeriggio ero in giardino con lei e le stavo
cantando una canzone, di solito portavo la maschera quando ero con lei,
ma non quel giorno, lei giocava con le manine con una foglia che le era
caduta addosso.
Non so come sia successo, la foglia le è caduta ed Erika mi
guardava on i suoi occhioni dorati, dall'altra parte del giardino Sofia
stava annaffiando delle piante, ho sorriso a mia figlia e lei, con gli
occhi fissi su di me ha riso per la prima volta; ho sentito una
sensazione mai provata prima dentro di me, c'era gioia, pace, amore,
tutte cose che fino a qualche anno prima pensavo che non mi fosse
concesso di provare e quindi ad alcune non sapevo neppure dare un nome,
ho sentito il cuore esplodermi nel petto, mia figlia aveva sorriso per la prima volta di fronte al mio viso smascherato
- Sofia
l'ho chiamata piano, è arrivata dopo poco; ho baciato Erika,
l'ho messa in braccio a sua madre, ho baciato mia moglie e le ho
strette entrambe a me
-Vi amo... vi amerò sempre, ricordatevelo sempre, promettetemelo. Siete tutta la mia vita angeli miei. Vi amo
Sofia's POV
Erik si è
seduto su una panchina di pietra bianca ed ha chiuso gli occhi, io
ancora non avevo capito cosa stava succedendo
-Erik... Erik...
l'ho chiamato ma non mi ha risposto, in quel preciso momento è
arrivato il Persiano che, vedendo Erik immobile, è andato subito
verso di lui tastandogli un polso... mi ha guardato con gli occhi pieni
di lacrime ed a quel punto sono crollata; gli ho messo in braccio la
bambina e sono corsa verso mio marito
-Erik... Erik rispondimi!
ho detto scuotendolo... nessuna risposta, ho cominciato a piangere a
dirotto, mi sono gettata su di lui continuando a scuoterlo e a
chiamarlo urlando come una disperata in mezzo ai singhiozzi, anche
Erika aveva cominciato a piangere, come se si fosse resa conto di
quello che stava succedendo,
-Erik, amore mio, svegliati ti prego! Abbiamo bisogno di te, amore, per favore, apri gli occhi!
nessuna reazione, nessun movimento, nessun gesto, niente, no, no, non
poteva averci lasciato in quel modo, no, non adesso, non ora che
eravamo così felici, non adesso che c'era Erika, lei aveva
bisogno di lui e anche io, come si ha bisogno dell'ossigeno; le sue
mani nelle mie erano fredde come al solito, gli ho accarezzato una
guancia e ho baciato le sue labbra scarne e gelide mentre le mie
lacrime bagnavano i visi di entrambi
-Ti amerò sempre Erik, fino all'ultimo istante della mia vita, ci rivedremo presto amore mio, te lo giuro
Il Persiano si è avvicinato a me, mi ha rimesso in braccio
Erika, mi ha aiutato a tirarmi su e ha portato il corpo di Erik in casa.
Quella sera ho addormentato a fatica Erika, mi sono distesa sul letto
vicino al corpo di Erik e ho appoggiato la testa sul suo petto
ricominciando a piangere in silenzio e addormentandomi piano piano in
quella posizione, era l'ulmima notte che passavo in quel modo, vicino a
mio marito, e non riuscivo ad accettarlo, continuavo a ripetermi che
era solo un brutto sogno e che di lì a poco avrei sentito di
nuovo le sue braccia cingermi i fianchi, il suo respiro sul collo, le
sue dita fra i capelli ed i suoi baci sulla pelle; ma non è
stato così, non lo sarebbe più stato, se ne era andato.